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Pilot Addicted | The Royals

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Pilot Addicted | The Royals

E! Presenta la sua serie tv intitolata The Royals e noi non possiamo fare a meno di vederla e commentarla con voi. Ecco un po di prime impressioni dello staff su questo nuovo show!
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The Royals, prima serie originale di E! Entertainment, mette sullo schermo la vita, gli intrighi, i problemi e le vicende di una fittizia famiglia reale britannica dei giorni nostri che in questo primo episodio si ritrova scossa da un forte lutto che potrebbe mettere in discussione l’esistenza della monarchia stessa. Ora prendete questa trama, prendete una principessa sregolata, di quelle che finiscono sulle copertine per il proprio comportamento inadatto ad una del suo rango ed un principe che perde la testa per una ragazza “comune” figlia del capo della sicurezza e per nulla intimidita dalla famiglia reale, aggiungete un Re dal cuore grande, distrutto dai sensi di colpa, che ama il suo Paese ma ancora di più ama la sua famiglia (e che mi ha quasi strappato una lacrimuccia) e una Regina che tenta di proteggere tutti dagli scandali e dalla stampa e dai problemi che potrebbero colpirli e perciò anche di mantenere il controllo sui suoi figli e sulle loro vite, metteteci anche il viscido fratello del re e le sue strampalate e stupide figlie e voilà: avete appena ottenuto il vostro nuovo guilty pleasure settimanale… O per lo meno il mio! Saranno stati i personaggi, forse troppo stereotipati ma allo stesso modo con tanto da dire, o il cast con una splendida Elizabeth Hurley, un Vincet Regan che mi ha veramente colpita, Alexandra Park attrice che non conoscevo ma vuoi per il personaggio, vuoi per l’interpretazione terrò sicuramente d’occhio e il bel William Moseley che per me però resterà sempre Peter Pevensie, o le musiche, o semplicemente alcune dinamiche non proprio originali ma non per questo meno interessanti, fatto sta che che finita la puntata ho sentito subito il bisogno di vederne il continuo e di inserire questa nuova serie nella mia settimana telefilmica.
Certo è che che dal pilot non è semplice inquadrare una serie, o definire del tutto i personaggi o inquadrare bene verso quale direzione verranno portate avanti le vicende ma per quanto mi riguarda PROMUOVO la serie per quello che è, una boccata d’aria fresca e una buona dose di trash per passare una serata leggera in compagnia di questi strani reali d’Inghilterra.
– Claw

