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The Good Doctor 1×06 – Quando ormai ami perdutamente tutti i personaggi

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The Good Doctor 1×06 – Quando ormai ami perdutamente tutti i personaggi


The Good Doctor mi conquista ogni puntata di più. Aggiungo, inoltre, che guardarlo in un’unica serata in combo con This Is Us rende il mondo un posto migliore, non importa cosa sia successo durante la giornata.
Non che non ci siano cose brutte e dolorose, perché, si sa, quella è la vita, ma è il modo in cui si decide di far fronte a quello che accade, il modo in cui decidiamo di dar valore a ciò che ci succede a renderci persone più consapevoli e, spesso, migliori.

Ed è esattamente questo l’intento di The Good Doctor. È un telefilm che tocca il cuore, ma lo fa senza retorica melensa, perché non cerca a tutti i costi di manipolare le nostre emozioni. Va a prendere certe corde, ma lo fa in modo onesto, senza esasperazione. E anche se, naturalmente, di medical drama è pieno il palinsesto e ogni caso clinico è sicuramente già stato visto (per quanto, non mi ero mai imbattuta nella pelle di pesce da posizionare sopra le ustioni, ma non metterei la mano sul fuoco), è la prospettiva con cui ci vengono mostrati questi casi a essere più interessante, nel focalizzarsi sull’impatto che hanno sui personaggi, mentre li seguiamo nel loro viaggio interiore, che ogni incontro con i numerosi pazienti spinge ogni volta un po’ più avanti e più in profondità. Non servono cliffhanger eclatanti quando possiamo inoltrarci all’interno dell’essere umano e le sue contraddizioni.

La puntata di questa settimana si sviluppa intorno a un evento catastrofico che vede impegnati tutti i medici in una situazione d’emergeza. Shaun, inizialmente, sembra non adeguarsi con prontezza al cambiamento di contesto, soprattutto per via dell’urgenza e della velocità con chi viene chiesto a tutti di intervenire. In realtà non si paralizza come mi aspettavo (l’intensità del caos e tutti quei rumori devono essere stati intollerabili), ma sa invece fronteggiare e rispondere a quello che l’ambiente richiede, con insospettabile capacità di adattamento.

Tutti i medici si trovano a confrontarsi con qualcosa che li mette in difficoltà, in realtà. Ma il personaggio che spicca, quello a cui ruota emotivamente intorno l’episodio è Claire. A me lei piace moltissimo. È dolce, empatica, sa mettersi nei panni degli altri, sa intuire gli stati d’animo ed è molto accogliente. Queste sono qualità che indubbiamente rendono migliore un medico, ma non lo rendono per forza un ottimo medico. Ovvero, non bastano, come le fa presente un insospettabilmente amabile dottor Melendez (dove sono finiti tutti i cattivi della prima puntata?).
In questa occasione Claire, che a mio avviso è sempre rimasta in disparte come quella “gentile, ma non genio”, esce invece brillantemente dall’oscurità in cui era stata relegata da un ambiente competitivo che l’aveva già etichettata sotto la voce “Bene, ma non benissimo”. Non solo ha un’idea ingegnosa, ma è in grado di sostenerla, difenderla e prendersi il credito, di fronte a un superiore che è invece convinto che tutta la genialità risieda in Shaun. Se da un lato sono felice che finalmente Shaun non venga più emarginato e trattato con sufficienza, sperando che compia un passo falso che gli imponga di lasciare l’ospedale, insieme a direttore, mi urta sempre moltissimo quando a qualcuno vengono rubate le idee. E sono molto fiera, invece, che Claire ne abbia difeso la paternità. Anche se non capisco perché, quindi, lei sia stata esclusa dall’intervento. In pratica, le succede quello che di solito è costretto a subire Shaun.

Dal punto di vista della trama prettamente medica, ci troviamo di fronte a un enorme dilemma etico. Premetto che non ho esattamente capito perché sia stato fatto intervenire il giudice per dirimere un caso che, per me, non era confuso. Se i due non erano ancora sposati, dovevano decidere i genitori delle sorti del figlio e questo assolutamente non perché fosse quello che preferivo. Io avrei voluto il femore di titanio senza pensarci due volte! Dico solo che la situazione non era interpretabile. Erano ancora responsabili i genitori. In ogni caso, sono stata felice dell’intervento del giudice, anche se non avrei mai voluto trovarmi nei suoi panni, nonostante sia riuscita a dare la risposta più corretta e soddisfacente (per me, almeno). I genitori conoscevano il figlio da più tempo, ma la futura moglie lo conosceva per l’uomo che è adesso ed è lei, quindi, la più adatta a decidere.

