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Snowpiercer seconda stagione: sviluppo costante e finale esplosivo

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Snowpiercer seconda stagione: sviluppo costante e finale esplosivo

Dopo una premiere introduttiva e che aveva suggerito vari spunti interessanti, questa seconda stagione di Snowpiercer si sviluppa organicamente, mantenendo le promesse iniziali, un ritmo costante e regalando anche qualche colpo di scena ben orchestrato. Rispetto alla scorsa stagione ho notato sicuramente una crescita nella scrittura, con una maggiore attenzione al cast corale e a presentarci la popolazione dei due treni come un organismo vivente ed eterogeneo, ognuno con il suo spazio. Se la prima stagione ci ha raccontato la rivoluzione di Layton per portare democrazia sullo Snowpiercer, in questa seconda stagione il focus si allarga rispetto a quelli che erano stati i due attori principali in quella lotta (lui e l’ordine “wilfordiano” mantenuto con l’inganno da Melanie). Con l’entrata in gioco del vero Wilford si sono create inedite alleanze sul treno principale, abbiamo assistito a cambi di fazione inaspettati, all’aumentare delle tensioni grazie a un gioco di sotterfugi ben organizzato dall’ideatore della locomotiva eterna che, anche grazie a un’interpretazione solida di Sean Bean, si conferma un personaggio perfettamente tridimensionale e capace di pesare sull’umore di tutti, proiettando la sua inquietante e dissociativa presenza anche senza davvero mettere piede sullo Snowpiercer per gran parte del tempo.

Snowpiercer seconda stagione: una veloce panoramica

1) L’episodio Melanie-centrico e il background che ci fornisce. Come anticipavo nella recensione della premiere di questa seconda stagione di Snowpiercer, sarei rimasta delusa se non avessimo avuto un approfondimento che ci portasse a scoprire il motivo che ha portato Melanie a un gesto disperato come rubare il treno sotto il naso di Wilford, dovendo addirittura sacrificare la propria famiglia nel farlo. La 2×06, che ci riassume le estenuanti giornate di Melanie nella sua solitaria missione di ricerca, è alternata proprio da flashback che ci raccontano i trascorsi tra questi due personaggi, come i rapporti si siano esacerbati nel momento in cui la donna ha avuto ennesima prova della spietatezza del suo mentore e nel prevedere l’assetto totalitario incentrato sulla sua persona che Wilford avrebbe dato allo Snowpiercer ha preferito ricorrere a questo gesto estremo. Come goccia che fa traboccare il vaso assistiamo al momento, di poco precedente alla partenza dello Snowpiercer, in cui lui fa fucilare i sei genetisti che lei aveva richiesto perché a quanto pare nel suo nuovo mondo non c’era posto per loro, una lucida crudeltà rimarcata anche da Alex nella 2×09 quando rivela il segreto che i passeggeri della Big Alice erano tenuti a tenere, ovvero che degli originari 200 abitanti del treno secondario la metà non ci sono più perché lui ha arbitrariamente deciso che “le risorse andavano dimezzate”. Mi è piaciuto molto questo episodio, sebbene perlopiù statico e quindi “frenante” subito dopo un cliffhanger come quello della 2×05, avrei forse preferito un approfondimento ancora maggiore del passato condiviso di Wilford e Melanie ma ho apprezzato la costruzione della puntata e, soprattutto, la struttura narrativa che ci porta a un finale che ci anticipa già i risvolti a bordo del treno che vedremo svilupparsi gradualmente nei successivi quattro episodi;

snowpiercer seconda stagione

2) La presunta fine di Melanie, il nuovo assetto del treno e le prospettive per il futuro. Parlo di presunta perché, in base ad anticipazioni della terza stagione, Jennifer Connelly dovrebbe ancora essere presente in alcuni episodi futuri. Questo non garantisce nulla ovviamente, non sappiamo in che forma sarà presente (magari solo flashback?), ma visto soprattutto il precedente di Josie e visto che non abbiamo visto un cadavere, tendo a credere che Melanie potrebbe saltare fuori di nuovo, salvatasi creativamente dalla sua passeggiata “into the white” raccontataci dal season finale.
Il finale risulta “esplosivo” in più sensi, vediamo un nuovo spaccamento del treno mirato a riportare la locomotiva al punto di raccolta di Melanie, sperando di trovarla ancora in vita, con la squadra dei protagonisti divisa tra le due parti e un accordo di non belligeranza fino alla ricongiunzione segnato a colpi di ostaggi. Ad accogliere Layton e Alex alla stazione di ricerca climatica troviamo solo gli hard disk contenenti gli studi della madre di quest’ultima, accuratamente salvaguardati dal gelo per fornire una speranza semmai qualcuno fosse effettivamente tornato a cercarla (e un diario con un toccante addio a sua figlia).
Già in occasione della premiere di questa seconda stagione di Snowpiercer avevo parlato di questa possibilità (il naturale graduale riscaldamento del globo a sette/otto anni dall’inizio del Gelo) come un risvolto interessantissimo, mutuato dal film e dal fumetto a cui la storia si ispira e che, anche in questo caso, ci lascia con una nota incoraggiante. Gran parte della stagione si è soffermata sugli studi volti a confermare una teoria che Melanie aveva formulato all’inizio, teoria ovviamente osteggiata da Wilford non fosse altro che per il chiaro cambio di prospettiva che il disgelo causerebbe: a bordo del treno lui è un semi-dio, nel mondo reale presumibilmente si riprenderebbero gli assetti pre-Gelo. La fazione che si oppone al suo comando è quindi ora motivata da un’ulteriore certezza: che, come diceva Mel, la vita in futuro sarà fuori dallo Snowpiercer;
snowpiercer seconda stagione3) Lo svolgimento del braccio di ferro tra Layton&co. e Wilford spalmato nell’arco dell’intera stagione. Come avrò modo di approfondire più avanti, ho apprezzato molto il modo in cui questa “guerra fredda” è stata portata avanti, con azioni di spionaggio, mosse di attacco anticipate dall’altra fazione, passaggi di fedeltà e un percorso accuratamente calcolato da Wilford per dimostrarsi indispensabile (un uomo delle apparenze, showman in tutto e per tutto, come ci appare platealmente nella 2×09). Anche il “mistero” degli attacchi ai Fondai e degli assassini a bordo, sebbene in parte anticipabili, sono stati comunque realizzati con un crescendo ben bilanciato e hanno creato diversi livelli di trama interessanti e interconnessi.

