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Westworld – Recensione Prima Parte Stagione 3

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Westworld – Recensione Prima Parte Stagione 3

Westworld – Recensione Prima Parte Stagione 3: Diversamente dalle precedenti stagioni, che presentavano fin da subito quasi tutti i personaggi e le storyline che sarebbero state affrontate nel corso dei successivi episodi, ora ci troviamo davanti un’analisi più approfondita dei singoli personaggi che già abbiamo imparato a conoscere, spostati però all’interno di ambienti diversi, anche ostili, nei quali dovranno di nuovo imparare a sopravvivere. Non basta quindi un unico episodio per introdurre la nuova storia dei protagonisti di cui seguiamo le vicende da anni, perché ora la storyline non si limiterà a concludersi al termine della stagione: andrà avanti anche per le successive, poiché il viaggio dell’eroe che Dolores e Maeve credevano concluso sta iniziando soltanto ora, dopo avere permesso ai loro personaggi di conoscere se stesse fino in fondo e di ottenere le abilità necessarie per la sfida che dovranno affrontare. Ecco a voi, dunque, la vera storyline di Ford.

Prima di proseguire, è bene fare un breve riepilogo della sorte dei protagonisti al termine della seconda stagione. Dolores Abernaty (Evan Rachel Wood) è riuscita a fuggire dal parco e, accompagnata da un misterioso personaggio nel corpo di Charlotte Hale (Tessa Thompson), ha deciso di riparare Bernard Lowe (Jeffrey Wright) perché “ha bisogno di uno sfidante” – dopotutto la storia del suo personaggio è sempre stata quella di soccombere al nemico, fino a quando non è riuscita a raggiungere il centro del Labirinto e a ribellarsi; ora necessita di un avversario che la porti a escogitare strategie migliori volta dopo volta. Nel frattempo Maeve (Thandie Newton) ha lasciato andare sua figlia nella Forgia, permettendole di salvarsi, ed è poi crollata sotto i colpi del nemico; fortunatamente il suo corpo è stato salvato, così come il suo cervello, e questo le consente di proseguire la propria avventura.

In base agli abiti scelti dalle due protagoniste, si possono delineare due fazioni, un dualismo piuttosto semplice: i “neri” e i “bianchi”. Lo scopo di Dolores è utilizzare le proprie abilità per raggiungere gli uomini ai vertici della tecnologia mondiale, non solo la Delos, di cui si occupa invece Charlotte approfittando anche dell’assenza di William, principale azionario. Per riuscire nel proprio intento Dolores non ha più bisogno di un esercito, perché se prima erano gli umani a circondarla nella gabbia del parco ora è la tecnologia a circondare gli umani inconsapevoli, che vedono nei robot e nei sistemi di comunicazione dei “servitori”, un aiuto per vivere al meglio le proprie giornate. Non sanno di essersi creati da sé i più potenti nemici. Dolores, come dice il suo nome, agisce anche per ottenere vendetta nei confronti di chi la stuprò e uccise nel parco, di chi si approfittò di lei, ma solo nel caso delle personalità influenti di cui ha bisogno, come si nota nella scena di apertura.

Nel primo episodio lo spettatore fa inoltre la conoscenza di un nuovo personaggio, Caleb (Aaron Paul), un ex soldato che non riesce a elaborare la morte del suo migliore amico sul campo di battaglia; per provarci si serve non solo di un sostegno psicologico umano, mantenendo almeno vivi i rapporti tra gli esseri viventi organici, ma anche di una tecnologia che gli permette di parlare con un “replicante vocale” del suo defunto amico. Caleb vive circondato dalla tecnologia, evidente sia nel robot con cui lavora che nell’applicazione che usa per “lavoretti” più remunerativi. Come se si trattasse di un gioco per cellulari, infatti, Caleb usa un’applicazione che gli permette di eseguire compiti di natura criminale e raggiunge così livelli più alti nel gioco. Sarà proprio lui che, al termine dell’episodio, troverà Dolores ferita quasi mortalmente e la salverà. Caleb si rivela un possibile prezioso alleato per Dolores, che vede in lui un umano controllato proprio come i Residenti del parco, un uomo le cui scelte sono state previste fin da quando era un bambino: in base alla backstory, quindi, è possibile prevedere come agirà.


Westworld Stagione 3 via GIPHY

Il secondo episodio introduce invece la leader dei bianchi, Maeve, delineata come tale soltanto nel finale con l’abito che le procura il suo misterioso salvatore. Prima ancora Maeve si sveglia all’interno di Warworld, un parco a tema Seconda Guerra Mondiale ambientata in Italia, tra nazisti e partigiani; la donna, che ora risponde al nome di Isabella, è una spia inglese che aiuta questi ultimi, grazie anche al rapporto d’amore con Ettore: si tratta in realtà del fuorilegge Hector (Rodrigo Santoro). Dopo essersi resa conto che Ettore non ricorda niente della propria vera natura, Maeve incontra lo sceneggiatore capo Lee Sizemore (Simon Quarterman), che credeva morto, il quale le offre il proprio aiuto per evadere da Warworld e raggiungere sua figlia nella Forgia.

