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The Walking Dead 8×16 – Storyline che alla fine ti esplodono in faccia (no kidding!) [SEASON FINALE]

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The Walking Dead 8×16 – Storyline che alla fine ti esplodono in faccia (no kidding!) [SEASON FINALE]

Siamo arrivati alla tanto agognata conclusione di questa stagione spesso, a mio parere, difficile da seguire, un trend ricalcato purtroppo anche per la maggior parte di questo season finale.

L’episodio di per sé non è stato lento ed estenuante da seguire, tutt’altro, ma come per gran parte delle puntate che l’hanno preceduto ci sono vari momenti in cui l’assurdo prende il sopravvento e ti ritrovi lì, semplicemente ad accettare che sono almeno 5 volte che Rick si trova a due metri da Negan nell’arco delle due stagioni passate e puntualmente finisce i proiettili proprio nel momento cruciale.
Devo quindi accettare che Morgan/Terminator abbia deciso di smettere di ammazzare gente solo perché ha avuto mezzo minuto di conversazione con Jesus, devo accettare che Jesus il misericordioso ora sia dalla parte di una Maggie vendicativa, devo accettare che a Eugene siano bastati quei pochi minuti nelle mani dei suoi vecchi amici ora inviperiti con lui per il suo tradimento a innescare il voltafaccia del personaggio che ha quindi, nell’arco di poche ore, manomesso personalmente tutte le munizioni preparate per l’occasione… ok, la volubilità di Eugene magari l’accetto pure, perché lui è un po’ così e in molti avevate previsto che questo sarebbe potuto accadere; io, come avevo scritto la settimana scorsa, avevo deciso di credere che sarebbe rimasto dalla parte dei Savior fino alla fine perché è un personaggio troppo di merda per aver diritto a una redenzione e perché, realisticamente parlando, ha senso che vengano rappresentati anche personaggi semplicemente deprecabili e meschini, perché la realtà del mondo è che esistono pure queste persone. Sono quindi un po’ sorpresa dal suo voltafaccia, ma sono soprattutto delusa dal fatto che gli altri sembrino semplicemente accettarlo di nuovo tra i loro ranghi punto e basta (cioè, Rosita una pigna in faccia per non saper né leggere né scrivere gliela molla, benedetta ragazza! Ma tutti gli altri, mossi dallo spirito alla volemosebene di Rick, che perdona e accetta tutti i Salvatori rimasti in vita, semplicemente sembrano acconsentire a riprendersi pure Eugene senza battere ciglio). Di per sé mi rendo conto che il seme del voltagabbana del personaggio poteva essere individuato per via di mosse come liberare Gabriel e il dottore settimane e settimane fa, ma nel frattempo sono successe molte cose, e al rientro del prete Eugene sembrava già una persona diversa e la sua faccia nel sentire le accuse e le minacce di Rosita la settimana scorsa sembravano presagire tutt’altro che contrizione e rimorso per le sue azioni. Ma poi le parole di Rosita ripetute ai suoi sottoposti, cercare di “fare qualcosa con la sua patetica vita”, avrebbero potuto essere un buon campanello d’allarme… ripeto, ho solo VOLUTO ignorare questo e sperare che The Walking Dead sarebbe andato fino in fondo con la resa al lato oscuro di questo personaggio.

Ma no, questo season finale è in realtà un raggio di sole per quasi tutti, non ci sono morti illustri e perfino i nemici si salvano: si compie la volontà di Carl, di provare a perdonarsi a vicenda e provare a costruire qualcosa insieme per il bene comune. Onestamente, e non so se sono state le parole dell’ormai ex-showrunner a influenzarmi, concordo che l’episodio abbia decisamente costituito un punto focale per la serie, ha avuto il sapore di una conclusione più generale e non limitata all’arco narrativo della lotta contro Negan, c’è potenzialmente la possibilità di ripartire quasi da zero l’anno prossimo… e magari buttarci pure un bel salto avanti nel tempo (giusto per mostrarci una Maggie finalmente in avanzato stato di gravidanza, perché finora ci stanno facendo credere che tutto quello che abbiamo visto dalla morte di Glenn e Abraham a ora è successo in pochi mesi… eppure di roba ne è accaduta, ma lei è ancora un’acciuga e, nonostante le crolli costantemente il mondo addosso, non ha ancora avuto problemi a lungo termine con questo bambino, neanche le banali nausee mattutine? Oooooook…). Ma se da un lato il chiudere un capitolo e provare ad aprirne un altro ha del potenziale (magari in mano a qualcun altro lo show tenterà di recuperare il suo lustro delle prime annate e riprendere narrative più coinvolgenti), dall’altro per me questo episodio ha, proprio per via dell’“everybody lives”, mancato di reale pathos. Non mi basta vedere Rick in lacrime ai piedi dell’albero con le vetrate (lo shot che avevamo già visto a inizio stagione, a cui questa sequenza si ricollega anche grazie alle parole che l’ex-sceriffo aveva sentito da Siddiq: “May my mercy prevail over my wrath”) per percepire il trasporto della scena: la lettura delle ultime parole di Carl a suo padre mi avevano commosso nella puntata scorsa, ma non ero certa fino in fondo che sarebbero bastate per far tornare indietro Rick dai suoi propositi oscuri. E forse ero felice così: per quanto non mi piacesse vedere Rick nei panni del personaggio discutibile che stava diventando, era innegabile che tutto quello che ha passato lo aveva portato a un punto quasi senza ritorno, come anche Morgan gli fa notare in questa puntata rievocando il momento in cui la sua parola di pietà verso i Salvatori che li tenevano prigionieri è stata seguita da pugnalate alla schiena a sangue freddo. Questa è la persona che Rick era diventato, e per quanto spiacevole da vedere non sono certa che un cambio di rotta così drastico sviluppato nell’arco di un solo episodio possa risultare credibile: non si tratta solo della scelta di risparmiare tutti i Salvatori rimasti in vita, ma addirittura di risparmiare Negan. Ok che nel fumetto accade così, ma trovo difficile contestualizzare la scelta da un punto di vista del character development seguito finora, in cui la riluttanza di Maggie ad accettare la stessa decisione è invece la reazione più realistica.

