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Victoria | Recensione 1×01 – Doll no. 123

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Victoria | Recensione 1×01 – Doll no. 123

Una delle serie tv più attese della stagione ha finalmente fatto il suo trionfale debutto sugli schermi britannici (e non solo).  Introdotta per mesi da un’intensa azione pubblicitaria, il drama in otto episodi targato ITV ci trasporta, come in un autentico viaggio nel tempo, nell’Inghilterra ottocentesca, al cospetto della diciottenne Alexandrina, da molti meglio conosciuta come la futura regina Victoria. E chi meglio di lei per prestarle anima e corpo, lei che di viaggi nel tempo è una veterana ormai: a distanza di otto mesi (ma chi li conta?) dall’ultima volta che è apparsa nel suo ruolo più iconico, Jenna Coleman torna in tv, lo fa da protagonista assoluta e da oggi in poi desidera essere chiamata: Victoria.

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Il primo episodio della serie dedicata alla longeva monarca diventa presto una full immersion di circa 90 minuti nella vita e nell’animo della giovane regina, una ragazza all’epoca acerba, inesperta, immatura ma quasi paradossalmente, pronta, perché attendeva quel momento forse ogni notte, distesa su un letto che diventava sempre più piccolo per lei, con i suoi occhi azzurri ben aperti (Jenna Coleman ha provato ben 60 paia di lenti a contatto per colorare perfettamente i suoi grandi occhi scuri) e la sua mente in viaggio verso un futuro libero da briglie in cui l’unico volere che avrebbe avuto importanza sarebbe stato il suo. Dal momento in cui il messaggero reale con il lutto al braccio annuncia la dipartita di suo zio, il re ormai ritirato William IV (Guglielmo IV), la piega di un sorriso sfacciatamente onesto ma appena accennato appare sul volto di Alexandrina e dà il via a una sequenza di sfumature nella personalità del personaggio che ti travolge al punto tale che è quasi difficile starle dietro.  Questo è infatti il primo aspetto che mi ha colpito dell’episodio per tutta la sua durata: com’è giusto che sia, la giovane Victoria diventa il centro nevralgico di tutto il suo mondo. Jenna Coleman dà vita, con incredibile maturità, alle più diverse e contrastanti sfaccettature di carattere che ci aspetteremmo da una ragazza di soli 18 anni la cui intera esistenza viene stravolta in una sola notte.

 

BAMBINA

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Alexandrina compie i primi passi verso il suo nuovo futuro indossando la sua espressione più regale e autorevole ma restando ancora fortemente legata alla sua identità di BAMBINA, la stessa bambina che porta ancora con sé la bambola n. 123, a cui lei stessa aveva  cucito una corona sul capo come promemoria del mondo che l’attendeva. Alexandrina vuole indossare quella corona e guidare il suo popolo più di ogni altra cosa ma allo stesso tempo non vuole lasciare andare la sua infanzia, non vuole perdere l’innocenza del gioco spensierato accanto al suo unico vero amico, Dash, il fedele cane che la segue ad ogni suo passo, non riesce ancora a lasciare alle sue spalle il carattere ingenuo, immaturo e a tratti capriccioso che caratterizza tutti i bambini, ma più di tutto non riesce ad ottenere la piena approvazione di una madre che non l’ha mai considerata abbastanza adulta o responsabile per concederle la sua fiducia, preferendo invece un controllo ossessivo e giudicante di ogni suo gesto. Ma quando una bambina insicura e sognatrice diventa improvvisamente la donna più importante del regno, la fase di ribellione classica che una normale teenager attraverserebbe nel corso degli anni, esplode letteralmente in pochi istanti, venendo amplificata per dieci, cento volte da un carattere estremamente forte, ma fino a quel momento sopito, e da un potere tale che quasi sostiene e autorizza quella ribellione.

 

ADOLESCENTE RIBELLE

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Non appena Alexandrina diviene la legittima erede al trono d’Inghilterra, sua madre e il suo fedele consigliere John Conroy planano su di lei con briglie più possenti, nel feroce tentativo di controllare ogni suo movimento, ogni sua parola, ma consapevole della sua autorità, la giovane regina comincia a ribellarsi progressivamente ad ogni ordine mascherato da consiglio, a partire dalla scelta del nome, un nome che l’avrebbe definita a imperitura memoria, e mentre tutti intorno a sé volevano “chiuderla” in un’etichetta sicura e ben consolidata come quella di “Elizabeth”, Alexandrina sceglie di percorrere un sentiero non battuto, una strada che porterà il SUO nome per la prima volta. Nel suo primo atto di ribellione, Alexandrina si presenta ai suoi sudditi come Victoria, la regina Victoria.

