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Pilot Addicted | Outlander

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Pilot Addicted | Outlander

Rieccoci a commentare insieme un nuovo pilot, questa volta il prodotto in questione arriva dall’emittente Starz e s’intitola Outlander.

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Di solito, quando guardiamo una serie TV tratta da libri che abbiamo letto, abbiamo paura che qualcosa possa essere stato travisato, e che gli sceneggiatori lo abbiano rovinato. Non avendo mai lettonessuno dei libri a cui questa serie s’ispira, non posso tranquillizzare i lettori e dire loro se questo è successo, ma posso dire che questo pilot s’impegna a dare una base quanto più possibile solida agli episodi successivi. La protagonista, Claire, è sempre stata a stretto contatto col passato e con la storia: suo marito, Frank, è uno storico in cerca di informazioni sui suoi antenati, e suo zio, che l’ha cresciuta dopo la morte dei genitori, è un archeologo. Una serie di indizi, quando lei e il marito arrivano in Scozia, lasciano presagire quello che succederà: la donna scozzese che le legge i fondi del tè e la mano le annuncia un futuro contraddittorio, il marito vede un uomo scozzese che la osserva dalla strada, ma poi svanisce, e i due arrivano al villaggio in un periodo dove la superstizione è forte. Tutto suggerisce che Claire è destinata ad intraprendere quel viaggio, e quanto questo le ha cambiato la vita è chiaro da ciò che la sua voce fuori campo, narratrice delle vicende, dice all’inizio: non cambierebbe nulla di quello che è successo, neanche se potesse. Un grosso punto a favore della serie è che la protagonista è una donna dal carattere determinato, non la classica “donzella in pericolo”, ma una donna che riesce ad imporsi, che è sopravvissuta alla guerra e agli orrori che ha visto, e sa cavarsela. Dei due uomini del triangolo, Frank e lo scozzese che diventerà il suo secondo marito, solo il primo ha avuto più spazio; il secondo avrà bisogno di farsi conoscere meglio ma, da quel poco che si è visto, può dare molte soddisfazioni. Ci sono le premesse per una buona serie: una protagonista convincente, bei paesaggi, un triangolo, viaggi nel tempo (pane quotidiano per gli Whovian in ascolto) e una storia intrigante. Il pilot mi ha entusiasmata meno di quanto pensassi, ma mi ha incuriosita. E, quasi quasi, vado anche a leggere il libro.
-Eilidh

 

Inizio subito dicendo che non ho mai letto i romanzi di Diana Gabaldon da cui è stata tratta la serie (pur volendo rimediare a questa mia mancanza) nè avevo mai sentito parlare di Outlander sino a qualche mese fa, ma a dispetto di ciò questo era senza dubbio uno dei pilot che attendevo maggiormente. Sarà che i viaggi nel tempo mi hanno sempre entusiasmata o semplicemente che la trama è riuscita a catturarmi dopo una sola lettura ma son riuscita a mettermi l’anima in pace solo quando finalmente il primo episodio della nuova serie Starz di Ronald D. Moore è partito sul mio computer. Opening meravigliosa, vista e rivista ben più di un paio di volte, attori incredibilmente nella parte e personaggi tremendamente interessanti, piango che l’episodio sia durato così “poco” perché sarei rimasta ad osservarli tutto il giorno, ambientazioni che mi hanno già rubato il cuore e una vicenda che mi assorbirà con il proseguo della stagione, ne son assolutamente certa. Claire Beauchamp, interpretata da una credibilissima Caitriona Balfe, potrebbe senza problemi scalare la classifica dei miei personaggi femminili preferiti. Divisa tra due periodi storici differenti, gli anni della seconda guerra mondiale e il 1743, e tra due diversi uomini, Claire dovrà affrontare innumerevoli difficoltà, decisioni e avventure che vi assorbiranno senza alcun dubbio in quella che, a mio parere, si preannuncia come una favolosa serie tv, assolutamente da non perdere. Promosso a pieni voti!
-Claw

