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Supergirl | Recensione 2×16 – Star-Crossed [1]

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Supergirl | Recensione 2×16 – Star-Crossed [1]

O Mon-El, Mon-El, perché sei tu Mon-El?

Stereotipati echi shakespeariani sembrano sparsi con parsimonia ancora una volta in un episodio che definirei complessivamente “interessante”, per la costanza con cui sono stati forniti spunti di riflessione riguardanti principalmente l’aspetto caratteriale della serie, mentre la storyline parallela a quella centrale mi è apparsa un po’ troppo casuale e quasi riempitiva, ma in fondo mi ha dato anche modo di vedere insieme personaggi solitamente distanti le cui interazioni invece mi hanno permesso di “scoprire” nuovi aspetti delle parti coinvolte. Nonostante il nucleo fondante della storia non sia esattamente tra i miei preferiti [ma qui ci addentreremmo troppo in profondità nell’opinione personale, esulando dagli obiettivi della recensione], l’episodio si è rivelato piacevole nel complesso, con la realizzazione di una trama costruita progressivamente nel tempo e con soddisfacenti conferme che personalmente non posso negare.

Ti presento i miei

L’abbiamo ipotizzato, abbiamo visto concretizzarsi questa teoria sempre di più episodio dopo episodio, abbiamo colto i segnali celati alla luce del sole e infine abbiamo assistito all’arrivo sulla Terra dei reali di Daxam che hanno portato con loro la conferma ai nostri sospetti: Mon-El è effettivamente il principe del caduto pianeta rivale di Krypton. Ora, per quanto inevitabile fosse questo focus sul passato di Mon-El e ovviamente sulle ripercussioni che la rivelazione della verità avrebbe avuto sulla sua relazione con Kara, inizialmente non mi ha entusiasmato particolarmente il chiaro intento di incentrare l’episodio su questa storyline, apparendomi forse troppo debole [o sopravvalutata] per reggere il nucleo narrativo di una puntata che in questo modo diventa evidentemente statica mentre il ritmo è tenuto esclusivamente da una storyline secondaria, come dicevo, “abbozzata” ai fini del prosieguo orizzontale della trama. Devo ammettere però che l’attenzione dedicata ai singoli personaggi di Kara e Mon-El e solo in seguito alla loro relazione è più profonda di quanto immaginassi, accennando sfumature chiaroscurali in parte anche sorprendenti per entrambi.

Da una parte infatti, a sorprendermi è proprio Kara che, per quanto sia un personaggio che complessivamente apprezzo molto sia come eroina che come donna, poiché portatrice in entrambi i casi di messaggi e ideologie in cui mi rivedo spesso, mi ha lasciato profondamente [ma anche piacevolmente] perplessa in un episodio in cui diventava quasi difficile provare a starle dietro e capirne davvero le reazioni e le decisioni. Ciò che di base mi sfugge nella drasticità del suo pensiero è la motivazione che lo supporta. Che Kara sia stata a volte, quasi paradossalmente rispetto a ciò che il suo personaggio simbolizza, piuttosto ferma nella convinzione di separare nettamente il bianco e il nero della sua moralità e della sua etica è innegabile, ma forse anche inevitabile in quanto credo il suo background culturale e sociale di partenza abbia il suo peso in questo caso, come lo si nota chiaramente anche nella salda integrità di suo cugino; ma mi appare anche evidente quanto Kara abbia spesso imparato a riconoscere le zone grigie tipiche dell’umanità, quelle sfumature che rendono gli uomini più complessi di quanto il suo schema di valori preveda, una realtà dunque dove non sempre l’eroe è senza macchia e non sempre il villain è il cattivo antagonista, e i suoi atteggiamenti nei confronti di Lena Luthor o Leslie Willis/Livewire sono solo i primi esempi lampanti che mi tornano in mente per dimostrare quanto Kara riesca ad accettare una moralità più sfumata e umanamente imperfetta rispetto alla propria. Per questa ragione quindi è stato particolarmente interessante cercare di capire ciò che effettivamente l’avesse turbata maggiormente nella scoperta della reale identità di Mon-El, se la bugia perpetrata per tutta la durata del loro rapporto o se quel pregiudizio mai davvero dimenticato nei confronti delle sue origini.

La menzogna del giovane daxamita sulla sua effettiva identità sembra essere sinceramente la ragione principale del distacco, una ragione assolutamente comprensibile e opinabile al tempo stesso, ma pur sempre una ragione personale e quindi indiscutibile, per quanto intransigente possa apparire come posizione. Ma se osserviamo il comportamento di Kara da una diversa prospettiva, come ho anticipato, temo che in svariate piccole occasioni la kryptoniana dimostri di non riuscire ancora ad accettare le passate abitudini di vita certamente non eroiche o cavalleresche di Mon-El e realisticamente accurata è a mio parere in questo caso l’analisi offertaci dal personaggio che secondo me regge la puntata, la regina Rhea.

