Aiuto.
Ho trascorso gran parte della puntata a pensare, non senza un po’ di delusione, che questo penultimo appuntamento con The Good Doctor si stesse mantenendo su un ritmo se non soporifero, di certo non dinamico (un po’ tipico delle pre-finali, che vogliono preservarsi il meglio per la fine), quando, mentre me ne stavo con la guardia abbassata, il mondo è precipitato in un cliffhanger del tutto inaspettato che ha coinvolto il dottor Glassman, alle prese con qualcosa di ancora ignoto, ma sicuramente angosciante e potenzialmente pericoloso per la sua vita.
Sottolineo come si sia trattata una performance assolutamente brillante da parte dell’attore, Richard Schiff, capace di interpretare magnificamente, nel giro di pochissimi secondi, dapprima lo sconcerto e poi il crescente panico nel rendersi conto che qualcosa non stava funzionando nel suo cervello e, probabilmente, aver già capito che cosa, senza poterlo comunicare.
Inizialmente io avevo addirittura pensato che con “fermaporta” stesse sottintendendo una qualche finalità romantica per la sua serata a due e quindi lungi da me l’idea di aspettarmi l’arrivo di un colpo così enorme ai danni di Glassy. Per cui, mentre scrivo, ho ancora la tachicardia che mi ha preso durante la visione e un senso oppressivo di tragedia incombente, tenendo conto che la prossima settimana ci sarà il finale di stagione, nefasto per principio.
Non pensavo di tenere tanto a Glassman, che per la maggior parte della stagione si è comportato sempre in modo che definirei disarmonico nei confronti di Shaun, non riuscendo quasi mai a essere in sintonia con lui, da un certo punto in avanti. Prima era troppo opprimente, tanto da rendersi insopportabile e poi, dopo l’esplosione di Shaun a cui ha fatto da trigger proprio il comportamento esasperato (ed esasperante) del medico, è stato costretto a rimanere relegato in un angolo in una totale impotenza emotiva per non venir meno alla promessa di lasciar libero il ragazzo di compiere le sue scelte.
Gli riconosco il merito di averlo fatto, di averlo lasciato libero rispettando le sue decisioni, e insieme soffrendo per il loro distacco, quando Shaun lo teneva volutamente in disparte senza alcuna cattiveria, perché “loro non erano amici” e quindi nella sua mente categorica che ho imparato a riconoscere e ad accettare, era precluso qualsiasi tipo di approccio. Sono stata male con lui e ho patito nel vederlo volergli un gran bene senza poterlo dimostrare apertamente, dandogli quindi un’enorme prova di amore. E mi ha fatto tenerezza nella sua goffaggine quando si è trovato inavvertitamente costretto a infilarsi in una situazione galante, senza averlo deciso, grazie all’intervendo sopra le righe di un improbabile Cupido nelle vesti di Shaun. Che dimostra anche lui come tenga al suo ex mentore e si preoccupi nel vederlo solo. Sono grandi segnali di apertura empatica da parte di Shaun, preoccupato per il benessere di qualcuno fuori da sé.
Non vedevo la coppia così ben assortita (gossip: ho invece scoperto che sono sposati nella vita reale), e infatti la prima parte di appuntamento non è andata benissimo, mi sentivo contrarre io lo stomaco al posto loro durante i silenzi imbarazzati causati dall’evidente mancanza di sintonia. Ma poi era arrivato un bel disgelo e il riconoscimento di un terreno di interesse comune, che già vedevo tramutarsi in una nuova opportunità per Glassman di avere una serata piacevole e, perché no, anche qualcosa di più per il futuro. Ed ecco la mazzata.
Non ho idea del tipo di contratto che può avere l’attore, non so se devo aspettarmi che si tratti di un escamotage per farlo uscire di scena, se è solo l’inizio di un drama che magari ci porteremo nella seconda stagione o se sarà tutto meno tragico di come l’ho vissuto oggi. Certo è che la prossima settimana non arriverà abbastanza in fretta.