Maggie sembra quindi costituire a questo punto il fulcro del possibile attrito che vedremo in futuro, seguita a ruota da Jesus e Daryl. Daryl che accetta di andare platealmente contro Rick è, per quanto mi riguarda, una delle cose che più di tutte mi fa dire che siamo alla fine di un’era: Daryl che aveva affermato quanto Rick fosse stato suo fratello ben più di Merle, che l’aveva seguito e supportato sempre e comunque, il suo braccio destro. Mentre capisco perfettamente Maggie, trovo borderline la scelta di Daryl (diviso tra la sua fedeltà a Rick ma, a quanto pare, mosso ancora più dal suo latente senso di colpa per la more di Glenn, che suppongo essere il motivo n°1 per continuare a odiare Negan e scegliere di partecipare addirittura a una sorta di ammutinamento pur di farlo fuori) e decisamente out of character nel caso di Jesus, che quasi venera Maggie come leader (“Hilltop stands with Maggie”) ma che fino a due minuti prima promuoveva la misericordia assoluta. Ma d’altronde, considerato il clima generale in cui ci lascia questo ottavo finale di stagione, con unicorni e arcobaleni a illuminare l’orizzonte (insieme a una mandria mastodontica di zombie, ma vabbè), un minimo di seme di discordia doveva pur essere inserito da qualche parte.

Note sparse:
  • Anche voi all’inizio, quando Rick&co. si fermano in cima alla collina e guardano l’orizzonte parlando di quanto non abbiano mai visto nulla del genere prima, avete dovuto mettere in pausa e appiccicare la faccia allo schermo per essere certi di aver individuato di cosa stessero parlando o è stato solo un mio problema? Certo che la regia poteva anche impegnarsi un po’ di più visto che potenzialmente (o perlomeno è questo che ci fa presupporre il big speech di Rick dopo aver risparmiato Negan) è proprio sulla mandria di morti nella valle che torneremo l’anno prossimo (sembrerebbe un riferimento all’introduzione dei Whisperer dalla graphic novel nella prossima stagione ma Gimple ha negato… beh, ovvio che ha negato, ciò non rende la sua affermazione verità assoluta quindi vedremo…);

  • Tra i miei momenti di ilarità preferiti nell’arco dell’episodio il maldestro tentativo di fuga di Gabriel dalla macchina in corsa;
  • L’esplosione contemporanea di tutte le munizioni manomesse nelle armi dei Savior ha avuto un buon effetto visivo tutto sommato, anche se anche lì c’è da sospendere l’incredulità e fingere che accettiamo il device narrativo come qualcosa più di un mero deus ex machina;
  • E parlando di deus ex machina, alzi la mano chi non l’ha pensato nel veder comparire il gruppo di Oceanside proprio al momento giusto, intervento tra l’altro telefonatissimo già dal finale dello scorso episodio ma che almeno avrebbero potuto sviluppare un po’ di più dopo l’annientamento dei Salvatori con le loro bombe incendiarie, con tipo tre parole in croce scambiate con Tara;
  • Non ci siamo scordati di Janis! Morgan è andato a prenderla alla discarica per chiederle di unirsi agli altri, mentre sarà lui a rimanere per un po’ in isolamento… vista l’utilità e la quasi zero empatia che il personaggio e le sue turbe mentali mi hanno trasmesso di recente non l’ho percepito come un arrivederci strappalacrime, onestamente;
  • Dwighty è vivo! Grazie Daryl per averlo risparmiato, sono felice che tra una chiacchiera e l’altra Negan ci abbia tenuto a evidenziare che il poveraccio non aveva dato informazioni errate di sua volontà. La vedo dura ma sarebbe bello che ricomparisse più avanti;
  • Ero abbastanza sicura che il dialogo tra Rick e Siddiq all’inizio, in cui quest’ultimo rivela all’altro che Carl è stato morso mentre cercavano di ammazzare zombie a caso per “onorare” la teoria alquanto folle della madre defunta del nuovo ragazzo, si sarebbe conclusa con Rick che lo stendeva di botte… non sarebbe stata una figata? Ah no, giusto, volemosebeneTM

