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Spellbook 1×10 – Two Souls

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Spellbook 1×10 – Two Souls

Spellbook 1×10 Two Souls

Colonna Sonora: Fellowship

“C’erano due anime. Due che non venivano da una, ma erano scisse, quindi capaci di intendere il bene e il male in egual misura. Erano due fratelli nati dall’unione di una madre umana e un padre che racchiudeva in sé l’inizio della magia. Il suo nome era Magnus, era un uomo capace di trasformare l’acqua in materiale solido o viceversa, di adirare gli animali con un semplice suono proveniente dalla sua bocca, o di accendere un fuoco nel palmo della sua mano, e spegnerlo anche. Magnus era visto come qualcuno da allontanare, nonostante non fosse di animo oscuro, non avrebbe fatto del male a qualcuno intenzionalmente, ma gli eventi potrebbero averlo spinto ad usare queste sue abilità contro gli altri abitanti del piccolo villaggio di Olion.

Essi lo vedevano come una minaccia da allontanare, non come un Dio da venerare, anche se inizialmente fu proprio così. Il fuoco li spaventò, Magnus era troppo potente per loro, ma anche troppo buono per ribellarsi al volere dei suoi compaesani. Dopo un brutto incidente, di cui non ci è dato sapere, egli si recò nelle foreste e decise di viverci. La natura divenne la sua dimora, e quelle abilità che tanto lo avevano allontanato dalla gente, gli tennero compagnia.

Magnus rimase solo per dieci primavere, riscaldandosi con l’incantesimo del fuoco, grazie al quale cucinava anche il suo cibo, e mai trascurando il suo bell’aspetto, facendo dei lunghi bagni al lago. Le creature che popolavano il bosco non osavano avvicinarsi, sapevano di che cosa era capace.

Nessuno si avvicinava a lui, non più. Tutti speravano che fosse solamente un caso a sé, che qualcuno avesse sbagliato e casualmente lo avesse portato sulla terra per essere punito a causa di una qualche trasgressione in una vita passata, tutti speravano che sarebbe rimasto lì, nella foresta, e che quegli alberi sarebbero stati gli unici testimoni della sua esistenza.

Ma non fu così, nel suo ventisettesimo anno di vita, Magnus incontrò Alisa, una splendida fanciulla dai capelli color corvino e le gote di un rosso incredibilmente naturale, i suoi stessi occhi erano puri, come la sua anima. Alisa fu affascinata da quest’uomo che viveva nelle foreste e sapeva trasformare le pietre in fiori profumati. I due iniziarono a vedersi abitualmente, di nascosto. Il padre di Alisa era un importante esponente della comunità di Olion, che quando scoprì il tutto rinchiuse la figlia in casa e le impedì di attraversare il confine che dava sulla foresta. Magnus, adirato per aver perso la sua amata a causa degli umani, decise di irrompere nel villaggio e di riprendersi Alisa, strappandola via per sempre ad una vita che lei stessa odiava.

Magnus e Alisa costruirono una vita assieme nelle foreste, vivendo in armonia, amandosi e rispettando la natura. Il giorno del trentesimo anno di vita di Magnus nacquero due bambini, gemelli identici. Il frutto dell’amore più puro; E uno lo chiamarono “Arbor” perché nacque per primo sotto la protezione dell’albero narrante, e uno lo chiamarono “Ardens” perché nei suoi occhi ardevano le fiamme che Magnus aveva acceso per scacciare via la creature curiose.

La famiglia era completa, i quattro vissero felici e in armonia per quattordici primavere, fino a quando una notte di luna piena, Arbor e Ardens furono svegliati dalle fiamme che si alzavano nel villaggio, e dal fumo che arrivava fino al cuore delle foreste. I due cercarono i genitori, ma non li trovarono. Cautamente si avvicinarono all’entrata del villaggio, la folla era in tumulto, Magnus e Alisa erano stati catturati e messi al rogo, gli abitanti del villaggio decisero di lasciare i gemelli vivere, non avendo prova di qualsivoglia attività magica legata a loro due, d’altronde, erano solo due giovincelli. Arbor e Ardens scapparono impauriti, tornando nel cuore della foresta, e promettendo di non mettere mai piede nel villaggio o di avvicinarsi a quelle persone.

Gli abitanti di Olion tirarono un sospiro di sollievo. Magnus era morto, quelle strane abilità erano morte con lui, o almeno così credevano.”

“Che palle!”

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Tatia sbuffa, palesando la sua innata impazienza e la sua incredibile svogliatezza nell’ascoltare qualsiasi tipo di racconto che non la riguarda, anche quando è legata ad una sedia con una strana corda, e una strega innaturale tiene un coltello puntato verso di lei.
Tatia: la conosco la storia, ok?
Lane fa cenno di no con il capo, tenendo stretto il pugnale

Lane
Lane

Lane: non la conosci fino in fondo.
Tatia: mio padre mi ha detto tutto di Twinswood. E poi, se devi uccidermi, fallo e basta.
Lane si avvicina alla ragazza, velocemente, guardandola negli occhi.
Lane: non hai capito la situazione in cui ti trovi, ragazzina.
Tatia: oh, tu non hai capito la situazione in cui ti trovi. Non appena mio padre saprà cosa hai fatto, lui… ti mangerà.
Tatia accenna uno spavaldo sorriso, noncurante realmente della situazione in cui si trova.
Lane: tuo padre morirà. E succederà presto.
La ragazza non può fare a meno che ridacchiare, nonostante la situazione non sia delle più rosee, questa affermazione è assurda per lei.
Lane: cosa c’è di così divertente?
Tatia: mio padre è immortale.
Lane: tutti possono morire, Tatia. Credimi!
La ragazza, per un momento, ma solo per un breve istante, cambia espressione.
Tatia: e come pensi di farlo? Uccidendo me?!
Lane si allontana, andando verso il centro dell’Emporium
Lane: io non voglio ucciderti, non sono un’assassina.
Tatia: Consuelo dall’aldilà sta obiettando.
Lane: quello è stato un incidente di percorso.
Tatia inarca il sopracciglio, proprio come il fratello.
Tatia: incidente di percorso? Sento ancora il suo sangue nei capelli.
Lane non ama ripensare a quel particolare momento, ma è stato un gesto necessario per conquistare la fiducia di Alec.
Lane: tu non riesci a capire. Tuo padre va fermato.
Tatia, di nuovo, alza gli occhi.
Tatia: non pensi che abbia già sentito questa storia? Mio padre è cattivo, mio padre è il male personificato. È da tutta la vita che sento i miei compagni dirlo a bassa voce nei corridoi, non c’è bisogno che una stronzetta isterica me lo ricordi. So benissimo chi è mio padre.
Lane: oh, non penso che sia così. Se lo sapessi, saresti già fuggita via da quella casa.
Tatia non dà troppo peso alle parole della donna
Lane: Alecus… Alecus non si fermerà davanti a niente per il rito. Il rito dal quale tu sei stata esclusa, ovviamente.
Tatia: dimmi qualcosa che non so.
Lane, finalmente, accenna un sorriso.
Lane: la cosa che non sai, Tatia, è che in realtà tu non sei stata esclusa dal rito.
Tatia, finalmente, mostra un segno di cedimento, sicuramente questa affermazione l’ha colpita.
Tatia: cosa vuoi dire?
Lane: penso che dovrei continuare con la storia.

