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Doctor Who – Recensione 13×05/13×06: season finale

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Doctor Who – Recensione 13×05/13×06: season finale

Ed eccoci alla fine della tredicesima stagione di “Doctor Who”, una fine cui siamo arrivati molto più velocemente rispetto a quanto siamo sempre stati abituati. Vediamo dunque com’è andato questo finale di stagione.

In merito alla 13×05:

– La puntata è stata avvincente e con un buon ritmo.

In merito alla 13×06:

– Diciamo che di per sé l’episodio non è brutto.
– Ha generalmente un buon ritmo.
– È abbastanza avvincente.

In merito alla 13×05:

– Onestamente la questione, così come presentata, della Division, Flux e decisione di punire Il Dottore non ha senso.

In merito alla 13×06:

– Nonostante il generale buon ritmo, a tratti la puntata sembra trascinarsi.
– I due villain, i Ravagers, sono stati sprecati.
– Il tempo del Dottore che starebbe finendo: è un po’ difficile, è alla seconda Rigenerazione su un set completo di 12.
– Per citare Shakespeare, in merito alla questione del Dottore Timeless Child, “Much ado about nothing”.

– Il Dottore.
– Il Professor Jericho.

In merito alla 13×05:

– L’arrivo dei due Ravagers.

In merito alla 13×06:

– Kate Stewart e Il Dottore che si ritrovano.
– Le scene con i due-tre Dottori.

Questo finale di stagione onestamente è stato un poco “deludente” in quanto non proprio all’altezza delle aspettative che si erano create durante la stagione stessa.

Partiamo dal quinto episodio e dunque dal perché la questione emersa dall’incontro del Dottore con Tecteun, la “madre adottiva”, non abbia alcun senso: innanzi tutto, la faccenda della distruzione dell’universo è un po’ tirata per i capelli, perché se Il Dottore nei suoi viaggi è arrivato alla fine dell’universo, come abbiamo visto nella terza stagione con le puntate “Utopia”, come può essere che Tecteun e la Division non ci siano mai arrivati e non abbiamo mai saputo del Dottore giunto fin lì? E se l’hanno sempre saputo, visto che viene detto che non hanno mai perso di vista Il Dottore, cosa pensava di fare Tecteun, riscrivere il Tempo? Perché se ci si pensa, l’inizio del “nuovo Universo” formato e plasmato secondo il volere della Division andrebbe in ogni caso ad alterare quel futuro. In secondo luogo, perché solo adesso la decisione di imprigionare Il Dottore, cancellare nuovamente la sua memoria e riportare Il Dottore dentro la Division, posto che non l’hanno mai persa di vista? Non è che adesso Il Dottore abbia fatto qualcosa di più epocale rispetto a quanto abbiamo visto nelle stagioni dei precedenti showrunner, anzi.

Come si diceva nelle scorse recensioni (QUI e QUI), la storyline del Timeless Child è in conflitto con la storia e la mitologia del Dottore e dello show, crea buchi narrativi e questo è l’apice di tutto ciò.

Veniamo quindi all’ultima puntata. Per quanto sia stata avvincente, ci sono varie cose che non hanno davvero funzionato: a tratti, come si diceva, l’episodio è sembrato trascinarsi un pochino; Vinder e la sua compagna non hanno avuto nessuna vera importanza ai fini della storia, anche se per fortuna come personaggi sono stati abbastanza divertenti da seguire; soprattutto, i due villain, i Ravagers, così apparentemente ben delineati, interessanti e per i quali era lecito non vedere l’ora di scoprire il passato con Il Dottore, il motivo della faida e di vedere lo scontro proprio con Il Dottore, sono stati quasi inutili per tutto l’episodio, sono risultati essere dei “messaggeri” o poco più e sono stati liquidati in quattro e quattr’otto.
Un vero peccato. E cos’è questa ascensione?
C’è da sperare che quantomeno la questione emerga nuovamente negli speciali.

Due stagioni, tutto quel dramma sul passato estremamente passato del Dottore e il fatto che Il Dottore non ricordasse e la linea narrativa del Timeless Child resta del tutto irrisolta a tre episodi dalla Rigenerazione.
Quindi lo stravolgimento della storia del Dottore e della mitologia dello show… per nulla?
Molto rumore per nulla.
C’è davvero da augurarsi che almeno la faccenda trovi un seguito e una risoluzione negli speciali e che quanto visto sinora sia un preludio a quello che deve accadere (anche se ben due stagioni di preludio per concludere in fretta la linea narrativa negli ultimi speciali è un po’ tantino e anche uno spreco).

Altra questione è quella del tempo del Dottore che, secondo quanto affermato dal Tempo stesso, starebbe arrivando alla fine: “Beware of the forces that mass against you… and their master.”
Ora, è ovvio che questo significa che negli speciali accadrà qualcosa di così grave (organizzato dalle forze che si radunano contro Il Dottore e probabilmente guidate dal Maestro) da far rischiare Il Dottore di vedersi sottratte le sue Rigenerazioni, ma è altresì ovvio che alla fine Il Dottore in qualche modo si salverà e conserverà/otterrà nuovamente le sue Rigenerazioni, quindi far dire al Tempo (che è tale nella sua interezza) che a breve morirà definitivamente è un nonsense, poiché proprio Il Tempo sa che non è così.
Insomma, ci si aspetta che lo sappia, come potrebbe essere Il Tempo, altrimenti?

Nel complesso, in ogni caso, la stagione è stata decisamente superiore alle precedenti, avvincente, ben ritmata e con alcuni personaggi particolarmente interessanti anche se il finale poi è stato in qualche modo anti-climatico.
La dimostrazione che se Chibnall ci avesse pensato sarebbe stato in grado di realizzare stagioni più brillanti anche in precedenza, sin dall’inizio.
Vedremo come si concluderà la sua run. Speriamo in modo interessante.

80/100

Questo è tutto per il momento. A voi la stagione è piaciuta? Appuntamento allo speciale di Capodanno di cui di seguito trovate il trailer, dal titolo “Eve of the Daleks”.

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Sam
Simona, che da bambina voleva diventare una principessa, una ballerina, una cantante, una scrittrice e un Cavaliere Jedi e della quale il padre diceva sempre: “E dove volete che sia? In mezzo ai libri, ovviamente. O al massimo ai cd.” Questo amore incondizionato per la lettura e la musica l'ha portata all'amore per le più diverse culture (forse aiutato dalle origini miste), le lingue (in particolare francese e inglese) e a quello per i viaggi. Vorrebbe tornare a vivere definitivamente a Parigi (per poter anche raggiungere Londra in poco più di due ore di treno). Ora è una giovane legale con, tralasciando la politica, una passione sfrenata per tutto ciò che all'ambito legale non appartiene, in particolare cucina, libri e, ovviamente, telefilm. Quando, di recente, si è chiesta in che momento, di preciso, sia divenuta addicted, si è resa conto, cominciando a elencare i telefilm seguiti durante l'infanzia (i preferiti: Fame e La Famiglia Addams... sì, nel fantasy ci sguazza più che felicemente), di esserci quasi nata. I gusti telefilmici sono i più vari, dal “classico”, allo spionaggio, all'ambito legale, al “glamour”, al comedy, al fantastico in senso lato, al fantascientifico, al “giallo” e via dicendo. Uno dei tanti sogni? Una libreria. Un problema: riuscirebbe a vendere i libri o vorrebbe tenerli per sé?

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