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The Vampire Diaries | Recensione 8×16 – I Was Feeling Epic [SERIES FINALE]

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The Vampire Diaries | Recensione 8×16 – I Was Feeling Epic [SERIES FINALE]

“Do you think I want this? I just got married. My wife is out there waiting for me to come home to her. But in the nearly two centuries since I made you become a vampire, I have fought to turn you into the man who deserves the happiness that’s out there right now. Let me do this for you. Let me do this for me.”

E chi l’avrebbe detto che io, PROPRIO IO, io che ho mal sopportato Stefan per sei stagioni su otto, io che – soprattutto nelle prime tre – a ogni episodio lo imploravo di autoimpalettarsi e liberarci dal suo sguardo perennemente emo depresso, io che volevo buttare il computer fuori dalla finestra ogni volta che quello che reputavo un cretino fatto e finito si metteva a piagnucolare dietro alle gonne di Elena, insomma IO, proprio io, avrei pianto così tanto per la sua dipartita? Il fatto è che – e sono abbastanza sicura di averlo già spiegato in maniera approfondita nelle scorse settimane – nel corso delle ultime due/tre stagioni, ho completamente rivalutato il suo personaggio, anche perché è stato uno dei pochi ad avere una crescita effettiva, a non rimanere bloccato in quella spirale eterna di decisioni sempre uguali a se stesse rendendosi imbarazzante e scontato a livelli epici. Ovviamente, anche lui in realtà è rimasto per certi versi intrappolato nella storia che continuava a ripetersi uguale a se stessa (vedi l’ultimo ciclo di spegni emozioni/accendi emozioni in cui è ricaduto nel giro di due minuti nella dipendenza da sangue umano), ma diciamo che, dal mio punto di vista, è l’unico che sia riuscito a tirarsene un minimo fuori, a crescere e ad evolversi – seppur mi renda conto che crescita ed evoluzione siano due paroloni nell’universo di The Vampire Diaries.

Insomma, dicevo: ho pianto per venticinque minuti ininterrotti per Stefan Salvatore, dalla scena con Damon, da quando bisticciano per chi dei due abbia più diritto dell’altro a sacrificarsi, chi dei due abbia più bisogno di redenzione, chi dei due sia meno disposto a lasciare che l’altro muoia così. È stata una scena meravigliosa, per una volta – per quanto in seguito non abbiano mancato di sottolineare che anche lì Damon si volesse sacrificare per salvare il corpo di Elena, bloccato dall’incantesimo di Kai nei locali della caldaia – si è trattato solo di loro due, di Stefan Salvatore e di Damon Salvatore, di due fratelli che hanno passato quasi due secoli ad odiarsi nella maniera più intensa e viscerale possibile proprio perché in realtà l’affetto che li legava era troppo immenso per essere spiegato o compreso, da loro in prima persona. Stefan non è disposto a lasciare che Damon butti via l’unica opportunità che ha di avere finalmente una vita felice, di abbracciare quella felicità e quella gioia che merita perché, come non mi stancherò mai di ripetere, Damon non è mai stato pure evil. Anche nei suoi momenti peggiori aveva sempre una motivazione di fondo per le sue azioni, anche nei suoi momenti peggiori c’è sempre stato dentro di lui un barlume di coscienza latente. Damon invece non è disposto a lasciare che sia Stefan a sacrificarsi, perché lui è il fratello maggiore, lui è quello che sulla carta dovrebbe avere il compito di badare all’altro, lui è quello che si è sempre sentito in difetto, il cattivo, quello senza scrupoli, quello che non merita niente. Ma sappiamo tutti che non è così, sappiamo benissimo quello che dicevo anche settimana scorsa, ovvero che le emozioni spente, l’interruttore dell’umanità abbassato, non sono motivazioni sufficienti a giustificare certe azioni, perché comunque si voglia rigirare la frittata, è stato Stefan a compierle. A iniziare dal momento in cui ha costretto Damon a diventare un vampiro. E il momento in cui anche Stefan stesso ha capito che non può sottrarsi dalle sue colpe, è stato uno dei più belli della serie intera. L’accettazione del fatto che il buono fra i due sia Damon, la consapevolezza di aver portato avanti un’esistenza a tratti orribile, fatta di massacri cruenti per i quali non c’è e non può esserci perdono né redenzione. Ma una cosa può farla. Può assicurare un futuro a Mystic Falls, può assicurare la felicità a suo fratello, può lanciarsi fra le fiamme dell’inferno insieme a Katherine e sperare che serva a qualcosa.

