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Supernatural | Recensione 10×03 – 10×04

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Supernatural | Recensione 10×03 – 10×04

RECENSIONE 10×03 – Soul Survivor

Con un episodio magistralmente diretto dal nostro talentuoso Jensen Ackles, notiamo come niente di ciò che abbiamo visto fino ad ora, sebbene non sia ancora nulla di grandioso, sia stato lasciato al caso. A partire dall’intervento dei due coniugi infelici che ebbero a che fare con Crowley e Dean, il rapporto tra questi due, il ruolo del re dell’Inferno e quello di Sam nella ricerca disperata del fratello, che non vede altra scelta se non portare lui stesso a far vendere l’anima all’uomo tradito dalla moglie pur di attirare l’attenzione di Crowley – cosa che non mi aspettavo affatto – la perdita graduale della Grazia di Castiel, la sua accettazione e i piani malefici di Crowley a riguardo, che gli regala un’altra grazia. Tutto sembra voler valicare il concetto di bene/male, come avevo già intuito dai primi due episodi e, considerando gli eventi appena successi, mi piace sempre di più la piega che sta prendendo questa stagione.

Dean torna umano. Ebbene, sorvolando sul fatto che fossi convinta che una svolta del genere l’avremmo vista accadere molto più in là, più che altro perché contavo che almeno la prima parte della stagione fosse incentrata sul demon Dean, c’è da dire che sin dal primo episodio, essendo passati sei mesi da quando Dean divenne demone, era facilmente intuibile che ciò che ci si aspettava da lui fosse già stato compiuto. Spero che questo significhi che nel corso della stagione, per lo meno, avremo flashback riguardanti le sue azioni demoniache, ma in ogni caso ciò che ci serviva di sapere su di lui e su Crowley, ci è stato reso abbastanza chiaro fin da subito.

Quest’ultimo è intento, ormai, a governare l’Inferno, nonostante alcuni dei suoi demoni non sembrino apprezzare il suo operato, e i suoi pensieri rivangano ancora il tempo passato con Dean. A parte il fatto che dopo la faccenda del ‘jerk/bitch’ ho rivalutato molto il rapporto tra di loro e ho iniziato anche un po’ a disprezzarlo, quindi sono stata più felice di vederli separati, per tutta la durata dell’episodio, così come dall’inizio della stagione non ho fatto altro che chiedermi: cos’è che vuole da lui?
Finalmente, ho avuto risposta certa alla mia domanda. Pur di non averlo tra i piedi per rischiare che rovini in alcun modo il suo regno, è disposto ad andare controcorrente ai suoi demoni, guarendo Castiel, affinché porti a termine l’intento di Sam di guarire Dean. A prescindere dal fatto che sono convinta che Crowley sia diventato più sentimentale rispetto a prima, nonostante ci tenga a precisare il contrario con Castiel, a lui conviene essere l’unico demone più potente rispetto agli altri, quindi meglio avere un Dean umano… Anche se avrebbe potuto fare in modo di ucciderlo direttamente, no?

Tanto per iniziare il discorso che più di tutti mi freme affrontare, facendo un quadro ordinato della situazione, inizierei col dire che Dean con gli occhi neri mi fa un certo effetto e, avendo sempre nella mente il parallelismo con l’episodio ‘Dream a little dream of me’ della terza stagione, avrei preferito che rimanesse demone ancora per un po’, ma forse è meglio che sia andata così. Ho a dir poco adorato il modo in cui è stato rappresentato in questo episodio il dualismo bene/male, a partire per l’appunto, come ho detto all’inizio della recensione, dal ruolo dei due coniugi, all’apparenza insulso. Ciò che dice Dean a riguardo, per quanto crudele, non è del tutto errato; noi sappiamo bene fin dove sia sempre stato disposto a spingersi Sam pur di salvare suo fratello, così come anche Dean stesso per salvare Sam, oltrepassando quella linea tra bene e male che, come cacciatori, per definizione, mai avrebbero dovuto superare. Eppure, l’uno per l’altro sono sempre stati disposti a fare qualsiasi cosa.
Dean ha ucciso Leaster, ha ucciso un uomo senza provare alcun rimorso, ma col senno di poi, sapendo che Sam aveva condannato la sua anima all’Inferno, potremmo dire che Dean ha commesso sì un omicidio, ma commettendo allo stesso tempo un’azione buona risparmiando a quell’uomo un’eternità di sofferenza? La linea tra bene e male, la linea tra demoni e cacciatori, sembra alquanto confusa.

