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Shadowhunters | Recensione 1×12 – Malec

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Shadowhunters | Recensione 1×12 – Malec

Eccoci al penultimo episodio di questa prima stagione di “Shadowhunters”.
Nonostante l’anticipazione di alcuni eventi, che potrebbe essere fin troppo eccessiva e suscita dubbi sul prosieguo della linea narrativa, “Malec” segna la tanto attesa realizzazione dei sentimenti tra due personaggi con una scena obiettivamente ben riuscita, uno spaccato sul passato di uno dei personaggi più amati, l’inizio di un percorso di sofferenza per un altro e un bel colpo di scena finale.

Come sempre, partiamo dai problemi, effettivi o potenziali, piccoli e grandi.

Con i preparativi del matrimonio, vediamo che la sala centrale dell’Istituto, prima centro nevralgico di esso per il lavoro degli Shadowhunter, poi anche aula di tribunale, diventa ora sala dei wedding planner. E i tecnici della Telecom fungono anche da servitù. Quando si dice il multitasking! (Se sentite un rumore sono io che prendo a testate la scrivania.)

E non si capisce nemmeno in che parte dell’Istituto si svolga la cerimonia. Cosa voluta spero, visto che Simon dopo la trasformazione non può più entrare all’Istituto, in quanto i Vampiri non possono camminare su suolo consacrato (qual è l’Istituto), a differenza di Licantropi, Fate e Stregoni. Piccolo chiarimento per chi non ha letto i libri: per questo motivo, ogni Istituto ha un edificio che si chiama Santuario, collegato attraverso una porta all’Istituto e dotato, altresì, di una porta esterna per permettervi l’entrata, in cui vengono ricevute le delegazioni dei Nascosti, poiché in tale edificio tutti loro possono entrare.

Ragnor Fell. E no, non per il fatto che non sia verde, perché con un Luke di colore e poliziotto (per il quale moltissimi si sono emozionati subito, invece di essere perplessi), una Camille mora e di origini asiatiche, il fatto che Ragnor non abbia la pelle verde deve passare inosservato, per quanto sia vero che lui, cresciuto da due genitori che lo hanno amato anche se non umano, non ha mai avuto problemi e quindi non ha mai nascosto il suo aspetto fisico, colore della pelle compreso, sotto incantesimi (sebbene sia anche vero che non si mescolava tanto al mondo mondano e tutti nel Mondo delle Ombre sanno che ogni stregone ha degli elementi fisici che lo identificano come figlio di un demone: Ragnor la pelle verde e le due corna sulla fronte, Magnus gli occhi da gatto…). Non è nemmeno un problema che sia più grande di quanto si dice nella saga (ha smesso di invecchiare intorno ai trent’anni) e un po’ meno burbero (in fondo lui amava Magnus, e non solo Magnus, era uno dei suoi migliori amici, quindi sotto sotto aveva un gran cuore). In effetti questa versione di Ragnor è piuttosto bella. Il problema è che lui sia già morto. Per i non lettori: nella saga Clary non lo incontra, lui muore prima, più o meno come abbiamo visto qui, ovvero viene ucciso nella sua casa, ma non fuori Londra, fuori Alicante, a Idris. E, soprattutto, muore in “Città di Vetro”, terzo romanzo di “The Mortal Instruments”, ucciso non da un demone comune, ma da… altri demoni, non per il tradimento di Hodge, come invece accade qui. E quindi è questo il problema, ovvero la linea narrativa. Come gestiranno quella parte? Si inventeranno altro, ovviamente. Non sarebbe stato più semplice usare sì Ragnor Fell, ma porre in essere un attacco durante il quale lui sarebbe fuggito, per poi farlo riapparire nella sua abitazione fuori Alicante? In questo modo le tempistiche sarebbero state migliori, anche per ciò che concerne il Libro Bianco (e perché dovrebbe averlo Camille?).

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Grazie a Ragnor vorrei spendere due parole sulle foto di Tessa Gray e Catarina Loss, che erano rappresentate accanto a lui sullo schermo all’Istituto, perché ho visto scatenarsi il delirio e non è proprio il caso. Capisco che Tessa sia un personaggio amatissimo (lo è anche da me), ma fermarsi a riflettere è sempre la cosa migliore. Tralasciando che noi lettori ben conosciamo i poteri di Tessa e che spesso gli Stregoni celano il proprio aspetto sotto incantesimi che li fanno apparire come umani, argomenti che potrebbero ovviamente essere usati come spiegazione all’interno della storia, la verità è molto più semplice e di immediata comprensione. Gli autori volevano una citazione di Tessa e Catarina, che non fosse solo un nominarle a voce, perché quelli sono personaggi fondamentali, nonché i migliori amici di Magnus, che con loro ha affrontato i secoli della sua vita, con loro ha combattuto e sofferto. Et voilà le foto. Nient’altro. Una mera citazione, niente di cui preoccuparsi o per cui agitarsi, visto che non corrispondono alle descrizioni (anche perché se volessero introdurre Tessa ci sarebbero annunci ovunque… che non c’erano e non ci sono). Sono cose che capitano in tantissimi telefilm da sempre. Due piccoli esempi: i genitori di Elena Gilbert in “The Vampire Diaries” e Robin Hood in “Once Upon a Time”: i genitori di Elena si vedono in foto, poi nella 3×22 si vedono in un flashback e non sono le persone delle foto, che infatti erano state tutte cambiate; in “Once Upon a Time” nella sua prima apparizione Robin non è interpretato dall’attore che ben conosciamo ora, ma da Tom Ellis (che adesso è l’Angelo caduto per eccellenza in “Lucifer”). Potevano, in particolar modo per Tessa, scegliere qualcuno che le assomigliasse? Ovviamente sì, ma ecco la successiva e semplice ragione: non vogliono rivelare l’aspetto di Tessa. Nemmeno io lo farei al posto loro, proprio per via di chi lei è. Tutto qui. I problemi di questo show sono altri e anche se questi non esistessero non ci si può attaccare a tali inezie che hanno una ragione di comprensione immediata, non se ne esce più, come suol dirsi.

