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Suits | Recensione 7×02 – The Statue

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Suits | Recensione 7×02 – The Statue

Bentornati ad un nuovo appuntamento con “Suits”: dove si parla anche alla propria nonna come se ci si trovasse in aula.

Come in ogni caduta di regime che si rispetti, anche Harvey ha bisogno di far cadere la proverbiale statua simbolo dell’autorità pregressa ma decide di farlo in maniera totalmente dispotica e capricciosa al punto che non ho mai gioito tanto della riconquista del buon senso in chiusa di puntata.

Al secondo episodio di questa settima stagione, vediamo ancora i nostri beniamini cercare di muoversi in avanti lasciandosi alle spalle il passato, in particolare l’assenza di Jessica (che rivediamo con tanta gioia).

La cosa che ho apprezzato di più della puntata sono state la storyline di Louis e l’intervento di Katrina, un personaggio che ha sempre troppo poco spazio e che vorrei vedere di più.

Per la prima volta, vediamo Louis fare un passo avanti nei rapporti interpersonali, svincolarsi dalle meschinità frutto di impulsi più forti della ragione e approcciare il problema in primo luogo senza nascondersi dietro pretesti e in secondo luogo con calma ed onestà. Il suo scambio con Harvey mi ha dato speranza per un futuro in cui i due riescano a interagire in maniera pari e leale allontanandosi dalla dinamica team leader/bullo simpatico + side kick che scodinzola al suo fianco. Speriamo non sia un una tantum.

Katrina, invece, ha dimostrato di saper lottare per ciò a cui tiene senza usare stratagemmi ma con rispetto e autorevolezza, mettendo sul tavolo i propri dubbi senza necessità di sminuire gli altri. A lei dobbiamo il reale passo indietro di Harvey sulle proprie decisioni, un passo indietro che speravo perché molte scelte sembravano più dovute a capricci rivoluzionari di un bambino, che a scelte ponderate di uno stratega. Ed in questo non possiamo che rendere merito a Jessica per averlo sottolineato.

Una cosa chiara emersa è la ricerca di un equilibrio all’interno dello studio fra i tre esponenti principali: necessità esplicitata dalla riunione fail di inizio puntata e confermata con la conclusione delle diverse storyline.

Ammetto di essere contenta che Donna abbia un ruolo diverso da quello di socia di maggioranza: in quanto non avvocato, la sua nomina era un controsenso. Mi rende, quindi, più soddisfatta il ruolo che ricopre al momento: un ruolo che, da un lato mi ricorda il Ministero per la Semplificazione Normativa di qualche anno fa ma che dall’altro è talmente vago da permetterle di essere influente sulle vicissitudini dello studio e che i propri interventi vengano riconosciuti anche fuori.

Ho storto un po’ il naso all’affermazione per cui sapeva che Harvey non avrebbe tenuto fede alla sua parola: Donna ha fiducia in Harvey ed è sempre stata presa alla sprovvista dai tiri mancini tirati qua e là negli ultimi anni, per cui avrebbero fatto meglio a ricondurre le sue informazioni sugli altri studi legali semplicemente al suo essere Donna, perennemente informata su tutti.

Sulla storyline di Mike ho giusto due parole da spendere: ovviamente non avremmo dovuto (potuto) aspettarci che tutto il suo passato sarebbe stato accantonato ma spero, mi auguro di cuore, che questa benedetta storia dell’essere stato un avvocato fac-simile per sei annetti circa, non venga nuovamente sfruttata come oggi per portare drama in un caso. Ultimamente ho la sensazione che ci si stia focalizzando troppo sui presupposti della serie tv (il non essere avvocato di Mike) che sui reali casi legali: Mike ormai È un avvocato, è ora di andare avanti.

Intanto la storiella da romanzetto rosa fra Harvey e la psicoterapeuta (della quale, ci provo giuro, non ricordo nemmeno il nome) continua: con dialoghi tirati fuori dal pagina 178 di “Una seduta d’amore” edito Harmony, i due continuano in questa liason che spero sempre di più abbia un scopo.

Ed a proposito di mr Specter e della sua vita sentimentale, non posso che gioire nel vederlo interagire con Donna ad un livello paritario. Credo proprio che ne vedremo delle belle e che, come ho scritto la scorsa settimana, il cambiamento degli equilibri professionali, potrebbe portare a nuovi equilibri personali fra i due e non posso che esserne più entusiasta. E non sto parlando di svolte sentimentali (anche se non ci sarebbe assolutamente nulla di male) ma proprio di un nuovo modo di relazionarsi all’altro. Esattamente come sta – spero – accadendo con Louis.

…Nel frattempo Rachel fa sempre da contorno…che le diano una storyline prima o poi.

Il nuovo arrivato interpretato da Dulé Hill, sembra interessante: sono molto curiosa di vedere Harvey interagire con un suo amico che non sia Mike o Louis.

Vi lascio il promo del prossimo episodio…

…mmm…bel promo…altri casini…è sempre bello essere ottimisti in una recensione e poi ti guardi promo del genere e perdi tutto quell’ottimismo…speriamo bene…

Cosa vi è parso della puntata? Che impressione avete avuto del nuovo personaggio? Vi aspetto nei commenti.

Prima di salutarvi, ricordatevi di passare dai miei colleghi di Suits Italia.

The Lady and the Band

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Ha un passato da ladra insieme alle sorelle Occhi di gatto, ha difeso la Terra nel team delle guerriere Sailor e fatto magie con Terry e Maggie. Ha fornito i sigari sottobanco ad Hannibal e il suo A-Team, indagato con gli Angeli di Charlie Townsend, ha riso con la tata Francesca ed è cresciuta con i 6 Friends di NY. Ha imparato ad amare San Francisco difendendo gli innocenti con le Streghe, è stata un pivello insieme a Jd-Turk-Elliott, ha risolto crimini efferati con praticamente il 90% di poliziotti e avvocati del piccolo schermo e amato la provincia americana con Lorelai e Rory Gilmore. Avrebbe voluto che il Fabbricatorte non chiudesse mai e non ha mai smesso di immaginare Chuck e Sarah che «sedano rivoluzioni con una forchetta». Lettrice appassionata, Janeites per fede, amante delle storie sotto ogni forma fin da piccola. Segue serie poliziesche, comedy e sit-com soprattutto, uniche allergie riconosciute sono quelle allo sci-fi e all'horror.

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