Comunque, è di certo un bene che Sam non si sia arreso nemmeno questa volta, nonostante la ‘sdemonizzazione’ su Dean sembrava stesse andando decisamente a sfavore delle sue buone intenzioni. Dopo un elettrizzante e meraviglioso inseguimento alla Psycho, che ho a dir poco adorato, e l’intervento repentino di Castiel, Dean ritorna alla sua umanità.
Meravigliosi i riferimenti al passato: sia nel male, quando Dean rinfaccia a Sam le varie morti nella sua vita, a cominciare da quella di sua madre; sia nel bene, quando infine troviamo Dean nel viale dei ricordi a guardare con malinconia le foto che in tutti quegli anni ha tenuto con amore.
Superata questa difficile fase e tornati insieme i due fratelli, resta comunque in sospeso il proseguo della stagione. Che cosa succederà?
Castiel dice a Dean che le cose tra Inferno e Paradiso sembrano essere tornate alla loro regolare normalità e che può prendersi una pausa per tornare in sesto. Dubito che sia così, perché pur volendo, la vita di un cacciatore non si ferma mai, ma pur ammesso che per lo meno le acque in Paradiso e all’Inferno siano calme, siamo certi che il futuro non ci riservi sorprese sgradevoli? Di fatti, nell’ultima scena vediamo una donna – che rossa così, a primo impatto, mi ha fatto temere fosse Abaddon, nonostante sia impossibile – che non sembra affatto avere buone intenzione. Sarà un demone? O qualcos’altro? In ogni caso, spero che tutto ciò riporti i Winchester bros verso la strada percorsa nelle prime stagioni: ‘saving people, hunting things, the family business’… as usual.

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RECENSIONE 10×04 – Paper Moon

Episodio Winchester-centrico, che prosegue sulla linea del dualismo intrapresa dall’inizio della stagione e che non intende lasciare nulla al caso. Dopo il turno di bene/male e angeli/demoni, in diverse varianti, si torna alle origini con il vecchio e più amato dualismo Sam/Dean, che in ‘Paper Moon’ vediamo riflettere in un altro rapporto fraterno, tra cui c’è una vecchia conoscenza…

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Adoro sempre di più il fatto che nonostante ci troviamo ancora agli inizi, già si fanno frequenti i riferimenti al passato dei Winchester bros. Questa volta, il passato riguarda Kate, dell’episodio ‘Bitten’, ottava stagione. Devo ammettere che a primo impatto ho fatto fatica a ricordarmi chi fosse e solo dopo il flashback ho riallacciato il suo viso alla mia memoria; per quanto irrilevante, ricordo l’episodio del video sniff come tra i più noiosi della storia di Supernatural. E’ probabile che sia per questo che avevo rimosso l’esistenza della ragazza.

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Comunque, alla fine dello scorso episodio, Castiel ha consigliato a Dean di prendersi un po’ di tempo per pensare a se stesso e rilassarsi insieme a Sam, cosa che almeno per un po’ decidono di fare. Non è la prima volta che vediamo i due fratelli passare del tempo libero a bere birra in una zona rilassante, ma sappiamo anche come Dean tende ad affrontare i suoi problemi. A prescindere da quali siano, per lui la caccia non è solo un lavoro, ma anche uno sfogo e, avendo prestato particolare attenzione a delle notizie riguardanti un presumibile attacco da parte di un lupo mannaro, non ci pensa due volte prima di affrontare l’argomento con Sam. Magari, proprio come quest’ultimo più volte tenterà di fargli capire, è troppo presto per tornare a cacciare ma, come ho già detto, per Dean non si tratta solo di lavoro, bensì di una valvola di sfogo: fare del bene, evita di fargli ripensare a ciò che di male ha fatto. Cosa che lui stesso, alla fine, ammetterà.