Stefan ne ha bisogno, ha bisogno di compiere questo sacrificio, ha bisogno della consapevolezza di aver scelto definitivamente il bene facendo del bene. E io lo capisco, lo capisco così come l’ha capito Caroline, e come l’ha capito Bonnie, e come l’ha capito Elena, e come alla fine l’ha capito anche Damon. Tutto ciò che è ruotato intorno a Stefan in questo episodio, è stato perfetto.
Bonnie che si appella a lui nonostante il rancore che ancora prova, perché sa che Stefan ha per l’appunto questo bisogno disperato di redenzione e che non si tirerà indietro.
Caroline, che in quello che è stato uno dei pochissimi momenti Steroline a essermi piaciuti davvero, gli dice I need you to know that I understand che vale più di miliardi di ti amo, più di miliardi di parole di perdono per il fatto che la sta lasciando consapevolmente. Caroline che soffre ma non porta rancore, non cerca in un ultimo tentativo estremo di fermarlo, perché capisce, capisce che il ciclo di Stefan sulla terra è giunto al termine e che lui ha bisogno di andarsene.

Elena, che in quel breve momento a cavallo fra il mondo dei vivi e quello dei morti, gli dà l’addio definitivo in un abbraccio che è anche e soprattutto un ringraziamento per quell’immenso sacrificio che regalerà la pace e la felicità a tutti quanti.

After med school, I came home to Mystic Falls. It felt right. It’s where I wanted to grow old and I did. And that’s my life: weird, messy, complicated, sad, wonderful, amazing, and above all epic. And I owe it all to Stefan. When I met him, I had lost my parents and I was dead inside, but he brought me back to life and I’m going to live it as best I can for as long as I can. Even after our long and happy life together, Damon is still worried he’ll never see Stefan again, that he’ll never find peace. But I know he’s wrong because peace exists. It lives in everything we hold dear. That is the promise of peace, that one day after a long life, we find each other again.

Lexi, che si fa trovare pronta ad accogliere il suo migliore amico sulle note di Never Say Never dei The Fray e che d’ora in avanti assocerò sempre e per sempre al personaggio di Stefan.

E poi la scena finale. Ho apprezzato tantissimo che abbiano deciso di riservare l’ultima scena della serie ai fratelli Salvatore e solo a loro. Ho apprezzato il fatto che si ritrovino, che i cancelli dell’inferno non si siano riaperti solo per inghiottire Damon – come lui aveva profetizzato – ma che entrambi siano riusciti infine a trovare la pace e a riscattarsi, riuscendo infine anche a ritrovarsi.

Questo è tutto ciò che mi è piaciuto in maniera incredibilmente profonda, ciò che per un po’ mi ha fatto provare una fitta di nostalgia immensa all’idea che questo show sia definitivamente finito.

Ho apprezzato molto anche tutti i richiami ai primi episodi della prima stagione, è stato bello rivedere Elena, Bonnie e Caroline di nuovo insieme, ritrovare Elena che compila pagine di diario al cimitero iniziando con le stesse parole che le avevamo sentito recitare nel pilot, con tanto di corvo che annuncia la presenza di Damon.