Non si tratta propriamente di punti non riusciti nella trama di questa seconda stagione di Snowpiercer ma perlopiù di quello che ho soggettivamente gradito meno da spettatrice:
1) Il risvolto da nuova Icy Bob per Josie. Sebbene sia stato interessante scoprire l’incredibile avanzamento scientifico sulla Big Alice (con rimedi in grado di riparare tessuti gravemente danneggiati dall’esposizione al gelo e rendere poi i corpi più resistenti) e sebbene, volendo, ci si possa pure leggere un interessante sottotesto relativo al controllo di se stessi (“You have done something to my body without my consent” e la più diretta ammissione di Wilford “Then why did we make her?”… non credo nessuno tra noi spettatori avesse mai avuto dubbi che Wilford avesse preso in carico il caso di Josie a scopi egoistici, che non si trattasse di una spinta puramente umanitaria, quindi era ovvio che curarla avrebbe significato legarla poi alla volontà insindacabile del suo “benefattore”, gli ultimi due episodi non fanno che confermare questa idea), è una storyline che semplicemente non ha incontrato molto il mio gusto personale. Aggiungerò poi che a prescindere, per quanto il suo apporto alla trama possa essere rilevante, non ho trovato molto realistico in generale aver fatto sopravvivere Josie al congelamento nella carrozza in cui aveva avuto uno scontro con Mel nella scorsa stagione… la “miracolosa resurrezione” però, come dicevo prima, potrebbe aprire spiragli di speranza per la prossima stagione relativamente, ad esempio, proprio a Melanie (senza cui, tra l’altro, l’attuale conto di macchinisti in vita si è abbassato a tre, contando anche lo stesso Wilford);
2) Il voltafaccia di Audrey. snowpiercer seconda stagioneAnche in questo secondo caso, ottimo a livello di plot twist (anche ben realizzato perché, onestamente, ho continuato a sospettare fino al season finale che Audrey sotto sotto stesse fingendo), ma pur avendo apprezzato questo bieco tradimento a livello di trama generale, perché ci sta che anche all’interno della fazione “dei buoni” non tutti siano retti e infallibili, quindi avere un personaggio che cede alla tentazione di un’esistenza lasciva e più agiata è tutto sommato un risvolto realistico in un contesto estremo come questo… ho semplicemente detestato lei come personaggio per la scelta.

Principalmente per via dello scarso minutaggio a lei dedicato, non posso confermare Melanie come miglior personaggio dell’intera stagione (sebbene le sequenze di cui sopra le regalino comunque un meritato podio). Idem per Layton, personaggio cardine della trama che però in questa seconda stagione si affianca in maniera più armonica agli altri principali attori in campo, intrecciando più fittamente le storyline e le vicende di ciascuno per restituirci un quadro più completo (e complesso) della vita a bordo del treno e della pluralità eterogenea di passeggeri che lo popolano.
Snowpiercer seconda stagioneMa alla fine di questa seconda stagione di Snowpiercer non posso non elogiare Ruth come uno dei personaggi dalla crescita più evidente in questo ensemble. L’abbiamo odiata con tutto il cuore nei primi episodi della scorsa stagione, quando faceva congelare e distruggere le braccia dei Fondai come punizioni per disobbedienze quasi senza battere ciglio (e stava per farlo anche con una bambina!), poi ne abbiamo scoperto le insicurezze e le fragilità, infine abbiamo scoperto la sua irremovibile dedizione allo Snowpiercer come entità che trascende l’idolatrato ideatore del treno, vedendola addirittura in più di un’occasione rifiutare l’offerta di Wilford di stare al suo fianco (cosa che sappiamo aver richiesto tutta la sua forza d’animo, ricordando come venerasse questa figura) pur di proseguire nel suo servizio al treno. Raggiunge l’apice in momenti come il suo accorato discorso di pentimento per bloccare il tentativo di alcuni passeggeri di staccare un braccio a Layton nella 2×07 e il momento in cui rifiuta di assecondare un ordine diretto di Wilford nella 2×09, dovendosi in questa occasione addirittura separare dal prezioso tailleur turchese che denota la sua posizione ma anche la sua identità e “missione”. Nel season finale l’ho a dir poco adorata!