Anche Jared si trova ad affrontare qualcosa che lo mette a disagio: proprio lui che all’inizio sembrava il medico più competitivo e ambizioso, crolla davanti alla donna ustionata, intervenendo di tasca propria per garantirle la miglior soluzione medica possibile, quella più efficace e meno dolorosa. Anche qui si muoviamo su un terreno morale insidioso: come gli viene fatto presente, non può coinvolgersi tanto per ciascun paziente e, soprattutto, se pure di famiglia ricca, non può mettere mano al portafoglio per risolvere i problemi della gente. Non avrà violato norme etiche, ma non è qualcosa di sostenibile sul lungo periodo. È stato però interessante vedere Jared alle prese con un coinvolgimento empatico che da lui non mi aspettavo, se pur aiutato da Claire, dispensatrice di gentilezza e consigli.

Claire, purtroppo, è la protagonista anche del rovescio della medaglia, della parte meno felice della puntata. Nonostante le sue ottime idee, nonostante la sua capacità di intervenire in situazioni di emergenza e di prendere iniziative, commette un errore in condizioni ambientali estreme e provoca danni al cervello della paziente che era andata a cercare sul luogo dell’incidente. Come le spiega il dottor Glassman, è qualcosa in cui ogni medico si imbatte e il ricordo non la abbandonerà mai. Nondimeno, non deve farsi frenare da un errore che sarebbe stato difficile per chiunque non commettere. Ma, di fatto, la sensazione che si porterà dietro per sempre è quella del senso di colpa per aver commesso un danno irreparabile. Mi è spiaciuto per Claire, che vorrei di fatto proteggere da ogni ingiustizia per quell’anima gentile e compassionevole che si ritrova e per la sua grande sensibilità. Ma immagino che la via per diventare un ottimo medico passi anche da esperienze spiacevoli come questa. Ho apprezzato il fatto che i suoi superiori si siano presi del tempo per interagire con Claire, dandole consigli (il dottor Melendez) o offrendosi come mentore (il dottor Glassman, per una volta non associato soltanto a Shaun).

Shaun rimane un po’ ai margini di questa puntata, anche se mi ha fatto piacere vederlo un po’ più integrato nel gruppo e perfino apprezzato dal dottor Melendez. Sono sue, però, le scene più toccanti dell’episodio, quelle che ci rivelano come si sia costruito una barriera protettiva nei confronti dell’amore, perché i destinatari del suo affetto, molto brutalmente, sono tutti morti ed è quindi meglio, nella sua logica ferrea e dicotomica, evitare di voler bene a qualcuno, perché quando le persone ci lasciano, anche il nostro amore si dissolve. Con una sensibilità paterna e grande delicatezza, il dottor Glassman gli offre indirettamente – nel modo in cui Shaun può recepirlo – tutto l’affetto che può, facendogli presente che, al contrario, l’amore non muore mai, nemmeno quando le persone non sono fisicamente presenti sulla Terra. Amo il loro rapporto, amo il bozzolo di amore con il quale il dottore più anziano circonda Shaun, rispettando i suoi limiti, e il suo modo di interagire nel mondo.

DG: You don’t love them anymore?
S: No, I don’t. They’re dead. You can’t love someone if they’re dead.
DG: Well, I’ve lost people I love. I miss them, and it hurts, but I still love them.
S: I don’t want love.
DG: Okay. You want breakfast?

L’unica cosa che mi chiedo è: come mai non ci sono state conseguenze per Shaun per aver agito di testa propria nella scorsa puntata? Mi aspettavo perfino una sospensione!

Momenti Top:
– Ogni volta che compare il dottor Glassman, il nonno bonario di tutti.
– La gratitudine della paziente ustionata nei confronti di Jared, nonostante l’inizio burrascoso.
– Jessica e il dottor Melendez, nelle loro idee solo leggemente diverse di concepire una cerimonia di nozze.

Vi lascio con il promo della prossima puntata, ci vediamo tra due settimane!

– Syl

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