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Il coming out di Alec. Premessa: sebbene del matrimonio che non s’aveva da fare avremmo fatto volentieri tutti a meno, non mi sogno nemmeno di dire che la scena sia brutta o che non mi sia emozionata, anzi, di questo parlo dopo. Anche qui, il problema è un altro, ovvero, come per Ragnor, la tempistica. Spiego brevemente per i non lettori: il rapporto tra Magnus e Alec ha un percorso molto articolato, sebbene tra loro due scoppi quasi subito l’attrazione e inizino a stare insieme piuttosto velocemente (tra “Città di Ossa” e “Città di Cenere”, con i tre racconti scritti e pubblicati successivamente da Cassandra Clare, ovvero “Il Primo Bacio” e i due presenti ne “Le Cronache di Magnus Bane”, “Il Corso di Un Amor Cortese (e dei Primi Appuntamenti)”, che si svolge nella stessa settimana del primo bacio, e “Un Regalo di Compleanno per Alec”, che si svolge poco dopo). Nonostante il fatto che stiano insieme, però, ci sono molte difficoltà, perché Alec non vuole che si sappia, non lo ammette nemmeno con Jace (inutilmente, visto che quest’ultimo lo ha capito da solo e lo becca pure).
“The Mortal Instruments” è composto da due trilogie e la prima parte del percorso di Alec e Magnus si articola su due libri, “Città di Cenere” e “Città di Vetro”, proprio perché nel primo di questi due Alec si rifiuta di far sapere agli altri che stanno insieme e il suo coming out avviene solo in “Città di Vetro”, ad Alicante, nella Sala degli Accordi, in un contesto epico. Capirete, pertanto, che il mio non è un capriccio, un gusto personale, è un discorso narrativo, poiché gli autori dello show in questa prima stagione hanno concentrato un percorso di due libri e, per quanto possa essere bello da vedere, lascia interdetti per la narrazione, in quanto porta a chiedersi come faranno con l’adattamento di “Città di Cenere” e “Città di Vetro”. Per carità, è vero che questo coming out è in formato ridotto (in “Città di Vetro” nella Sala degli Accordi, quando Alec bacia Magnus in pubblico per la prima volta per dichiarare che stanno insieme, c’è mezza Idris, altro che i venti invitati al matrimonio di questo episodio… è un vero coming out), ma insomma, ripeterlo non avrebbe molto senso. E non si può anticipare niente del resto perché è legato agli eventi.
Inoltre, il bacio avviene ad Alicante per l’affermazione non solo della natura di Alec, ma dei sentimenti per Magnus. Il coming out è il culmine, la dimostrazione dei profondi sentimenti di Alec. In questa puntata vediamo poi lui dire al padre che non si può parlare di amore tra lui e Magnus, ma dopo una scena del genere è una sorta di passo indietro… ecco perché nella saga è a quel punto, è l’ultimo passo del primo percorso dei due e, in particolare, di Alec.

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Detto ciò: ma Robert Lightwood padre dell’anno da quando? In una realtà alternativa, in questa è impossibile. Tuttavia, visto che certo non reagisce con gioia, immagino vogliano far passare l’idea che lui veda il gesto del figlio come una sbandata momentanea e niente di più (visto anche che chiede ad Alec se ama Magnus) e lo vogliano “far esplodere” in un secondo momento, dato che Maryse invece è stata completamente se stessa (la madre dell’anno “mai-potrà-accadere-in-tutta-l’eternità”), altrimenti è un non rispettare il personaggio su tutti i fronti. Sarà meglio che gli autori ricordino che Robert Lightwood è un borioso bastardo schifoso. (Non toglietemi l’odio per quest’uomo, perché se lo merita tutto.)

Ora passiamo alle parti belle, interessanti e ai colpi di scena dell’episodio.

Partiamo da Isabelle, come sempre splendida. Tralasciando il fatto che è bellissima per tutta la puntata, ancora una volta si rivela la custode della sua famiglia, nella fattispecie dei suoi due fratelli: organizza un matrimonio come se niente fosse (e, per chi non avesse letto i libri, il drappo blu è un omaggio al colore degli occhi di Alec in essi, ovvero blu), ha capito tutto ciò che sta passando Jace e cerca in qualche modo di proteggerlo, alleggerire il peso che lui si porta addosso, tenerlo distante da ciò che può turbarlo; contemporaneamente cerca di far riavvicinare Jace e Alec, perché sa che quei due hanno bisogno l’uno dell’altro (e alla fine ci riesce e ne è l’artefice), e cerca, altresì, di sistemare il casino che Alec sta facendo della sua vita (con il quale ha un bellissimo momento fratello-sorella). E riesce anche in questo. E tutto ciò è, in sostanza, una trasposizione di ciò che lei è nei romanzi (sebbene solitamente lei faccia tutto con un po’ più di durezza… ma non sempre). Isabelle Sophia Lightwood, sei semplicemente meravigliosa.

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Assistiamo, anche, ai primi veri sviluppi del suo rapporto con Simon. Per quanto l’argomento sia inventato, così come il luogo in cui si trova Simon (che nella saga al Dumort non risiede nemmeno un giorno, ma d’altronde l’altra parte dei problemi di Simon la stanno evidentemente tenendo per la seconda stagione), la situazione è quella “tipica” tra i due, ovvero Simon che spiega la normalità dei rapporti a Isabelle.

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Passiamo a Jace e Clary. Finalmente lui sta emergendo, come si vede sin dall’inizio. Si parte con quella necessità di trovare Valentine che gli brucia dentro, per vari motivi: da una parte, sente l’amore verso il padre che lo ha cresciuto e che lui ha sempre amato, un sentimento quasi impossibile da sradicare anche se quell’uomo è Valentine, perché è l’unico genitore che Jace ha conosciuto per tutta la sua infanzia; dall’altra, il tentativo di non provare l’amore di figlio, la paura che quel padre, un mostro, lo abbia ineluttabilmente segnato, condannandolo a essere come lui; infine, la spinta a fermarlo, potente in Jace nonostante il sentimento che ancora prova verso Valentine.
Si prosegue con la sofferenza per la situazione con Alec e con Clary che lui, come confida poi al suo stesso
parabatai, vuole (un’ammissione incredibile, per Jace). Questa è la verità, lui continua a desiderare Clary (e lei lui, come si evince dagli sguardi al matrimonio) e questo da una parte lo fa sentire indegno; dall’altra, però, gli sembra impossibile che loro due siano davvero fratello e sorella. Situazione dalla quale consegue il suo tentativo di fare come se niente fosse, di non parlare degli eventi, di non voler affrontare alcun discorso, tenendosi tutto dentro.
Una cosa che, credo e spero, anche in base alla confessione ad Alec, gli autori vogliono costruire lentamente, mostrando man mano quanto sia profonda la sofferenza di Jace. Le interazioni tra lui e Clary, infatti, sono indizi sulla resa del loro rapporto, sul fatto che entrambi cerchino di gestirlo, di scendere a patti con la situazione (Jace oltre al fatto che suo padre è Valentine, cosa che Clary ha avuto il tempo di digerire), nonostante lo shock. Dopo la riunione con Hodge e Magnus, vediamo Clary che cerca di razionalizzare il tutto, mettendo a tacere i suoi sentimenti (cercando conforto nella presenza di Simon e concentrandosi sulla madre), mentre Jace è all’opposto. Quando si recano da Ragnor vediamo il litigio su Jocelyn, che è preso dai libri, poiché Jace ha anche difficoltà ad accettare che Jocelyn sia sua madre, la rifiuta per i motivi che gli si sente dire in questa puntata. Al loro ritorno all’Istituto, Clary cerca di far ragionare Jace e di proteggere il suo rapporto con Alec, atteggiamenti che lei ha sempre, con Jace, dalla rivelazione che sono fratello e sorella in poi. Il tutto emerge prepotentemente nella scena tra i due dopo il matrimonio, molto bella, in cui Jace ammette di sentirsi diviso in due. Le sue parole, sul sentire un’oscurità dentro di sé, sono emblematiche non solo del suo stato, ma anche perché sono un indizio su cose future. Come vediamo, ancora una volta Clary mantiene la calma, mantiene il controllo, non per se stessa, ma per proteggere Jace, si sente responsabile di Jace perché sa quanto sia inquieto il suo cuore.

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Il momento Alec-Jace, che finalmente tornano a essere Alec e Jace, i migliori amici, i fratelli, i parabatai, pur essendo un’invenzione è molto bello. In particolare, è bellissimo il discorso di Jace nei confronti di Alec, poiché ricorda tutte le volte che nei libri ha aperto il cuore al suo parabatai, dicendo ad Alec quanto sia vitale per lui (esempi ne sono “Città di Cenere”, quando vorrebbe che Alec gli parlasse della relazione con Magnus, e “Città del Fuoco Celeste”). Parallelamente, le parole di Alec rispecchiano tutto ciò su cui quest’ultimo si tormenta in “Città di Ossa” e “Città di Cenere”.