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Ritroviamo, quindi, i due fratelli in pieno stile ‘saving people, hunting things’ e, nonostante Supernatural si basi su una trama orizzontale piuttosto impegnativa, non posso negare quanto mi piacciano questi episodi autoconclusivi in cui i Bros non fanno altro che svolgere il loro lavoro, cosa che gli riesce sempre molto bene. Oltretutto, sono questo tipo di episodi che ci permettono di gongolare allegramente nell’assistere a del sano e amorevole rapporto fraterno, che ci è venuto a mancare nei primi episodi di stagione; per questo motivo, ho apprezzato il fatto che si sia svolto tutto soltanto intorno ai due fratelli, senza nemmeno nominare Castiel e Crowley, se non per caso. La cosa più brutta della questione ‘demon Dean’ è stata proprio che per un paio di puntate li abbiamo visti separati, in un certo senso in guerra l’uno contro l’altro, quindi speriamo che questa pace duri il più possibile.

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Kate ammette ai fratelli di aver trasformato sua sorella in punto di morte per salvarla e che è lei a fare strage di cuori, non nel senso tenero del termine. I due fratelli, quindi, da cacciatori quali sono, pensano subito ad eliminare la minaccia e andare avanti come se nulla fosse; per lo meno, è quello che pensa Dean. Sam, infatti, nel momento in cui Kate gli chiede di non fare del male a Tasha, fa notare a suo fratello che loro stessi più volte si sono spinti ben oltre il limite concesso dalla morale indotta dall’essere cacciatori, pur di salvarsi a vicenda e che, almeno per logica e per coerenza, dovrebbero dare la possibilità a Kate di fare altrettanto. Sulla base di ciò, si torna all’ipocrisia che entrambi i Bros, in più di un’occasione, hanno mostrato. Capisco che Tasha era una minaccia che andava eliminata, tanto che se ne accorge anche Kate e la uccide lei stessa, ma perché quando si tratta di loro due tutto è concesso mentre al resto del mondo, per quanto sbagliato sia, raramente viene data la possibilità di rimediare ai propri errori? Questa è una cosa che mi ha sempre dato sui nervi. Felice di vedere che Sam e Dean sono sempre disposti a tutto pur di non rinunciare all’altro, ma insomma…è un alquanto ingiusto che lo impediscano ad altri, soprattutto se consideriamo che in primis loro due non sempre si sono comportati così bene come avrebbero dovuto.

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Ad ogni modo, tutto è bene ciò che finisce bene e, nonostante Dean abbia ancora il marchio di Caino, pronto all’agguato, almeno per il momento la situazione è stabile. Non ci tocca far altro che aspettare e sperare comunque per il meglio.

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Giulia, 23 anni, abruzzese, studentessa universitaria di "Beni Culturali: cinema, musica e teatro", presso l'Università degli studi di Siena. Appassionata di cinema fin da bambina, ad un certo punto della sua vita, esattamente quando scoprì Supernatural nel 2006, ha iniziato a diventare una drogata anche di serie tv. Adora passare ore ed ore davanti al suo pc a fare lunghe maratone telefile, occupando il suo tempo libero con un'altra forte passione, la scrittura (riducendosi a studiare la notte, ai limiti della sopportazione umana!). Il suo sogno nel cassetto è di diventare una sceneggiatrice, ma si accontenterebbe anche di diventare una 'semplice' scrittrice di romanzi fantasy. Ha una vera e propria ossessione per tutto ciò che riguarda gli angeli e, più in generale, per ogni sorta di creatura sovrannaturale. Sa che un giorno farà il giro degli Stati Uniti a bordo dell'Impala insieme a Sam e Dean ma, nel frattempo, si accontenta di vederli solo attraverso lo schermo.

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