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The Vampire Diaries | Recensione 8×10 – Nostalgia’s Bitch

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The Vampire Diaries | Recensione 8×10 – Nostalgia’s Bitch

Ho delle domande, senza nemmeno passare dal via e far finta di fare una sorta di introduzione alla recensione:

  • perché Miss Mystic Falls è con Stefan? Caroline non aveva giurato e spergiurato di aiutarla ad affrontare il suo nuovo status di vampira, e di salvarla da tutti i mali del mondo?
  • perché Damon sembra una statua di cera? Capisco che sia stato inghiottito dalla sua stessa mente e bah bla bla, ma perché sembra una statua di cera in esposizione al Madame Tussaud? O al Messieurs Salvatore, se più gradite.
  • perché tutti i personaggi riportati in vita nella mente di Damon, tranne nonna Bennett, sono mostrati nella loro versione più psicolabile?
  • perché le azioni di Sybil in questo episodio sono ancora più sconclusionate del solito?

Ma c’è del buono, in mezzo a tutto questo c’è del buono.

Innanzitutto, c’è questo plot twist della madonna iniziato nello scorso episodio quando abbiamo scoperto che l’esistenza di Matt Donovan potrebbe, in fondo, avere un senso. Il plot twist si evolve con detto Matt Donovan che questa settimana dice addirittura qualcosa di sensato, qualcosa per il quale sono saltata sul letto all’alba dell’ora indegna in cui mi sono messa a guardare la puntata, e mi ha fatto urlare a squarciagola, STANDING OVATION PER MATT DONOVAN. Dai, Matt ha ragione. L’universo intero potrebbe star per implodere su se stesso, ma l’unica cosa che importerebbe sarebbe salvare i Salvatore (ed Elena). Va avanti così dal pilot e onestamente non se ne può più. Cioè, io capisco che sono i tre protagonisti della serie, ma capisco anche che c’è un limite a tutto e che in questa serie si è esagerato giusto qualche volta di troppo. Oltre a questo, Matt è l’unico ad aver compreso che, male per male, il male minore dell’equazione è Seline – non certo Sybil come si ostinano a credere tutti gli altri, solo perché hey, Seline ha rapito le figlie di Alaric. Avanti di questo passo e Matt sarà passato da personaggio più inutile, insulso e senza senso della serie a eroe incontrastato di Mystic Falls. GO DONOVAN.

Ironia a parte, è in realtà molto interessante quello che accade a Damon all’interno della propria mente. Tutti ci potevamo facilmente immaginare il vampiro consumato dal dolore e dai sensi di colpa per tutto ciò che aveva fatto nel suo periodo nero con Sybil, invece è finalmente – e anche questo lo urlo a squarciagola, FINALMENTE – giunto il momento per Damon di andare oltre al personaggio al quale vengono sempre affibbiate tutte le colpe del mondo, perché è molto facile prenderlo a capro espiatorio per tutti i mali dell’universo. Finalmente Damon Salvatore si ribella al sistema e capisce di non essere lui quello nella posizione di doversi scusare, recitare il mea culpa e sperare nel perdono, quanto piuttosto di essere colui che il perdono deve concederlo. E quindi eccolo in questa scena meravigliosa con Stefan, a perdonare il fratello per essere la causa di praticamente tutto ciò che gli è accaduto nell’ultimo paio di secoli. E Stefan, pur senza umanità, pur nella versione peggiore di se stesso, rimane profondamente toccato dalle parole del fratello – al punto che perfino Caroline comprende che la chiave per raggiungere l’umanità del vampiro non è lei, non è Elena, non è nessuno all’infuori di suo fratello, di Damon.

Fin da quando giocavano a correre dietro alle gonne di Katherine infatti, Damon e Stefan si sono odiati, e si sono amati, e si sono di nuovo odiati per tornare ad amarsi e via dicendo, in un circolo vizioso che non si è mai interrotto e che probabilmente non si interromperà mai. Per quanto spesso abbiano giocato a farsi deliberatamente del male a vicenda, a litigarsi le donne che volevano, a usare quelle che l’altro voleva e via dicendo, alla fine il tutto si riduce sempre a loro due, a Stefan e Damon, Damon e Stefan, gli unici in grado di tirare fuori il peggio più vero dall’altro, ma anche gli unici in grado di tirarne fuori il meglio del meglio. Perché le donne, e gli amici, e le cose materiali… si tratta di fattori effimeri, passeggeri, ma loro due condividono lo stesso sangue ed è un fatto incancellabile, un fatto che li porterà sempre a essere legati – nel bene o nel male che sia.

E la prova di questo sta nel fatto che Damon esclude chiunque dalla sua mente tranne Stefan. Attende Stefan, è lui quello che brama di vedere, quello con cui brama parlare. E Stefan sa che Matt suonerà dodici rintocchi sulla campana dell’infamia e che Mystic Falls brucerà (finalmente) fra le fiamme dell’inferno, ma invece di andarsene e mettere più chilometri possibili fra lui e quelle fiamme, torna da Damon accampando scuse poco credibili e fingendo noia e scazzo per la situazione.

La verità più vera è che i Salvatore non smetteranno mai di prendersi cura l’uno nell’altro, anche se lo fanno in questa maniera deviata e perversa in cui la metà delle volte sembra più che si vogliano uccidere piuttosto che salvare.

E in fondo, è stato tutto molto bello, come molto bello è stato il vedere Bonnie e Damon di nuovo insieme, di nuovo migliori amici, di nuovo mettersi in gioco l’una per l’altro, l’uno con l’altra. Essere di nuovo sinceri, guardarsi nuovamente negli occhi e promettersi di esserci sempre l’uno per l’altra e viceversa. Bellissimi, i Bamon. With love and respect.

A lasciarmi un pochino l’amaro in bocca invece è stata la finta reunion di Caroline con la madre, soprattutto se comparata con quella di Bonnie e la nonna, che è stata invece bellissima e molto in character. 

Il finale è stato soddisfacente, o quantomeno lo è la speranza di esserci finalmente levati le sirene dai piedi. GO CADE.

Ora abbiamo di fronte a noi poco più di un mese per scoprire come verrà sconfitto Cade e per ritrovare la Bella Addormentata nel Bronx, visto che la Nina ha confermato la propria presenza nel finale di serie – il che, di conseguenza, ci dà una grossa anticipazione di quale sarà il finale.

Per ora vi lascio con il promo del prossimo episodio, “You Made A Choice To Be Good”, e vi do appuntamento a settimana prossima.

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Nella sua testa vive nella Londra degli anni cinquanta guadagnandosi da vivere scrivendo romanzi noir, nella realtà è un’addetta alle vendite disperata che si chiede cosa debba farne della sua laurea in comunicazione mentre aspetta pazientemente che il decimo Dottore la venga a salvare dalla monotonia bergamasca sulla sua scintillante Tardis blu. Ama più di ogni altra cosa al mondo l’accento british e scrivere, al punto da usare qualunque cosa per farlo. Il suo primo amore telefilmico è stato Beverly Hills 90210 (insieme a Dylan McKay) e da allora non si è più fermata, arrivando a guardare più serie tv di quelle a cui è possibile stare dietro in una settimana fatta di soli sette giorni (il che ha aiutato la sua insonnia a passare da cronica a senza speranza di salvezza). Le sue maggiori ossessioni negli anni sono state Roswell, Supernatural, Doctor Who, Smallville e i Warblers di Glee.

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