“To make Daxam great again”

A volte mi domando come sia possibile che questo show non abbia ancora ricevuto una critica negativa dalle alte sfere perché comincio a credere seriamente che ormai non ci provino neanche a nascondere i riferimenti politici, quasi mi aspettavo un Kevin Sorbo con un vistoso parrucchino e un colorito arancione. L’imbarazzante cena di famiglia che i reali di Daxam organizzano per festeggiare il ritrovamento del figlio perduto si rivela non soltanto come uno dei momenti migliori dell’intero episodio, ma anche come un affascinante confronto tra posizioni politiche, sociali e culturali storicamente avverse e antitetiche che portano in scena tutte le profonde differenze tra i Daxamiti e i Kryptoniani. L’insolito e inaspettato faccia a faccia tra Kara Zor-El, emblema dell’ideologia kryptoniana, e i reali di Daxam riporta a galla tutti i pregiudizi, i conflitti e le ataviche rivalità tra i due popoli, la cui visione del mondo e in particolar modo della giusta forma di governo non potrebbe differire maggiormente, mostrando così quanto entrambe le parti restino ferme nella convinzione di essere “nel giusto”.

Ma ancora più affascinante è per me il confronto onesto e schietto che si realizza in seguito, tra Kara e Rhea. La regina Hatcher… pardon, Rhea, mi è sembrata onestamente straordinaria nonostante la breve durata delle sue apparizioni, proprio per il brillante acume delle sue osservazioni sui caratteri e sulle personalità appena incontrate. Il modo in cui Rhea si rivolge a Kara è sorprendente, entrambe le donne in realtà dimostrano, almeno in questo contesto, una maturità razionale e pacifica che colpisce e affascina, e se da una parte Kara non rinnega i peccati e gli errori della sua gente, dall’altra Rhea riesce a rapportarsi con colei che riconosce come il volto del suo storico nemico, nonché la causa della distruzione di Daxam con estrema lucidità e anche profondo rispetto, incarnando contemporaneamente la sobrietà di una regina e l’amore di una madre. Ma ciò che più ho apprezzato dell’incontro è la cinica realtà descritta dalle parole di Rhea, parole innegabilmente forti e purtroppo ancora colme di una rivalità che non accenna a voler diminuire, nonostante abbia portato alla distruzione di entrambi i pianeti, ma al tempo stesso sono parole che inaspettatamente trovano un fondo di verità anche in Kara, quasi “costretta” in quel momento ad ammettere tacitamente quanto parte di quelle affermazioni siano veritiere e quanto dunque anche in lei sopravviva ancora il pregiudizio nei confronti di un popolo ritenuto da sempre inferiore.

“Would you rather he stays here and learns by degrees that he’s not good enough for you? […] I know your kind, I know what your integrity  means […] you think you’re better than him, than us. […] He has no idea how unforgiving your people can be”

La scena rivela a mio parere una profondità nuova nella caratterizzazione di Kara che, tacendo di fronte alle accuse della regina daxamita, dimostra di possedere e riconoscere quelle imperfette sfumature etiche che tanto respinge in Mon-El. La convinzione di essere superiori rispetto ai daxamiti, la tendenza a restare irremovibili nella loro integrità, la scarsa propensione al perdono verso coloro che non condividono la loro stessa moralità [esattamente come Alura ha fatto con sua sorella Astra], sono tutti aspetti che innegabilmente hanno caratterizzato il popolo kryptoniano e che in fondo, seppure in piccole quantità, ancora resistono anche in Kara, diventando in questo modo la sua zona d’ombra e rimettendo realisticamente in discussione, almeno in questo caso, i ruoli di eroe e villain nella disputa tra Krypton e Daxam.

Ciò che quindi bisogna capire secondo me è se la bugia di Mon-El non rappresenti per Kara al momento solo una maschera che cela le reali ragioni del suo distacco dal ragazzo. O se magari in questo modo lei non stia soltanto cercando di allontanarlo fidandosi del giudizio di Rhea secondo cui il posto di Mon-El sia con la sua famiglia a Daxam.