Quella che potrebbe profilarsi come un’assenza (temporanea?) da parte di Glassman per occuparsi della sua salute andrebbe a colpire in modo importante soprattutto Shaun, che è alle prese con la gestione dei suoi rapporti interpersonali, per i quali io credo che sia giunto il momento di chiedere aiuto a qualcuno che a lui tiene davvero, perché quel Kenny, come ti sbagli, si sta rivelando un approfittatore, e in molti lo si era previsto, purtroppo. Fare l’amicone e poi “prendere in prestito” il televisore di Shaun perché “cosa ce ne facciamo di due” – come se fossero una coppia di coinquilini o avessero aderito all’idea di vivere in una sorta di comunità -, rubandogli inoltre la pizza generosamente portata in dono da Shaun in segno di amicizia, prima di congedarlo dicendogli in faccia che “non sei abbastanza per i miei amici”, è molto più che inopportuno. È una mancanza di rispetto che travalica quei confini vitali per Shaun che non è in grado di valutare la situazione del genere, soprattutto perché con l’assenza di Leah aveva fortemente desiderato un nuovo amico, e Kenny, nelle sue manifestazioni di affetto fuori luogo e troppo precoci, ha fatto leva sui suoi bisogni emotivi, confondendolo. Potrebbe anche semplicemente trattarsi di una persona irrispettosa degli spazi e beni altrui, ma trovo molto valida l’ipotesi che si stia volutamente approfittando di Shaun per i propri comodi, respingendolo quando non gli serve. E mi spiace per Shaun, che ce la sta mettendo tutta, che si è affidato con entusiasmo e che adesso si trova letteralmente con una porta in faccia.
Dicevo all’inizio che il ritmo della puntata non è stato entusiasmante, lo dico da un po’ di tempo e credo a questo punto che si tratti di una scelta precisa. Hanno corso molto all’inizio, fino alla pausa invernale, e poi hanno rallentato, puntando a presentarci la quodianità dei casi ospedalieri che hanno consentito a noi di approfondire la conoscenza degli altri personaggi, nuove aggiunte comprese, e a Shaun di abituarsi alla routine della sua nuova vita, con le sfide che essa comporta, che sono sempre piuttosto faticose per lui. Ma in questa occasione non ho trovato i casi particolarmente interessanti, anche se c’è da dire che non sono mai banali.
Non avevo riconosciuto subito la paziente curata in modo sperimentale con la pelle di pesce sulle ustioni, ma ricordo che già allora si era trattato della prima volta in cui Jared si era comportato come un medico sensibile, attento, coinvolto nel caso. Anche in questo secondo incontro (e apprezzo il fatto che gli autori abbiano optato per una sorta di continuità che mi piace sempre trovare nei medical drama) Jared si è mostrato molto diverso dal solito, più aperto, amichevole, quasi vulnerabile. Le cose si sono mosse molto in fretta per lui nell’ultimo periodo: si profila un nuovo interesse “amoroso”, ha una nuova opportunità lavorativa. Sono lontani i momenti della rottura con Claire (che continua a non incontrare, quasi fossero in due ospedali diversi) e del suo muoversi in un’atmosfera di pesante sfiducia da parte dei suoi superiori (anche perché ha operato da solo). Celez, la paziente, è di una grazia e dolcezza infinite e dotata di uno dei sorrisi più luminosi e genuini tra quelli di cui ci hanno abbondantemente inondato durante la puntata incentrata proprio su quello. La loro interazione è stata la parte più serena e felice dell’episodio. Ne ho amato ogni momento.
Mi è piaciuto anche il fatto che Shaun ha avuto la possibilità di fare da saggio consigliere su richiesta esterna, forse per la prima volta nella sua vita. Ha ascoltato Jared, si è fatto coinvolgere, ha elaborato le sue esperienze di vita per dare un consiglio adatto all’interlocutore e ha accettato di sostituire il collega perché potesse avere il suo appuntamento. Sono molto orgogliosa di lui, soprattutto quando non si fa bloccare dalla mancanza di sensibilità altrui nei suoi confronti e non si tira indietro quando deve dire la sua o far notare che “anche lui è una persona”. Essere refrattari alle offese e mancare di permalosità tutto sommato aiuta!
Il dottor Andrews sta diventando sempre più empatico, equilibrato, giusto, idealista, e dotato di umanità e sincero interesse per i pazienti a ogni puntata che passa. È perché dovrà sostituire Glassman e questo tempo è servito a noi per considerarlo un sostituto accettabile all’altezza dell’originale? Dove è finito il medico rampante e ambizioso che durante il pilot era parso il più acerrimo antagonista di Shaun?