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E da quel momento in poi, Victoria ignora, stravolge e combatte con testardaggine e convinzione, ogni ordine, ogni convenzione, ogni regola, lottando per creare il suo spazio e non accontentandosi semplicemente di occupare un posto preparatole dalla storia. Contro qualsiasi precedente, Victoria decide di incontrare da sola i suoi ministri e di scegliere personalmente le sue dame; contro i pareri di tutti coloro che la circondano, lei sceglie di avere al suo fianco come unico consigliere il primo ministro Lord Melbourne; quando le dicono di non bere troppo champagne e non ballare sempre con lo stesso uomo, lei lascia emergere prepotentemente tutta la sua ribellione da diciottenne, facendo esattamente ciò che le avevano sconsigliato di fare, diventando anche protagonista di momenti imbarazzanti e pericolosamente nuovi per lei, ma in ogni caso agisce da sola, ignorando magari le conseguenze che ne sarebbero derivate ma vivendo come mai prima, libera di essere chiunque lei voglia. Pronta a diventare donna e soprattutto regina, Victoria si affida a tutta la sua indipendenza e al suo desiderio di rivalsa su chi la considerava troppo piccola e troppo bassa per essere degna di quella corona, ma il percorso che intraprende è ancora lastricato da insicurezze profonde che vanno a scontrarsi con il desiderio ardente di apparire invece forte e stabile, di essere rispettata fin dal primo giorno della sua monarchia.

 

L’ERRORE

Più si guarda intorno, più Victoria nota gli sguardi e le parole sussurrate di chi non aspetta altro se non di vederla fallire, e nell’estremo tentativo di dimostrare immediatamente il suo carattere e la sua impronta decisa, Victoria non fa altro che cadere in quell’errore immaturo che in troppi stavano attendendo con ansia, peccando di ingenuità e superficialità anche a causa della sua quasi inesistente conoscenza della vita quotidiana essendo stata in qualche modo reclusa tra le ombre della dimora a Kensington contro gli spazi, le luci e l’immensità della realtà di Buckingham. Lo scandalo finito in tragedia di Lady Flora accusata ingiustamente di portare in grembo un figlio illegittimo di John Conroy e sottoposta a un esame invasivo che porta soltanto alla luce la sua malattia allo stadio terminale assesta al regno di Victoria ma soprattutto alle sue di già precarie sicurezze un primo colpo importante, nella speranza che l’imbarazzo e le prime aspre critiche al suo operato riescano a piegarla e a convincerla ad abbassare il capo di fronte ai “grandi” uomini certi di poter regnare al suo posto.

 

DONNA E REGINA

Ma è in quel momento probabilmente che Victoria, grazie anche al supporto incondizionato di Lord Melbourne, si rialza e comincia a diventare donna, a mostrarsi regale e imperscrutabile anche quando le emozioni la travolgono, a capire finalmente il peso effettivo di quella corona e a riflettere prima di agire, abbracciando la comprensione e il perdono nei confronti della giovane cameriera addetta ai vestiti che aveva ammesso una colpa non sua, e compiendo il primo vero passo verso la regina che è destinata a diventare. Victoria è pronta finalmente a mettere via la bambola n. 123 e ad accettarsi nella sua nuova vita, affrontando a viso aperto qualsiasi sfida, dovere e compito quel ruolo le riservi ma consapevole che ogni successo, sconfitta o errore avrebbe compiuto da lì in poi, sarebbe stato esclusivamente una conseguenza delle sue scelte e delle sue decisione, sue e di nessun altro.

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LORD MELBOURNE & LORD M.