Joseph si fa avanti nel negozio, arrivando dall’uscita posteriore e assistendo alla scena, passivamente.

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Joseph

Tatia: si può sapere tu che cosa c’entri in tutto questo?

“C’entra.”

Un’altra voce distrae Tatia, è quella di Thomas, che è proprio dietro Joseph. I due sono arrivati dalla stessa direzione. La ragazza non riesce a capire.

Thomas
Thomas

Tatia: ma…
Thomas: mi dispiace, Tatia. È ciò che dovevo fare.
Lane lo guarda, disgustata
Lane: non devi scusarti con un demone. Non ne vale la pena.
Tatia: ma chi cazzo siete voi?!
Joseph: cacciatori. Cacciatori di demoni.
Lane: è da tutta la vita che aspettiamo questo momento. Fermare Alecus è la nostra ragione di vita.
Tatia: beh, allora sarete contenti di morire nel mentre. Cazzo, voi… voi vi siete addirittura iscritti alla Twinswood High.
Joseph: dovevamo.
Thomas: era parte del piano.
Joseph: io dovevo tenere d’occhio Rose, proteggerla, mentre Thomas doveva…
Tatia: sei stato tu a rapirmi.
Tatia guarda Thomas, incattivita.
Joseph: no, sono stato io. Thomas ti ha semplicemente dato un appuntamento.
Tatia: la pagherete per questo, lo sapete? Pagherete con il sangue.
Lane: bla bla bla.
Lane procede verso il bancone, di nuovo. Tatia è al centro del negozio, le vetrine sono chiuse, è notte fonda, nessuno si preoccuperebbe davvero di andarla a cercare lì.
Lane: speravamo che Rose potesse aiutarci, del resto, fermare Alecus le semplificherebbe la vita in modo esponenziale.
Tatia: perché pensate che Rose non vi aiuterebbe?
Lane parla con tono basso, è amareggiata da questa situazione, sicuramente.
Lane: perché si è infatuata di uno di voi. Non gli farebbe del male. Povera pazza.
Tatia sa esattamente di cosa parla la donna, anche se non ha mai dato troppo peso alla situazione.
Lane: non sa che il demone sarà la sua fine.

 

Title-18

Benjamin apre il portone principale di Casa Whittermore, nonostante l’orario, non ha avuto bisogno delle chiavi, la casa è aperta, ed è davvero insolito. Il ragazzo inizia a farsi avanti nel salone, trovando Alec e Morrison al centro, non molto lontani dall’inizio delle lussuose scale. È stata una serata dura per Benjamin, la rivelazione che riguarda il tocco ha un sapore agrodolce.

Benjamin: che cosa succede?
Alec si gira, adirato, avanza velocemente verso Benjamin.
Benjamin: ma…
Alec: hai visto tua sorella?
Il ragazzo sgrana gli occhi, incredulo
Benjamin: no.
Alec: non risponde al suo telefono. Non è tornata a casa.
Benjamin è confuso; Tatia non fa mai così tardi, può sembrare una ragazza che trasgredisce, ma sa rispettare i suoi orari.
Benjamin: forse… ha avuto un contrattempo.
Alec: no… no…
Alec è fuori di sé, ed è chiaro, raramente lo vediamo in questo modo, sull’orlo di una crisi di nervi, pronto a fare qualcosa di cui sicuramente non si pentirebbe.
Morrison: forse è da un’amica.
Benjamin: Tatia non ha amiche.
Morrison guarda i due, incredibilmente confuso riguardo alla faccenda, di certo i Whittermore non sono una famiglia ordinaria.
Morrison: signori, metterò a disposizione le pattuglie di Twinswood, ma… si può considerare un caso solo se passano 24 ore. Insomma, Tatia ha 16 anni, è normale che resti fuori un po’ oltre l’orario.
Alec sospira, se potesse, adesso si strapperebbe quella pelle che tanto lo infastidisce, e partirebbe per una caccia senza sosta sui cieli di Twinswood. È difficile riuscire a mantenere il controllo.
Alec: un gruppo di incompetenti non troverà mia figlia.
Morrison alza gli occhi, è abituato alle parole poco gentili dell’uomo.
Morrison: come polizia, faremo tutto ciò che è in nostro potere per trovare Tatia. Le consiglio di avere un po’ di fiducia.
Benjamin guarda sua padre, sa che è pronto a scattare, e sa che Morrison corre un grave pericolo nel contraddirlo in questo momento.
Benjamin: la ringrazio, sceriffo.
Morrison: se chiama… o vi ricordate qualche dettaglio.
Benjamin: le faremo sapere sicuramente.
Morrison: perfetto.
Morrison avanza nella sala, procedendo verso l’uscita e facendo un cenno a Benjamin ma non ad Alec.

Alec: è stata la strega!
Alec parla a denti stretti.
Benjamin: di che parli?
Alec: Rose, Rose ha preso Tatia, è chiaro!
Benjamin fa cenno di no con il capo
Benjamin: no, non è stata lei.
Alec: oh, figliolo, quando imparerai a ragionare con la testa e non con il cazzo, allora faremo un bel passo avanti!
Benjamin: lei non lo farebbe.
Il demone inizia a ridere istericamente, è chiaro che il poco lume che aveva lo ha abbandonato.
Alec: oh, lei farebbe molto di più. Lei ti ucciderebbe se potesse.
Benjamin ripensa alle parole di Rose, alla possibilità di trovare una “cura.”
Benjamin: ero con lei fino a poco fa. Non è stata lei. E poi… Tatia potrebbe essere semplicemente…
In realtà Benjamin non sa neanche ciò che dice, e la brutta sensazione allo stomaco non aiuta.
Alec: andrò da lei, ora.
Benjamin: papà, non è stata lei. Te lo assicuro.
Alec: non ragioni. Sei offuscato da lei. Non riesci a capire, non lo capirai mai.
Benjamin guarda il padre negli occhi, il contorno demoniaco è sempre più chiaro, le pupille sono sempre più nere.
Benjamin: no, tu non riesci a capire. Lei non farebbe del male a Tatia, lei non è così.
Alec: Tatia è sua nemica. Come lo sei tu.
Benjamin: ti assicuro che non è stata lei. Hai la mia parola.
Alec guarda il figlio, la “parola” per un demone è diversa dalla parola per un semplice uomo, è una promessa, è un giuramento, un qualcosa che se non porta ad un adempimento avrà delle conseguenze.
Alec: trova tua sorella.
Benjamin annuisce, genuinamente preoccupato. Alec si allontana velocemente, andando verso le scale, e iniziando le ricerche a modo suo.

