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Da Friends a L’Amico Ritrovato | L’amicizia oltre ogni differenza

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Da Friends a L’Amico Ritrovato | L’amicizia oltre ogni differenza

tumblr_n1kiqcuf0x1sud16so1_500Oggi tocchiamo un argomento a cui sono molto legata. Ho dei ricordi importanti legati a quello di cui andiamo a parlare oggi: togliendo di mezzo la retorica che ne consegue ovviamente, l’argomento è l’amicizia.

Uno dei concetti forse più inflazionati di sempre ma mai del tutto VALORIZZATO. Siamo abituati a pensare che sia l’amore che smuova il mondo quando in realtà non solo gli amori migliori nascono da belle amicizie, ma da chi andiamo sempre se qualcuno (o qualcosa) ci spezza il cuore? DAGLI AMICI.

Perché questo fanno gli amici. Rimettono insieme i pezzi. E lo fanno nel modo migliore possibile: facendoci credere che la felicità è possibile proprio perché esiste qualcuno a cui piacciamo con difetti e comportamenti sbagliati.

 

Quando Marianna iniziò a parlarmi di questa rubrica, naturalmente sapevo che avremmo dovuto legare dei classici senza tempo a concetti che dovevano essere di comprensione diretta per la maggior parte delle persone che si approcciavano al pezzo.

Quindi, ho pensato che non c’era nessun altro show che potesse meglio spiegare a livello popolare (inteso come facilmente comprensibile da tutti) il concetto di AMICO. Sto naturalmente per introdurre il migliore show televisivo in assoluto dove questo concetto viene delineato e rappresentata molto più che perfettamente, e cioè FRIENDS.tumblr_nebxt1rHob1skn3qko1_1280

Faccio un’altra premessa: di natura sono una persona molto drammatica. Nel senso che amo che dal ‘dolore’ (inteso come sentimento estremo) possano nascere analisi didattiche e sociologiche sui comportamenti umani. Ma, il discorso sit-com è più complesso di quello che sembra: pur rimanendo nell’ambito della demenzialità si riesce con FACILITA’ (cosa da non sottovalutare quando si vuole raggiungere una gran massa di persone) a portare in vita e in scena concetti filosofici complessi e modelli di comportamento applicabili alla vita di tutti i giorni.

Qualcosa che apprezzo sempre: cosa c’è di meglio di un bel concetto spiegato in maniera diretta?

Continuo ancora a non essere ‘un tipo da sit-com’. Ma rispetto a quello che la politica televisiva vuole comunicare, ne capisco ampiamente il valore informativo.

Che cosa è stato FRIENDS per il mondo? QUESTO.

‘It’s about sex, love, relationships, careers, a time in your life when everything’s possible. And it’s about friendship because when you’re single and in the city, your friends are your family’.

 

tumblr_nec1a72z9m1sp5781o1_400E’ stato uno show nato per una generazione in particolare: la generazione X. Quegli anni ’90 che dopo il boom economico del mondo, si sono dovuti trovare una ragione per esistere.

Così come i ragazzi protagonisti dello show rimangono ‘dei bambini cresciuti’ fin quando non iniziano a formare per conto loro una famiglia che li porterà inevitabilmente ad allontanarsi: non dal loro affetto reciproco ma dal fatto che non si può rimanere per sempre sul divano del Central Perk a parlare con gli amici di quello che ci succede al lavoro o di quante donne ci rifiutano perché non abbastanza affascinanti.
Tutti noi siamo stati Rachel che a quasi 30 anni non sapendo cosa fare della propria vita si è ritrovata a fare la cameriera per cercare di capirlo, o Joey che nonostante i numerosi fallimenti non ha mai abbandonato l’infantile idea di diventare un attore adorato dalle folle, e poi ancora Ross, forse il primo vero NERD famoso a livello mondiale (mi perdoneranno i miei amatissimi protagonisti di Big Bang Theory) che riesce solamente grazie ad un atteggiamento buffo a conquistare la bella e irraggiungibile svampita.

 

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FRIENDS ci ha insegnato (PER LA PRIMA VOLTA) che cosa è davvero una bromance, arrivando ai livelli massimi con il rapporto tra JOEY E CHANDLER (qui ci vorrebbe una rubrica a parte), e ci ha insegnato cosa è davvero un triangolo amoroso, arrivando ai livelli massimi con la storia di Rachel divisa tra l’amore giusto e quello proibito (in questo caso Ross e Joey).

Ci ha insegnato che il conformismo non serve davvero per essere davvero FELICI: e qui inchiniamoci tutti di fronte alla prima vera ed unica Bridget Jones, e cioè PHOEBE. La quale a dispetto di quello che poteva sembrare all’epoca il suo impatto sociale incarna la migliore rappresentazione di quanto una personalità eccentrica nasconda terribili realtà familiari alle spalle.