Ci sono certe cose che non colpiscono prima la vista. Quelle cose che, a differenza delle altre, impattano prima sull’anima e sul cuore che sui cinque sensi. Sassenach è una di queste. Sassenach è come la sua musica, quelle meravigliose ballate celtiche che ci riportano ai tempi di Braveheart, che partono lente e sembrano dolci come un biscotto appena tolto dal forno, per scatenarsi subito dopo in un tumulto di emozione che lascia con i piedi doloranti, il fiato corto, le guance rosse e una voglia incredibile di tornare subito a ballare. E nonostante parta in sordina come uno di quei vecchi romanzetti che leggevamo in spiaggia d’estate, in cui la bella eroina di un’epoca castigata a caso apriva e gambe dopo dieci pagine che neanche le porte di Notre Dame davano asilo così in fretta (ammettiamolo: quei romanzi li si leggeva proprio per quello), arriva ad un climax potente, antico, uno di quei momenti alla “Nebbie di Avalon” in cui vorresti girare attorno al cerchio di pietre anche tu, invocando la Dea e i mondi che si aprono a Samhain. E subito dopo una mezz’ora di marito noioso, e indizi sparsi lungo il cammino come briciole di pane in una fiaba, ecco che vediamo questa protagonista dagli occhi trasparenti come vetro venire catapultata in un’altra epoca… e da qui inizia la corsa sfrenata. Di assalto in assalto, di tentato stupro dalla copia esatta del marito in rapimento da parte di un gonnelluto e barbuto scozzese, ecco che entriamo in quello che Outlander promette veramente di essere: un’avventura come non ne abbiamo mai viste altre. Ho amato che una cosetta così minuscola come è lei riesca ad imporsi con la forza di carattere ed il linguaggio sboccato su un gruppo di violenti scozzesi con le palle girate. Ho amato vedere come li mette al loro posto, e da atea convinta mandi al diavolo la loro fede e il tizio che cita San Paolo, esattamente come farebbe un qualsiasi uomo. Lei, che riesce ad essere BELLA anche con un vestitino bianco che pare una delle sottovesti di mia nonna, gracile che sembra potersi spezzare da un momento all’altro e, soprattutto (cosa che non s’è capita, ma tanto l’aveva detto anche la nonnetta della pensione che alla tipa piaceva il p*****o) senza accenno di biancheria intima. MAI. Nemmeno quando metti la gonna corta per andare a raccoglierei nontiscordardimè in cima ad una collina in un luogo sacro. Incomprensibilmente, un paio di nonsense da romanzo d’amore restano, ma ci si passa sopra alla grande. Dicevamo: questa cosetta gracile, minuscola e senza mutande che mette zitti questi omaccioni barbuti e minacciosi, ignoranti come le capre al pascolo, è fenomenale! Lei mi piace. Mi piacciono la sua voglia di sopravvivere e la sua indipendenza. Mi piace come alza il mento e non permette a nessuno di guardarla dall’alto in basso solo perché donna. Mi piace la grande chimica che ha con questo scozzese miracolosamente senza barba (sembrava un brand di fabbrica) e col coraggio e l’avventatezza di un vero eroe (da shipper dico: all’inferno il marito noioso e con la faccia da prugna secca! Viva lo scozzese muscoloso! Buttati, ragazza!) Mi piacciono le ambientazioni, curate allo spasimo, che portano la mia mente a vagare e fantasticare su altre epoche. Mi piace come abbiano rimarcato, attraverso i pensieri di lei, come sia possibile un simile viaggio nel tempo. Non ci vuole il Dottore per capire che le cose si incasineranno sempre di più, e che qualsiasi cosa lei faccia potrebbe avere conseguenze catastrofiche per suo marito. Marito? Quale marito? Sciò il marito! Ridatemi lo scozzese muscoloso qui e ora! Guardate Outlander se volete farvi sorprendere, se volete che il cuore batta forte, se volete ridere e piangere assieme e, cosa da non sottovalutare mai, se volete perdervi nelle note di una musica davvero meravigliosa.
-Ocean

La storia di Diana Gabaldon, scrittrice di Outlander e della saga di Claire Randall, è una storia che affonda le sue radici in Doctor Who.
E giustamente vi chiederete, e adesso Doctor Who che c’azzecca? La Gabaldon ha avuto l’ispirazione per il suo romanzo da un episodio del Doctah, War Games (era l’epoca del Secondo Dottore), ambientato nella Scozia del 1745 e che aveva come protagonista un giovane diciassettenne. Così nacque il personaggio di Jamie Fraser.
La storia di Claire Randall è un’avventura tra due epoche: il 1945, dove è sposata con Frank Randall e che finalmente ritrova dopo 5 anni di guerra, e il 1743 dove viene catapultata grazie ad un magico cerchio di pietre e dove si imbatte nel bel Jamie.
Il pilot non mi ha entusiasmato, la storia è molto intrigante e ha del potenziale, ma ci sono stati diversi aspetti che non ho apprezzato fino in fondo. Uno di questi è la recitazione della protagonista, l’attrice e modella Caitriona Balfe; una puntata è troppo poco per giudicare, ma la prima impressione è che non abbia la giusta intensità per dare profondità ad un personaggio complesso come Claire.
Per non parlare dell’utilizzo smisurato dell’io narrante e una tendenziale banalità della futura love story.
La potenzialità della storia, la Scozia ed il forte accento scozzese sono, però un motivo più che valido per continuare, sperando che la serie possa sorprendermi nelle prossime puntate.
-Fran

Ok, parlo subito dell’elefante nella stanza: per i primi 20 minuti ho preso sonno 3 volte, solitamente ciò basta a farmi abbandonare la nave, ma c’è la Scozia e si parla di viaggi nel tempo quindi dovevo arrivare alla fine e così ho fatto. Non mi convince la scelta dell’attrice protagonista, per quanto la sua bellezza si collochi bene nel contesto della storia, non riesce a trasmettermi più di tanto, finora l’ho trovata poco carismatica per il tipo di donna che interpreta. Poi tutto quell’io narrante no, cioè proprio NO. L’abuso di io narrante e di discorsi diretti alla telecamera li odio, non ci posso far nulla, non li tollero.
Parliamo ora delle cose che mi sono piaciute, sicuramente le colonne sonore e le location sono splendide e quantomai perfette, così come i costumi (quanti kilt *.*) e mi piace che la protagonista non faccia la parte di quella maldestra e in pericolo (ruolo che a tratti è parso riservato all’unico scozzese figo della gang del bosco) ma sia una donna forte, pragmatica e indipendente.
Per me è una promozione con riserva, spero che negli episodi a venire ci sia più la componente che ho trovato nella seconda parte di quest’episodio che nella prima e spero che in qualche modo riusciranno a sorprendermi con questa storia d’amore che, così a naso, pare già scritta.
-Lu

 

Voi che ne avete pensato di questo pilot? Ditecelo nei commenti!

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