Io non sono più capace di esprimere a parole l’agonia che è diventata la visione di questo telefilm. Avrei preferito risolvere la questione giuridica più spinosa ed ingarbugliata che possa esistere, sommersa da codici e manuali, piuttosto che buttare così 40 minuti della mia vita. Stiamo parlando di 40 minuti che nessuno mi ridarà più. Se ci aggiungete il fatto che mentre io vedevo l’episodio, il mio ragazzo guardava l’inter, avete un quadro completo della mia situazione disperata.
Di nuovo una puntata lenta e di transizione, in cui non si fa nessun passo in avanti decisivo, anzi, se possibile, considerato il rientro sotto la Cupola di alcuni soggetti, direi che si tratta di un bel passo indietro. Ma andiamo con ordine e analizziamo gli eventi.
Julia ha cambiato professione, si è cancellata dall’albo dei giornalai, ops giornalisti, e si è iscritta a quello dei baby sitter. Oramai passeggia per Chester’s Mill con 3 adolescenti disadattati e li carica pure delle sue preoccupazioni.
Mentre Barbie è nelle mani di soggetti ignoti vestiti di nero, che scopriremo dopo essere in cerca, anche loro, dell’uovo, la rossa sfrutta Joe per contattare il fidanzato. Arriva un messaggio. Anzi no, siamo passati al livello successivo: Julia riceve un video messaggio dal papà di Barbie, della serie, “Maria, chiudi la busta”!
Il dilemma della puntata, a questo punto, è: ascoltare Barbie e non saltare o raggiungere Zenith con l’uovo per salvarlo?
Sulle tracce dell’uovo si mette anche Big Jim, che addirittura contratta con i militari la liberazione sua e del figlio, in cambio della fonte d’energia. Premio come miglior attore a Junior che non si finge per nulla sorpreso quando il padre gli dice che Barbie è vivo e, anzi, lo conferma. Ma, non temete, ha un piano, mettere in salvo l’uovo, no matter what. Con l’aiuto di Melanie, lo nascondono proprio nel seminterrato di casa Rennie e poi, dal nulla, lei gli chiede di stendersi sul letto e abbracciarsi. Considerando che lei poteva, potenzialmente, essere sua zia, vi lascio immaginare i brutti pensieri che ha suscitato in me questa scena.
Gli unici momenti salvabili, sono quelli che vedono Julia e Big Jim duellare oralmente. I dialoghi tra i due sono più interessanti dei tre quarti delle vicende di Chester’s Mill. E, dal loro ultimo confronto, vediamo un lato nuovo dello sceriffo, nostalgico, innamorato, umano.
Una chicca di inizio puntata:
A Zenith, intanto, assistiamo ad un brain-storming tra geni. Pauline, Lyle e lo zio Sam, si interrogano sul significato della porta rossa. Rosso potrebbe significare sacrificio, come ci spiega Lyle con i suoi soliti riferimenti ascetici alle Sacre Scritture.
Mentre loro brancolano nel buio, identificando la porta rossa con quella presente in un parco giochi per bambini, ci pensa Barbie, ancora una volta, a salvare la giornata. Lui quella porta rossa la conosce bene, si trova a casa sua. L’allegra comitiva, insieme all’hacker più tenero della storia, Hunter, finalmente riesce ad oltrepassarla. E nei sotterranei accade, ancora una volta, qualcosa di mistico ed inspiegabile: dal nulla si origina una spirale che li trascina direttamente nello stesso fiume a Chester’s Mill dove è comparsa Mel.
Ma voi avete notato il trucco perfetto di Pauline nonostante l’immersione?!
Cioè, io se mi lavo la faccia sembro un panda, figuriamoci a fare un’immersione con le ciglia alla Bambi…ci sarà una spiegazione mistica anche per questo?!
Ma le stranezze non finiscono qui: mentre sono rapiti dalla spirale hanno dei flashback e una premonizione. Barbie si ricorda di aver fatto amicizia con Melanie da piccolo.
Lo zio Sam ha un flash di un’inutile conversazione con Junior e Pauline vede Melanie che le dice che tutto dovrà finire dove ha avuto inizio.
Hunter, che scopriamo essere amico di Pauline e immischiato con “I Segugi di Diana”, ovviamente, non vede nulla, mentre Lyle è disperso.
Quanto a trama contorta, gli autori non hanno nulla da invidiare alla zia Marlene.
Cliffhanger finale: i fuggitivi devono mantenere un basso profilo, ma Pauline chi ti va ad incontrare? Proprio Big Jim, l’uomo che passava meno tempo di tutti a casa, ma che, guarda caso, in quel momento, si trovava proprio lì.
Noioso, scontato, brutto e insopportabile. Non vi nascondo che, se non dovessi recensirlo, lo avrei già abbandonato. Non mi interessa neanche più sapere da cosa si origina la Cupola.
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-Fra-