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Quando conosciamo il primo ministro Lord Melbourne per la prima volta, il ritratto che ci mostrano è quello di un uomo stanco di qualsiasi aspetto della sua vita, disilluso dal regno e dal succedersi di re e regine, deluso e distrutto dagli eventi privati che hanno risucchiato tutte le sue energie, lasciando soltanto l’eleganza di un corpo vuoto e privo di qualsiasi interesse o impegno. Ma nel momento in cui Lord Melbourne entra nella vita e nella corte della giovane regina Victoria, contro ogni aspettativa, quell’uomo ormai così dimesso viene travolto dall’energia, dalla spontaneità e dalla forza non ancora al massimo del suo potenziale di una ragazza talmente viva e desiderosa di cambiare il suo mondo da infondere anche in lui nuova linfa vitale. Quando Victoria accetta “Lord M.” come unico consigliere fidato su qualsiasi aspetto della sua quotidianità, dona, all’unico uomo che resta al suo fianco senza secondi fini, senza aspettare un suo fallimento ma convinto invece del suo successo, uno scopo, una ragione per ricominciare a vivere, un motivo per combattere, per essere nuovamente se stesso, per sentirsi vivo come credeva che non sarebbe mai più stato. A quel ballo a cui non voleva neanche presenziare perché assalito dai dubbi e dai timori personali, Lord Melbourne vede Victoria come nessun altro, vede il suo potenziale, vede il coraggio oltre le insicurezze, vede i trionfi oltre i primi inevitabili errori, vede la donna oltre la ragazza e quello sguardo così onesto e passionale non può non diventare per lei un pensiero fisso, un bisogno costante dei suoi consigli, del suo sostegno, della sua fiducia e di quegli occhi che la guardano come nessuno aveva mai fatto prima: con rispetto, lealtà, amicizia e forse qualcosa di più.

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Lord Melbourne si afferma in questo primo episodio come l’unico uomo degno di una regina, degno di qualsiasi merito e qualsiasi onore, l’unico volto amico pronto a difendere Victoria e a combattere al suo fianco contro ogni forma di nemico e avversità sarà costretta ad affrontare nel corso del suo regno.

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DOWNSTAIRS

L’attenzione dedicata ai diversi volti e ranghi della servitù è probabilmente l’aspetto che più ha avvicinato il nome della serie al suo illustre precedente “Downton Abbey”. Ciò che mi sembra evidente però tramite la caratterizzazione dei personaggi e delle ambientazioni è la volontà dello show di affermarsi fin dall’inizio nella sua indipendenza, nella sua personalità definita e individuale, augurandosi certamente anche solo la metà della fama e del successo del period drama di Julian Fellowes ma decidendo con coraggio di non seguire orme già sicure bensì di intraprendere, proprio come Victoria, un nuovo percorso che sia soltanto suo, che possa essere riconosciuto un giorno come lo “stile di Victoria”, unico. Il personaggio che più emerge al momento è certamente quello della baronessa Lehzen, governante e confidente della giovane Alexandrina prima e della regina Victoria dopo, e proprio perché sicura nel suo ruolo privilegiato, Louise Lehzen diventa la donna con più potere e influenza tra i lavoratori al servizio della regina, perennemente attenta alle spese della casa anche al limite dell’errore e in contrasto evidente con il resto della servitù. Volti noti e proveniente dallo stesso universo di partenza della regina Coleman riempiono anche il mondo “downstairs” di Buckingham Palace (Eve Myles è Mrs. Jenkins, cameriera addetta al vestimento della regina) mentre i personaggi più giovani nell’ambiente rubano inevitabilmente la scena, con focus  sull’ultima arrivata Miss Skerrett che con lealtà e determinazione ottiene facilmente i favori della regina e il rispetto dei suoi superiori.

 

DIPINTI D’AUTORE

La regia (di Tom Vaughan) e la fotografia dell’episodio sono a mio parere impeccabili. Le cavalcate tra i sentieri alberati di Victoria e Lord Melbourne diventano quasi piccoli quadri artistici, come quelle tele dipinte con acquerelli estremamente care alla regina, ma soprattutto immergono i due personaggi in un mondo diverso da quello a cui appartengono, una realtà da sogno in cui esistono esclusivamente loro due e il loro rapporto sempre più simbiotico, puro e distante da tutte le malelingue e gli scandali della corte. La scena dell’incoronazione alternata nel montaggio alla visita medica richiesta per Lady Flora mi ha lasciato forse un po’ dubbiosa, considerata l’importanza del momento in questo modo quasi influenzata purtroppo dalla prima decisione sbagliata della regina. I primi piani dedicati a Jenna Coleman però permettono di evidenziare il vasto panorama delle sue emozioni e la sua incredibile crescita in quanto attrice e interprete di un personaggio così complesso.