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Infine, in accordo con il tema dominante dell’episodio, parliamo di Magnus e Alec, separatamente e insieme. E partiamo proprio da Magnus.

Nonostante l’introduzione di Ragnor Fell si sia tradotta, come ho detto, in una forse eccessiva anticipazione di alcuni eventi, è apprezzabile che tutto ciò sia servito a dare uno spaccato del passato di Magnus, approfondendo così il personaggio, facendo capire quanto sia difficile essere immortali, nonché quanta sofferenza Magnus porti dentro di sé, proprio lui che non sembra mai chiuso alle nuove esperienze, alla vita, all’amore.
Non solo infatti viene mostrata l’amicizia che legava Ragnor e Magnus, non solo si citano i rapporti dei due Stregoni con Jocelyn, ma anche, come dicevo, il passato di Magnus e con esso la sua profonda capacità di amare, in particolare quanto Magnus abbia amato Camille e quanto lei lo abbia segnato. Il rapporto con Camille si dipana attraverso moltissimo tempo: nel XIX secolo si sono amati e lei lo ha ferito, come mostrato in
“Le Cronache di Magnus Bane – Vampiri, Scones e Edmund Herondale” (racconto che si svolge nel 1857 e in cui viene narrato il loro primo incontro all’Istituto di Londra), “The Infernal Devices”, nella Londra del 1878, in cui si vede la loro relazione; nel XX secolo hanno continuato a incontrarsi, casualmente o meno, a proteggersi in qualche modo l’un l’altro, come mostrato in “Le Cronache di Magnus Bane – La Nascita dell’Hotel Dumort”, nella New York del 1929, dopo la fine della loro relazione, e “Le Cronache di Magnus Bane – La Caduta dell’Hotel Dumort”, nella New York del 1977, in un ultimo incontro prima del presente che ha devastato Magnus, portandolo a una scelta drastica per la quale si è affidato a Catarina Loss, la sua migliore amica insieme a Tessa.
Dopo Camille, Magnus non ha più amato davvero per moltissimo tempo, il suo cuore si è chiuso sempre più… sino a quando ha incontrato un bellissimo ragazzo alto e dagli occhi chiari, riservato e non abituato a essere notato per primo, uno Shadowhunter (e già questo è incredibile, per Magnus, che non ha mai considerato gli Shadowhunter da un punto di vista romantico, per via del loro modo di essere, e che escludeva di poter provare qualcosa per uno di loro) che si è rintanato nell’ombra del suo
parabatai scintillante e splendente come l’oro… senza sapere di essere altrettanto prezioso, di essere come l’argento, un metallo più raro dell’oro.
Tutta questa parte della puntata, dunque, è un’enorme citazione: di “The Infernal Devices” (la foto che vediamo in mano a Magnus di lui, Camille e Ragnor, risale a quell’epoca), di “Città di Vetro” (Ragnor Fell, la sua morte), di “Le Cronache di Magnus Bane” (anche “Cosa Accadde in Perù”) e delle “Cronache dall’Accademia Shadowhunters”, in cui si vede Ragnor insegnare all’Accademia, per cercare di portare un cambiamento nella società Shadowhunter (un esempio che segnerà i suoi fidati amici). E, per quanto sia troppo presto, è una bella citazione.

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Alec. Sin dall’inizio dell’episodio, si vede il cambiamento che sta avvenendo in lui: non solo si scusa con Clary, vuole aiutarla, ma la ringrazia. Per quanto piccolo, è un bellissimo momento e non è una brutta idea scegliere Isabelle come fondamento della svolta del loro rapporto, che è destinato a crescere sempre più.
Alec in questo episodio raggiunge l’apice della sua battaglia interiore, tra chi i suoi genitori (e la società alla quale appartiene) si aspettano lui sia e chi lui è davvero.
Per quanto, come ho detto, l’evoluzione del rapporto con Magnus sia stata eccessivamente concentrata (almeno la scelta non è priva di fondamento, visto che è basata sulla notte che i due hanno trascorso insieme, poiché per quanto platonica ha certamente portato a discorsi profondi, molto personali, e a confidenze importanti), il confronto che i due hanno a casa dello Stregone è apprezzabile per vari motivi. Innanzi tutto la frase di Alec, “Io sono uno Shadowhunter. Questo riguarda la famiglia, la tradizione, l’onore”, perché in effetti, matrimonio a parte, questi sono i discorsi che rappresentano perfettamente la società Shadowhunter, principi che spesso ne schiacciano i membri. Tali valori (in ordine inverso: onore, tradizione, famiglia) sono al centro e al di sopra di tutto, in quanto discendenti dalla Legge dell’Alleanza. Ed è proprio per questo che Alec ha sofferto per anni, è questo che scatena in lui la battaglia. Ed è giusto che lui parli con rabbia, proprio perché rivelandosi alla società Shadowhunter rischia moltissimo. Rischia tutto.
E, per quanto le cose siano diverse dal libro, l’atteggiamento di Magnus lo rappresenta, poiché lo Stregone non solo “tenta” Alec, ma in qualche modo gli spiega l’amore… cosa che si accorda perfettamente col suo essere centenario e al suo avere molta esperienza, anche in amore, non solo in senso pratico, ma per ciò che concerne i sentimenti.

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E veniamo ALLA SCENA.
Vorrei prima di tutto chiarire l’atteggiamento di Lydia: lei non è innamorata di Alec, lo avrebbe sposato per convenienza e per aiutare lui, perché gli vuole bene, ma non ne è innamorata, lo si capiva benissimo prima e lei stessa lo ammette nel discorso con Clary (tra l’altro il confronto tra le due è interessante, per quanto Clary si faccia scoprire troppo in fretta, perché le parole di Lydia ampliano la visuale sulla società Shadowhunter e sono emblematiche, anche per ciò che concerne la stessa Clary, in quanto figlia di Valentine). Quindi la sua reazione è normale, anche perché lei si sarebbe rinchiusa in una prigione, magari dorata, ma sempre una prigione, quindi in verità è libera anche lei e, tenendo conto di come è fatta la loro società, ne esce a testa altissima, senza conseguenze negative. Non essendo una donna innamorata abbandonata all’altare, sapendo che lui è gay e dei suoi sentimenti per Magnus, perché mai dovrebbe essere ferita o reagire male? Non avrebbe senso.
Anche se il matrimonio non doveva esistere, è bello vedere i particolari della cerimonia matrimoniale degli Shadowhunter: il colore oro dominante, la citazione delle Rune matrimoniali e di dove esse vadano apposte, con l’aggiunta dell’adamas che viene utilizzato per gli “stilo matrimoniali”.
I Marchi si appongono uno sul cuore e uno sul braccio perché
, come spiega Jace in “Città degli Angeli Caduti”, la frase cerimoniale deriva dal Cantico di Salomone, “Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio, perché forte come la morte è l’amore”.
E gli Shadowhunter hanno delle regole precise sui colori per le celebrazioni.

Colori degli Shadowhunters

E finalmente, per una volta si può dire che la scenografia dell’Istituto è bella: la luce delicata e soffusa, le finestre a mosaico, i colori, i bellissimi cristalli.