 

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“Non è possibile.”

Rose procede verso i fornelli, togliendo l’acqua calda ormai in ebollizione, Leda e Gabriel sono accanto al bancone dell’isola, la vampira è sicuramente distante dal lupo, i due non hanno ancora parlato di ciò che è successo nel bosco, sono semplicemente corsi da Rose per raccontarle i fatti. Rose: ha una specie di doppelganger, come Elena in The Vampire Diaries?
Leda: no, non capisci, non è un doppelganger, è un vero e proprio gemello, o almeno così ha detto prima di correre e scomparire tra i cespugli.
Rose prende la tazza, versando cautamente l’infuso nell’acqua bollente.
Rose: quindi tutti i Wendigo hanno un gemello. Uno è buono e l’altro è cattivo.
Gabriel: non abbiamo capito se è effettivamente così, lo stronzo è corso via come un fulmine, ho provato a corrergli dietro ma… è troppo veloce.
Leda non degna Gabriel di uno sguardo, lui, d’altro canto, cerca continuamente quello della vampira, tentando di capire come si sente.
Rose: avete parlato con il packmaster?
Gabriel: ci parlerò io appena tornerò alla riserva.
Leda: che cosa stai aspettando?
Leda guarda il ragazzo, finalmente, ma non è per le ragioni giuste.
Gabriel: pensavo…
Leda: dovresti andare subito.
Rose nota la palese tensione tra i due, ma non ha davvero tempo di indagare in questo momento.
Gabriel: ok… allora, appena saprò qualcosa ti chiamo, ok?
Gabriel cerca di nuovo lo sguardo della vampira, che si limita ad accennare un freddo sì con il capo. Quando il lupo esce dall’entrata secondaria di casa Wilson, Leda finalmente abbassa le spalle.
Rose: va tutto bene?
Leda: beh, almeno abbiamo una pista. Una strana e assurda sovrannaturale pista, ma ce l’abbiamo.
Rose fa cenno di no con il capo, girando la bevanda calda con il cucchiaio
Rose: non mi riferivo a questo.
La vampira la guarda, perplessa
Leda: a cosa ti riferivi allora?
Rose: tu e Gabriel. Sembravate strani.
Leda rialza le spalle, palesando il nervosismo che il discorso le procura.
Leda: cosa hai fatto al collo?
Finalmente la vampira riesce a cambiare discorso, spostandolo su Rose

“Già, cosa hai fatto al collo?

Meredith arriva in cucina, poggiando velocemente la borsa sull’isola.
Rose: niente, ho grattato una bolla e ho fatto… un casino.
Rose sa che è la scusa più assurda del mondo, ma doveva pur dire qualcosa. Leda chiaramente non è convinta, mentre Meredith sembra bersela.
Meredith: ho una bella notizia, metà secondo piano del Wilson è prenotato per una famiglia molto numerosa la prossima settimana, questo vuol dire, tuttavia, che avrò bisogno di un po’ di aiuto!
Rose guarda la zia, in realtà sarebbe il momento meno adatto per concentrarsi su altro, vista la situazione, ma non può dirle di no.
Rose: ovviamente.
Meredith: sapevo di poter contare sulla mia nipotina preferita!
Rose: sono la sua sola nipote.
Leda ridacchia, divertita.
Meredith: ora vado a fare una doccia bollente e mi metto a letto. Voi dovreste andare davvero a letto. Resti ancora con noi stasera, Leda?
Rose: sì, resterà qui.
Meredith sorride, è contenta che Rose abbia socializzato, non ha idea di cosa stia succedendo nella vita della nipote, per questo probabilmente è così calma.
Meredith: ok, allora io vado. Mi raccomando…
Rose: sì, andiamo a letto.
La donna si allontana velocemente dalla cucina, mentre Leda si avvicina a Rose non appena capisce che Meredith è abbastanza lontana.
Leda: chi ti ha morsa?
La strega guarda l’amica, ripensando a tutto ciò che è successo.
Rose: tuo fratello.
Leda sgrana gli occhi, incredula
Leda: cosa?
Rose: era messo male. L’ho aiutato.
Leda: oh Mio Dio, devo andare da lui…
Rose: no. Mi ha chiesto espressamente di continuare ad ospitarti per un po’, fino a quando quella pazza isterica non sarà andata via.
Leda la guarda, confusa; è totalmente pronta ad andare da Luke, nonostante il vampiro abbia dato precisi ordini.
Leda: quale pazza isterica?
Rose: una vampira. Credo che lei abbia qualcosa che tuo fratello vuole. Ha parlato di una ragazza.
Leda non ha idea di cosa Rose stia parlando, Luke non le ha mai raccontato niente della sua vita passata.
Leda: e adesso sta bene?
Rose: te l’ho detto, l’ho aiutato.
Leda: e tu come stai? Ti ha dato il suo sangue?
Rose fa cenno di no con il capo
Rose: ciliegina sulla torta, Benjamin è venuto qui.
Leda la guarda, stupita
Leda: cosa?!
Rose: e ha iniziato ad inveirmi contro, dicendo che io…
La voce di Rose si spezza, finalmente, è come se stesse trattenendo tutto quanto da quando Benjamin ha lasciato casa Wilson.
Leda: Rose…
Leda si limita ad avanzare verso l’amica, senza dire una parola, stringendola; alcune volte è tutto ciò che un amico può fare.

 

Colonna Sonora: Little Miss Muffet

“Erano due anime diverse. Arbor aveva il cuore puro come la prima neve, Ardens aveva il cuore oscuro come la pece; ma entrambi erano nati senza macchie, Ardens, proprio come il suo nome suggerisce, aveva un fuoco dentro, fuoco che si era acceso prepotentemente dopo la morte dei genitori, un fuoco che non voleva spegnersi, e che Ardens non voleva spegnere. Un fuoco che gli dà una ragione di vita, forse sbagliata, ma gliela dà.”

Ardens
Ardens

Ardens ama giocare con il fuoco, in senso letterale, è il suo elemento. Alla riva del fiume si diletta a manipolarlo e a creare diverse scie di energia, guardando l’acqua quasi in senso di sfida.

“Ecco dov’eri!”

