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The 100 | Recensione 4×04 – A Lie Guarded

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The 100 | Recensione 4×04 – A Lie Guarded

Le carte in tavola si sono completamente ribaltate e i due fronti fino a ora separati stanno per ricongiungersi: una quarta puntata che finalmente riporta l’azione al centro della scena. Come preannunciato, la situazione di equilibrio era troppo precaria per durare, sia a Polis che ad Arkadia.

Comincerei proprio da quest’ultima, giusto perché mi piace poter dire “te l’avevo detto”. Sin dall’inizio ho sostenuto che Raven, la voce della ragione, meritasse di essere tenuta in più alta considerazione, che lei fosse una delle poche ad avere effettivamente una visione d’insieme, e le sue preoccupazioni si sono rivelate più che fondate. Clarke si è presa sulle spalle il carico di una responsabilità più grande di lei, troppo grande per la sua età e per la sua capacità di scegliere. Non metto in discussione che abbia delle grandissime doti come leader, che la scelta dei nomi da mettere su quella lista sia stata estremamente difficile e che, nonostante questo, abbia saputo mantenere il sangue freddo e ragionare in funzione delle migliori possibilità di sopravvivenza della specie umana, ma Monty ha ragione: quella scelta non spettava a lei. A prescindere quella scelta non andava fatta. La verità doveva essere detta fin dal principio, in modo tale che tutti avessero la possibilità di avere una reazione sana.

Si sarebbe potuto creare il panico, avrebbero potuto scatenarsi delle rivolte, oppure semplicemente le persone avrebbero potuto dimostrare ancora una volta di essere disposte al sacrificio in nome di un bene più grande, o anche solo per salvare qualcuno che si ama, come già era accaduto sull’Arca all’epoca dell’espulsione dei trecento. La soluzione di Jaha è servita unicamente a raffreddare gli animi e a dimostrare che ciò che unisce l’ingegnere e il santone è la capacità di saper parlare alle masse. In un certo senso non mi sento nemmeno di essere troppo severa nei confronti di Clarke: ripeto, ha dimostrato più e più volte di essere una brava leader, ma ha in parte questa tendenza al martirio per cui, in qualunque situazione, deve essere lei a risolvere ogni problema e farsi carico di tutti i mali del mondo; d’altra parte non c’è nemmeno nessuno con un po’ di esperienza in più che si offra di sostituirla – danno tutti per scontato che lei ce la possa fare.

Sull’altro fronte, anche a Polis l’equilibrio fra Azgeda e Skaikru si spezza. Non dire la verità si è rivelata una scelta sbagliata su tutti i fronti. Scoprendo per vie traverse (aka Bellamy catturato da Echo) che Arkadia, non solo sta mettendo in sicurezza l’Alpha Station, escludendo così dall’equazione per la salvezza i Grounders, ma sta cercando anche un modo di ricreare il sangue nero, mettendo così in serio pericolo la sovranità di Roan, il patto si può considerare bello che andato e Kane and Co. diventano il nemico pubblico numero uno. Azgeda ovviamente sceglie la strada della vendetta e decide di marciare su Arkadia pronta alla guerra. Octavia è l’unica speranza per far sì che gli Skaikru non si trovino impreparati all’arrivo dell’esercito di Roan, ma è una speranza alquanto flebile dopo le ferite che ha riportato nello scontro con Echo: sostanzialmente è una dura lotta contro il tempo. È comunque bello ricordare come Octavia si sia conquistata in qualche modo il rispetto di tutti i Grounders, tanto che Echo, credendola morta, si congeda da lei come avrebbe fatto con un vero guerriero suo pari. Come è anche verissimo il discorso che Kane rivolge a Octavia: lei è a tutti gli effetti una guerriera, si reputa tale, ma seguire unicamente la vendetta sta corrompendo il suo spirito e rovinando la sua lealtà al ricordo di Lincoln: un vero guerriero sa quando fermarsi, sa quando è giusto uccidere e quando agire in tal modo è solo un atto di violenza senz’anima.