Okay, IL MOMENTO.
Nonostante l’anticipazione degli eventi, la scena è bellissima e soprattutto è meravigliosamente resa per tanti motivi, tra i quali vi sono anche i personaggi di contorno. Il tutto, però, si concentra su Alec, perché ciò che rende splendido questo momento non è tanto il bacio in sé (che sì, certo, è davvero bello), ma è come a esso si arriva e questo percorso, per l’appunto, è costruito su Alec. Qui non si tratta di un ragazzo costretto a stare con chi lui non vuole, non è solo una questione di amore, c’è molto, molto di più, per questo la sua reazione all’arrivo di Magnus è giusta. Il suo non riuscire a respirare non è per Magnus, bensì perché Alec deve scegliere chi essere e la sua scelta può distruggerlo: noi viviamo in un mondo in cui c’è ancora omofobia, ma il mondo degli Shadowhunter è medioevale, inflessibile e spietato. In una società che strappa via i Marchi, tutti, a chi infrange le regole (un processo che è una vera e propria tortura dolorosissima, che può portare alla follia), che rinchiude chi ha anche solo una depressione, identificandolo come essere inferiore, che ha ucciso i suoi stessi figli per amori ritenuti sbagliati, Alec non si trova solo dinanzi alla scelta se dichiarare o meno di essere gay (già epocale), ma anche a quella di mostrare i propri sentimenti per un Nascosto, uno Stregone che per quanto potente, per quanto prima persona a cui gli Shadowhunter stessi si rivolgono per avere aiuto, per quanto salvatore di molti di loro (e del mondo), è in ogni caso ritenuto un essere inferiore, quasi alla stregua di bestia immonda da cacciare (un tempo era così e per Valentine e chi è con lui lo è ancora). Alec rischia tutta la sua vita con questa scelta ed è comprensibilmente spaventato. Eppure ha il coraggio di scegliere. Un momento prima è un ragazzo spaventato e poi, con un respiro, con uno sguardo, si vede il ragazzo andarsene e lasciare spazio all’UOMO. E’ questo che rende la scena bellissima. Si vede materialmente il ragazzo che smette di esistere e l’uomo che ne prende il posto costruirsi man mano, pezzo dopo pezzo, mentre Alec guarda Magnus. Alec, che si infossava nelle poltrone per non essere notato, pare ergersi in tutta la sua incredibile altezza per affermare se stesso, il suo diritto di essere se stesso. Il tutto con uno sguardo fermo e ferreo e quei movimenti misurati. Un respiro, uno sguardo. Restare immobile. Due passi. Restare di nuovo immobile. Uno sguardo che non vacilla. E iniziare finalmente a camminare, sicuro di sé, inarrestabile, appropriandosi del diritto di essere libero, di fare le sue scelte. E quell’ “Enough” a sua madre che tenta di fermarlo (perché, come si vede, lei ha sempre saputo e ha cercato di soffocare suo figlio, nonché di mandare via Magnus, con il quale si evince ha dei trascorsi): come detto da una mia carissima amica, coinciso, risoluto, possente. Autorevole, aggiungo io, autoritario. E così, con questo emergere di tutta la sua autorevolezza (perché ne ha eccome), Alec non diventa solo UOMO, diventa LEADER. In mille anni, NESSUNO, NESSUNO MAI PRIMA DI LUI ha avuto il coraggio di fare una cosa del genere, Alec è il primo Shadowhunter della loro storia, e questo suo gesto ha una portata epocale, perché influirà sulla società Shadowhunter, ispirando altri a fare lo stesso, dando loro la forza di essere chi sono e di affermare che questo non li rende Shadowhunter inferiori agli altri, più deboli, senza onore, meno degni. Con tutte le sue insicurezze (che di certo non spariscono dall’oggi al domani), Alec ha una forza e un coraggio incredibili, unici e, per quanto lui non se ne renda conto (avendo agito per se stesso e per Magnus), essi portano a cambiamenti nella società e persino nella politica. Un gesto di una portata tale da sorprendere persino Magnus, che non si aspetta una cosa del genere, per il rischio che comporta per Alec. Ecco perché questo momento è così importante (e il mondo è impazzito, vedendolo).

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Alexander Gideon Lightwood, non potrei essere più orgogliosa di te nemmeno se fossi Isabelle in persona. Tu coraggioso, coraggioso giovane uomo. E Matthew è bravissimo. Se penso che nel pilot ero spaventata dal suo mono-tono… nel momento dello sguardo fermo rivolto a Magnus ho esclamato “ALEC!”, perché mai come in questa scena lui è Alec… senza parlare, solo con lo sguardo e i pochi gesti. Ovviamente, si può dire lo stesso per Harry, sempre meraviglioso, che fa la stessa cosa di Matthew: è tutto basato sui loro sguardi. Quindi grazie a entrambi (anche se i miei occhi hanno spalancato le dighe e piango da tre giorni… e non mi capita quasi mai).
E la bellezza di questo momento è accentuata dal contorno, ovvero Jace che sorride, Isabelle che dà la felicità a suo fratello maggiore e ne è felice, Simon e Clary che sorridono, felici per Alec
. Particolari importanti quanto Alec e Magnus stessi, perché quello è l’amore, quello vero, che circonda Alec (contrapposto poi alla reazione dei genitori), la cui presenza dimostra la comprensione dell’importanza di questi legami, in genere e nella vita di Alec e Magnus.

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Prima di passare al gran colpo di scena finale vorrei aggiungere una curiosità. La canzone che accompagna questa scena è “War Of Hearts”, di Ruelle (artista che è la vera e propria colonna sonora di questo show, visto che sue sono le canzoni dei momenti fondamentali: “Monster”, sulla caccia; “Invincible”, sul volo di Jace e Clary con la moto; “Storm”, sul primo bacio tra Clary e Jace), le cui parole, come il titolo, sono assolutamente rappresentative di questi due personaggi e del loro rapporto (e non solo del loro potremmo dire):

Come to me / In the night ours / I will wait for you / And I can’t sleep / Cause thoughts devour / Thoughs of you consume / I can’t help but love you / Even though I try not to / I can’t help but want you / I know that I’d die without you / Stay with me a little longer / I will wait for you / Shadows creep / And want grows stronger / Deeper than the truth / I can’t help but love you / Even though I try not to / I can’t help but want you / I know that I’d die without you / I can’t help but be wrong in the dark / Cause I’m overcome in this war of hearts…”

La canzone parla di un amore vissuto nelle ore notturne, riparato dal mantello della notte, che nasconde al mondo i due amanti. Sentimenti vissuti nel segreto, che non possono essere rivelati… una bugia che “cerca” di divenire più forte della realtà. E, per questo, uno dei due aspetta l’altro, mostrando pazienza. Esattamente ciò che fa Magnus in “Città di Cenere”. E l’altro… l’altro, alla fine, per quanto abbia provato a nascondere ciò che è, e con questo i suoi sentimenti, non può far altro che ammettere la verità, poiché negarla sarebbe negare se stesso. E questo è Alec, in “Città di Vetro”. Hanno scelto questa canzone per rappresentare la storia di Magnus e Alec in “Città di Cenere” e “Città di Vetro”, qui concentrata in questa stagione.

Prima di passare al finale vorrei farvi notare che sono caduta dalla sedia prima per la meravigliosa scena di Simon (sapevo che Alec avrebbe detto così, si vedeva dalla sua faccia), poi per la frase di Magnus “Non ero venuto qui per questo”. Cosa?! Dopo tutto ‘sto casino?! Starai scherzando, spero.