Il ragazzo si gira, con un semplice schiocco di dita spegne la palla di fuoco.
Ardens: le hai prese?
Ardens si alza velocemente, raggiungendo il suo fratello gemello Arbor. I due potranno anche essere identici nell’aspetto, ma se li si guarda attentamente negli occhi, si riesce a distinguerli.

Arbor
Arbor

Arbor: non capisco perché hai bisogno di questa roba.
Arbor mette a terra due diversi oggetti: un’ampolla con un anormale liquido violastro, e una strana erba raggomitolata.
Ardens: poi capirai.
Arbor guarda il fratello, non convinto di quello che sta facendo con tutti quegli intrugli.
Arbor: devi stare attento con queste cose, lo sai?
Ardens: sembri papà.
Arbor: sai che il risultato ottenuto non è sempre ciò che si vuole. E questa è una frase di papà.
Ardens sorride, estasiato nel vedere il suo incantesimo prendere forma.
Arbor: di cosa si tratta?
Ardens lo guarda, il suo sorriso si espande sempre di più.
Ardens: è incredibile quello che ho scoperto.
Arbor si siede sull’erba, tirando fuori dalla casacca una mela appena colta.
Arbor: sono curioso. Dimmelo.
Ardens: ricordi quando papà ci parlava delle nostre anime, di come in realtà ciò che siamo non fosse completamente espresso?
Arbor dà un primo morso alla mela, sa che non sarà una conversazione facile.
Arbor: vai avanti.
Ardens: beh, credo di aver trovato il modo. Il modo per riuscire ad esprimere la nostra anima, la nostra…
Arbor: magia?
Ardens: è venuto a me in sogno. Mi ha spiegato cosa dovevo fare.
Arbor mette giù la mela per qualche secondo
Arbor: cosa vuoi dire? Chi è venuto da te in sogno?
Ardens: era un uomo, ma non potevo vedere il suo volto. Mi ha detto che ciò che possiamo fare non è neanche la metà di ciò che siamo in grado di fare!
Arbor fa un chiaro segno di dissenso con il capo
Arbor: Ardens, non mi piace.
Ardens lo guarda, chiaramente deluso dalla reazione del fratello.
Ardens: quindi, vuoi continuare così?
Arbor: cosa vuoi dire?
Ardens: a nasconderti? A vivere nella foresta come se fossimo dei mostri?
Arbor: pensavo che ti piacesse qui.
Ardens si fa avanti, il fuoco nei suoi occhi ora è chiaramente acceso, spicca, vive dentro di lui.
Ardens: io non posso essere costretto in una foresta, Arbor. Olion dovrebbe inchinarsi al nostro cospetto. Il villaggio dovrebbe temere noi, non il contrario.
Arbor finalmente si alza, posando definitivamente la mela a terra, non gli piace il discorso che sta facendo il fratello, ed è chiaro.
Arbor: nostro padre ha sempre detto che non apparteniamo lì.
Ardens: è questo che tu non riesci a capire. Tutto il mondo è nostro, tutto il mondo può essere nostro, Arbor.
Arbor: non mi piacciono le cose che dici. Manchi di rispetto a nostro padre, a tutto quello che c’è stato prima di noi.
Ardens: non c’è niente prima di noi. Noi possiamo essere l’inizio di tutto.
Chiaramente c’è un conflitto di caratteri, Ardens riesce sempre a sopraffare Arbor con le sue idee, ma questa volta il fratello dal cuore puro non può lasciare che questo avvenga.
Ardens: farò il villaggio mio. E poi il resto.
Arbor: non sai neanche cosa ci sia oltre quel villaggio.
Ardens: lo so, l’ho visto. L’uomo senza volto me l’ha mostrato. E io lo mostrerò a te.
Arbor è sicuramente affascinato dalle parole di Ardens, ma è terrorizzato da quelle che potrebbero essere le conseguenze.

Tatia: personalmente, devo dirlo. Tifo per Ardens. Questo Arbor mi sembra un piagnucolone.
Lane ridacchia, divertita.
Lane: oh, l’ironia.
Tatia si finge divertita dalla faccenda, anche se chiaramente una parte di lei, che nasconderà sempre, è spaventata.
Tatia: dove sono andati i tuoi scagnozzi?
Lane: Thomas e Joseph si stanno comportando come Thomas e Joseph.
Tatia: vediamo, se come dici tu Benjamin e Rose sono così… intimi?
Lane: oh, non sono intimi, almeno quello… Non possono.
Lane sembra disgustata dall’intera faccenda, e sembra molto delusa da Rose.
Tatia: non pensi che Rose vorrà aiutare il suo ragazzo a trovare la sorella? D’altronde mi considera sua cognata a questo punto. Non hai paura di Rose?
Lane mostra un cenno di nervosismo, ma non può andare fuori dai binari, non ora.
Lane: a Rose ci penseremo dopo.
Tatia: io ci penserei subito, ho sentito dire che è davvero cazzuta!
Lane: allora, proseguiamo con la storia. Vediamo chi è davvero cazzuto; Arbor o Ardens.

Twinswood High School.

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Bright ha questa routine, solitamente aspetta che tutti abbiano finito di farsi la doccia dopo gli allenamenti di ginnastica, è così pudico e timido che non è mai riuscito a fare la doccia insieme a tutti gli altri, non è da lui.
E oggi non fa eccezione, le docce post allenamento sono come un campo di battaglia lasciato vuoto, non si sente un rumore se non quello dell’acqua che batte a terra. Bright ama l’acqua calda, ama la sensazione che procura, potrebbe passarci delle ore, e lo farebbe se non fosse così preciso e se pensasse di saltare Chimica. Le docce sono tutte sue, quel posto è tutto suo, nessuno può rovinargli quel momento, è il suo piccolo momento, mentre l’acqua scorre sui suoi capelli biondi pensa a come stanno andando le cose, in fondo, tralasciando i demoni, i vampiri, e le battaglie che potrebbero segnare il destino dell’universo, non va poi così male.
L’angelo viene tuttavia distratto da un rumore, apre gli occhi, velocemente, spostando lo sguardo a sinistra, Evan è proprio lì, un misero e aderentissimo asciugamano gli copre il pube.
Evan: hey,
Passa qualche secondo, l’acqua che scorre addosso al corpo perfetto e angelico di Bright intervalla questo imbarazzante silenzio.
Bright: cosa ci fai qui?
L’angelo parla a fatica, vorrebbe trasformarsi in acqua e scivolare giù nelle tubature.
Evan: devo farmi la doccia. Questo posto è libero, vero?
In realtà tutti i posti doccia sono liberi, ma il vampiro ha chiaramente scelto quello accanto a Bright.
I posti doccia sono divisi da un muretto che arriva alla vita di un ragazzo di media altezza.
Bright si gira, intimidito, mentre Evan procede, togliendosi l’asciugamano, poggiandolo sul muretto, e aprendo l’acqua calda.
Evan:: dunque, come va?
Bright: tutto bene.
Bright è girato di spalle, non oserebbe mostrare il davanti, il cuore potrebbe uscirgli dal petto da un momento all’altro. Non nega a se stesso, tuttavia, che darebbe volentieri un’occhiata. Evan, d’altro canto, sta già ammirando da qualche secondo il sedere più perfetto del mondo; è rotondo, è a mandolino, è la perfezione.
Evan: hey… ho dimenticato il sapone. Hai un po’ di bagnoschiuma?
Bright deglutisce, iniziando a girarsi lentamente, è costretto a farlo, non può palesare nervosismo. Le gote rosse, tuttavia, lo fanno per lui. Bright finalmente vede il fisico scolpito del vampiro, gli addominali disegnati, le vene che scorrono lungo il braccio, Bright si impedisce di andare oltre, non può, e lo sa. Delicatamente passa il sapone al ragazzo, i due si guardano per un breve istante, entrambi bagnati, entrambi molto felici, cosa che quel muretto nasconde.
Bright torna a girarsi, e resterà così fino a quando Evan non avrà finito di fare la doccia, da una parte Evan è sollevato, potrà nascondere l’erezione al ragazzo.