Per la realizzazione ma anche per l’ottimo tempismo (un finale inaspettato e brutale esattamente a metà stagione) non posso non citare l’uccisione dei Breachmen nella 2×05 tra le sequenze più d’impatto di questa stagione… avendomi anche aperto tristi ricordi dell’Ordine 66 in La vendetta dei Sith. Fino a quel momento abili mosse di Wilford e di suoi fedelissimi sullo Snowpiercer avevano portato a una crescita esponenziale della tensione tra diverse fazioni del treno, lasciando credere che l’animosità verso i Tailie fosse fomentata proprio dai Tappafalle, ritenuti spie wilfordiane. Il momento in cui Wilford sacrifica spietatamente quelli che, seppure non direttamente responsabili degli attacchi contro i Fondai, erano decisamente inclini a seguire la sua dottrina è stato a dir poco cruento e “spettacolare” nella sua tragicità.
Aggiungo, sempre principalmente per questioni visive ed evocative, la scena finale del settimo episodio, con il treno che ruota nel viadotto himalayano (già di per sé una visione impressionante) illuminato da centinaia di lanterne rosse alle finestre. L’intero episodio aveva seguito l’indagine di Bess sugli omicidi di cui sopra, avevamo avuto la scoperta (per me non particolarmente eclatante perché lui mi aveva convinta poco fin dall’inizio) del coinvolgimento del pastore Logan con i piani di Wilford, volti a creare caos per esortare di conseguenza i passeggeri a esprimere il loro desiderio di avere l’ordine da lui assicurato. Purtroppo la visione di così tante luci rosse ci dice, in un unico drammatico momento, che seppure stiamo seguendo le vicende di persone che cercano di difendere la democrazia, quello che la maggior parte del resto della popolazione percepisce in Wilford è un salvatore, non conoscendolo come noi spettatori per il sadico e ingiusto dittatore che è ma solo per l’immagine idealizzata che si è creato. Una sequenza senza dialoghi, visivamente stupenda ma che colpisce come un pugno in faccia.

Snowpiercer seconda stagione: conclusioni

Credo di aver già detto più o meno tutto: una stagione che ha regalato emozioni e trame ben sviluppate, colpi di scena e che ha saputo trasformare un cast inizialmente molto polarizzato in una storia più corale, in cui cominciamo a conoscere meglio tutti e seguiamo anche degli ottimi character development con piacere: oltre a Ruth devo offrire una menzione d’onore anche ad Alex, che ho odiato a pelle nella premiere ma è diventata presto un valido alleato per Layton&co. e un personaggio completo e interessante nell’arco del resto della stagione. Forse ho trovato il suo cambio di prospettiva riguardo sua madre fin troppo repentino, visto l’iniziale odio viscerale esternato, ma d’altronde è anche una diciassettenne dal passato complicato che, presumo, in fondo era pronta a perdonare immediatamente sua madre nel momento in cui avesse avuto conferma che lasciarla indietro non era stata una scelta facile ma obbligata. Standing ovation, poi, per il suo attacco con lametta contro Wilford, una sorta di chiusura del cerchio rispetto all’iniziale tentativo da lui caldeggiato di farle attaccare allo stesso modo Layton… tra l’altro in quell’istante ho pensato di aver vinto la mia personale scommessa riguardo la durata di Sean Bean in una serie, invece per stavolta sono stata smentita.
snowpiercer seconda stagioneAltre menzioni d’onore vanno ai macchinisti Ben e Javi: il primo che io vorrei come mio alleato in praticamente qualunque situazione della vita e la cui devozione a Mel pone l’asticella delle aspettative verso gli uomini a un livello pari a quello di Jack Pearson (più in alto di un principe disneyano, per chi non segue This is us); il secondo per l’estremo coraggio dimostrato in più occasioni e, specialmente, nel finale… purtroppo il modo in cui il suo corpo è stato trascinato via dopo l’aggressione del mastino non sembra lasciare spazio a dubbi, ma sarei felice di vedere resuscitare anche il suo personaggio.
Nel complesso mi sento quindi di confermare il voto di inizio stagione, ovvero…

80/100

E voi che ne pensate? Vi è piaciuta questa seconda stagione di Snowpiercer? Quali sono stati i vostri momenti preferiti e cosa avreste cambiato?
Aspetto di leggere le vostre opinioni e le vostre aspettative per il futuro qui sotto nei commenti.
Alla prossima!

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Ale
Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

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