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You’re the Worst | Intervista allo showrunner dopo la puntata finale

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You’re the Worst | Intervista allo showrunner dopo la puntata finale

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Dopo la girandola di emozioni che è stata la seconda stagione, You’re the Worst si è concluso su una nota positiva: Jimmy (Chris Geere) e Gretchen (Aya Cash) si sono scambiati una dichiarazione d’amore – e questa volta sono contenti dello step raggiunto dalla loro relazione.

Sfortunatamente, non possono dire tutti la stessa cosa. Dopo che la notizia della sua gravidanza è stata rivelata, Lindsay (Kether Donohue) si è riconciliata con Paul (Allan McLeod), che ha apprezzato il fatto che la sua ex-moglie non abbia usato il bambino per intrappolarlo. Sono andati via insieme nella notte, ma Lindsay ha capito in fretta che non è più quello che desidera. In che modo affronterà la gravidanza e il suo rapporto con Paul quando lo show tornerà nella terza stagione? EW ha intervistato lo showrunner Stephen Falk, che ha anche rivelato quale coppia sarebbe dovuta rompersi nel finale.

Pronti per lo scoop?

Cosa significa essersi detti “Ti amo” per la relazione di Jimmy e Gretchen andando avanti con la storia?

E’ un segnale di maturazione dopo le difficoltà della seconda stagione. Come sarà il futuro non lo sappiamo ancora. Era molto importante per noi concludere su una nota positiva per loro due. E’ stato interessante, soddisfacente e anche bello quello che hanno affrontato durante la stagione, e come ne siano emersi ancora più forti, forse. Quando una coppia passa attraverso un periodo molto duro, ne viene cambiata. E’ un modo per nulla cinico di far concludere una storyline molto difficile che li ha riguardati. Non significa che siano finiti i problemi e che adesso filerà tutto liscio.

Sarebbe stato sbagliato concludere la seconda stagione vedendoli separati per rimetterli insieme nella terza. Ho sempre voluto che lo show seguisse i passi più importanti di una relazione. Certamente, nella scorsa stagione, il fatto che siano andati a vivere insieme è stato un passo enorme che gli abbiamo fatto compiere presto. Dire “Ti amo” è un altro passo del genere. Si vedono molte sitcom in cui una persona lo dice, e l’altra risponde: “Grazie” e passa l’episodio pentendosene o parlandone con gli amici. Volevamo raggiungere quel punto, ma farlo in un modo diverso, più semplice. E’ stato un momento molto piacevole per entrambi, ed è anche il segnale che non è stato fatto troppo danno. Possono farcela e uscirne rafforzati. E’ un momento di speranza per loro.

Avete intenzione di esplorare il percorso di Gretchen in terapia o non affronterete più la storyline della depressione?
Non so se smetteremo di occuparcene. Il mio istinto mi dice che la terapia non è così interessante da guardare. Possiamo farla occasionalmente come cosa divertente. Se ci trasformassimo in uno show su Gretchen che cerca di capire il suo passato e i suoi danni neurologici, diventeremmo In Treatment, e non sono sicuro che potremmo farlo meglio di loro. Direi proprio di no. Abbiamo 22 minuti per raccontare le nostre storie. Il fatto che Gretchen dica “Vedrò qualcuno per affrontare la questione”, non significa che stiamo dicendo: “Ha risolto tutto”. E’ stata più la fine di una storyline lunga tutta una stagione. Abbiamo introdotto, nella prima puntata, la teoria di Paul sull’amore: Amore è mettere i bisogni dell’altro prima dei propri. Abbiamo visto sia Jimmy che Gretchen farlo in diversi modi, durante la stagione. Il finale è proprio il punto in cui Gretchen è cresciuta. Dice anche: “Si è sempre trattato solo di me, e adesso non è più così”. Per due narcisisti, riconoscere di dover fare dei cambiamenti per la persona che c’è nella loro vita è un passo enorme.