Così come mi ha sorpreso quindi scoprire quanto Kara in fondo conservi in parte il tipico pensiero kryptoniano, allo stesso modo invece è stato incredibilmente soddisfacente assistere alla reale crescita di Mon-El, un personaggio che nel bene o nel male, ha affrontato un percorso interessante e degno di rispetto, al di là di pareri e opinioni personali. Ciò che mi ha convinto maggiormente di Mon-El in questo episodio è stato notare quanto ogni singolo momento vissuto nel corso della stagione gli sia profondamente servito per realizzare una caratterizzazione precisa e coerente, perché anche nell’istante successivo alla fine della sua storia con Kara, quando probabilmente l’influenza della famiglia e delle tradizioni avrebbero potuto avere maggiore presa su di lui, il ragazzo in realtà dimostra la completezza della sua maturità, una crescita che dunque non è vincolata esclusivamente al sentimento che prova per Kara ma che è diventata finalmente il suo obiettivo principale, la sua scelta, la decisione individuale e indipendente di essere un uomo migliore da quello che ha lasciato su Daxam, seguendo ancora gli insegnamenti di Kara ma per amore di se stesso e non solo per quello che prova per la ragazza. Dal canto loro, i reali di Daxam sembrano aver accettato per il momento la decisone di Mon-El ma dubito che la loro influenza sulla storia sarà relegata a quella di mera visita di cortesia.

Sul fronte della seconda storyline, come ho anticipato, tutto si muove improvvisamente troppo in fretta, rivelando senza preavviso la vita segreta di Lyra e le ragioni dell’inganno perpetrato a spese di Winn. Ciò che però ha rappresentato un’interessante alternativa alla storyline di Kara & Mon-El è stata l’innovativa caratterizzazione di alcuni personaggi, che non solo ci ha permesso di assistere al ritorno dei “superfriends” e a nuove interazioni come quella tra Maggie e Winn o James e Alex, ma ci ha anche mostrato inestimabili testimonianze concrete di un effettivo lavoro di Maggie che NON prevede un tavolo da biliardo. Lo so, sono ancora sotto shock.

Scherzi a parte, in realtà devo ammettere che il gruppo Maggie/Winn/Alex/James ha fatto in modo che io riuscissi a vedere per la prima volta un leggero cambiamento nel personaggio della Sawyer, inserita nel gioco di squadra [e nella relazione] al punto tale da permettere ad Alex e James di “invadere” il suo ambito professionale e di occuparsi della questione Winn personalmente. Chiamate la stampa, questo è un evento.

In conclusione, ancora una volta il contributo che “Supergirl” apporta al cross-over con “The Flash” consiste in realtà solo nel brevissimo cliffhanger finale, presentandoci l’affascinante villain del giorno che appare giusto il tempo di mettere k.o. Kara e fuggire nell’universo di Barry Allen. Io quindi vi saluto e vi lascio nelle capaci mani della mia collega The Lady and The Band e della sua prossima recensione. Stay Tuned!

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Occasionale inquilina del TARDIS e abitante in pianta stabile di un Diner americano che viaggia nel tempo e nello spazio, oscilla con regolarità tra Stati Uniti e Gran Bretagna, eternamente leale alla sua regina Victoria e parte integrante della comunità di Chicago, tra vigili del fuoco (#51), squadre speciali di polizia e staff ospedalieri. Difensore degli eroi nell’ombra e dei personaggi incompresi e detestati dalla maggioranza, appassionata di ship destinate ad affondare e comandante di un esercito di Brotp da proteggere a costo della vita, è pronta a guidare la Resistenza contro i totalitarismi in questo universo e in quelli paralleli (anche se innamorata del nemico …), tra un volo a National City e una missione sullo Zephyr One. Accumulatrice seriale di episodi arretrati, cacciatrice di pilot e archeologa del Whedonverse, scrive sempre e con passione ma meglio quando l’ispirazione colpisce davvero (seppure la sua Musa somigli troppo a Jessica Jones quindi non è facile trovarla di buon umore). Pusher ufficiale di serie tv, stalker innocua all’occorrenza, se la cercate, la trovate quasi certamente al Molly’s mentre cerca di convertire la gente al Colemanismo.

5 COMMENTS

  1. Ciao mia fellow, come ogni settimana ti importuno, ma non temere, a dispetto del duro colpo inferto alla mia ship, sarò breve, colpa tua che hai il potere di mettere nero su bianco quello che anch’io penso.
    Sul fronte Kara e Mon-El, so davvero poco sul passato di lui, ma il suo pianeta mi pare una vera schifezza, quindi mi fa piacere la sua indubbia crescita e la voglia di affrancarsi da un passato tutt’altro che edificante. Discorso, leggermente, più complicato è quello di Kara, unicamente perchè, come te, credo la sua rottura con Mon-El sia un mix tra il suo sentirsi superiore, non tollerare le bugie, sentirsi l’unico freno ad un ritorno di Mon-El in seno al suo mondo e alla sua famiglia e il fatto di vedere le cose, spesso e volentieri, o bianche o nere.
    Invece per quanto riguarda Lyra e Winn, complimenti a quest’ultimo per come è riuscito ad andare oltre alla rapidità della luce. Essere costretti a compiere brutte azioni per salvare una persona che ami ha un sua più che salda giustificazione, però cavolo, credo che Lyra abbia spezzato più il cuore a me che a Winn! Comunque, ho apprezzato molto anch’io il lavoro di squadra con Alex e, soprattutto, James che, almeno ai miei occhi, finalmente ha acquisito un ruolo.
    That’s all, alla prossima.