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E in ultimo: colpo di scena! Si è scoperto chi è il traditore e ora anche i non lettori sanno. Hodge. Ecco chi ha informato Valentine dell’arrivo di Jace e Clary, chi l’ha informato della missione da Ragnor e di molte altre cose… perché lui era sempre lì. Ed ecco perché insistevo sulla sua importanza. La settimana scorsa dicevo che Lydia poteva morire… e non ci sono andata tanto lontana… o forse per nulla. Sarà viva, secondo voi (qualcuno potrebbe almeno andare a controllarla, povera)? Come nel libro, Hodge si impadronisce della Coppa Mortale per Valentine. Ed è così che lo chiama… un momento bellissimo, anche perché, signore e signori, quello è l’anello dei Morgestern!!! Finalmente!!! Ecco perché non l’avevamo ancora visto. Nel libro è al dito di Jace e Hodge glielo prende, qui lo aveva già lui. Tre giri all’anello per chiamare Valentine. La domanda, ovviamente, è: e la Coppa Mortale?
Già, la Coppa Mortale?

Morgenstern ring

Bene, qui mi fermo e vi lascio, con il promo del prossimo e ultimo episodio di questa stagione, “Morning Star”.

 

Alla prossima per il finale di stagione!

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Simona, che da bambina voleva diventare una principessa, una ballerina, una cantante, una scrittrice e un Cavaliere Jedi e della quale il padre diceva sempre: “E dove volete che sia? In mezzo ai libri, ovviamente. O al massimo ai cd.” Questo amore incondizionato per la lettura e la musica l'ha portata all'amore per le più diverse culture (forse aiutato dalle origini miste), le lingue (in particolare francese e inglese) e a quello per i viaggi. Vorrebbe tornare a vivere definitivamente a Parigi (per poter anche raggiungere Londra in poco più di due ore di treno). Ora è una giovane legale con, tralasciando la politica, una passione sfrenata per tutto ciò che all'ambito legale non appartiene, in particolare cucina, libri e, ovviamente, telefilm. Quando, di recente, si è chiesta in che momento, di preciso, sia divenuta addicted, si è resa conto, cominciando a elencare i telefilm seguiti durante l'infanzia (i preferiti: Fame e La Famiglia Addams... sì, nel fantasy ci sguazza più che felicemente), di esserci quasi nata. I gusti telefilmici sono i più vari, dal “classico”, allo spionaggio, all'ambito legale, al “glamour”, al comedy, al fantastico in senso lato, al fantascientifico, al “giallo” e via dicendo. Uno dei tanti sogni? Una libreria. Un problema: riuscirebbe a vendere i libri o vorrebbe tenerli per sé?

21 COMMENTS

  1. Ero rimasta un po’ indietro con gli episodi causa impegni, ma martedì ho fatto una mini maratona e posso tornare a commentare XD Nonostante sia una fan sfegatata della coppia Alec-Magnus, devo però ammettere che nel dedicare tutta questa attenzione alle loro vicissitudini sia un voler strizzare l’occhio al fandom in maniera eccessiva. Nulla da dire sulle modalità, la scena è stata oggettivamente splendida, ma la mia paura è che questo costringa gli autori a tuffarsi in un orrendo tira e molla che non gioverebbe alla bellezza del rapporto che lega questi due personaggi e alla serie stessa, per il rischio di oscurare magari altri eventi di rilevanza magari maggiore.

    • Ciao!
      Sì, fondamentalmente sì. E ho il tuo stesso timore.
      Tuttavia, ieri ho pensato anche a un’altra cosa. Beh, veramente due.
      La prima, è che potrebbero usare comunque il primo appuntamento (ovvero ciò che si narra in “Le Cronache di Magnus Bane – Il Corso di un Amor Cortese (e dei Primi Appuntamenti)” e “Un Regalo di COmpleanno per Alec”, perché c’è anche Isabelle in quest’ultimo, c’è un bellissimo momento Magnus-Izzy. Inoltre, potrebbero anche usare il ferimento di Alec presente in “Città di Ossa”, quando Alec viene ferito mortalmente da Abbadon e Magnus lo salva in extremis, perché questo evento potrebbe essere usato nel percorso per far capire ad Alec chei sentimenti che li legano sono davvero profondi.

      La seconda, invece, è da un punto di vista della sceneggiatura e… come dire, diciamo che con esso do un poco di credito agli autori: obiettivamente, non sapevano se avrebbero avuto un rinnovo o meno, quando hanno pianificato questa stagione, dunque non sapevano se avrebbero potuto portare avanti il percorso di questi due, così come degli altri, e forse, sapendo quanto sono amati, volevano in qualche modo “rendere giustizia” alla cosa. Capisci che intendo? Sì, ovviamente hanno cavalcato la loro popolarità, ma forse non solo per tornaconto, forse anche perché, non sapendo se avrebbero potuto portare avanti la storia, volevano davvero rendere felici gli amanti della saga e della coppia e dar loro almeno qualcosa.

      Ciò non toglie che i dubbi sorgano per il prosieguo e come verrà trattato, ma è comunque un fatto che bisogna considerare e riconoscere.

      • Come tutte le innovazioni della serie potrebbe avere i suoi punti di forza, l’essenziale è che non provino a marciarci troppo sopra. Staremo a vedere, sono fiduciosa ^^

  2. Come sempre ( di solito commento su Fecebook) sono d’accordo con te, riesci sempre a cogliere i punti di forza e punti critici di questo telefilm, complimenti, un ottima recenzione.
    Shadowhunters ha tanti di quei piccoli difetti, particolari ma che saltano agli occhi, come il matrimonio. Tant’è che ho pesato” caspita questo è un matrimonio express! Gli shadowhunters riescono ad organizzare matrimoni lampo!” immagino che debbano usare quello che hanno a disposizione. Anche io ho pensato che la morte di Rangor fosse prematura ma essendo la dinamica,anche il motivo per cui muore, e perchè Clary lo va a cercare, non ci ho fatto molto caso. Non ci avevo pensato, ma hai ragione, si crea come un vuoto narrativo, ma non si può dire di più perchè è spoiler.
    Sì il coming out è la cosa che, inizialmente,insieme al matrimonio non mi andava giù.La tempistica degli avvenimenti sulla malec è troppo veloce ( non nel senso che hanno dato troppo malec).Come ricordi nei libri avviene in un contesto diverso, la coppia, per quanto recente, aveva già uno sviluppo, tra i due c’era una relazione in corso, ed Alec lo ha fatto anche perchè amava Mangus. Alec si dichiara davanti alle persone anche nei libri, ma in un consto diverso, non al matrimonio che aveva deciso di suggellare. Quindi, dal mio punto di vista, far fare il coming out così presto mi stonava. Sottoscrivo ogni singola tua parola sulla parte in cui parli di Alec interpretato da Daddario, di come in nel trasposizione tv Alec non si è dichiarato a Mangus, ma piuttosto si è dichiarato per ciò che è.Al suo coraggio, e al resto. ma nei libri fa quel gesto anche per lo stregone quello che provava per lui. Tutto ciò non c’è nella puntata; ci viene confermato dagli stessi Alec e Mangus i quali affermano che di non amarsi, che la loro relazione è recente, e che non hanno avuto un primo appuntamento. Ho avuto l’impressione che gli autori abbiano invertito gli eventi, e che, ammettendo che effettivamente tra i due non ci fosse amore (Lo dice Alec, ma Mangus m’è parso d’accordo) hanno mostrato interesse per i dettagli: m’ha dato l’idea che, nel bene o nel male, stiano seguendo un loro progetto, e che prima o poi tutti i pezzi torneranno al loro posto. Come per esempio, la Jalec: anche io amato la loro riconciliazione (a proposito perchè è finzione?), perchè appunto è venuto fuori quello che conta davvero che Alec e Jace stanno male quando sono lontani, che sono “sempre meglio insieme”. Se è vero che hanno fatto pace, è anche vero che i sentimenti di Alec nei confronti di Jace, sono rimasti in sospeso, che non siano causa di problemi per la malec in futuro? e tanti altri come Camille e l’immortalità di Mangus.
    Robert è davvero troppo comprensivo, e mi sembra anche un marito troppo devoto.Ci sarà una seconda stagione (spero molte altre) immagino dobbiamo avere pazienza.
    Su Izzy non aggiungo nulla, hai detto tutto tu. E’ bello vedere come hanno saputo cogliere una relazione che nei libri è stata solo toccata, Izzy e Alec sono la mia BROTP suprema <3 La scena sizzy è adorabile, gli attori hanno davvero molta chimica e prevedo un ottimo risultato per questa coppia. Su Clary e Jace mi limito a concordare con te.
    Mangus: ho apprezzato tantissimo anche io il modo in cui scopriamo del passato e sul suo personaggio. Farlo parlare con l'amico morto è stata una scelta…poetica. Un ottima scena.
    Su Alec mi sono espressa già, e davvero il bacio è stata un ottima scena, tutte le scene malec prese di per sé sono davvero fantastiche! Concludo qui, anche se avrà dimenticato qualcosa che volevo dire, e di dire di cose ce ne sono tante, una delle cose positive del mondo Shadowhunters

