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The Following | Kevin Bacon parla della seconda stagione [SPOILER]

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The Following | Kevin Bacon parla della seconda stagione [SPOILER]

baconDurante la preparazione della seconda stagione di The Following, è stata prestata particolare attenzione al porre rimedio a quelli che sono stati considerati i difetti della prima stagione…e questo è avvenuto che Kevin Bacon fosse d’accordo o meno.

Presentando una recente proiezione della prèmiere di stagione a New York, Bacon ha fatto sapere che il creatore della serie, Kevin Williamson, durante l’estate ha fatto il punto della situazione su ciò che funzionava e ciò che non funzionava durante il regno di terrore di Joe Carroll. In seguito, TVLine ha invitato Kevin Bacon a spiegare che cosa fosse finito nella lista dello “spazio per un miglioramento”.

“Be’, molti commenti riguardanti l’anno scorso erano di persone che volevano che il mio personaggio, l’ex agente FBI Ryan Hardy, l’avesse vinta un paio di volte in più. Continuavo ad essere messo ko, i cattivi continuavano a sfuggirmi, a tal punto da dire ‘Eddai!’. Quindi abbiamo cercato di concedergli un po’ di successo ogni tanto perché è quello che si vuole che accada all’eroe”.

Mettiamo le cose in chiaro: è quello che desidera lo spettatore, non Bacon. “Adoro tutti i casini” ha ammesso con una risata. “Tuttavia penso che Kevin Williamson, in termini di storyline generale del personaggio, volesse raggiungere un successo più grande”.

Gli altri cambiamenti per la seconda stagione includono il confronto tra l’atteggiamento apparentemente più rilassato di Ryan e i suoi veri ed oscuri progetti, in parte dettati dal [SPOILER ALERT PER L’EPISODIO 2×01!!] brutale omicidio della sua amata Claire (Natalie Zea). “Per questo motivo e per il percorso di Ryan, i nuovi episodi sono un po’ “più commoventi”, se possibile”, si arrischia a dire Bacon. “Abbiamo ancora le cicatrici e l’intensità, ma dal punto di vista del personaggio stanno succedendo più cose”.

Come rivelato nella prèmiere, nonostante Ryan insista nel dire all’FBI (e al suo ex collega Mike Weston) che non tiene più sotto controllo quello che riguarda Joe Carroll, in realtà non è vero: lo fa da una stanza segreta del suo appartamento con l’aiuto della nipote Max (Jessica Stroup), agente della polizia di New York.

“Ryan ha un sacco di segreti” dice Bacon. “Pensi che stia bene e che abbia superato quello che gli è successo, ma ovviamente non è così: se lo tiene dentro”. Inoltre l’attore anticipa che ci sarà un “altro livello” della maschera che Ryan indossa in questa stagione. “Pensi di sapere che sta fingendo di essere questa persona, ma in realtà è davvero questa persona, ma la persona che è per davvero è a sua volta una specie di finzione”. (Avete perso il filo? Presumiamo che questo suo commento acquisterà senso con il procedere degli episodi).

Ovviamente il grande interrogativo che è saltato fuori durante la prèmiere riguarda l’uomo trasandato che si è visto nei momenti finali. Si farà anche chiamare “Darryl”, ma sappiamo tutti che è Carroll (James Purefoy). L’interrogativo riguarda il se e il quando il serial killer si ritroverà faccia a faccia con il suo nemico.

“Ci ritroviamo faccia a faccia, ma è un momento fugace” rivela Bacon. D’altronde ricorda che “una delle grandi sfide dello show” è trovare dei pretesti per fare in modo che i due avversari condividano uno spazio, sia che debbano poi andarsene che scontrarsi”.

“Di tanto in tanto parliamo al telefono. Non sono momenti altrettanto potenti, ma sono interessanti” dice Bacon. “Lo scorso anno abbiamo avuto una scena in cui lo seguivo fino a casa sua e lui era dietro il vetro ed io ero dall’altro lato. Per me e James quella è stata una delle scene più divertenti che abbiamo girato: è difficile mettere in pratica certe cose, ma è divertente recitarle”.

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Con il corpo è in Italia, con il cuore è in Giappone, con la testa è negli USA. Ritiene di avere ottime potenzialità come sceneggiatrice di “finali alternativi” e come moglie di attori talentuosi e affascinanti (magari con l’accento british e le fossette). In una serie cerca persone e non semplici personaggi, mondi più che location, non un sottofondo ma vere e proprie emozioni musicate, vita, non una storyline. Nel suo universo ideale la birra è rossa e il sushi è in quantità abbondante, le Harley Davidson sono meno costose, la frangia non è mai né troppo lunga né troppo corta e il suo favorito arriva incolume al finale di serie. Forse ha troppi smalti, mentre per i tatuaggi, i cani, i gadget di Spongebob e i libri troverà sempre il posto. Tiene pronti la balestra, i viveri e l’hard-disk zeppo di serie: l’Apocalisse Zombie non la coglierà impreparata!

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