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In conclusione, il ritmo nel primo episodio è incalzante, intrigante, mentre Jenna Coleman conquista  e invade lo spazio a sua disposizione con l’eleganza e la raffinatezza che da sempre la contraddistinguono, aggiungendo però alla sua recitazione uno studio costante e una totale immersione nella storia e nelle sfumature della persona e del personaggio, rendendo così la sua interpretazione incredibilmente variegata e complessa ma soprattutto riuscendo a incarnare perfettamente ogni aspetto di quel mondo e di quello spirito antico e regale a cui sembra quasi destinata. Tutti i suoi ruoli precedenti convergono adesso in questa esperienza unica, l’indipendenza e l’orgoglio di Clara Oswald, l’ingenuità e i capricci di Susan Brown, la superficialità e l’immaturità di Lydia Wickham e il potenziale nascosto di Rosie Williams, tutte queste caratteristiche permettono a Jenna Coleman di eccellere in ogni sfumatura della personalità di Victoria, apportando però qualcosa di nuovo e innovativo anche per lei che raggiunge ora una maturità artistica forse mai vista prima. La chimica con Rufus Sewell è travolgente mentre la sceneggiatura e la conoscenza della storia di Daisy Goodwin diventano il collante di quest’opera grandiosa che spera di imporsi alla nostra attenzione e di rubarci il cuore come l’illustre precedente ha già fatto sullo stesso canale. E per me la missione è già abbondantemente compiuta.

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Occasionale inquilina del TARDIS e abitante in pianta stabile di un Diner americano che viaggia nel tempo e nello spazio, oscilla con regolarità tra Stati Uniti e Gran Bretagna, eternamente leale alla sua regina Victoria e parte integrante della comunità di Chicago, tra vigili del fuoco (#51), squadre speciali di polizia e staff ospedalieri. Difensore degli eroi nell’ombra e dei personaggi incompresi e detestati dalla maggioranza, appassionata di ship destinate ad affondare e comandante di un esercito di Brotp da proteggere a costo della vita, è pronta a guidare la Resistenza contro i totalitarismi in questo universo e in quelli paralleli (anche se innamorata del nemico …), tra un volo a National City e una missione sullo Zephyr One. Accumulatrice seriale di episodi arretrati, cacciatrice di pilot e archeologa del Whedonverse, scrive sempre e con passione ma meglio quando l’ispirazione colpisce davvero (seppure la sua Musa somigli troppo a Jessica Jones quindi non è facile trovarla di buon umore). Pusher ufficiale di serie tv, stalker innocua all’occorrenza, se la cercate, la trovate quasi certamente al Molly’s mentre cerca di convertire la gente al Colemanismo.

7 COMMENTS

  1. Ho adorato ogni parola e ho amato rivivere la puntata attraverso i tuoi pensieri.
    Bellissimo il modo con cui hai evidenziato le diverse sfaccettature del personaggio di Victoria e ho adorato anche la parte dedicata a Lord M.
    Per quanto riguarda la fotografia non potrei essere più d’accordo, mi ha lasciato senza fiato.
    Non vedo l’ora di leggere la prossima recensione!

    • B., che dirti, il tuo supporto per me è fondamentale ormai! E sai bene che scrivo queste recensioni anche perchè so che lì fuori c’è qualcuno come te che recepisce le mie parole pienamente! Stiamo vivendo insieme questa esperienza e sono felice di poter condividere con te anche questa parte così importante della mia visione!

  2. Speravo che fossi tu a recensire la serie e, beh, sei troppo brava!
    Ho letto tante tue recensioni, ho anche commentato a volte, e non posso che confermare ciò che già pensavo: riesci a cogliere anche le cose non ovvie e esamini tutto così fluidamente… complimenti!
    L’analisi del personaggio di Victoria mi ha colpito parecchio: alcune cose non le avevo colte, forse ero troppo persa a contemplare Jenna, ma quanto è migliorata?? E Lord M… personaggio davvero interessante!
    La fotografia, come dici tu, è così curata, studiata, ben composta che rende alcune scene molto pittoresche: spero proprio che quest’attenzione diventi una costante. Mi aspetto grandi cose da questa serie e particolari così piacevoli possono renderla davvero ottima!
    Non vedo l’ora di vedere il prossimo episodio e di leggere la tua recensione, ovviamente!
    A presto