    • Ciao!
      Grazie mille!!! E grazie di aver commentato qui, rispondere mi è molto più facile che su facebook, perché qui posso accedere con il mio profilo da qualunque apparecchio, su Facebook no (cosa che dipende dall’essere parte dello staff). Non so perché, ma è così.

      Allora.
      Il matrimonio: tanto lampo no, sono passate puntate su puntate dalla proposta, quindi dobbiamo immaginare che nel frattempo avessero iniziato a organizzare… diciamo però che sì, insomma, abbiamo capito a cosa servono i tecnici della Telecom: sono la servitù, in pratica.
      Dio, spero proprio che li tolgano, nella prossima stagione. Che inseriscano Malik e Kadir e gli altri del Conclave di New York, piuttosto, diamine.
      E forse, anche questo mi è venuto in mente ieri sera, hanno inserito il matrimonio che non s’aveva da fare anche per far vedere com’è un matrimonio Shadowhunter, perché nei libri in effetti si spiega ma non si vede.

      Ragnor: eh sì, è una cosa potenzialmente problematica. Anche perché in “Città di Cenere” la sofferenza di Jace e Clary è uno dei punti centrali e Jocelyn è centrale in questo, ma se abbiamo già il Libro Bianco… eh. Spero che il libro sparisca di nuovo fino a quando dovrà entrare giustamente in scena.

      Per Alec e Magnus, sì, hanno invertito le cose, ti ripeto quello che ho detto qui sopra. Sono due cose che ho pensato ieri sera.
      La prima, è che potrebbero usare comunque i due racconti su Magnus e Alec de “Le Cronache di Magnus Bane” e potrebbero usare, come fonte di pathos per la coppia, il ferimento di Alec nella parte finale di “Città di Ossa” a opera di Abbadon, quando Magnus lo salva in extremis (che certo, è l’evento che dà il là alla loro storia, ma qui potrebbero utilizzarlo come ostacolo per essa)… e in più potrebbero scindere le due cose. Mi spiego: nei romanzi, come io stessa ho spiegato qui, il coming out ad Alicante, nella Sala degli Accordi, è il culmine del loro percorso per diventare davvero coppia (anche se già lo sono, ma sono in un momento di crisi quando avviene), serve ad Alec non solo per se stesso, ma per Magnus, per dimostrare anche a quest’ultimo che ricambia la profondità dei sentimenti. Ebbene, qui potrebbero scindere le due cose, rendendo questo coming out in formato ridotto in funzione di Alec (anche se, insomma, anche la dimostrazione a Magnus c’è) per poi creare qualcos’altro per la dichiarazione della profondità dei sentimenti, lasciando quest’ultima ad Alicante.
      Che tra loro non si parli subito di amore è vero, lo stesso Magnus è cauto, al principio (anche se è perso, già, diciamolo pure, si vede da subito anche nei romanzi), quindi potrebbero comunque usare, nella prossima stagione, la… come dire, non sicurezza di Alec in tal senso, per giungere alla dichiarazione nella Sala degli Accordi.
      Inoltre, Cassandra Clare sta scrivendo un racconto su di loro, che potrebbe essere comunque utilizzato poi nella sceneggiatura futura.
      Questo per quanto riguarda il punto di vista narrativo.
      La seconda cosa, invece, è esterna: dobbiamo anche riconoscere che quando è stata pianificata questa prima stagione, gli autori non sapevano se avrebbero ottenuto un rinnovo… e quindi dovevano anche considerare l’idea che questo non arrivasse. Se non avessero inserito queste scene, non si sarebbe visto nulla di Magnus e Alec. Nulla nel senso di davvero coinvolgente, intendo.
      Tutti coloro che entrano nel mondo delle “Cronache degli Shadowhunters” sanno, bene o male, che il rapporto tra Alec e Magnus è una delle cose più amate e forse, oltre che cavalcare l’onda, hanno anche voluto genuinamente dare qualcosa a chi ama la saga e il loro rapporto, anche nel caso non avessero avuto il via libera per proseguire la storia.

      Jace e Alec: finzione perché nel libro non esiste la scazzottata (ciò che succede tra Alec e Jace in “Città di Ossa” accade tra Alec e Clary, la quale viene violentemente sbattuta al muro da Alec, che le fa sbattere la testa e la minaccia pesantemente… il tutto perché si spaventa del fatto che lei gli dice di aver capito che è gay… infatti poi Alec ne porta il rimorso per molto tempo), si limitano a “litigare” rifilandosi rispostacce al vetriolo a vicenda, quindi non c’è alcuna riconciliazione, perché nonostante le rispostacce al vetriolo il loro rapporto non si incrina, come invece è accaduto qui nello show.
      Sì, i sentimenti per Jace sono rimasti in sospeso e sono una delle problematiche in “Città di Cenere” tra Alec e Magnus, ma per Camille e l’immortalità è davvero TROPPO presto. Non posso dire perché, ma è così.

      Credo (e spero) che stiano costruendo il rifiuto di Robert man mano… d’altronde è vero che nei libri non lo si vede mai urlare contro il figlio, lo fa “semplicemente” sentire rifiutato, una m***a. E, per quanto qui mi aspettassi qualcosa di più incisivo da lui, è anche vero che non ha reagito bene, in ogni caso. Ha messo la testa sotto la sabbia, in sostanza. Probabilmente prima o poi ne esce e saranno dolori per il povero Alec. IO. ODIO. I. GENTORI. LIGHTWOOD.
      Aspetto la prossima stagione per distruggere quei due e sfogare tutto l’odio che ho accumulato in anni. Sarò uno strumento di giustizia divina.

      Alberto ed Emeraude sono carinissimi, insieme. Non vedo l’ora di vedere più dinamiche tra Simon e Isabelle.

      Magnus: hai ragione, una scelta poetica. Anche se quando Ragnor è apparso con quell’alone blu, magico, ho pensato che fosse vivo… e lo speravo davvero.