The Royals è il classico esempio di cosa poter guardare, per ridere, in un pomeriggio piovoso in cui non si ha un cavolo da fare e si è finito di recuperare tutte le serie in arretrato. Innanzitutto: dimenticate a casa qualsiasi pretesa, qualsiasi pregiudizio sul trash, qualsiasi desiderio di una storia realistica o in qualche modo somigliante la realtà. The Royals non è fatto per questo, è fatto per divorare popcorn mentre si guarda una finzione sui problemi di gente palesemente più fortunata di noi, che per tutti i pipponi mentali che si fa, viene a risultare più sfortunata. Un po’ come un Gossip Girl 2.0, insomma. Inghilterra. Il principe ereditario muore in un incidente non ben specificato (Non è specificato neanche il principe, in realtà… Nemmeno ci fanno vedere una sua foto…) Questo riunisce la disfunzionale famiglia reale inglese dell’ambientazione, che comprende: Il Re, che sembra l’unico dotato di materia grigia e di cuore, che in mezzo a quel marasma di psicopatici e drogati ha la stessa valenza di una rosa bianca in un giardino appena concimato. La Regina, una Kate Middleton invecchiata a botox, con dei tubini impellicciati imbarazzanti (ho capito che gli inglesi si vestono male, ma…) e un senso dell’inappropriato decisamente soggettivo. La Principessa, fricchettona dark figlia illegittima di Maradona e sponsor di Roberto Cavalli, in tubini un po’ più imbarazzanti della madre e solo perché i suoi sono argentati. Il Principe Liam, palese protagonista, nuovo ed inaspettato erede al trono, ragazzotto acqua e sapone che vorrebbe solo farsi un piatterello di fattacci suoi ma non può più. Lo zio bastardo con le due figlie più dementi che io abbia mai visto, indubbio cattivo della situazione. Attorno alla famiglia gravitano tutta una serie di guardie del corpo più o meno serie, tra cui il capo delle stesse, che ha una figlia, Ophelia. Anche lei acqua e sapone, classico tipino dall’apparenza angelica e dal carattere forte, che se l’è fatta col principe per una notte e improvvisamente si risveglia nel letto del futuro re, convinta che fosse solo un’avventura. OVVIAMENTE non sarà così. Ed altrettanto ovviamente la cosa non è gradita alla regina. Insomma… The Royals è un cliché ambulante, quasi videoludico per quanto è superficiale, con punte di affettato sentimentalismo preconfezionato ed un raro quanto piacevole (mi tocca dirlo) sfoggio di ambientazioni davvero da mozzare il fiato. La storia, per il momento, non ci regala niente, tranne qualche sottile riferimento ad Amleto, che ci potevamo volentieri risparmiare, e dialoghi di una banalità quasi ridicola. Ma si sa… I pilot non sono sempre affidabili, quindi darò al tutto una possibilità almeno fino alla terza puntata. Buona visione! Se state cercando un guilty pleasure leggero e senza troppe pretese, The Royals fa per voi!
– Ocean

La monarchia inglese presa in giro, piena di inganni, dissimulazioni, vita dissoluta e intrighi. Sembra una telenovela!
La questione è all’apparenza semplice: questo pilot ci regala situazioni che sanno di già visto, parodie delle reali maestà britanniche, inquadrature alla “Centovetrine”, intrighi a corte che potrebbero lasciarci col fiato sospeso… Ma fino a un certo punto. Eppure – EPPURE – devo dirlo, ho trovato il mio guilty pleasure estivo!
Il recensore che è in me soffre profondamente per la banalità di questa serie che però mi ha lasciato col sorriso sulle labbra, mi ha in qualche modo emozionato e soprattutto ha saputo introdurre personaggi che già mi sembrano interessanti. Elizabeth Hurley è una regina multisfaccettata: fredda, minacciosa, abituata a nascondere le proprie emozioni da una vita per la quale era predestinata e che ha accettato in toto. Il Re (termine sbagliato, comunque, il suo ruolo è quello di Principe Consorte) che, invece, vorrebbe scappare da quella vita, diventare una persona comune e dare ai propri figli un futuro migliore. Eleanor, la secondogenita, personaggio cliché che però mi è piaciuto fin da subito: ottimo spunto comico e tragico. L’attrice mi ha convinto moltissimo, è già la mia beniamina. Liam, terzogenito e futuro re, è interpretato dal Re William Pevensie delle “Cronache di Narnia”: personaggio con buon potenziale di crescita, al momento impegnato nella love story con la figlia del capo della sicurezza. Una ship che è salpata nei primi due secondi di interazione fra i due. La ragazza, Ophelia – un nome che è un programma, la faranno crepare? –, è un altro cliché ambulante ma non per questo meno riuscita.
Completano il ritratto di famiglia, il fratello del principe consorte che nasconde più di un segreto, e le sue due figlie strampalate, caricatura delle reali figlie di Andrew, principe di York.
Questo pilot è scontato, sopra le righe, uno stereotipo ambulante, senza pretese ma già mi piace. Mi ha divertito molto e l’ora è volata via senza che me ne accorgessi per cui penso proprio che continuerò a guardarlo.
Naturalmente ve lo sconsiglio se ci tenete alla vostra buona reputazione da «solo da House of Cards in su», ma per come la vedo io, la dignità ogni tanto vale la pena perderla.
– The Lady And The Band

