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The Kids Are Alright – Malcolm o i Goldbergs?

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The Kids Are Alright – Malcolm o i Goldbergs?

Telefilm Addicted prosegue il suo viaggio fra i pilot dell’autunno della tv con una serie della ABC intitolata “The Kids Are Alright”.

Prendendo spunto dall’infanzia del suo creatore Tim Doyle, la serie tv racconta le vicende di una famiglia dell’America bianca degli anni ’70: otto figli maschi, un padre che lavora alla NASA e una madre che dedica la sua esistenza ai propri figli con tutti gli scleri del caso.

Sullo sfondo ci sono gli eventi storici degli USA: il Watergate (che tenerezza il babbo che non vuole crederci), le missioni spaziali, la moda hippie e la guerra del Vietnam.

La serie tv, che è un po’ un incrocio fra i Goldbergs (serie degli anni ’80 e dichiarata fonte di ispirazione di Doyle) e Malcolm in the Middle, risulta divertente ma anche ben ancorata alla vita di tutti i giorni e sicuramente potrebbe essere un ottimo momento di respiro fra una serie tv al cardiopalma e una da fazzolettini a portata di mano. Personalmente penso che continuerò a guardarla e spero che le premesse vengano mantenute.

Perché vederlo:

  • il bambino protagonista/narratore Timmy: lo avevo già visto questa primavera negli Electric Dreams di Philip K. Dick (era il bambino col padre alieno) e il suo viso era rimasto scolpito nella mia memoria. Personaggio alla Malcolm: è tra i figli sottovalutati dalla famiglia, vorrebbe più attenzioni ma allo stesso tempo gode del fatto che passi inosservato per poter assecondare le sue velleità artistiche, e lo fa con incredibile simpatia.

  • Le cronache di una famiglia normale con problemi normali della classe media: i pochi soldi (“Mamma credo di avere l’asma!” “Taci!Non abbiamo i soldi per l’asma!”), il poco tempo, il voler vedere i propri figli al sicuro in un mondo incerto, la concorrenza spietata tra i fratelli e la volontà dei genitori, alla fine, di ascoltare i propri figli.
  • L’America degli anni ’70: ancora più del decennio precedente, gli anni ’70 sono stati gli anni della trasformazione dello stato, dell’aggravarsi degli scontri sociali e della nascita di nuove battaglie.

A chi non lo consiglio:

  • A chi cerca grandi emozioni e suspance. Qui non li troverete.

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Ha un passato da ladra insieme alle sorelle Occhi di gatto, ha difeso la Terra nel team delle guerriere Sailor e fatto magie con Terry e Maggie. Ha fornito i sigari sottobanco ad Hannibal e il suo A-Team, indagato con gli Angeli di Charlie Townsend, ha riso con la tata Francesca ed è cresciuta con i 6 Friends di NY. Ha imparato ad amare San Francisco difendendo gli innocenti con le Streghe, è stata un pivello insieme a Jd-Turk-Elliott, ha risolto crimini efferati con praticamente il 90% di poliziotti e avvocati del piccolo schermo e amato la provincia americana con Lorelai e Rory Gilmore. Avrebbe voluto che il Fabbricatorte non chiudesse mai e non ha mai smesso di immaginare Chuck e Sarah che «sedano rivoluzioni con una forchetta». Lettrice appassionata, Janeites per fede, amante delle storie sotto ogni forma fin da piccola. Segue serie poliziesche, comedy e sit-com soprattutto, uniche allergie riconosciute sono quelle allo sci-fi e all'horror.

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