      Eh, sai quante cose vorrei dire io!!! Tipo, qui avrei potuto parlare di Maryse, con il suo “E tutto per un Nascosto!”… Oppure, invece di citarla solo, avrei potuto spendere qualche riga sulla splendida scena Simon-Izzy-Magnus-Alec, con quella frase di Alec che è TIPICA di lui, che gli ho visto formarglisi in faccia mentre Simon parlava de “Il Laureato” (l’espressione di Alec è unica… non solo trova Simon quasi una persona incomprensibile di per sé, ma Alec è già tanto che sappia che i fratelli Lumière hanno inventato il cinematografo… mentre lo guardavo osservare Simon ho pensato “Adesso chiede ‘chi ha invitato il vampiro’?”. E TAAAAA-DAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!! Conosco i miei polli).
      MA DEVO PUR PORMI UN LIMITE. O è la fine.
      E certi argomenti me li tengo per il futuro. 😉

      Grazie ancora!

      • Hmm, quanti giorni narrativi sono passati dalla dichiarazione al matrimonio? Ho difficoltà a capire bene i temi di ogni evento, ma a me sono sembrati che siano passati uno o due giorn (Non c’entra ma Sai dove posso trovare una cronologia deglie venti di TMI + le cornache d mangus bane completa?). Mi sembrano pochi, per questo palravi di matrimonio lampo. Secondo me dare a Camille il libro bianco, è uno stratagemma per dare a Camille un opportunità di fuga visto che nel telefilm viene catturata da Rafael. La sua storia con Mangus potrebbe non venire fuori subito ma chissà quando. Rispondo alla tua domanda pubblicata in un commento qui sotto: secondo me è viva, sarebbe troppo crudele ucciderla ç.ç

        • La tua è un’ottima domanda!
          La risposta è: non si sa. Certo, non mesi, questo è ovvio. Si parla di giorni. Dunque, dopo la proposta abbiamo il ferimento di Alec, con Alec che poi comunica a Magnus la notizia; l’arresto e il salvataggio di Meliorn; Clary che va nel mondo parallelo (e questa cosa prende un giorno intero), con Jace che poi la raggiunge e viene ferito; il giorno di Michael Wayland-Valentine, in cui parallelamente, di sera, inizia il processo a Izzy e qualche ora dopo Jace e Clary tornano all’Istituto con la Coppa Mortale… E diciamo che a questo punto sono passati altri due tre giorni, anche perché questo stesso episodio si sviluppa su due giorni.
          In totale sarà passata una decina di giorni.

          Per la cronologia: no, ma forse posso chiarirti io i dubbi. Cosa vuoi sapere?

          Camille: sì, forse, è che non vedo il senso di catturare Camille da parte di Raphael, le aveva detto di andarsene e che lui avrebbe detto al clan che lei era partita lasciandolo al comando (il tutto per salvare il clan stesso dalle azioni di Camille)… Tenerla prigioniera sarebbe un rischio è lui è intelligente e accorto.

          Lydia: crudele ma realistico. In The Mortal Instruments muoiono tante persone… Lei è un personaggio inventato, non credo che possa restare e la sua morte sarebbe utile da un punto di vista narrativo, sia per i ragazzi, che verrebbero direttamente colpiti, sia per gli spettatori, poiché la storia acquisterebbe drammaticità. E Hodge è in grado di uccidere.
          Certo, già il ferimento è un passo in tal senso, ha fatto un volo, povera… Sembrava molto sofferente.

          • Più che i dubbi, la mia è una curiosità: Città di ossa è ambientato in agosto, mi pare, quanto tempo passa tra un libro e un altro. Sapevo che Città di ossa è ambientato in agosto 2007, quanto tempo dopo avvengono gli eventi di città di cenere , e quanto da città di vetro?

          • Sì, “Città di Ossa” è ambientato ad agosto e copre circa due settimane, forse anche meno. Sempre ad agosto il primo bacio tra Magnus e Alec, perché è pochi giorni dopo la fine di “Città di Ossa”, il loro primo appuntamento (il primo bacio è di martedì, il primo appuntamento di venerdì).
            “Città di Cenere”, “Un regalo di compleanno per Alec” e “Città di Vetro” sono a settembre-inizio ottobre.
            A ottobre “Città degli Angeli Caduti”. Novembre, “Città delle Anime Perdute”.
            Dicembre-inizio gennaio, “Città del Fuoco Celeste”. Un pezzo dell’epilogo di quest’ultimo si svolge a gennaio inoltrato, poi c’è un’ultima parte, l’epilogo vero e proprio, a maggio 2008.
            Dopodiché, iniziano le “Cronache dall’Accademia degli Shadowhunter”, a settembre 2008, che coprono 2 anni.

            Questa è la generale cronologia degli eventi.

  3. Adoro le tue recensioni su Shadowhunters, ogni volta mi trovo d’accordo con te su tutto. E non solo: adoro il modo in cui fai sempre riferimenti ai libri e fai i paragoni con la serie tv. Davvero bravissima! 🙂

    • Ciao.

      Oh, grazie, sei molto gentile!!!
      Il fatto è che non si può prescindere dai libri, perché se non esistessero non esisterebbe la serie. Non importa quanti cambiamenti abbiano fatto e che essi piacciano o meno, la storia è pur sempre quella, di base. Inoltre, tutte le recensioni, intendo dei veri addetti ai lavori, vengono scritte sempre facendo riferimenti ai libri dai quali i film sono tratti, dei quali sono adattamenti.
      Non che io mi ritenga a quell’altezza, eh! Assolutamente no. E’ un esempio per dire che quando si tratta di una recensione di un film adattamento di un romanzo si leggono sempre frasi quali “Il film riporta tutta la magia del libro…” – “I personaggi sono ben curati e caratterizzati come nel romanzo, il regista e lo sceneggiatore sono riusciti a riportare sullo schermo la loro profondità…” (se la recensione è positiva), oppure “Il film, però, perde l’atmosfera del romanzo, i personaggi ne emergono appiattiti”, ecc. (quando la recensione è negativa).
      Ripeto, questo non per dire che io mi ritenga a quei livelli, ci mancherebbe, quelli sono professionisti, hanno studiato sceneggiatura, ecc., io ho studiato legge e ciò che ho imparato in questo campo l’ho appreso da autodidatta proprio leggendo le analisi dei professionisti (a prescindere dal fatto che io mi trovassi d’accordo o meno) e altre cose, è solo per dire che quando si parla di un adattamento di una storia letteraria BISOGNA fare riferimento a essa.

      E per quante critiche io possa muovere a questo adattamento, avendo letto tutto ciò che è stato pubblicato sinora vedo i riferimenti ai dodici libri (non conto “Signora della Mezzanotte”, ovviamente). Ci sono, li hanno fatti appositamente per compiacere chi ama la saga, per arricchire la narrazione… sarebbe un peccato ignorarli, no?