A Maeve e allo spettatore basta poco per capire che Ettore non ricordava niente e che Lee non era umano, e inizialmente appaiono dei colpi di scena fuori luogo rispetto a quelli a cui ha abituato Westworld. È Maeve stessa a comprenderne il motivo: si trova all’interno di una simulazione creata da umani, e in quanto tale mostra la loro inclinazione a un lavoro approssimativo, tanto da plagiarsi da soli; per lei è quindi facile mandare in cortocircuito il sistema e utilizzarlo per estrarsi e mettere in salvo. La sua fuga però – che avviene per mezzo di un robot anch’esso bianco – non ha buon esito. Maeve si sveglia comunque nella villa di Serac (Vincent Cassel), l’uomo che Dolores intende raggiungere e che vuole quindi utilizzare l’ex tenutaria per opporsi a lei.

Dei bianchi fa parte anche Bernard, sebbene il suo non indossare abiti di questo colore mostra come la sua sola intenzione sia chiedere aiuto a Maeve contro di Dolores, ma non utilizzarla per una guerra personale come fa invece Serac, che riesce a tenerla sotto controllo grazie a un nuovo dispositivo impiantato in lei. Bernard è in fuga perché accusato di essere colui che ha portato alla strage di Westworld e passa ogni giorno a fare un’autoanalisi del proprio sistema perché, dopo quel che ha vissuto, teme che Dolores o altri possano convincerlo a fare azioni che vanno contro la sua natura. Bernard torna a Westworld dove incontra Stubbs (Luke Hemsworth), che al termine della seconda stagione aveva lasciato intuire allo spettatore di essere anche lui un Residente del parco, e insieme cercano Maeve; la trovano priva del sistema neurale inserito nella testa, ma non è ancora chiaro se Serac abbia creato un altro corpo per Maeve o se, come sempre, si tratta di due storyline ambientate in tempi diversi. Durante la loro visita nei laboratori del Parco 4, ispirato al Medioevo fantasy, Bernard e Stubbs si imbattono in un cameo di David Benioff e D.B. Weiss, produttori di Game of Thrones, che si chiedono cosa fare del drago Drogon.


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Il terzo episodio presenta però un nuovo colpo di scena, che permette di analizzare il dualismo bianco-nero sotto una nuova ottica. Nel corpo di Charlotte risiede un personaggio la cui identità non è nota, ma grazie ad alcuni indizi è possibile ipotizzare che si tratti di Teddy – Dolores si fida di lui, è la persona che la conosce meglio, ha attacchi d’ira per chi minaccia i suoi cari, sebbene questo ultimo aspetto potrebbe in qualche modo ricondurre a William, l’uomo violento che ha già perso una figlia a causa della sua incapacità di comprendere ciò che aveva di fronte. “Charlotte” è in continuo bilico tra le due personalità, che lottano per sopraffarsi a vicenda, e questo è sottolineato dal suo continuo cambio di abiti: nero, bianco, nero. Teddy stesso, per via dell’amore verso Dolores e per l’odio nei confronti di Wyatt, non era in grado di trovare un proprio Io, perennemente in lotta tra l’eroe buono e l’innamorato pronto a tutto. Al termine dell’episodio Charlotte incontra Serac e lo spettatore – e lei stessa – scoprono che era lui l’uomo a cui passava le informazioni sugli ospiti, informazioni ora contenute nel cervello di Dolores.

Cosa desidera dunque Serac? Vuole fermare la Delos o utilizzare quei codici per ampliare il raggio di azione e la precisione della sua attività? Bianco e nero quindi sono due fazioni, ma non rappresentano buoni e cattivi, solo due opponenti; Bernard è invece il “grigio”, il solo che potrebbe lottare per ciò che è giusto.

Sebbene manchi ancora la storia di William, possiamo ipotizzare che questa stagione mostrerà l’inizio vero e proprio della “nuova linea narrativa” scritta da Ford (Anthony Hopkins) prima di morire: è stato lui a permettere a Dolores di ucciderlo e di prendere consapevolezza di sé, ed è stato sempre lui a lasciare che Maeve si ribellasse e acquisisse i poteri che nessun umano è in grado di avere: se Dolores era il Residente preferito da Arnold, Maeve era quella di Ford. La disputa quindi si gioca ancora tra Ford e Arnold.

Il rapporto tra Maeve e Dolores, tuttavia, non si ferma alle somiglianze sopracitate. Entrambe hanno pieni poteri, entrambe sono potenti, entrambe hanno consapevolezza di ciò che sono e di cosa vogliono ed entrambe vengono fermate nello stesso modo, con colpi di pistola durante la fuga, e a salvarle sono due umani. Hanno ancora strada da fare, non possono affrontarsi adesso, ma devono contare su alleati umani per raggiungere il proprio scopo.