L’urlo di Bellamy alla notizia della sua presunta morte è straziante, perché, oltre al dolore di un fratello che la ama più della sua stessa vita, c’è la consapevolezza che quell’addio è avvenuto senza un chiarimento. C’è speranza che quando si rincontreranno, se Octavia riuscirà a sopravvivere alle ferite e se Bellamy riuscirà a liberarsi, quel momento sarà puro pathos.

Nel frattempo gli altri continuano nella ricerca di una cura, raggiungendo a fatica il laboratorio di A.L.I.E. per scoprire il metodo di ricreare il sangue nero, così come Becca aveva fatto in origine. Luna porta a galla l’interrogativo che ricorda la questione di Mount Weather: se non trovassero altra soluzione, fino a dove sarebbero disposti a spingersi pur di salvarsi? Addirittura a sacrificarla?

Luna ormai ha perso tutto quello per cui valeva la pena vivere (in ultimo Nyko) e mi è sembrato ovvio che toccasse a Raven confrontarsi con lei: nonostante tutto il dolore e tutte le perdite, e Raven conosce certamente la situazione, c’è ancora qualcosa per cui vale la pena lottare, c’è la speranza di poter salvare qualcuno. Sono le scelte che ti definiscono, il modo in cui decidi di affrontare la vita, anche se non sai quanto potrà durare (un bell’insegnamento che forse anche Jasper dovrebbe recepire).

Ed è quello che tutti sono disposti a fare, a proteggere Luna e il suo black blood anche a costo della vita, pur di mantenere viva la speranza per coloro che resteranno. L’isola però nasconde evidentemente minacce che non ci erano state mostrate prima, all’epoca del soggiorno di Jaha e Murphy, per cui ovviamente l’aver raggiunto il laboratorio non assicura a nessuno la salvezza.

Se questa settimana abbiamo avuto più azione, beh, a giudicare dal promo, era solo un assaggio!
Voi cosa ne pensate? Siete preoccupati per Octavia? Jaha veramente non cercherà di riprendersi il suo ruolo di cancelliere? Abby troverà una cura?

 

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2 COMMENTS

  1. Bela recensione come sempre!! Episodio pieno di azione, dopo i primi “introduttivi” stiamo entrando nel vivo dell’azione.
    Ovviamente l’alleanza tra Azgeda e Skaikru non sarebbe durata, e temo che ovviamente il laboratorio di A.L.I.E. riserverà altri pericoli (mi sembra troppo semplice averlo trovato così e avere tutto a loro disposizione).
    La morte di Niko mi è dispiciuta, era un personaggio presente dall’inizio che aveva fiducia negli Skaikru, ma capisco che servisse da motore per la reazione di Luna (personaggio che comunque a me continua a starmi sulle scatole).
    L’apparente morte di Octavia mi ha lasciata a bocca aperta, vedere che Eko fosse dispiaciuta le ha dato un pò di umanità, dato che anche lei, al pari di Octavia, è un personaggio ormai spietato…
    Staremo a vedere se O riuscirà ad avvisare i suoi in tempo e magari scopriremo che fine ha fatto Indra.

    Ultima cosa: ma non è stato il compare di Bellamy ad aver spifferato tutto? Per questo gli tagliano la gola?? Non me lo vedo Bellamy a rivelare tutto così, nemmeno sotto tortura…

    • Sicuramente la situazione non proseguirà in modo facile, nè sul fronte Azgeda nè al laboratorio di A.L.I.E., ma siamo solo alla quarta puntata, se fosse facile non sarebbe The 100 e non ci prenderebbe tanto!
      Concordo su Nyko, che ho sempre trovato un gran bel personaggio: penso che lui, come Lincoln, incarni l’ideale del guerriero che Kane ha descritto a Octavia, che non è solo un combattente ma soprattutto un uomo che pone la lealtà al di sopra di tutto. Su Luna ho ancora opinioni contrastanti: a volte ha delle note estremamente arroganti che la rendono insopportabile, altre invece mostra un carisma incredibile che me la fa amare; sicuramente vederla interagire con gli altri sarà interessante.
      Su Bellamy hai ragione, errore mio; anzi ha fatto bene a sottolinearlo perchè effettivamente non è proprio nel suo stile. Il suo compagno era talmente inutile che me lo sono dimenticata 😀
      Grazie di essere passata!

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