Il quinto episodio di questa terza e ultima stagione di Da Vinci’s Demons, “Anima Venator”, ha riportato il nostro Leonardo a Firenze, ha svelato alcuni piccoli misteri e, soprattutto, ci ha lasciati con la scoperta della verità su Riario da parte di Leonardo.
La puntata si è aperta con il ritorno di Zo e Leonardo a Firenze, dopo la battaglia a Otranto, le perdite subite e la prigionia di Leonardo a Roma, a opera del Labirinto.
La vista della città in lontananza è emblematica: Firenze è la salvezza, un faro di luce nell’Umanesimo e del Rinascimento, in mezzo all’oscurantismo ecclesiastico e dell’invasione ottomana.
Altre opere hanno reso la città come simbolo di tutto ciò, un esempio ne è il musical adattamento di “Notre Dame de Paris” (di Victor Hugo): il primo brano del secondo atto si intitola proprio “Florance” (“Firenze”) e alcuni versi recitano “Parlez-moi de Florance et de la Renaissance…”, “A Florance on raconte que la Terre serait ronde et qu’il y aurait un autre continent dans ce monde” (“Parlatemi di Firenze e dell’Inferno di Dante”, “A Firenze si racconta che la Terra sarebbe rotonda e che ci sarebbe un altro continente su questo mondo”).
Abbiamo visto Al Rahim e il vero Papa Sisto proseguire con i loro piani di conquista, scoprendo che Lucrezia è destinata a giocare un ruolo centrale in tutto ciò, motivo per il quale Al Rahim ha affermato che avrebbero dovuto ucciderla quando ne hanno avuto l’occasione. Mi ha stupito la non reazione di Sisto, davvero arriverebbe a tanto, uccidere o lasciar uccidere la propria figlia, soprattutto dopo la perdita della minore?
Il loro tentativo di ottenere la collaborazione di Lorenzo Il Magnifico, ancora prigioniero, però, è fallita: Lorenzo è rimasto fedele a se stesso e ai principi della propria Repubblica, dimostrando ancora una volta una notevole forza, nonostante tutto. Un momento che ho apprezzato.
Il dialogo tra Sisto e il Generale ottomano ha messo in evidenza due punti: la terribile pratica utilizzata dagli Ottomani al tempo, ovvero prendere in ostaggio i bambini, soprattutto se figli di nobili, e tenerli per anni e anni (come accadde allo stesso Vlad III e al fratello) e lo scontro dovuto a motivi ideologici-religiosi, oltre al mero desiderio di conquista, l’estremismo a cui la religione può condurre, come l’uccisione in nome del proprio Dio di coloro che in quest’ultimo non credono, nonché, tramite le parole del Generale, la grandezza di entrambe le culture. Argomenti quantomai attuali, purtroppo.
Abbiamo scoperto che Caterina, madre di Leonardo, è in effetti viva, come si sospettava, e non solo. La donna è una veggente e proprio grazie ai suoi poteri ha rivelato l’importanza di Lucrezia nelle vicende del Book Of Leaves, sancendo in questo modo anche “il rientro in gioco”, per così dire, della donna, visto che il suo destino sembra essere quello di trovare la pagina mancante del libro. Il tutto, dunque, ha portato a Lucrezia, al momento toccante sulla tomba della sorella minore, che ha dimostrato come la donna abbia ripreso il controllo di se stessa e del suo destino, e, tramite lei, a Lupo Mercuri, che non vedevamo da tempo, il quale aveva sottratto la pagina presente negli Archivi Segreti del Vaticano. La pagina, tuttavia, sembra averlo portato alla follia, tanto da renderlo pericoloso; nonostante questo, Lupo potrebbe aver involontariamente procurato a Lucrezia proprio ciò che le serviva per realizzare la visione di Caterina, ovvero la pagina e la ragazza. E’ probabile, infatti, che lei sia proprio la giovane di cui la madre di Leonardo ha parlato.
Ancora una volta, Lucrezia si profila quasi come una “nuova Clarice”.
Nel frattempo, abbiamo assistito anche all’arrivo di Riario e della Signora Cereta a Firenze, con l’intento di ottenere l’alleanza con Roma per combattere l’invasione.
Il rapporto tra questi due personaggi mi intriga, poiché basato sul rispetto reciproco; la battuta di Riario in carrozza, “Come osate, Signora, accusarmi di avere un tale animo pacifico?”, è stata molto divertente. Una sottile ironia che ha ricordato tutto ciò di cui Girolamo è stato capace… e di cui è ancora capace.
Riario era più che convinto di poter convincere Leonardo a persuadere Nico e Vanessa e, dunque, di poter ottenere l’alleanza di Firenze con Roma, ma arrivato a Firenze ha scoperto che le sue aspettative non sarebbero state raggiunte così facilmente… e ora sarà più difficile che mai.