 

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La routine scolastica è entrata nel vivo, Novembre a Twinswood è un mese particolarmente freddo, tant’è che Rose ha iniziato ad indossare i guanti di lana; in qualche modo le danno un senso di protezione, sente di poter essere tranquilla avendo le mani al caldo. Fuori piove, ma non è una novità di questi tempi a Twinswood, il cielo è grigio, e il sole non si vede chiaramente da qualche settimana.
Rose ha più volte guardato verso l’armadietto di Benjamin, il ragazzo ha la testa poggiata contro lo sportello, sembra che ci sia qualcosa che non va, lei riesce a sentirlo, non sa se si tratta di qualche potere da strega o se sia semplice intuizione umana.

“Buongiorno.”

La ragazza sobbalza, tornando alla realtà, guardare Benjamin spesso la fa entrare in una sorta di trance, Luke è proprio accanto a lei, sembra essere tornato in forma.
Rose: hey, stai…
Rose lo guarda dalla testa ai piedi, è pur sempre un gran bel vedere.
Rose: ti trovo bene.
Luke: sto meglio.
Il vampiro la guarda, la sua giugulare lo tenta sicuramente, dopo averla assaggiata ancora di più. Ma Luke è un vampiro che sa controllarsi.
Luke: volevo ringraziarti per quello che hai fatto. Sento di essere stato… particolarmente brusco nei tuoi riguardi.
La ragazza sorride, apprezza le sue parole.
Luke: volevo… volevo ricompensarti.
Rose: non ho bisogno di una ricompensa, Luke. Mi ha fatto piacere aiutarti.
Luke: voglio dirti la verità.
La strega lo guarda, sorpresa
Rose: la verità?
Luke: tutto ciò che so.
Rose: quindi mi hai mentito quando dicevi di avermi detto tutto ciò che sai.

Un lampo distrae i due, riportando lo sguardo di Rose verso Benjamin, il ragazzo li sta fissando, ed è chiaramente adirato per ciò che sta accadendo.
Rose: ascolta…
Rose si rivolge a Luke, di nuovo.
Rose: ne parliamo dopo, ok?
Il vampiro sembra perplesso, cos’è più importante della verità? Quando Rose inizia ad avanzare verso il mezzo demone, la questione diventa improvvisamente chiara. Fa più male di quanto ammetterà mai.

Benjamin, vedendo Rose avvicinarsi, riporta lo sguardo verso l’armadietto. Rose pensa che sia incredibilmente bello anche quando è semplicemente arrabbiato.
Rose: hey…
Normalmente Rose non gli parlerebbe, non dopo quello che è successo, ma sente che c’è qualcosa che non va, e non può fare a meno di chiedere.
Benjamin: cosa vuoi?
La risposta del ragazzo è fredda, come c’era da aspettarsi.
Rose: va tutto bene?
Rose ha paura a fare questa domanda, in realtà ha paura a dirgli qualsiasi cosa.
Benjamin: no, non va tutto bene, Rose.
Il ragazzo è chiaramente fuori di sé, sembra apatico, noncurante al momento di ciò che lo circonda.
Rose: cosa è successo?

Ma prima che Benjamin possa rispondere, dei passi fieri ed eleganti distraggono tutto il corridoio principale del Twinswood High, Alec ha appena fatto la sua sfilata lunga una passerella di volti sconvolti.

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Alec: buongiorno, giovani studenti.

La voce dell’uomo rimbomba lungo il corridoio, ma è chiaro, visto che la sua presenza ha portato ad un macabro silenzio.

Alec: vedete è successo un qualcosa di spiacevole. Mia figlia, la mia adorata Tatia… è scomparsa.

Dopo questa affermazione, Rose capisce lo stato d’animo di Benjamin, Peter ascolta interessato, Joseph e Thomas cercano di non sembrare sospetti, mentre Bright è appena arrivato in corridoio. Luke tenta di non dare troppo nell’occhio, anche se chiaramente la presenza di Alec lo inquieta.

Alec: lei è la mia piccola e la rivoglio indietro.

Nelle parole di Alec c’è tanto amore quanto odio verso coloro che hanno preso Tatia.
Alec: la voglio, e la rivoglio a casa ora.
Il demone agita le mani, mostrandosi sicuramente irrequieto, ma anche autoritario.
Alec: quindi, affido un compito a voi giovani. Riportatemi mia figlia. Riportatemela, e potrete tornare alle vostre lezioni, alle vostre vite, alle vostre… qualsiasi cosa vi piaccia fare, senza conseguenze. Tutti mi conoscete qui, voi sapete chi sono, vero?

Per la maggior parte è così, tutti sanno chi è, e tutti lo temono, i pochi umani che abitano Twinswood, tuttavia, si limitano a pensare che tutto ciò di cui stia parlando si riferisca al potere monetario, al potere cittadino.

Alec: se sapete chi sono, allora saprete che vado temuto. E quanto mi temete? Pensatelo per un secondo, per un breve secondo. E dopo, temetemi di più. Riportatemi mia figlia o mi alzerò in volo, vi prenderò uno ad uno, voi e i vostri genitori, le vostre sorelle e i vostri fratelli, vi mangerò e poi vomiterò sangue su questa città. Pioverà rosso.

Alec cambia espressione, improvvisamente.

Alec: buona scuola a tutti! Mi raccomando, non entrate in ritardo a lezione!

L’uomo si gira velocemente, recandosi verso l’uscita dopo il brutale avvertimento.

