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Minority Report | Recensione 1×01 – Pilot

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Minority Report | Recensione 1×01 – Pilot

Salve a tutti, carissimi addicted. Dovete sapere che io sono un’amante sfegatata delle opere di Dick e delle loro trasposizioni cinematografiche, quindi quando ho saputo che la Fox avrebbe prodotto una sorta di sequel di Minority Report la mia reazione ha oscillato fra la gioia irrazionale e il terrore che il prodotto finale si rivelasse un abominio.
Dopo aver visto un solo episodio non sono ovviamente in grado di pronunciarmi in maniera definitiva sulla serie, ma devo dire che la mia reazione non è stata delle più entusiaste.
Andiamo a scoprire perché.

L’episodio si apre con un breve flashback che ci racconta in breve la storia dei Precog, la giovane Agatha e i due gemelli, Arthur e Dash. Figli di drogati, cerebralmente morti fin dalla nascita, i tre bambini erano stati salvati da un gruppo di scienziati grazie a una terapia sperimentale che gli aveva però donato la capacità di prevedere omicidi con giorni di anticipo.
Quando li aveva scoperti, il governo li aveva presi e aveva dato vita al programma Precrimine. Una volta fallita l’iniziativa, i tre ragazzi erano stati liberati e messi al sicuro.

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Dopo questa sintesi semplice ma necessaria, la scena si sposta nel 2065. Dash, uno dei due gemelli Precog, seguita ad avere le sue visioni e tenta di sfruttarle per prevenire gli omicidi. Tuttavia, nonostante le due doti, continua a fallire miseramente.
Quando vede morire di fronte ai suoi occhi una donna, decide di rivolgersi alla polizia per aiutarli a catturare l’assassino e cerca di passare le informazioni in suo possesso alla detective Vega.
La donna, però, prova a bloccarlo, e nella colluttazione che segue il ragazzo perde la borsa contenente il quaderno su cui sono annotati tutti i dettagli relativi alle sue premonizioni.

Il tenente Blake informa Vega che la vittima lavorava come infermiera per il centro Open Vistas, specializzato in sindrome di Marks, una malattia cerebrale comune fra i prigionieri arrestati dalla Precrimine e liberati in seguito alla chiusura del programma.
Grazie a un disegno di Dash i due riescono a risalire a uno di loro, Sahm Adrangi, un trafficante di armi biologiche illegali, arrestato per il futuro omicidio di un agente federale. Durante l’irruzione per catturarlo, l’uomo afferma cripticamente che la polizia non ha idea di cosa sta per accadere e poi si suicida, lasciandosi schiacciare da una trave
d’acciaio.

Agatha si mette in contatto con Dash e lo rimprovera aspramente per essersi intromesso nelle indagini. Gli ricorda che i suoi sforzi sono inutili, perché senza Arthur i suoi poteri sono incompleti e non riuscirà mai a salvare nessuno e che lei può vedere il suo futuro. Lo prega quindi di tornare a casa, perché la detective Vega lo userà come un giocattolo.

Akeela, la collega di Vega, è riuscita a scattare una foto a Dash grazie a un drone, ma non trova nessun riscontro nel database. Il DNA trovato sui suoi effetti personali, inoltre, sembra appartenere a un fantasma senza passato.
Lara riesce però a identificare il ragazzo fra la folla presente in piazza al momento dell’omicidio e lo incontra in una
tavola calda. Proprio mentre i due stanno parlando, Dash ha un’altra visione e Vega capisce così di avere davanti uno dei precognitivi del progetto Precrime. Lui ammette la verità, ma le spiega anche che i suoi poteri non sono precisi e forti come quelli di Agatha, perché lui e Arthur sono come una mente divisa in due: Dash vede cosa succede, mentre Arthur riceve i nomi. Vega propone al ragazzo di collaborare con lei e gli promette in cambio di non rivelare la sua identità.