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La combinazione perfetta delle vite dei sei protagonisti gli uni sulle spalle amichevoli delle altre rende questa sit-com la migliore rappresentazione in assoluto di uno dei concetti (a mio parere) più fondamentali della vita: ‘qualunque cosa io faccia, ci sarà sempre qualcuno che mi vorrà comunque bene’.

 

Infine una cosa che amo sempre riconoscere a Friends, e che trovo che non succeda con nessun altro show: chi di noi che ha superato la trentina non ha un ricordo legato a loro?

Il mio gatto… quando mi fa i dispetti ancora oggi DOPO 20 ANNI si prende del ‘GATTO ROGNOSO’… non credo che mai nel mondo si raggiungeranno livelli simili di condivisione di pensiero e costumi, perché semplicemente quando Friends nacque era esattamente ciò di cui la cultura televisiva (e sociale) aveva bisogno.

 

E cioè di uno schema di identificazione su un momento che tutti prima o poi passano: il passaggio da eterno ragazzino a giovane adulto con responsabilità. Non credo neppure sia un caso, che a livello di sociologia, proprio gli anni ’90 siano diventati quelli del ‘I TRENTA SONO I NUOVI VENTI’.

 

E adesso il passo non è semplice ma proviamo a legare questo concetto ad uno dei libri più letti e citati nell’intera storia dell’umanità: L’AMICO RITROVATO (Fred Uhlman, 1971).

Come abbiamo fatto per Friends, che cosa è stato L’AMICO RITROVATO per il mondo?  QUESTO.

‘Qualche volta ragazzi fra i sedici e i diciotto anni uniscono ad un’innocenza ingenua e ad una raggiante purezza di corpo e spirito, un impulso appassionato verso una devozione e un altruismo assoluti. Questa fase di solito è di breve durata, ma per la sua intensità e unicità rimane una delle esperienze più preziose della vita’.

La trama lo spero per voi sia conosciuta da tutti ma per chi per qualche ragione che non giudicherò non ne ha mai sentito parlare è questa (in due parole proprio): Hans e Konradin, un ragazzo ebreo di modeste origini e un giovane rampollo di una nobile famiglia tedesca, stringono una profonda e totalizzante amicizia durante il liceo.

Il romanzo è ambientato all’epoca della seconda guerra mondiale, e non voglio fare la maestrina ricordandovi cosa successe tra ebrei e tedeschi durante quegli anni bui (non è neanche questo il compito della rubrica).

Come si concludono le vicende dei due ragazzi? La guerra e le diverse estrazioni sociali li separano per sempre. Ma è davvero così che finisce la storia? NO. Hans, dopo anni, si rende conto che il suo amico (quell’anima a cui si era sentito così vicino) non ha mai smesso di essere la persona che lui ricordava (finendo ucciso proprio perché vicino politicamente alle stesse sue idee).

Non lo hai mai perduto davvero.

Nemmeno contro la morte o gli obblighi sociali, e il loro ritrovarsi mentalmente alla fine del romanzo, li cementa IN ETERNO insieme.lamicoritrovato

 

Quindi l’amicizia VINCE ANCHE LA VITA perché possiamo diventare persone diverse con gli anni e le vicissitudini, e separarci dagli amici per qualsiasi ragione (la famiglia e il diventare adulti nel caso di FRIENDS o la guerra e la politica nel caso dell’AMICO RITROVATO) ma il ricordo che rimarrà per sempre il più prezioso impresso nella nostra mente è QUELLO LEGATO AGLI AMICI VERI.

 

 

 

Dedico questo pezzo a tutte LE PERSONE CHE AMO (e loro sanno chi sono): in particolare a CAROLINA che è e sarà per sempre la MIA MIGLIORE AMICA.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Mariangela Pagliani nasce a Modena, nel 1973. Le sue più grandi passioni fin da bambina sono legate al mondo del fantastico e della fantascienza (tra i suoi primi film al cinema con il papà ci sono Guerre Stellari e Lo Squalo). Dopo la fase cartoni animati, da adolescente diventa un'avida lettrice: fantasy (su tutti Il Signore degli Anelli), qualche spruzzata di horror, ma soprattutto classici (Jane Austen e le sorelle Bronte, in particolare, ma anche Shakespeare). E' anche un'appassionata di cinema, ma soprattutto di serie tv americane, con una predilezione particolare per quelle dedicate ai vampiri, figura che sin da bambina la affascina. L'amore recente per la scrittura nasce dalla collaborazione nella gestione del sito The Vampire Diaries Italia, ma soprattutto dalla voglia di esprimere le emozioni che immagini e libri le trasmettono. Un libro suo? Forse un giorno quando riuscirà a concentrarsi abbastanza a lungo sullo stesso argomento!

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