Rose: io rivedrei le previsioni.

L’uomo si ferma, Rose non sa ben dire perché l’abbia fatto. Alec si gira per un secondo, guardando la ragazza e accennando un sorriso compiaciuto per poi tornare verso la via della porta principale della Twinswood High.

“Ardens fece tutto ciò che l’uomo senza volto gli aveva detto di fare, tutto alla lettera. Ma non funzionò. Quella speranza a cui si era aggrappato, quella speranza in cui aveva messo tutto se stesso, svanì, quando quell’incantesimo si rivelò fallimentare. Ma non poteva finire così, Ardens non l’avrebbe permesso.

L’uomo senza volto riapparve in sogno ad Ardens, e gli rivelò l’ingrediente segreto, il pezzo mancante per liberare la sua anima da quelle catene umane che tanto odiava.”

Tatia: allora?!
Lane ridacchia, contenta di vedere la ragazza particolarmente interessata alla storia.
Lane: vuoi sapere qual era l’ingrediente segreto?
Tatia: beh, è tutta la notte che vaneggi su questi due gemelli, tanto vale arrivare al punto.
Lane: il punto? Oh, sarebbe troppo facile arrivare al punto senza spiegare bene il rito.
Tatia guarda Lane con fare curioso, è da tutta la vita che sente parlare di questo rito, ed è tutta la vita che cerca di sapere di cosa si tratta.
Tatia: spoiler alert. Il rito di mio fratello è tra qualche settimana.
Lane: qui arriva il bello. Avrai un posto in prima fila.
Tatia sgrana gli occhi, confusa
Tatia: cosa vuoi dire?

“La chiave del rito era il risucchio dell’anima, l’uomo senza volto disse ad Ardens di risucchiare l’anima di suo fratello Arbor. Per esprimere la sua vera natura, Ardens doveva compiere un gesto di vera ed estrema crudeltà. L’uccisione sarebbe bastata, ma Ardens non riuscì a togliere la vita ad Arbor, sarebbe stato come uccidere se stesso in fondo. Lo aspettò semplicemente, una notte di luna piena, e grazie al filtro violastro di Zanan, ricavato dalle foglie dell’albero sotto il quale era nato, al sangue di animali innocenti e ad un cuore oscuro come il suo, risucchiò l’anima di suo fratello, compiendo un gesto di vera crudeltà. Ardens non volle ucciderlo, certo, ma il destino a cui andò di fronte fu ben peggiore. Divenne un essere vuoto, un corpo che cammina, senza morale, senza bene né male, la purezza abbandonò il suo corpo insieme alla sua anima, ed egli visse come una bambola di pezza nelle foreste.

Ardens ebbe ciò che voleva. Si trasformò in ciò che voleva, nel primo demone della storia. Il suo corpo rifletteva la sua anima, egli aveva artigli, ed ali, e occhi rossi come il fuoco che tanto amava. Ma aveva la capacità di ricostruirsi addosso la pelle, nutrendosi di carne umana.

Ed è quello che fece non appena si trasformò in ciò che doveva essere. Egli distrusse il villaggio di Olion, nutrendosi di tutti i loro abitanti, e scartando le loro membra nel fiume Talum. Una volta arrivato al villaggio, sazio e soddisfatto, tracciò una linea, cambiando il suo nome in Twinswood. Nonostante avesse scelto la magia rispetto a suo fratello, lo avrebbe onorato. Egli promise che quella città sarebbe stata una dimora per le persone considerate diverse come lui.”

Lane: è questo che sei per tuo padre, Tatia, il pasto di tuo fratello.
Tatia fa cenno di no con il capo, non è così, non può essere così.
Tatia: stai mentendo.
Lane: sai anche tu che non sto mentendo. Perché mai avrebbe procreato due volte? Il piano era questo. Il piano era creare una parte del rito affinché Benjamin potesse nutrirsi dell’anima di qualcuno. La tua.
Una lacrima riga il viso di Tatia, non vuole credere a queste parole, ma è anche difficile immaginare ad una realtà diversa, viste le conoscenze che ha su suo padre.
Lane: lui non potrà mai amare, Tatia. Ne è incapace, è un demone, proprio come Ardens. Benjamin diventerà un demone completo e affronterà Rose, questo è ciò che Alec vuole per liberarsi di Lisandra e la sua maledizione definitivamente.

 

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Benjamin corre dritto verso l’uscita di scuola, la scenata di suo padre non ha di certo aiutato la causa, deve fare qualcosa, e deve farla per conto suo. Questa, tuttavia non è di certo l’idea di Rose.

Rose: Benjamin, aspetta!
Benjamin: non ho tempo ora.
Rose: ti prego, aspetta!
Rose vorrebbe afferrarlo per un braccio, ma sa che gli farebbe male, e non vuole.
Benjamin: che cosa vuoi?
Ma Benjamin si ferma e basta, guardandola a stento negli occhi.
Rose: posso aiutarti a trovare Tatia, so come farlo.
Benjamin: con uno dei tuoi incantesimi? Uno degli stessi che puoi usare contro di me?
Rose indietreggia, incredula, non riesce a capire il comportamento del ragazzo.
Benjamin: comunque, sfidare mio padre in quel modo… davanti a tutti. Devo dirtelo, non è stata una buona idea.
Rose: cosa ti ho fatto?
Rose lo urla e basta, è estenuante continuare a parlarsi in questo modo.
Rose: dimmelo, ti prego. Che cosa ti ho fatto per meritarmi questo? Perché mi tratti così?
I due si guardano, chiaramente Benjamin è colpito dalle parole della ragazza,

Peter si avvicina ai due, cautamente, senza dare troppo nell’occhio.
Peter: scusate l’invasione.
Rose e Benjamin lo guardano, distogliendo l’attenzione dal loro litigio.
Benjamin: che cosa vuoi tu?
A Peter non piace Benjamin, ma in questa situazione può tollerare la sua presenza.
Peter: penso di sapere qualcosa su Tatia.
Benjamin cambia espressione, senza pensarci due volte lo prende con forza, sbattendolo violentemente contro il primo armadietto a tiro.
Rose: BENJAMIN!

Luke e Bright si avvicinano velocemente ai due, così come Leda e poi Robin, gli altri non vogliono guai, semplicemente. Evan segue la cosa.

Benjamin: dimmi dov’è mia sorella.
Peter: non sono stato io a prenderla.

Bright: Benjamin, lascialo andare.
Bright non è solito immischiarsi, ma si tratta di suo fratello.
Benjamin: ti ucciderò, te lo prometto!
Il tono di voce del ragazzo cala, assumendo una natura quasi demoniaca, ma non completamente, proprio come lui stesso è.
Peter: potrei spararti un flash di luce in faccia ed accecarti, ma non lo sto facendo perché la voglio trovare quanto te.
Dopo aver ascoltato queste parole, Benjamin lo lascia andare, permettendo all’angelo di riprendere fiato.