Quando ho visto il promo di questa serie targata E! ho pensato di segnarmi per dire la mia sul pilot perché ero in un periodo in cui credevo di essere in astinenza da trash e trovate da soap con fondo di intrigo familiare. Nel frattempo (e meno male, aggiungo!) la mia propensione è cambiata, mentre The Royals si è rivelato essere esattamente quello che prometteva nel trailer. Questa è una premessa necessaria prima di decidere se dare o meno una chance non solo alla serie in generale, ma anche solo a questo primo episodio: di show che mettono in scena i drammi di famiglie ricche e potenti ne abbiamo visti a iosa nel passato, qui la differenza principale è che i protagonisti non solo non sono ordinari, ma fanno parte della famiglia reale inglese! Ovviamente tutto fittizio, anche se mi sono dovuta sforzare per non inquadrare il comic relief dell’episodio (le due cugine superficiali e un po’ racchie) come personaggi ispirati, con le dovute esagerazioni del caso, ad Eugenie e Beatrice di York. Nell’arco dell’episodio i membri della famiglia ci vengono presentati in ruoli molto stereotipati: la matriarca (Elizabeth Hurley, forse il motivo principale per cui nella mia testa associavo questo drama a Gossip Girl) dal contegno ferreo, ossessionata dall’immagine pubblica della famiglia e sinteticamente descrivibile con l’espressione “icy bitch”; la figlia drogata e fuori controllo; il figlio secondogenito che all’inizio volevano farci passare per un donnaiolo ma che con quella faccia sta molto meglio impegnato in una relazione amorosa come lo vediamo alla fine (anche qui, stereotipi a non finire con l’affaire con la ragazza “comune” ostacolato dalla madre di lui); uno zio viscidone che si prospetta come una specie di Scar de Il Re Leone (forse a tratti anche troppo sopra le righe pur dovendo essere, appunto, un villain viscidone); un re che è forse il membro più normale, umano e ragionevole della famiglia, e di certo quello con cui si è più portati a empatizzare. Il tutto scandito da due perni principali attorno a cui ruota la trama: un lutto e una decisione rivoluzionaria, per mantenerci sul vago.
Il ritratto che la serie sembra voler fare è quello di una monarchia decadente, in cui regnano il vizio e l’opulenza eppure tutti sembrano scontenti di tutto, e tutti sembrano avercela con tutti. La verità è che quello che viene fuori è un’accozzaglia di drammoni da soap, finti giochi di potere e personaggi mal tratteggiati dai rapporti incerti (forse l’unico momento emotivo degno di nota è stato il tête-à-tête tra padre e figlia davanti alla torta del Primo Ministro, anche se lei era abbastanza fatta) e credo che tutto sommato, visti gli standard del canale, non si volesse ottenere molto più di questo. In sostanza, consigliato solo a chi ha voglia di torturarsi con del sano trash da family drama con in più la cornice di saloni principeschi e tutto ciò che la vita da reali implica.
-Ale