In che modo Lindsay gestirà il fatto che è incinta?
Metterà di sicuro in subbuglio il suo mondo. Lo si vede quando se ne va con Paul sul suo sidecar – ha perfino detto al pubblico lo scorso anno che lei non sta sul sidecar, lei guida la motocicletta – ha già capito di aver fatto un errore. Penso che vedremo di nuovo la vecchia Lindsay piena di conflitti, quando torneremo.

Gretchen ha tirato in ballo l’argomento dell’aborto di Lindsay. E’ qualcosa che avete in mente di discutere nella prossima stagione?
E’ una possibilità per lei. Il narratore che è in me pensa che sia sbagliato chiudere la storia, ma ho cercato di proposito di normalizzare l’aborto in uno show per motivi molto specificatamente personali, politici e di genere. Ma, allo stesso tempo, è una scelta poco saggia narrativamente. E’ un’opzione valida, ed è qualcosa che il personaggio non teme, o almeno a cui non si oppone. Adesso la questione è: quando diventerà una cosa reale, la preferenze politiche non saranno più importanti e si tratterà di capire cosa desidera davvero.

Per quanto riguarda Edgar (Desmin Borges) e Dorothy (Collette Wolfe), sono ancora insieme, ma non andranno a vivere insieme. Come’è cercare di dare a Edgar un po’ di felicità, ma lasciargli comunque una parte oscura?
Il momento in cui, al party, ha detto che non si sarebbe trasferito con lei e che lei lo aveva ingannato, lei se n’è andata lasciando credere che avessero rotto. Dovevano davvero lasciarsi. All’ultimo minuto ho detto alla sala: “Perché dobbiamo farlo? Non deve essere infelice per forza”.

Abbiamo capito che c’era l’occasione di trattare un argomento che mi infastidisce degli show televisivi, cioè quando non riflettono il comportamento umano. In altre parole, possono capitare piccoli malintesi che non vengono risolti, per agevolare gli scrittori. Potevamo fargli dire: “Ho rovinato tutto” e lasciarlo single. Invece, Jimmy, ubriaco, gli ha detto: “Perché l’hai fatto? E’ stato stupido. Valle dietro”. Lui l’ha fatto, le ha parlato e abbiamo pensato che fosse più interessante e realistico far rispondere a Dorothy: “No, non stavo rompendo con te. Le persone non si comportano così. Ero solo arrabbiata. Me ne sono andata. Tu dovevi seguirmi. Adesso la risolveremo insieme”.
E’ stato giusto per Edgar capire che: “Posso dar di matto, ma le persone continueranno a volermi bene”. E’ una cosa importante per lui. Ci saranno sempre sfide per loro. Non posso dire che staranno insieme per sempre, ma abbiamo pensato che per i personaggi ci fosse spazio per ulteriori esplorazioni.

Le espressioni del viso hanno detto tutto, in questa finale. Lo scorso anno Jimmy e Gretchen non erano felici di andare a vivere insieme, invece quest’anno sono stati contenti di essersi detti “Ti amo”. Al contrario, la faccia di Lindsay ha detto tutto sul suo stato d’animo. Quando è scritto e quanto dipende dagli attori?
E’ sempre scritto. A me interessa molto il momento in cui ci si aspetta che la scena finisca. Penso che dipenda dal fatto di aver visto Il laureato da piccolo. Quando sono dietro l’autobus sorridono, sono felici, hanno lasciato il matrimonio, poi l’autobus se ne va e la camera continua a riprenderli. Smettono di sorridere e si guardano attorno. Si percepisce quel senso di: “E adesso?”.
La spiegazione più plausibile è che stessero aspettando che il regista chiudesse la scena, ma ha avuto un grande impatto su di me quando avevo tredici anni, il fatto che il momento in cui la telecamera doveva spegnersi, è diventato quello più interessante. Si tratta di sovvertire il momento trionfante da commedia romantica con un po’ di “Oh, cavolo, in cosa mi sono cacciato?”. Viene da lì.

You’re the Worst tornerà con la terza stagione il prossimo anno.

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