Rose, Luke, Leda, Bright, Gabriel ed Evan sono tutti lì, pronti ad ascoltare, pronti ad aiutare, come una vera squadra.

Peter: vogliamo farlo pubblicamente?
Benjamin si guarda attorno, al momento non gli interessa.
Benjamin: spara.
Evan sarebbe voluto intervenire, ma sa bene che è meglio non immischiarsi negli affari degli angeli. Ormai ha capito benissimo che Benjamin non è un semplice umano, i sensi di vampiro che ha sviluppato sanno ormai differenziare l’odore. Ma, da amici, ancora non sono arrivati a fare quella chiacchierata.

Peter: quel Thomas, il ragazzo biondo, con i capelli lunghi. L’ho vista parlare con lui. Dovevano vedersi.
Leda: quindi sei una specie di stalker?
Luke guarda Leda in malo modo

Rose: pensi che sia stato questo Thomas?
Peter: vi ho detto ciò che so.
Bright: prima era in corridoio. L’ho visto.

Luke alza gli occhi, non riesce a credere che questo gruppo di persone, generalmente buone, stia aiutando una famiglia di demoni.
Benjamin: devo trovare questo Thomas allora.
Rose guarda il ragazzo, pronta ad aiutarlo.

Evan: non penso che dobbiate cercare a lungo, sta andando verso l’uscita.
Benjamin guarda in avanti, Thomas sta uscendo dall’edificio. Il ragazzo fa uno scatto, velocemente corre verso l’uscita, cercando di raggiungerlo.

Rose avanza, vuole sicuramente andare con Benjamin. Luke l’afferra velocemente per un braccio, fermandola.
Rose: Luke…
Luke: no, non ti lascerò fare questo. Non ti lascerò aiutare un tuo nemico. Tatia è tua nemica, è un demone.
Rose lo guarda, colpevole, come un bambino che ha appena fatto qualche danno.
Luke: ma non lo stai facendo per lei, vero?
Rose: lasciami andare.
Luke non lo farà, non ora.
Rose: Luke, ti prego!

Leda assiste alla scena, cercando di capire cosa stia succedendo. Sicuramente ha capito che il fratello non è affatto indifferente nei confronti dell’amica.
Luke: non voglio che tu ti faccia del male.
Rose lo guarda, i suoi occhi sono sinceri, così come le sue parole. Parole così strane per uno come Luke, così dolci e lontane dalla sua figura autoritaria.
Rose: allora vieni con me. Aiutami!
I due si guardano per qualche istante, Luke odia l’idea di dover aiutare i Whittermore, ma gliel’ha chiesto Rose e lo farà.

Luke e Rose sono ormai partiti, raggiungendo Benjamin e Thomas. Leda è rimasta lì su ordine di Luke, nonostante volesse dare una mano.

Gabriel: hey…
La vampira si gira, ancora nervosa per i recenti avvenimenti.
Gabriel: ho parlato con il packmaster. Ci sarà un’udienza per discutere la cosa ufficialmente. Sarà domani notte.
Leda si tocca i capelli, chiaro segno di poca stabilità emotiva.
Leda: bene.
Gabriel la guarda con quel fare da cucciolo che ha assunto da quando si sono baciati. Leda l’ha notato, non è sicuramente passata inosservata la cosa.
Gabriel: hai intenzione di parlarne oppure no?
Leda non lo guarda, non ce la farebbe.
Leda: parlare di cosa?
Il lupo non si era mai sentito così, è una ferita emotiva che non aveva mai subito.
Gabriel: sei seria?!
Leda stavolta lo guarda, ferma nello sguardo, vuole che il concetto sia perfettamente chiaro.
Leda: sì, sono seria. Non è successo niente. Niente che significasse qualcosa.
Gabriel sgrana gli occhi, incredulo quanto furioso. La vampira si allontana velocemente dal ragazzo, lasciandolo lì, ancora scosso per queste nuove sensazioni.

 

Colonna Sonora: Winter Song

Bright ha appena chiuso il suo armadietto, non sa come ha intenzione di fare ma aiuterà Rose, ha deciso così.

“Hey”

La voce di Evan ferma l’angelo, che era pronto ad intraprendere la sua piccola missione.
Bright: hey. Ciao.
Evan guarda lo zaino in spalla, l’attitudine avventuriera e il palese nervosismo.
Evan: che cosa stai facendo?
Bright: niente!
Evan sorride, chiaramente sa che non è così, è davvero facile scoprire quando e se Bright sta mentendo.
Evan: stai andando ad aiutare la tua amica, vero?
Bright fa cenno di no con il capo, mentendo nuovamente.
Evan: non sei molto bravo a mentire.
Il ragazzo abbassa il capo, quasi vergognandosi di aver detto ben due bugie.
Evan: Rose sa il fatto suo, c’è Luke con lei, non le succederà niente.
Bright sospira, nervoso.
Evan: hey, ti fidi di me?
L’angelo lo guarda, assurdamente è così, nonostante tutto, ciò che ha detto Evan ha avuto il suo effetto, l’ha rassicurato.
Bright: sì.
Evan sorride, la risposta è sicuramente quella che voleva.
Evan: allora vieni con me.
Bright lo guarda, sorpreso
Bright: dove?
Evan: a lezione.
Bright: ma…
Evan: ANDIAMO!
Evan lo sottolinea, non vuole che Bright segua Rose, non vuole che l’angelo rischi la vita.

Benjamin ha appena varcato la soglia del Magic Emporium, ha seguito Thomas al suo interno, ma il ragazzo è come sparito nel nulla.

Benjamin si guarda attorno, curiosando tra le varie diavolerie che il negozio espone. Il ragazzo è confuso, si chiede perché Thomas sia andato lì, perché le luci siano spente e perché sia tutto così stranamente silenzioso in pieno giorno.

“Finalmente.”

Benjamin sobbalza, voltandosi. Tatia è proprio lì, davanti a lui, slegata.
Benjamin: Tatia, stai bene!
Il ragazzo va per avvicinarsi, ma proprio quando sta per farlo una strana forza glielo impedisce, una forza invisibile.

Benjamin: Tatia, cosa sta succedendo?
Tatia: non lo so Benjamin, dimmelo tu.
Il ragazzo la guarda, incredulo, tentando di capire cosa stia succedendo.
Tatia: tu e papà mi avete mentito.
Benjamin continua a non capire
Benjamin: ma di che parli?

“Parla del fatto che la sua anima sarà la tua cena.”

Lane si fa avanti, portando con sé due bamboline di pezza, quelle che suole usare per i suoi incantesimi. Una sta chiaramente controllando Benjamin.

