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Life In Pieces | Lo showrunner parla della struttura particolare della sit-com

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Life In Pieces | Lo showrunner parla della struttura particolare della sit-com

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The Hollywood Reporter è stato sul set della nuova serie di CBS che divide ogni puntata in quattro pezzi da sei minuti. “E’ come se i nostri autori dovessero condensare quattro episodi in uno da un’ora”, dice Hanks.

“Pronto? Pronto?”, esclama Betsy Brandt, tenendo una banana contro l’orecchio.
L’attrice, conosciuta per la sua partecipazione in Breaking Bad, ha trovato un modo divertente per passare il tempo tra le riprese nella nuova commedia, Life in Pieces – e cioè usare la frutta presente in scena.

“Sono al telefono”, fa una smorfia, continuando a scherzare per intrattenere la sua figlia televisiva di otto anni (Giselle Eisenberg) seduta intorno al bancone. Ma il divertimento finisce quando il regista dell’episodio, Ken Whittingham, desideroso di non perdere la giovane attrice (viste le restrizioni per i bambini sul set), dà istruzioni a Brandt perché rimetta la banana al suo posto.

La nuova sitcom, che segue diverse generazioni di una famiglia alle prese con i diversi stadi della vita, mostra un gruppo eclettico di attori: il vincitore di un Emmy, James Brolin e la vincitrice di un Oscar, Dianne Wiest, sono a capo della famiglia Short, mentre i loro figli sono interpretati dall’attore di Fargo, Colin Hanks, Thomas Sadosk di Newsroom e Brandt.

Come si nota dalla scena della banana, l’atmosfera giocosa e leggera della serie continua anche off-screen. Il set numero otto di Fox sembra più il luogo di incontro di una famiglia vera, che il set di uno show televisivo. E’ esattamente quello che stava cercando Brandt.

“Non può essere solo merito di una buona scrittura e un buon cast – deve esserci qualcosa di più che nessuno riesce ad afferrare” ha detto, aggiungendo che una cosa che le è mancata è stata quella di lavorare con i bambini. “E’ tutta un’altra cosa”, dice l’attrice, madre di due figli. “Quando lavorano bene sono molto orgogliosa di loro, anche se non sono i miei bambini”.

Quello che differenzia lo show non è solo il cameratismo del cast, ma anche la sua struttura non ortodossa. Ogni episodio è formato da quattro segmenti indipendenti di una storia continua, che spiega l’accozzaglia di quelle che sembrano parole non collegate (per esempio “Ponzi Sex Paris Bounce” e “Sleepy Email Brunch Tree“) che compongono i titoli – aiutano gli autori a distinguere gli episodi dentro agli episodi l’uno dall’altro.

“Quello che è interessante del format è il fatto che non faremo solo 22 storie – ne faremo 88”, ha detto il creatore Justin Adler della sua serie, che ha ottenuto l’ordine per una stagione completa in un momento sfavorevole televisivamente. “Dobbiamo creare moltissimo materiale”.

Il format è un vantaggio anche per gli attori. “Puoi esplorare i personaggi in un modo diverso rispetto a uno show in cui si passa dalla storia A alla storia B alla storia C”, dice Zoe Lister-Jones. Sottolinea anche che la struttura velocizza il passo, obbligando il cast a raccontare una storia in sei minuti”.

Per Hanks, è una sfida interessante. “Ti dici ‘Forse è meglio essere più sintetico e snellire la scena’. Ti coinvolge di più”.

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