Nella sua nuova visione, Dash vede la morte della moglie di Peter van Eyck, ex vice direttore della Precrimine, ora candidato al ruolo di sindaco.
Vega contatta immediatamente l’uomo per cercare di scoprire se abbia dei nemici. I due parlano del progetto Precrimine e del suo sostituto, Occhio di Falco, interamente basato sulla sorveglianza ambientale e sulla ricerca ad algoritmi.
Mentre un collaboratore mostra loro il funzionamento del sistema, Dash e Vega riconoscono il volto di Adrangi, individuato per aver svolto ricerche sul raduno a cui il sindaco avrebbe partecipato il giorno successivo. Vega nota che la presunta ricerca si sarebbe svolta tre ore dopo la morte del criminale e decide quindi di far visita al
centro di Cura Open Vistas.
Qui Vega scopre che il tablet da cui è stata lanciata la ricerca sui sistemi di sicurezza era in realtà accessibile a un altro ospite della struttura, Rutledge, che ha riportato in vita una razza estinta di colombe migratrici e le controlla tramite un’interfaccia computerizzata nel cervello.

In cerca di nuovi dettagli che li conducano alla soluzione del caso, Dash contatta Wally, l’uomo che si era occupato dei Precog ai tempi della Precrimine. L’uomo spiega alla detective Vega che non sempre i tre Precog vedevano il futuro allo stesso modo. Queste visioni, catalogate come Rapporti di Minoranza, indicavano che il futuro non era
in fin dei conti, ma il governo aveva sempre tentato di insabbiare questa notizia, sapendo che avrebbe destabilizzato l’intero sistema.
Grazie a un’interfaccia neuronale, Wally riesce a proiettare la visione di Dash sulla parete e lui e Vega capiscono subito che non ci sarà una sola vittima, ma che si tratterà di un vero e proprio attentato. A quanto pare Rutledge userà le sue colombe per diffondere una sorta di virus, probabilmente fornitogli da Adrangi.

Pur di ottenere informazioni su come sventare l’attacco, Dash si fa forza e chiede aiuto ad Arthur, che nel frattempo ha fatto fortuna vendendo le informazioni ottenute tramite le sue visioni al mercato nero.
L’uomo li indirizza a Providence Crossing, un centro commerciale abbandonato. Dopo una colluttazione con Rutledge e la figlia, Vega e Dash riescono a richiamare gli uccelli e a sventare l’attentato.

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Agatha si incontra con Arthur e gli chiede di indagare sulla detective Vega. Lui acconsente e le domanda se ha ancora la visione in cui loro tre vengono nuovamente catturati. La donna rimane vaga e si rifiuta di informare Dash finché non sapranno effettivamente il ruolo da lui svolto nella vicenda…

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Analizziamo per prima cosa i pro e i contro di questo primo episodio.
I presupposti ci sono e sono pure interessanti, si può già vedere un accenno di trama orizzontale che fuga fin da subito la paura di trovarsi di fronte all’ennesimo procedurale composto esclusivamente da episodi stand-alone.
Stark Sands riesce a caratterizzare il suo personaggio con un buon mix di imbarazzo e disagio sociale che lo rendono immediatamente simpatico e assolutamente credibile.
Stessa cosa non si può dire, secondo me, di Meagan Good: la sua recitazione risulta a volte forse un po’ troppo stereotipata e il suo personaggio non mi ha fatta francamente impazzire.
Interessantissimo, dal mio punto di vista, il complesso legame che unisce i due gemelli, costretti a lavorare di concerto se vogliono ottenere una visione completa del futuro, così come l’accenno a una misteriosa visione che vedrebbe Dash responsabile della cattura dei tre Precog.
In sostanza ho trovato questo episodio pilota gradevole e tutto sommato scorrevole, sebbene privo di particolari guizzi di inventiva.
Gli ascolti non proprio entusiasmanti sembrano confermare il mio parere, ma spero di tutto cuore che con il proseguo della storia il pubblico avrà modo di ricredersi.
Nel frattempo non mi resta che darvi appuntamento al prossimo episodio, di cui vi lascio il trailer.

https://www.youtube.com/watch?v=AYXh0bDvUlo

3 COMMENTS

  1. Può essere che io abbia visto un’alta versione della puntata? Non vorrei dire una cretinata ma nell’episodio “rubato” di qualche mese fa non c’era Nick Zeno ma la puntata terminava con Dash che parlava con una specie di ologramma del fratello.

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