Benjamin: cosa mi stai facendo?!
Lane: ciò che va fatto, Benjamin. Niente di personale.

Tatia guarda la scena, in realtà è tutto ancora molto confuso anche per lei.
Tatia: cosa vuoi fargli?

Lane: ti sto dando una mano, Tatia. Ti sto salvando.

“Stai ferma!”

Rose arriva finalmente all’interno del negozio, avendo seguito Benjamin e Thomas con la macchina di Luke, che è dietro di lei, incredulo.
Lane: Rose, finalmente. Stavo aspettando anche te!
Rose ci aveva visto bene, o almeno così riesce a capire, Lane nascondeva qualcosa.
Rose: cosa stai facendo?
Lane: stavo sperando che tu venissi qui. Vi ho condotti qui, entrambi.

Luke tira fuori le zanne, stufo di tutte queste inutili chiacchiere.

Lane: oh, basta!
Lane pone avanti l’altra bambola voodoo; lentamente, partendo da una leggera distanza, fa pian piano incontrare gli oggettini di pezza. Contemporaneamente, Rose e Benjamin iniziano ad avanzare l’uno verso l’altra, non avendo controllo dei loro corpi.

Rose: ma cosa…?

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Colonna Sonora: Elope

Più le bamboline si avvicinano, più Rose e Benjamin vanno ad unirsi.
Rose: no, no!
Il piano di Lane è chiaro ormai.
Lane: vuoi ancora fermarmi, Luke?

Luke guarda la scena, resta fermo, sa benissimo che il tocco prolungato di Rose ucciderà Benjamin, e questo era il piano.
Tatia avanza, volendo fermare il tutto, ma viene prepotentemente stoppata da Thomas e Joseph, che finalmente arrivano in scena.

Rose tenta di opporsi a questa magia con tutta la forza che ha, mentre il suo corpo si avvicina sempre di più a quello di Benjamin.
Rose: no, no, ti prego NO!
La strega urla, urla con tutta la voce che ha, non vuole fargli del male, non vuole ferirlo, e soprattutto non vuole ucciderlo, non potrebbe vivere con se stessa.
Benjamin, d’altra parte, sembra assurdamente tranquillo, seppur scosso per tutto ciò che sta succedendo, e per il chiaro terrore negli occhi di Rose.

Rose: Luke, Luke, ti prego!

Rose urla verso Luke, ma il vampiro sa che è la cosa giusta, e che fermare Lane sarebbe come togliere a Rose la possibilità di vincere.
Rose: ti prego, non farmelo fare. Lane, ti prego, non farmelo fare!

Lane avvicina sempre di più le bamboline, c’è una forza che rende difficile unirle completamente.

Lane: mi dispiace, Rose, questo è anche per te!
Rose: TI PREGO, Lane, TI PREGO!
Rose continua ad urlare, disperata. L’idea di uccidere Benjamin la sta uccidendo.

I due sono a pochissima distanza l’uno dall’altra, la strega guarda il mezzo demone, in lacrime.

Rose: mi dispiace, mi dispiace!
Benjamin le fa semplicemente un sorriso, un sorriso che Rose non riesce a decifrare. I due, finalmente, arrivano a toccarsi. Sono uno contro l’altra.
Rose si agita, tentando di staccarsi, ma Benjamin rimane chiaramente fermo, non provando alcun dolore.

Lane guarda la scena, perplessa. Rose, dopo qualche secondo, notando che Benjamin non prova alcun tipo di dolore, smette di muoversi. I due si guardano per qualche secondo.

Lane: ma cosa diavolo succede?

Luke e Tatia sono sconvolti quanto Lane e Rose.

Benjamin prende Rose in vita e la stringe a sé, quasi a sfregio, quasi per dimostrare che l’incantesimo di Lane è stato inutile. I due si toccano, Rose gli tocca il braccio, per la prima volta con la consapevolezza che non è un delitto; non più. La strega non saprebbe descrivere questa sensazione, è come poter bere dell’acqua dopo tanti giorni in un arido deserto.

Lane: potete toccarvi.

Lane getta le bambole a terra in modo disperato.

Rose: ma cosa?!

Benjamin sorride, di nuovo, mentre Luke e Tatia continuano a guardare la scena.

“Oh, ma che cosa dolce!”

Il gruppo viene distratto dalla voce demoniaca di Alecus. Il demone è entrato nella sala, sul suo labbro un pezzo di pelle è chiaramente mancante. Lane indietreggia, impaurita, così come Thomas e Joseph, che lasciano velocemente andare Tatia.

Alec: devo dirtelo Lane, sono molto deluso.

Rose e Benjamin si sono staccati, anche se non avrebbero sicuramente voluto. Luke si avvicina alla strega, è il suo primo istinto.

Lane: io…

Alec: oh, ora inizierai con le scuse? Non volevo farlo, io… io sono al tuo servizio.
Lane: no, lo rifarei. Tu sei il male Alecus, e meriti di trovare la tua fine.
Alec: uhm. Non oggi.

Alecus avanza a velocità innaturale verso Lane, agguantando velocemente la sua giugulare e strappandole di netto il collo, separando la testa dal corpo. Il sangue schizza ovunque con un getto incredibile.

Rose: no!

Rose urla, istintivamente si fa avanti per fermare il demone, ricevendo gli schizzi di sangue nella sua traiettoria.

Alec: NON OGGI!

Alecus porta avanti la mano, Rose viene violentemente spinta contro una parete. Benjamin avanza, così come Luke; entrambi subiscono la stessa sorte tuttavia.

Alec: siete in punizione oggi!

Tatia guarda suo padre, le parole di Lane le rimbombano nella testa.

Thomas e Joseph si guardano, immobilizzati dalla paura.

Alec: vi dirò… avevo giusto molto appetito.

Alec avanza velocemente verso i due, prendendoli per il capo, e facendo sbattere le loro teste ripetutamente una contro l’altra, fino a quando non diventeranno un’irriconoscibile poltiglia; inutili le urla: quelle di Rose, ancora attaccata alla parete, e quelle delle due vittime, nulla fermerà la fame di Alec, nulla fermerà la sua rabbia, nulla fermerà la sua ascesa.

Rose, Benjamin e Luke restano a guardare, costretti a vedere uno spettacolo per il quale non hanno pagato. Tatia resta semplicemente ferma lì, sicura che non permetterà di essere usata come un oggetto di rituale.

Il sangue continua a scorrere e a macchiare le pareti del Magic Emporium, Alec continua noncurante a deliziarsi con i prelibati piatti.

Benjamin odia il fatto che Rose debba assistere a tutto questo, ma Rose, finalmente, ha capito chi è il nemico da fermare.

Fine Episodio.

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