In attesa della settima stagione di The Walking Dead, abbiamo parlato con il protagonista della serie, Andrew Lincoln (Rick Grimes), che ci ha raccontato uno dei suoi momenti preferiti della prima stagione.
EPISODIO: “DAYS GONE BYE”
MOMENTO: RICK SPARA ALLA BAMBINA ZOMBIE IN TESTA
Questa è la prima scena del primo episodio, che ha predisposto il tono per tutto quello che poi ne è seguito. Al suo risveglio Rick Grimes (Andrew Lincoln) trova questa carneficina post-apocalittica sulla strada, ma quello che scopre ad una pompa di benzina abbandonata è ancora più orribile – la bambina, che indossa le sue ciabatte a forma di coniglio ed ha un orsacchiotto in mano, è uno zombie. Nel momento in cui Rick spara in faccia alla bambina, si è aperto un nuovo mondo: questo è un nuovo show con nuove regole. Abbiamo parlato con Andrew Lincoln di questa famosa scena e di suo suocero (Ian Anderson dei Jethro Tull), che ha seguito tutto quanto in diretta.
ENTERTAINMENT WEEKLY: Questo è il tuo primo omicidio sul piccolo schermo. È stato anche il primo della tua carriera?
ANDREW LINCOLN: Il primo omicidio è in realtà quello della bambina sulla bicicletta, girato il primo giorno. Quella scena è stata la prima cosa che abbiamo girato. Mi ricordo benissimo quanto sia stato straordinario e strano.
La scena di apertura invece è stata girata la seconda settimana, perché mio suocero suonava in città ed è venuto a farmi visita sul set con mia suocera. Sono stati seduti dietro il regista, Frank Darabont, per tutto il giorno. Frank è un grandissimo fan dei Jehtro Tull, e io ero così concentrato sulla mia parte e sulla scena, che non li ho presentati. E Frank non mi ha mai perdonato per questo. Hanno addirittura una foto insieme e non li ho presentati. È stato il momento più maleducato di tutta la mia vita – nei confronti dei miei suoceri e del mio geniale regista. Mi perseguita tuttora questo fatto.
Come è stato quando sei arrivato sul set per questa scena e hai visto tutte queste macchine bruciate e il disastro per strada?
Mi ricordo di essere arrivato sul set e di aver visto quel tir distrutto e di aver pensato, “Porca merda, c’è stato un fottuto incidente!” E poi qualcuno mi ha detto, “No, sei nel posto giusto. Questo è il tuo set.” Questo è il momento in cui ho iniziato a realizzare la portata dello show. Camminare fino a quella stazione di servizio è stato assolutamente eccitante. È stata l’esperienza più incredibile che abbia mai fatto – e terrificante al tempo stesso. E questo ha preparato il tono ed il livello della prima stagione. Ho sempre visto la prima stagione come la storia di un uomo che si sveglia in un nuovo mondo. Quindi c’era una grande ambizione per l’ambientazione e la sua portata.
Frank Darabont ha detto che il teaser di apertura è il manifesto di tutta la serie. Sei d’accordo?
Totalmente. Ho amato lavorare con Frank e mi ricordo che quando lui mi ha mostrato il teaser, ho iniziato a ridere. Ero davvero sconvolto da quello che stava succedendo e di come lui fosse riuscito a mettere insieme le scene. Ricordo di aver detto, “Questo è quello che verrà rilasciato?” e lui ha risposto, “Si.”, così ho continuato “Oddio!” e lui, “Si, stiamo cercando di raccontare una storia.” Non hai bisogno di sapere nient’altro. Mostra in un brevissimo lasso di tempo esattamente quello che è lo show. E quello che è il suo mondo. E le estremità del mondo. Non riesco ad immaginare un inizio più d’impatto, più sconvolgente, più eccitante e più terrificante. È horror e non troviamo scuse. Ma cerchiamo anche di essere emotivi e coinvolgenti al tempo stesso. E non è quello che credevate di vedere.
Che tipo di interazione hai avuto con Addy Miller, che interpreta la ragazzina zombie a cui hai sparato?
Addy è stata fantastica ed il makeup era fenomenale. Non l’avevo incontrata prima, quindi ero semplicemente grato di questa terrificante apparizione. Ero piuttosto solitario, non dovevo parlare con nessuno, a causa della natura della storia. Quindi ho pensato che fosse un momento piuttosto imbarazzante, perché entro 30 minuti avrei dovuto usare una pistola contro una ragazzina, quindi mi sembrava giusto presentarmi. Così ho detto, “Guarda, mi dispiace molto di tutto questo e spero non ti dispiaccia se devo spararti.” Io ero molto sconvolto della natura della scena. Ero stressato. Ma lei mi ha detto “Sto bene, dai facciamola.” E lei aveva 8 o 9 anni all’epoca e ha continuato, “Dai amico, torniamo a lavorare. Siamo professionisti qui.”
Quindi lei era completamente a suo agio con l’intera idea. Mentre io ci pensavo e ripensavo, cercando di scusarmi per ore, lei è stata magnifica. Mi ricordo di aver guardato i miei suoceri ad un certo punto, e loro sembravano contenti, ma estremamente confusi e disturbati al tempo stesso. E ho pensato che quello era esattamente quello che volevamo. Ecco. Questo era il risultato perfetto!