Voi non avete idea, miei cari fellow addicted, del dilemma che ho dovuto affrontare per vedere questo pilot, per la prima volta nella mia carriera da addicted. Con “The Royals” sono stata infatti sul punto di abbandonare l’idea di intraprendere questo nuovo percorso almeno dieci volte anche perché la combinazione di promo e commenti post messa in onda era stata fatale. Sebbene io odi usare questo termine, per una volta The Royals sembrava incarnare tutti quei caratteri che riempiono l’etichetta tanto amata di TRASH e tutto lasciava presagire che non ci sarebbero state sorprese. Ma ad ogni modo, sia nel bene che nel male, non amo basarmi soltanto sui commenti altrui per giudicare una serie tv e alla fine ho dovuto anche ricordare quale fosse l’UNICO motivo per cui ero intenzionata a dare una possibilità a questa serie fin dall’inizio, il motivo ha un nome e un cognome: MARK SCHWAHN, meglio conosciuto come il creatore della migliore serie tv al mondo! (Giudizio personale ovviamente!) E la domanda nasceva spontanea: come poteva il mio grande amore aver fatto centro al primo colpo e fallire così miseramente al secondo? Ed ecco quindi che comincio a guardare il pilot. La trama sembra donarsi in pasto ai gran criticoni del genere: al centro di tutto, come sempre, c’è la famiglia reale britannica, con il suo re e la sua regina, con il principe bambolotto e sicuro di sé e la principessa strafatta che spazzola ogni tipo di sostanza stupefacente presente in tutta Europa, allergica ovviamente agli indumenti intimi. Che dire, indubbiamente trash. Ma poco dopo l’inizio dell’episodio pilota, qualcosa inizia a cambiare e non solo nella storia ma anche nell’atmosfera che si respira nella serie, è come se minuto dopo minuto la mano di Mark Schwahn cominciasse a farsi sentire, a farsi riconoscere, lasciando una prima, debole impronta sullo stile del telefilm. Il figlio maggiore della famiglia reale infatti viene ucciso mentre serviva nell’esercito come suo padre e suo nonno prima di lui, portando quindi la sua intera famiglia a dover fare i conti con un evento che rimette in discussione tutte le certezze e che costringe ogni componente a guardarsi nello specchio per accettare esattamente chi o cosa si è diventati. L’affascinante ma gelida regina decide di affrontare il suo lutto nell’unico modo che sembra conoscere, quello di sovrana che mantiene la sua fierezza anche di fronte alla bara del suo primogenito, non concedendosi neanche un attimo per piangerlo come una mamma dovrebbe fare; la principessa ribelle soffoca tutto il suo dolore e le sue insicurezze in qualsiasi cosa possa annebbiarle ogni minimo pensiero, ogni piccola emozione, dimostrando però in piccoli momenti il suo incredibile bisogno di essere vista per davvero; il principe belloccio, che non poteva essere più ispirato a William neanche se lo avessero chiamato con il nome completo, dimostra più cuore e coraggio di quanto avessimo potuto immaginare concedendosi la possibilità di essere sé stesso e non solo il futuro re d’Inghilterra mentre l’attuale re, dilaniato dalla perdita di suo figlio, mette in dubbio le più profonde radici della sua stessa esistenza, esprimendo il desiderio di mettere fine alla monarchia, a quel regno che ha sottratto un figlio a suo padre (ci sono buone probabilità che muoia presto). A completare il quadro ci sono i due personaggi onestamente migliori al momento, il capo della sicurezza della famiglia reale e sua figlia Ophelia, emblema del lato più puro e popolare di un mondo così sfarzoso. La presenza di Mark Schwahn in questa serie comincia a sentirsi nelle parole, nei sentimenti mostrati in tutta la loro profondità: nel dolore di una padre che piange la morte di suo figlio o di una giovane donna che potrebbe conquistare il mondo e che invece non si ritiene degna neanche del minimo rispetto; nell’amore che potrebbe nascere tra due ragazzi come Liam & Ophelia che non potrebbero essere più diversi ma che scelgono di lottare contro le barriere che sembrano dividerli pur di non avere rimpianti ma più di tutto Schwahn si avverte nella potenzialità che la storia ma che soprattutto i personaggi hanno di lasciarsi indietro la loro iconicità e diventare qualcosa di più. L’uso massiccio delle colonne sonore sono un richiamo bellissimo al favoloso mondo di Tree Hill di cui The Royals sembra voler rappresentare il suo più antitetico seguace. In definitiva, ciò che in tanti chiamano TRASH, ancora una volta, per me diventa la speranza di una piacevole sorpresa. Il pilot di The Royals non è il fenomeno mediatico dell’anno né l’episodio migliore della stagione e potrebbe essere cancellato anche domani ma c’è qualcosa in questa serie tv, qualcosa che non può essere ignorato e questo qualcosa è Mark Schwahn.
– Walkerita

Voi avete visto questo pilot cosa ne pensate? (NDR: le soundtrack sono splendide!) Correte a dircelo nei commenti!

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