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The Walking Dead 8×09 – Un addio con onore

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The Walking Dead 8×09 – Un addio con onore

La pausa è finita e “The Walking Dead” è tornato. Mi dispiace per voi ma, causa impegni di lavoro, Ale ha ceduto il testimone a me per questa settimana, e dico che mi dispiace perché purtroppo sono in quella fase di semi-disperazione in cui gli appuntamenti settimanali con TWD sono diventati un obbligo e non più un piacere. Per tutto quello che questa serie mi ha dato in passato non riesco a rassegnarmi ad abbandonarla, ma è anche vero che troppe volte mi ritrovo a fissare la barra di scorrimento della riproduzione del pc e a perdermi in momenti con veramente poca sostanza.

L’attenzione questa settimana era ovviamente focalizzata sul Carl e sulla sua preannunciata uscita dallo show. Il morso di un walker equivale ad una condanna a morte, dopo otto stagioni ormai questo era chiaro, per cui non ci sono stati pathos o ansia per la sua sorte: tutto era già scritto. Quello che però hanno dato a Carl, e che invece è mancato a tanti altri personaggi, è stato il tempo di dire addio e la consapevolezza di andare incontro al proprio destino sapendo di aver “risolto” le sue questioni in sospeso. Si gode gli ultimi momenti di pace ad Alexandria (in un tempo che mi è sembrato enormemente dilatato, ma preferisco sorvolare sulla questione temporale) ed ha comunque la lucidità per mettere in salvo tutti prima dell’inevitabile. Dopo tutto quello che ha passato, dopo il fatto che nemmeno una pallottola in testa l’abbia ucciso, questa fine fa un po’ alzare gli occhi al cielo, però nel complesso l’ho trovata coerente con il “nuovo” Carl. Dopo la morte di Lori il ragazzino era diventato questa sorta di strana macchina da guerra senza sentimenti che pensava di poter risolvere tutto con una pistola – una fase che, detto fuori dai denti, ho sopportato malissimo – per poi riprendere mano a mano coscienza del fatto che anche in questo nuovo mondo l’umanità non è morta. Lo dice lo stesso Carl e lo fanno capire le sue “visioni”: un mondo idilliaco fatto di farfalline e fiorellini e riconciliazione e un volemose bene generale, forse un po’ troppo accentuato nei toni, però è anche vero che la guerra non può durare per sempre e che prima o poi bisognerà pensare anche al tempo in cui si dovranno deporre le armi e cominciare a ricostruire sulle macerie, non solo fisiche ma anche emotive, che questi continui scontri avranno lasciato.

Carl ha avuto una fine dignitosa, una fine con onore (per richiamare il titolo dell’episodio) e questo è certamente un lusso che è stato riservato a pochi. Pur non apprezzando particolarmente il personaggio, ammetto che un minimo mi sono commossa per la sua dipartita (in verità più nell’addio di Daryl e nell’ultimo saluto a Judith che con il padre e Michonne), però, più di ogni altra cosa, spero che questo shock riesca a smuovere Rick dal limbo in cui è caduto, fatto di delirio di onnipotenza, ordini gridati a caso, piani fallimentari e prese di posizione a colpi di pistola; la soluzione forse non è l’apatia del periodo passato nella prigione dopo la morte della moglie, però, come si suol dire, la virtù sta nel mezzo… e speriamo…

Vorrei avere tante buone parole da spendere su Morgan, Carol e quella parte dell’azione, ma siamo in Quaresima e io ho giurato di non dire bugie. Trovo giusto affrontare anche l’altro lato della medaglia: quello del rimpianto e del desiderio di porre fine a tanta violenza, e, in un certo senso, trovo giusto mettere a confronto proprio Carol e Morgan per i rispettivi percorsi all’interno della serie… però quando è troppo è troppo, prima o poi si dovrà raggiungere un compromesso. A differenza di Carol, che sembra avere più o meno accettato la situazione, Morgan continua ad oscillare da uno stato borderline all’altro, dall’assoluta non violenza all’andare  in giro ad infilzare qualsiasi cosa si muova; ma la via di mezzo esiste e consiste nell’uccidere solo quando strettamente necessario, per difendere se stessi e la propria gente. Dopo una stagione di ripensamenti vorrei per lo meno capire dove questa storia voglia andare a parare, sapere che sto sopportando quest’angoscia per una ragione.

La scena finale, come classico di “The Walking Dead”, ribalta la situazione: detto addio a Carl, pensi che in famiglia Grimes si possa avere un attimo di pace, e invece no – Rick ferito sotto un albero rimette tutto in discussione. Potrei anche aver prestato poca attenzione, ma il buon vecchio sceriffo mi sembrava abbastanza malconcio; potrebbe essere sangue altrui o potrebbe essere un’allucinazione, segno del fatto che forse quel mondo sognato dal figlio per Rick non potrà mai esistere, però per ora rimango fedele alla mia prima impressione. Lo scopriremo solo vivendo, e per allora Ale sarà tornata, quindi lascio la patata bollente nelle sue mani.

Vi aspetto qui sotto nella sezione commenti per scambiarci pareri e aspettative su questo ritorno, vi invito inoltre come sempre a fare un salto dai nostri amici di

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Alla prossima!

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