Direi che per questo episodio, e questa stagione, è tutto: non posso dirmi pienamente soddisfatta dell’andazzo generale di questa ottava stagione ma questo, vorrei evidenziare un’ultima volta per quelli che ci hanno tenuto a volte a farmi sapere che se proprio non mi piaceva quello che stavo vedendo potevo anche smettere, è il parere che viene da una persona che ha amato questa serie, e molto, quando è stata lanciata. Ne apprezzavo il trucco, le scenografie, la regia e la fotografia, amavo i dialoghi mai scontati e la costruzione di personaggi e storie coinvolgenti e appassionanti. Francamente non capisco il senso di questa affermazione, “se non ti piace smetti di vederlo”: certo, se fossi a livelli di esasperazione tali che ogni ora dedicata a questa serie fosse un’agonia allora di certo non avrei bisogno di un Capitan Ovvio qualunque che mi dica di mollare, ci arriverei da sola. Ma al di là di questo rimango basita da come in un web saturo di opinioni non richieste si possa ancora avanzare una tale richiesta a qualcuno solo perché sta esponendo un parere diverso dal tuo, soprattutto visto che, appunto, nel mio caso particolare le critiche a The Walking Dead non vogliono mai essere sterili, tanto per attaccare, ma si basano sul presupposto che proprio conoscendo e apprezzando il potenziale della serie continuo a seguirla anche in una fase decrescente, perché sia mai che mi perda la rinascita di TWD!

Rinascita che potrebbe o non potrebbe seguire questa chiusura di un lungo e tortuoso capitolo, potremmo o non potremmo avere una sorta di reboot per la nona stagione o potremmo forse semplicemente seguire un percorso simile a quello di OUAT, che va a impantanarsi proprio nel momento in cui decide che è ora di rinnovarsi del tutto. Non so quindi cosa aspettarmi nello specifico dal futuro di TWD, ma la verità è che finché Fox continuerà a propormelo in contemporanea con gli USA e potrò quindi seguirlo semplicemente piazzando il didietro sul divano e premendo un tasto sul telecomando la pigra che è in me non farà rimostranze… voi invece ci sarete il prossimo autunno?
Aspetto di leggere i vostri pareri sull’andamento generale e su questo season finale in particolare qui sotto nei commenti e, durante questa lunga pausa estiva, vi ricordo per rimanere sempre aggiornati sullo show e i suoi interpreti di passare dai nostri amici di

The Walking Dead ITA
Andrew Lincoln Italy

che vorrei anche ringraziare per aver condiviso i miei articoli tutte le settimane.
Grazie poi ad Alice per aver prontamente preso in mano la situazione ogni volta in cui mi sono trovata incasinata e impossibilitata a recensire una puntata in tempi brevi (molto spesso quest’anno!) e a voi tutti per aver pazientemente seguito con me questa lunga, luuunga stagione ed esservi fermati ogni tanto a commentare.
A presto!

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Ale
Tour leader/traduttrice di giorno e telefila di notte, il suo percorso seriale parte in gioventù dai teen drama "storici" e si evolve nel tempo verso il sci-fi/fantasy/mistery, ora i suoi generi preferiti...ma la verità è che se la serie merita non si butta via niente! Sceglie in terza media la via inizialmente forse poco remunerativa, ma per lei infinitamente appagante, dello studio delle lingue e culture straniere, con una passione per quelle anglosassoni e una curiosità infinita più in generale per tutto quello che non è "casa". Adora viaggiare, se vincesse un milione di euro sarebbe già sulla porta con lo zaino in spalla (ma intanto, anche per aggirare l'ostacolo denaro, aspetta fiduciosa che passi il Dottore a offrirle un giretto sul Tardis). Il sogno nel cassetto è il coast-to-coast degli Stati Uniti [check, in versione ridotta] e mangiare tacchino il giorno del Ringraziamento [working on it...]. Tendente al logorroico, va forte con le opinioni non richieste, per questo si butta nell'allegro mondo delle recensioni. Fa parte dello schieramento dei fan di Lost che non hanno completamente smadonnato dopo il finale, si dispera ancora all'idea che serie come Pushing Daisies e Veronica Mars siano state cancellate ma si consola pensando che nell'universo rosso di Fringe sono arrivate entrambe alla decima stagione.

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