Ovviamente ho amato anche Enzo, che rimarrà sempre e per sempre uno dei miei personaggi preferiti di questa serie. Sorry love, but it’s not your time. Eccolo lì, di nuovo pronto a salvare la sua Bonnie, di nuovo pronto a rispedirla nel regno dei vivi, a impedirle di mettere fine così alla propria vita solo per accelerare i tempi di un ricongiungimento che alla fine arriverà in ogni caso.
Now you’re finally ready to live.

E poi, manco a dirlo, ho adorato l’hint che hanno dato secondo il quale potremmo presto vedere Caroline a New Orleans – anche se allo stato attuale delle cose le timeline delle due serie ovviamente non combaciano, quindi non può trattarsi di una cosa immediata, a meno che non ci siano dei salti temporali all’interno di The Originals.

Devo però dire che ci sono state anche molte cose che mi sono andate di traverso, e le elencherò sotto forma di un veloce elenco puntato perché non voglio assolutamente sminuire quello che secondo me è stato un grandissimo omaggio al personaggio di Stefan, la cui storyline è stata chiusa in maniera impeccabile sotto tutti i punti di vista.

  • Innanzitutto, mi ha dato un fastidio enorme questo finale molto alla Lost buttato lì solo per farci rivedere tutte le persone che ci hanno abbandonato nel corso di queste otto stagioni.
  • Alla stessa maniera, mi ha dato fastidio in maniera generale questo lieto fine assoluto – fatta eccezione per la perdita di Stefan. Mi spiego meglio: in uno show in cui i momenti di sofferenza e dolore battono mille a zero quelli felici, non si può dare l’happily ever after a tutti. Semplicemente non si può. Elena si risveglia senza che Bonnie debba morire, Bonnie si mette a girare il mondo, Caroline ha la promessa di un Klaus a caso su cui poter contare, Alaric apre la sua scuola per bambini speciali, Damon riabbraccia Elena e se la sposa, Matt Donovan si è addirittura meritato una panchina a lui intestata. Ma-per-favore.
  • Jeremy si è beccato dieci secondi netti di screen time contro Vicky che invece ha avuto tutto il tempo del mondo perfino per una riunione familiare. Ora, non vorrei mettere i puntini sulle fantomatiche i, ma a prescindere da tutto direi che Jeremy magari quei due minuti in più, un paio di battute e un abbraccio con Elena se li poteva anche meritare.
  • La storyline di Bonnie è stata sviluppata malissimo – proprio nel corso di tutta la stagione – ma ne abbiamo già parlato ampiamente nelle scorse settimane. Giusto per dire che questo suo ritorno accelerato alla magia non ha avuto il minimo senso.
  • Il piano di Katherine sulla carta era anche maleficamente geniale, peccato che la sola idea di lei che rigira come un calzino Cade sia abbastanza ridicola. Tutto per cosa? Per dimostrare che la grande antagonista della serie sia sempre stata lei e solo lei?
  • Hanno sprecato un sacco di episodi a concentrarsi sulle sirene, quando avrebbero potuto tagliarla molto più corta e mettere in piedi un finale di ottanta minuti sviluppando molto meglio tutte le storyline.

Adesso siamo qua a dare l’addio definitivo a questo show, niente più appuntamenti “a settimana prossima” o “a inizio di ottobre” o “alla fine della pausa invernale”, e c’è da ammetterlo che un po’ la malinconia sta salendo perché nonostante gli autori siano riusciti a rovinare praticamente tutto, si è trattato di un telefilm importante quanto basta per il suo pubblico, tanto da esser riuscito a tenerlo (per la maggioranza) incollato allo schermo fino alla fine. È uno show di cui sicuramente continueremo a ricordarci, non uno di quelli che archivieremo nel dimenticatoio, ma in fondo sono contenta che si sia concluso. Si è trascinato per troppo tempo e da troppo tempo aveva perso la propria linfa vitale – che no, non era la Dobrev ma una narrazione che pur non essendo mai stata eccelsa, riusciva a interessare e non poco – però sono felice che siano riusciti a dargli – almeno in parte – una conclusione degna.

…goodbye brother…
…hello brother…

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