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The Walking Dead | Recensione 5×05 – Self Help

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The Walking Dead | Recensione 5×05 – Self Help

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“Self Help” è forse il peggiore episodio di sempre di The Walking Dead, sicuramente il peggiore della stagione in corso. Abraham, Eugene, Rosita, Glenn e Maggie si trovano a dover fronteggiare una situazione d’emergenza dopo che il pulmino sul quale viaggiavano ha subito un serio incidente: è l’occasione per scontri e rivelazioni e per conoscere meglio Eugene, il presunto futuro salvatore dell’umanità.
Anche questo episodio, invece che seguire in parallelo le vicende dei vari personaggi dello show, si sofferma solo su alcuni di essi. Il gruppetto in questione è potenzialmente piuttosto interessante anche e soprattutto a causa della missione che ha deciso di portare a termine, purtroppo, però, le buone premesse iniziali vengono tradite e l’episodio diventa presto uno dei meno riusciti di sempre tanto da essere a tratti imbarazzante e ridicolo (walkers sh“uccisi” dalla pressione dell’acqua!?!? Ok… ). Infarcito di dialoghi poco sensati e di poca coerenza nelle scelte dei personaggi, “Self Help” fa rimpiangere Rick Grimes, leader poco carismatico che non vediamo da ormai due episodi. A fare le sue veci è Abraham Ford, che non avevamo ancora avuto modo di conoscere bene: l’uomo si dimostra essere testardo, autoritario e non certo molto furbo nel momento in cui insiste sul continuare il viaggio verso Washington pur in condizioni disperate. E gli altri del gruppo non sono da meno, dato che non accennano a ribellarsi neppure davanti al fatto che la loro stessa incolumità è messa in pericolo dalle scelte scellerate del loro capo.
Con questa 5×05 scopriamo qualcosa in più su Ford grazie a dei flashbacks che ci raccontano di come l’uomo abbia visto morire la sua famiglia a causa di una moglie impaurita e non troppo sveglia (è stato davvero saggio fuggire da Abraham per paura della sua violenza? Violenza tra l’altro esercitata per difendere lei e i figli…) e di come egli abbia trovato la propria ragione di continuare a vivere proprio grazie ad Eugene, provvidenzialmente incontrato quando era sull’orlo del suicidio. Ma anche questi scampoli di passato, seppur interessanti per comprendere la psicologia del personaggio, si rivelano mal fatti e troppo sbrigativi, nonché privi del pathos e della drammaticità che la situazione in cui i personaggi si trovano richiederebbe.
Ad ogni modo “Self Help” una cosa buona la fa: smaschera per quello che è Eugene, che si rivela essere – come la maggior parte deglishelp2 spettatori sospettava –  un ciarlatano. L’uomo, messo alle strette da un obiettivo che si stava facendo sempre più concreto (e cioè l’arrivo a Washington), decide di confessare di non essere lo scienziato che diceva e di aver messo su questo teatrino per avere protezione. Al contrario, e ne era pienamente consapevole, sarebbe certamente morto poiché inadatto a sopravvivere in un ambiente così ostile. Questa rivelazione non è certo una sorpresa per i lettori del fumetto, ma i cazzotti di Abraham sono decisamente stati una soddisfazione un po’ per tutti…
E adesso che si fa? Abraham, Eugene, Rosita, Glenn e Maggie cercheranno di tornare indietro da Rick? Pare che dovremo aspettare un po’ per saperlo, dato che il prossimo episodio sembra sarà incentrato su Carol e Daryl. Questi episodi dedicati ai singoli sottogruppi non sono certo malvagi, ma hanno due difetti: in primo luogo, se sono troppi e si susseguono come già accadde nella scorsa stagione, fanno disorientare lo spettatore e in secondo luogo possono risultare un po’ noiosi dato che la profondità e la buona caratterizzazione psicologica non è – purtroppo! –cosa di tutti i personaggi di The Walking Dead.

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Vi lascio con il promo del prossimo episodio:

https://www.youtube.com/watch?v=wKbkzwawFKU

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