      Grazie mille. 😀

  4. Ciao e come al solito complimenti per la recensione, da non lettrice mi aiutano sempre ad uscire dal caos 🙂
    Su una cosa però ho un dubbio che proprio non riesco a chiarire… Non per giustificarlo, perchè comunque è un traditore a tutti gli effetti, ma cosa mai ha fatto quel poveraccio di Hodge per meritarsi una punizione così severa? Tolto il fatto che cercando di fare un paragone con gli altri membri noti del circolo, Hodge sembra molto più giovane e la cosa di per sè già non mi quadra, ma oltre a questo perchè gli altri sono stati perdonati e lui invece “maledetto”? Nella mia logica se lo avessero considerato tanto pericoloso non gli avrebbero permesso di restare nell’Istituto… Se è una cosa che si può risolvere senza spoiler, please help me!!
    Una piccola nota su Simon che ha citato il Laureato e ha vinto tutto; amo quel film alla follia e amo Simon sempre di più. Ora concentrerò tutti i miei sforzi positivi per la coppia Simon-Izzy, perchè lei è bella in modo imbarazzante e lui è imbarazzante e basta, quindi sarebbero decisamente perfetti insieme 🙂
    Lydia spero vivamente che non sia morta, perchè quella ragazza si è dimostrata veramente un personaggio positivo. Oggettivamente parlando invece la sua morte potrebbe segnare significativamente il percorso degli altri, soprattutto di Alec: perdere qualcuno a cui tiene potrebbe spingerlo ad avvicinarsi a Clary ad esempio o a mettere ancora di più in discussione la sua lealtà verso il Clave.

    • Ciao!
      Grazie mille! 🙂
      Felice di essere utile.

      No problem, ti spiego. Nessuno spoiler.
      Hodge non è molto più giovane. Ha sui 35-36 anni, gli altri sono di poco più grandi.
      Non è vero che Robert e Maryse Lightwood sono stati perdonati. Sono stati esiliati. Possono tornare a Idris solo se richiamati, in circostanze speciali, o ufficiali. Questa è la loro punizione. Non ne hanno ricevuta una peggiore perché dopo la Rivolta hanno collaborato e avevano già Alec, che aveva circa un anno. Visto che erano già genitori, il Clave ha “compreso” che anche volendo non avrebbero potuto mollare Valentine, per via prima della gravidanza di Maryse e poi di Alec bebé, e non hanno infierito oltre l’esilio proprio per Alec.
      Hodge, invece, era da solo, non aveva nessuno. Quindi, oltre all’esilio, per lui si è aggiunta la maledizione che gli impedisce di uscire dall’Istituto.
      Sia Maryse e Robert che Hodge, tuttavia, non sono stati “ripudiati” dalla società: Maryse e Robert sono divenuti i direttori dell’Istituto di New York e Hodge è divenuto il loro vice, lì. Quindi a tutti e tre è andata abbastanza di lusso. Voglio dire, ne sono morti a bizzeffe. Il Clave, poi, strappa via i Marchi come niente. E quello è molto peggio.
      Poi, molti membri del Circolo, come Michael Wayland, sono morti. Altri sono sopravvissuti sino al presente, come Pangborn (che aveva un fratello minore, anch’egli nel Circolo, che è morto) e Blackwell, per poi morire per mano di Luke (come si è visto anche qui nello show). Quelli che sono rimasti dalla parte di Valentine sono scappati quando si sono accorti che La Rivolta aveva avuto successo, non volendo collaborare con il Clave, poiché convinti dei principi portati avanti da Valentine. E hanno vissuto nascondendosi, quindi ecco perché non hanno subito nessuna punizione. Il Clave, poi, tende a mettere lo sporco sotto il tappeto, quindi diciamo che ha preferito credere che fossero tutti morti.

      Simon che cita Il Laureato è mitico. “Lei è bella in modo imbarazzante” è la giusta definizione di Isabelle. Effettivamente, Isabelle è descritta come bella in modo imbarazzante. E Simon è un nerd.
      “Lui è imbarazzante e basta”!!! XD XD XD XD XD Povero Simon.

      Lydia: sì, è un personaggio positivo e ne sono contenta, visto che non esiste nei libri e già che l’abbiamo avuta almeno non è antipatica… per cui umanamente mi dispiacerebbe se fosse morta, ma narrativamente parlando credo sarebbe la scelta migliore, perché indirizzerebbe le cose verso la giusta drammaticità (sì, per i ragazzi, ma Alec mettere in discussione il Clave per questo no, sarebbe una vittima di Valentine) e trasmetterebbe proprio questo al pubblico. In “The Mortal Instruments” muore UN SACCO di gente.

      • Grazie!! Mi mancava questo tassello, non avevo ben capito che quella fosse la punizione dei Lightwood, ora ci sono! Certo continuo a pensare che magari qualche informazione in più su Hodge potevano darla, non so quanto spazio gli sia riservato nei libri, ma in queste puntate (pensando anche al risvolto dell’ultima) lo si è visto veramente poco. Diamo tempo al tempo magari la risolveranno come stanno facendo pian pian con il personaggio di Jace che inizia a mostrare quella complessità che dicevi e la cosa va tutto a suo favore.
        Da aggiungere a sfavore della sopravvivenza di Lydia, potremmo dire che essendo un personaggio “inventato” sarebbe più difficile mantenerla stabile nella narrazione, e andrebbero fatte ancora più deviazioni rispetto al romanzo, parlando proprio di spiccia convenienza per gli showrunner.
        Non mi puoi dire che muore un sacco di gente!!!!!!! C’ho già ansia per Raphael… è un personaggio che mi intriga un sacco quindi con la mia solita fortuna sfacciata è spacciato, lo so, me lo sento

        • Figurati.
          Nel libro non c’è tutta quella massa di gente inutile e, visto che Alec deve compiere 18 anni a breve (la maggiore età anche nel mondo Shadowhunter), siccome Hodge è il tutor dell’Istituto, il vice di Maryse e Robert, è lui che lo dirige, non Alec, quando non ci sono Maryse e Robert (e nel primo libro, “Città di Ossa”, i genitori Lightwood non ci sono, sono ad Alicante per la stesura e la firma dei nuovi Accordi, arrivano nelle prime pagine del secondo, “Città di Cenere”).
          Quindi Hodge nel libro ha parecchio spazio. Ecco perché insistevo dicendo che non aveva senso inserire tutte quelle comparse e usare Hodge on and off. Va bene che qui Alec ha 20 anni, ma insomma, Hodge poteva avere spazio comunque, anche perché non è l’istruttore di combattimento, sebbene sia probabile che li abbia istruiti anche in quello con Maryse e Robert, è il loro docente in… beh, tutto. L’Istituto, poi, ha un’enorme e bellissima biblioteca.

          Lydia: esatto, lei è un personaggio inventato, quindi non ha molto spazio nella narrazione. Ecco un altro motivo per cui ucciderla è una buona soluzione. Non facendolo rischiano di creare buchi, se non la si vedesse più (per dire, metti che l’attrice viene scritturata altrove)… invece, uccidendola le danno un finale degno, drammatico, che da un punto di vista interno alla storia impatta sui ragazzi, visto che lei ha dimostrato di valere il loro affetto, e da un punto di vista esterno, per il pubblico, indirizza la storia verso quella drammaticità che deve acquisire, alla luce di ciò che sarà… e il futuro è rosso sangue.
          Mi spiace dirlo ma sì, muore un sacco di gente, in generale. Stragi vere e proprie.
          Hodge stesso dice a Clary che il mondo degli Shadowhunter è un mondo di cicatrici (delle battaglie e dei segni che lasciano le Rune temporanee quando spariscono) e morte. Lo so che questo è solo l’inizio, voi che non avete letto i libri avete visto questo Istituto tutto luminoso e forse questo non ha dato la giusta misura, ma… questa è una storia di feroce lotta bene-male (anche se nel bene sfortunatamente ci si ritrova il Clave, che tanto bene non è… ma almeno difende il mondo, ecco) e viene versato molto sangue.
          Su Raphael non posso dire né sì, né no. Spoiler.

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