    • Ok Chiara, con questo commento mi hai letteralmente messo k.o.! Sapere che addirittura tu sperassi che fossi io a recensire mi riempie di orgoglio più di quanto possa dire, non so come ringraziarti, davvero! Nonostante io abbia visto quasi tutti i ruoli di Jenna, non l’avevo mai davvero vista così matura dal punto di vista artistico, ho sempre notato il suo potenziale immenso e in Doctor Who ho perso letterlmente la testa per lei (per me in fondo rimarrà sempre Clara Oswald) ma è come se Victoria le abbia dato la possibilità di crescere esponenzialmente! Ho letto TANTO del percorso di preparazione che ha compiuto e credo che proprio quella sua full immersion sia stata preziosa per lei, permettendole di indossare alla perfezione il ruolo perchè credo che lei abbia davvero capito nei minimi dettagli che tipo di donna fosse Victoria! La fotografia merita già mille awards per me, è eterea! Grazie mille di tutto! Alla prossima!

  3. Recensione semplicemente perfetta e, secondo me, una delle tue migliori, pur parlando sempre di un livello altissimo.
    Ho guardato subito la prima puntata perché aspettavo anche io l’evento (perché amo le storie inglesi e di regnanti). Mi è piaciuta molto l’interpretazione di Jenna, che avevo visto solo come Lydia, però confesso che le lenti a contatto un po’ mi hanno inquietato 😀 Sa rendere la più piccola sfumatura di emozione con un semplice sguardo. Adoro il suo rapporto con Lord Melbourne, lui (l’attore) è fenomenale!
    L’unica cosa che non mi è piaciuta molto, ma non sono esperta del campo, è la scelta delle luci. Mi è sembrato che sia stato usato un filtro sbiadito (parlo da assoluta profana). Qualche volta mi distraeva dalla visione, ma è solo una cosa che ho notato, così per curiosità.
    Non vedo l’ora di proseguire con la prossima puntata!

    • Innanzitutto, GRAZIE MILLE DI CUORE SILVIA!! Non sai quanto significhi per me questo commento e detto da te che scrivi meravigliosamente, è davvero un complimento immenso! Come ho detto, seguo Jenna da tempo ormai e ho visto quasi tutti i suoi ruoli e anche grazie a quei ruoli secondo me ha raggiunto una maturità artistica che da fan mi commuove! Avevo visto il suo potenziale e questa è la mia conferma! Sì, le lenti a contatto sono state un duro colpo per tutti, come dice Michelle Gomez, gli occhi di Jenna sono due pozzi d’oscurità e vederli azzurri destabilizza! Ma lentamente comincio ad abituarmi! 😀 Il rapporto tra Victoria e Lord M è il tipico rapporto che mi rapisce l’anima e non me la restituisce più! Le luci e i colori sono effettivamente molto tenui, sembrano aquerelli e per questo mi chiedo se non sia stato fatto di proposito essendo la regina appassionata di questi colori! Grazie ancora Silvia!

  4. Bellissima recensione, è stato un piacere leggerla.
    Devo dire che questa serie mi ha colpita moltissimo, Jenna Coleman è stata meravigliosa fin dal primo momento. Tutto il cast è davvero fantastico e hanno tutti fatto un ottimo lavoro.
    Trovo che sia tutto molto bello, a partire dai costumi e finendo con i luoghi dove hanno girato la serie.
    La scena dell’incoronazione è stata la mia preferita, anche se, come dicevi tu, alternarla alle scene con Lady Flora non mi ha convinto molto.
    L’unica cosa che non mi piace molto è il cambio di scene ogni tanto, non so bene spiegare però mi sembrano troppo repentine.
    Questo tuffo nella vita della Regina Vittoria è molto interessante, soprattutto rendersi conto di come sia stato difficile, possibilmente, per una giovane donna essere catapultata sul trono ed essersi trovata a dover fronteggiare tutte quelle persone che volevano dirle cosa/come fare e dire.
    Mi piace il suo carattere, anche se può spingerla a sbagliare è comunque molto interessante vedere come cambia già dal primo episodio.

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