Avendo lui “tradito” il Labirinto con la liberazione di Leonardo, bisogna domandarsi se la sua lealtà sia ancora, davvero, con l’organizzazione… anche se la menzogna raccontata a Leonardo, in merito alla sua cattura da parte del Labirinto, e ciò che sembra aver fatto al povero Capitano Dragonetti parrebbe affermare la risposta positiva.
E tuttavia, è interessante notare che nell’allucinazione-visione di Leonardo, dello scorso episodio, Riario non è comparso come membro della delegazione del Labirinto. C’era Carlo De’ Medici, ma non c’era Girolamo, sebbene Leonardo avesse già, chiaramente, il sospetto di essere stato tradito da lui, come affermato in questa puntata.
Un indizio o un particolare irrilevante?
Assolutamente bellissima la frase che ha detto a Nico nella sala del Consiglio, un chiaro riferimento degli autori all’importanza di Niccolò Machiavelli nella cultura e nella storia italiana. La storia è costruita in modo tale da far pensare che saranno queste esperienze a portare Niccolò a scrivere la sua opera principale e più importante, ovvero “Il Principe” (dedicato e diretto proprio a Lorenzo Il Magnifico).
A Firenze, ancora una volta abbiamo ritrovato Vanessa e Nico. Grazie alla scena del Consiglio e, più tardi, al confronto con Riario e la Cereta, ancora una volta abbiamo visto la forza della giovane Vanessa. La notizia della morte di Clarice è giunta a Firenze e Vanessa si è dimostrata anche in questa occasione sempre più sicura di sé, padrona della situazione, con una precisa e fine strategia, un leader.
E, nel confronto con Leonardo, abbiamo visto che è stata l’unica in grado di far aprire il genio e portarlo, quindi, a confidarsi, a svelare il suo dolore e le sue paure, nonché l’unica dal quale Leonardo ha accettato di essere consolato e rassicurato.
Nico, il suo consigliere, sempre al suo fianco, a sua volta, ha mostrato la propria decisione e risolutezza non solo con Leonardo (bellissima l’irruzione sua e di Zo nel laboratorio di Leonardo per salvarlo) e con Riario, che ha affrontato da pari a pari, ma anche con la tenutaria della… casa di piacere, diciamo, con la quale è riuscito a ottenere il risultato che voleva grazie alla maggiore esperienza di Zo.
Entrambi hanno affrontato con saggezza Riario e la Cereta, ma a tal proposito mi chiedo: quest’ultima ha mentito riguardo a Lorenzo? Se sì, perché? Per ottenere solo l’alleanza o c’è altro? Oppure, più semplicemente, non avendo avuto notizie del Signore di Firenze lo hanno considerato morto?
Vedendo Nico osservare e descrivere Vanessa, tuttavia, la domanda non può non sorgere: il nostro giovane Niccolò Machiavelli è innamorato di Vanessa?
Una cosa è certa e innegabile: Zo, Nico e Vanessa sono la famiglia di Leonardo e lui, come ha affermato, lo sa bene. A parte Lucrezia, sono le uniche persone che ama rimaste in vita.
Infine, Leonardo. Il confronto con la madre lo ha portato a varie scoperte, tra le quali la relazione della madre stessa con Al Rahim, il suo pentimento per essersi unita ai Figli di Mitra, nonché la sua volontà che il figlio trovi, o meglio, ottenga la pagina e protegga Lucrezia, destinata a trovarla, e la giovane di cui ha parlato, Sophia, probabilmente colei in grado di leggerla.
Più che mai, dunque, c’è da chiedersi se quella di Leonardo fosse davvero solo un’allucinazione o se fosse qualcosa di più, una potenziale visione di un futuro (disastroso) e, ancora peggio, se Leonardo sia destinato a dover combattere sia i Figli di Mitra che il Labirinto. Senza contare Roma, una volta arginate le due “sette”.
Interessante notare che il suo esperimento con Zo ha avuto due funzioni: continuare a mostrare i suoi tentativi di inventare armi che possano fermare l’avanzata ottomana e reintrodurre nella storia Vlad.
Il finale dell’episodio lo ha portato finalmente a scoprire parte della verità su Riario: come reagirà e cosa farà? Riario è davvero l’assassino di Dragonetti?
(Piccola curiosità: la bellissima scena dell’inseguimento sui tetti, con la visualizzazione del percorso da parte di Leonardo, nella sua mente, per raggiungere il potenziale assassino e catturarlo, ha ricordato quella di Sherlock Holmes nel pilot di Sherlock.)
Vi lascio con il promo del prossimo episodio, “Liberum Arbitrium”.
Alla prossima settimana!