    • My darling!!! Nel confronto con Krypton, Daxam ne esce sicuramente sconfitto perchè il livello di inciviltà e arretratezza sociale appare sempre evidente ogni volta che se ne parla ma questo episodio mi è piaciuto proprio perchè, tramite le parole di Rhea (e ripercorrendo anche alcuni momenti passati), si evince quanto anche Krypton in fondo non fosse perfetto e soprattutto quanto non fossero perfetti i genitori di Kara! Rhea coglie nel segno quando dice “how unforgiving your people can be” e credo che anche Kara ne sia consapevole! Winn è stato il “termine di paragone” in questo episodio, se Kara non riesce ad andare oltre la bugia, lui invece trova dentro di sè la comprensione per farlo ma onestamente ho avvertito la storyline un po’ improvvisata! Anche se, come hai detto anche tu, è stato bellissimo il lavoro di squadra! Grazie ancora per i tuoi commenti, my fellow!

  2. Non capisco a cosa serva un personaggio come James. All’inizio aveva un ruolo, ma ora la sua presenza mi appare del tutto inutile e molto superficiale.
    L’attore che interpreta Mon-El non mi sembra un fenomeno.
    Tu invece sei straordinaria: riesci sempre, soprattutto questa volta, a trarre implicazioni e approfondimenti da un materiale piuttosto scarsuccio. Davvero complimenti per ciò che fai e per come lo fai. Eccezionale.

    Mi permetto un consiglio non richiesto come tutti quelli che do (cit. Castle/Martha):
    Non frenarti sopprimendo i tuoi gusti personali nell’atto del recensire. Danno sapore alla minestra e la rendono quindi più appetitosa.

    Ancora complimenti, ho goduto moltissimo il tuo scritto.

    • Ciao!! Innanzitutto grazie mille di cuore per le tue parole, sei sempre gentilissimo con me!! UNSOLICITED ADVICE!!! Martha, che leggenda! Per quanto riguarda James, ho ripetuto spesso nelle mie recensioni che secondo me è il personaggio che più ha pagato il prezzo del cambio di network! Nella S1 James era, con J’onn, il personaggio maschile predominante e a me piaceva molto. Con il passaggio alla CW, si è operata una scelta EVIDENTE: Mon-El al posto di James. Nella serie come nella vita di Kara. E la caratterizzazione di James ne ha risentito pesantemente! Io per prima infatti credo che purtroppo il suo personaggio al momento sfiori l’inutilità e anche se non è uno dei miei preferiti, comunque dispiace vederlo così relegato sullo sfondo! Per quanto riguarda le mie opinioni personali, come avrai notato, non mi trattengo mai in realtà, ANZI le espongo sempre con molto orgoglio! Questa recensione non fa eccezione, quella mia premessa iniziale riguarda più che altro COMMENTI che secondo me ai fini del pezzo non servono, ossia ci sono cose che magari scrivo su Twitter o su Facebook, sai, “scleri” più liberi e meno curati, però la recensione per me, per quanto COMPLETAMENTE SOGGETTIVA E PERSONALE SIA, deve anche avere un “minimo” di “ordine” linguistico, non posso scrivere nello stesso MODO con cui mi esporrei su Facebook per esempio! In questo caso, ciò che ho omesso in parte è un pensiero che in fondo ho espresso precedentemente, ossia che non amo quando impostano l’episodio quasi interamente sulle coppie, diventa banale e fanservice secondo me! Per questo motivo, cerco sempre di guardare OLTRE e trovare spunti di riflessione che esulano dalla storia d’amore di turno! Grazie ancora per il commento!

      • Non so se sono gentilissimo, dico solo quello che penso. L’ho fatto, lo faccio e lo farò sempre quando mi trovo di fronte a qualcosa di veramente valido e bello. Naturalmente, secondo me. Quindi, grazie a te, perché con le tue osservazioni acute e analisi approfondite riesci a far sembrare migliore un prodotto che, di per sé, mi appare piuttosto inconsistente.

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