La storia di Gretchen, impossibilitata a sorridere ed esprimere tutta la vastissima gamma di emozioni umane attraverso micromovimenti del volto, è stata interessante per mostrarci il punto di vista di “chiusura” da parte di Shaun, che non desidera mostrare all’esterno parti di sé che considera private – ma che sono alla base della comunicazione tra persone-, generando siparietti divertenti nel tentativo da parte di Shaun di verificare in pratica la teoria dell’ormai sempre bonario dottor Andrews sul benessere dei sorrisi a vantaggio della collettività. La risposta di chiunque ai maldestri tentativi di Shaun di attivare i neuroni a specchio è stata decisamente la parte più spassosa di tutte. E i “marker di Duchenne” faranno per sempre parte delle mie future conversazioni, visto il numero di volte che l’hanno ripetuto in puntata.
Ho trovato un po’ spente Claire e Morgan, alle prese con la solita opposizione che le ha caratterizzate in modo stereotipato fin dall’inizio. Vengono entrambe da un’infanzia difficile, ma questo ha fatto sviluppare loro due personalità diverse, più misericordiosa quella di Claire e più chiusa e cinica quella di Morgan. Ma non ho percepito il confronto tra loro utile, né per loro stesse, né per portare avanti la trama. Si sono poste agli antipodi anche visivamente, quando davanti all’enorme libreria di Glassman, hanno peroraro i loro punti di vista opposti con lui al centro a fare da Salomone.
Tre Momenti Top:
– la scena del malore finale
– la chemistry tra Jared e la sua paziente (che secondo me somiglia un po’ a Claire)
– il dottor Andrews che combatte per la sua paziente
Siamo quindi costretti ad attendere sette lunghi giorni prima di scoprire la sorte di Glassman e le conseguenze che il suo malore porterà nella sua vita, in quella di Shaun e nell’organizzazione dell’ospedale.
Vi lascio con il promo della puntata finale (che ho visto solo adesso e vi lascio immaginare come sto messa) e vi do appuntamento alla prossima settimana!
https://www.youtube.com/watch?v=F3GzSDnlr0E
– Syl
Secondo me Kenny non è solamente irrispettoso ma decisamente approfittatore. Spero che Shaun si riprenda il televisore al più presto eliminando il giovinotto dalla sua vita in qualche modo. Io traslocherei, piuttosto.
Non so come Shaun viva le delusioni, penso però che possa superarle facilmente tirando una riga netta. Il punto principale, more solito, è quanto riesca a trarne insegnamento equilibrato per il futuro.
Il “duello” Morgan/Claire l’ho trovato noioso, privo d’interesse e mordente, portato avanti con fatica anche dalle due attrici che mi sono sembrate per prime molto poco convinte, come se la faccenda non le riguardasse.
In generale, il telefilm continua a sembrarmi troppo lento e con una mancante sottolineatura degli spunti. La monotonia della colonna sonora non aiuta di certo.
Mi pare che stiano diventando tutti buoni. Mi aspettavo una reazione molto più decisa e infastidita da parte di Andrews all’iniziativa di Shaun, a meno che non pensi che tanto sia inutile. Di certo, però, se fossimo ancora alle prime puntate, sarebbe corso da Glassy a lamentarsi/protestare con richiesta di un suo intervento, quantomeno.
Vorrei una partecipazione più decisiva di Shaun nei casi, come avveniva all’inizio. Da un po’ invece si limita a sciorinare la sua conoscenza ma non incide sulle soluzioni da prendere. Non brilla, insomma.
Sempre indiscutibilmente bravissima nella recensione. Ormai è un dogma.
Concordo con te su tutto (e grazie per la frase finale!). La vedo proprio così, mi sembra quasi che forse, quando hanno saputo del rinnovo hanno un po’ rallentato il tutto e reso meno protagonista Shaun, che era però il motivo portante per cui si guardava il telefilm. Ma è solo un’ipotesi, non so quando hanno ricevuto la notizia del rinnovo. E poi sono davvero tutti buoni, mentre all’inizio si era posto il tutto con una divisione netta tra buoni e cattivi. Che fosse necessario rendere i personaggi più complessi ci sta, ma non è che tenerne qualcuno meno che compassionevole sia un errore.