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The Night of | La Recensione

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The Night of | La Recensione

E’ da qualche mese che tra gli addetti ai lavori si parla di una crisi della grande emittente cable HBO.
Con l’annuncio della fine di Game of Thrones, la gallina dalle uova d’oro del canale, si pensa già al futuro e a quale nuova serie potrebbe prendere il posto dell’opera tratta dai romanzi di George R.R. Martin.
I nuovi progetti si sono rivelati deludenti. Basti pensare a Vynil che, nonostante i giganteschi nomi alle sue spalle, non ha nemmeno avuto la conferma per una seconda stagione.
O True Detective, la cui prima stagione è stata osannata quasi all’unanimità ma si è arenata con la seconda, non riuscendo a ripetersi nel miracolo ed attirando numerose critiche negative.
Credo che la discussione su un’eventuale crisi sia troppo prematura, d’altronde mancano ancora due anni alla fine di Game of Thrones ed in ottobre è in partenza Westworld, a prima vista un prodotto molto interessante.
E non si può parlare di crisi quando HBO continua, negli anni, ad essere una garanzia di altissima qualità in un settore ben determinato: le miniserie.
Dopo Show me a hero ed Olive Kitteridge – per citare solo le due più recenti – HBO sforna uno dei migliori prodotti del 2016, allietando, o meglio, incupendo, le nostre giornate estive con l’ottimo The Night Of.

UNA STORIA SEMPLICE 

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0710night01Basata sulla miniserie inglese Criminal Justice, andata in onda nel 2008, “The Night of” sorprende sin dal pilot per la semplicità della sua storia. Non una trama impossibile e di difficile interpretazione, ma una storia tutto sommato lineare che spicca per la qualità nella realizzazione, dalla scrittura alla superba fotografia.
Nasir Khan è un giovane studente travolto dagli eventi: dopo che il suo amico gli ha dato buca, decide di prendere di nascosto il taxi del padre per andare ad una festa a Manhattan a cui non arriverà mai. Sulla sua strada incontra Andrea, una ragazza che si rivela sin da subito essere problematica ed intrigante.
La scintilla tra i due è immediata, complici l’alcol ed i notevoli quantitativi di droga consumati.
Con una svolta prevedibile, trattandosi dopo tutto di un crime, dopo una notte di sesso Nasir si risveglia e trova Andrea morta.
Nelle prime puntate Naz viene presentato come un ragazzo modello, tutor degli sportivi suoi compagni di college e legato alla famiglia. Un ragazzo che, prima di incontrare Andrea, aveva avuto solo una donna nella sua vita.
La narrazione tende a rappresentare un protagonista senza macchia alcuna, portandoci subito a credere alla sua innocenza assoluta. Naz è solo un ragazzo che si è fatto plagiare dalla bella e dannata, ma mai avrebbe potuto accoltellarla.
Ho apprezzato molto questa tipologia di narrazione, il non voler mettere sul tavolo sin da subito tutte le carte, ma scoprire il personaggio lentamente, insieme all’operato degli avvocati che hanno in carico la sua difesa.
Nessun deus ex machina ad aiutarci nello scoprire verità nascoste, ma un racconto quanto più realistico possibile.
Se inizialmente non avevo alcun dubbio sull’innocenza di Naz, con il procedere delle puntate e con lo svelamento di alcuni eventi bui del suo passato, devo dire che ho iniziato a dubitare di lui.
Dall’idea di un bravo ragazzo che non si era mai spinto oltre il limite, scopriamo che già precedentemente aveva avuto episodi di violenza, nonché abile “imprenditore” nel rivendere anfetamine ai suoi compagni per migliorare le prestazioni universitarie.
Non lo sprovveduto che si pensava nel pilot, ma un ragazzo in grado di capire in brevissimo tempo il funzionamento dell’ambiente carcerario, adattandosi ed accettando senza troppi problemi i traffici interni e le gerarchie.
Ne esce il ritratto di un protagonista altamente mutevole, senza una personalità forte e definita, debole e in grado di lasciarsi plagiare facilmente.
I pochi mesi trascorsi in carcere ne stravolgono completamente l’aspetto, facendolo diventare a tutti gli effetti quel criminale che probabilmente prima non era.

LA STAR: JOHN TURTURRO


La storia dello strampalato avvocato John Stone è piena di tribolazioni, a partire dalla scelta dell’interprete.
Il ruolo doveva essere di James Gandolfini, dopo la sua morte si decise per Robert De Niro. Infine, per incompatibilità lavorative – De Niro era impegnato su un altro set – la scelta è ricaduta su John Turturro.
E’ il suo personaggio a guidarci nelle vicende umane e giudiziarie di Naz.
Un avvocato sui generis che, rapito dallo sguardo incolpevole del protagonista, trova il caso della vita.
Dopo una serie infinita di casi minori e patteggiamenti, ha l’occasione di fronteggiarsi con una vicenda poco chiara e che molti credono incapace di gestire perché non alla sua portata, essendo considerato dai più un legale da quattro soldi, un tipo alla Saul Goodman, ma con l’eczema.
Un avvocato umano che crede nell’innocenza del ragazzo e che tenta di dimostrarlo anche alimentando i dubbi dell’investigatore di lungo corso Dennis Box, arresosi troppo velocemente alla presunta evidenza delle prove.
John Stone affianca la giovane avvocatessa Kapoor, troppo giovane, inesperta e sprovveduta per poter affrontare senza ripercussioni un caso del genere. Ne uscirà professionalmente distrutta.

The Night of dimostra fino in fondo di voler riprodurre la realtà, con tutti i dubbi e le domande prive di risposta che ne derivano.
Non ci viene detto l’assassino di Andrea, non sappiamo se Naz sia effettivamente innocente. Tutto ciò che abbiamo è la verità processuale, esattamente come se si trattasse di un fatto di cronaca della vita reale.
Ed è questo aspetto che più colpisce della miniserie, il voler essere un crime atipico dove non gira tutto intorno al “chi è stato”.
The Night of vuole essere il racconto di un ragazzo normale che, per una serie sfortunata di eventi si ritrova a dover sopravvivere in un ambiente che, inesorabilmente, lo cambierà profondamente e lo marchierà a vita.
L’unico lieto fine che ci viene concesso riguarda il povero gatto della vittima, adottato da John Stone. Ci ha fatto stare in pena per più di una puntata, ma tutto è bene quel che finisce bene, nonostante l’allergia.

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