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Suits 8×13 – Questioni di Karma

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Suits 8×13 – Questioni di Karma

Bentornati!

Dai che ce la facciamo! Finalmente, dopo due episodi meh di “Suits”, Korsh e soci hanno scritto una puntata degna della serie tv che seguiamo da otto anni or sono. Certo, i tempi di gloria sono lontani ma tutto sommato questo episodio mi è piaciuto molto e ne sono rimasta decisamente soddisfatta.

Iniziamo dalla storyline principale: l’idea di riprendere, dal nulla, un grave illecito – a fin di bene ma pur sempre illegale – commesso mesi prima, è stata molto furba. Come nella vita reale, le palle curve ti colpiscono quando meno te lo aspetti e noi spettatori e lo studio legale ci siamo ritrovati catapultati in un ricatto pericolosamente ben fondato.

Ciò che ha reso efficace questa storyline è che, contrariamente al passato, questa volta le basi per finire nei guai c’erano tutte e il ricattatore – uomo cattivo ma interpretato da un attore che adoro (“Stitchers”, quanto mi manchi!) – aveva tutte le carte giuste in mano per vincere. E la tensione, vi assicuro, l’ho percepita fino all’ultimo secondo.

Personalmente ho apprezzato le reazioni di tutti i personaggi coinvolti: dall’arroganza che mascherava il terrore di Harvey, alla rabbia di Donna e la lealtà di Stu, al comportamento di Kevin Miller (Erik Palladino, è sempre una gioia vederti) e a quello del mio amato Sean Cahill, probabilmente uno degli avversari del passato che ho apprezzato di più.

La palma come “Amazing Human/Genius” (cit. “Brooklyn Nine-Nine”) se la merita Donna Paulsen (AGAIN!): suo il piano per farla franca e tutto basato sul miglior talento della Paulsen, ossia la psicologia.

Kudos anche per la storyline che ha coinvolto Samantha. Ottima l’idea di approfondire il passato di Sam, molto interessante lo svolgimento: l’intera storyline mi ha coinvolto emotivamente e ha consentito di avere una spiegazione per alcuni aspetti del carattere del personaggio e per le motivazioni che si celano dietro molti suoi comportamenti.

Unica nota dolente della puntata (ma non poi così tanto) è la storia Katrina-Brian che prosegue sulle strade del melodramma: questa volta hanno deciso di continuare a lavorare insieme cercando di mantenere le distanze. Ci riusciranno? Si accettano scommesse.

A latere, ma non meno importante, è la progressione del personaggio di Louis: accantonato nel corso della puntata per fare spazio alle altre storyline, compare quel tanto da ricordarci che «pesante è il capo sul quale poggia la corona», come dice il proverbio. Per una volta, devo ammettere, di avere apprezzato lo scambio fra lui e Robert e l’aver deciso di costruirlo in maniera tale da spiegarci il perché della tensione che grava sul personaggio di Litt.

In conclusione, Donna Paulsen.

Sto avvertendo un cambiamento in Donna. E’ bastato aver accettato il consiglio di Gretchen la scorsa puntata e aver anteposto se stessa e le proprie necessità a quelle dello studio e di Harvey, per innescare un’evoluzione del suo personaggio che potrebbe portare a risvolti interessanti. Thomas si sta rivelando un buon mezzo narrativo.

La scena che ha concluso l’episodio – Harvey che non riesce a parlare né con Donna né con Mike – mi sembra promettere bene per il futuro: non tanto in termini di felicità del personaggio, quanto dal punto di vista della qualità della sceneggiatura. Che stia arrivando un cambiamento anche per Harvey? Vedremo. Nel frattempo, la prossima puntata, vedrà il ritorno di un volto molto amato. Per lo meno da me.

Se volete sapere chi, guardate il promo qui.

A voi cosa è parso dell’episodio? Harvey si sveglierà mai dal suo torpore? Katrine e Brian riusciranno a tornare ad essere solo amici? Donna perderà mai la pazienza e manderà a quel paese tutti? Louis avrà un’altra crisi di nervi? Ma soprattutto, secondo voi, dove andrà a parare questa seconda parte di stagione? Perché a me sembra stia vagabondando senza meta.

Vi aspetto nei commenti.

Suits Italia

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