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The Escape Artist | Recensione 1×03 – Episode Three

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The Escape Artist | Recensione 1×03 – Episode Three

La cosa bella delle serie britanniche è che con pochi episodi, il più delle volte gestiti magistralmente sotto tutti i punti di vista, sanno appassionarti e tenerti incollato alla sedia come molti non sono in grado di fare. La cosa brutta delle serie britanniche è che sono composte da pochi episodi, lo so è un cane che si morde la coda e non ne verremo mai fuori. Tutto ciò per parlare di questo terzo ed ultimo episodio di The Escape Artist. Se gli episodi precedenti mi erano piaciuti moltissimo, beh per questo davvero non ho parole. All’inizio di questa serie e, a giudicare dal suo titolo, abbiamo sempre visto Will come artista della fuga per i suoi clienti, all’interno di un’aula di tribunale, in quest’episodio scopriamo però che le sue abilità alla Houdini non si fermano al banco della difesa ma vanno ben oltre, ma procediamo con ordine.

Siamo alle battute finali del processo che vede Liam Foyle accusato di omicidio e per Will le cose non si mettono bene. Il test del DNA non è più ritenuto valido come prova, nuovi fatti in precedenza inannunciati vengono alla luce, la perquisizione della polizia ai lotti di Eileen risulta essere fuori legge quindi non considerabile in tribunale… Tutto ciò permette a Foyle di lasciare il banco degli imputati da uomo non colpevole, a Maggie di uscire dal tribunale vittoriosa e a testa alta e ad entrambi di stringersi la mano come Will non aveva fatto in precedenza, innescando tutta questa reazione a catena. Ma non può finire così, Will non ci sta e le cose iniziano a muoversi infatti quest’ultimo si mette in contatto con il suo cliente visto nel primo episodio, ed inizialmente non ci risulta molto chiaro cosa stia escogitando. Maggie nel frattempo, divorata dai sensi di colpa, prova ancora una volta a scusarsi con Will in quale si limita ed avvertirla, prima di tutto ciò però la donna assiste all’incontro tra Burton ed il suo ex cliente, per poi rimanere traumatizzata quando una volta a casa trova un pacchetto regalo contenente il suo tè preferito, lasciatole lì da Foyle.


Will è un uomo di legge ed intelligente e capisce fin da subito che purtroppo non potrà, per via legale, farla pagare a Foyle, ma cerca di andare avanti, sparisce dalla circolazione, trascorre del tempo con suo figlio, lo porta a pescare e i due vengono raggiunti anche da Danny. Ora il discorso tra i due avvocati è già indicativo per quello che vedremo dopo, Danny dice quanto tutti si fossero preoccupati quando non si aspettavano che Burton, un uomo così metodico, con tutto programmato, sparisse così, senza un motivo apparente e Will gli risponde semplicemente dicendogli che è un uomo pieno di sorprese. E che sorpresa ha in serbo per noi ma soprattutto per Foyle! Con la scusa di recarsi ad Edimburgo per interessi familiari si ritroverà, apparentemente in modo casuale, a contatto con Foyle, lo seguirà fino a casa sua per poi cercare un confronto pacifico con l’assassino. Devo confessare che nonostante l’atmosfera tesa e triste questo scambio di battute mi ha strappato un sorriso.


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Da qui in poi scorre tutto velocemente: i due iniziano a litigare, Will colpisce con un coltellino da pesca Foyle il quale in preda a shock anafilattico annaspa ed inizia a gonfiarsi come una mongolfiera ma riesce comunque a colpire Will, nonostante questo stesse tentando di salvargli la vita con l’aiuto telefonico dell’ospedale; riesce comunque a fargli l’iniezione tramite l’epipen che l’assassino portava con sè. All’improvviso la casa prende fuoco, Foyle è ancora privo di sensi quindi sarà Will a trascinarlo fuori per lasciarlo nelle mani dei paramedici, ma arrivati in ospedale è troppo tardi e Foyle ci lascia le penne.
Ovviamente il noto avvocato è sospettato dell’omicidio dell’uomo, apparentemente con molte prove a carico e nonostante tutto decide di difendersi da solo al banco degli imputati. Quando Maggie viene a conoscenza della notizia capisce quasi istantaneamente cosa è accaduto, anche se non nei particolari, ma ha una visione abbastanza chiara degli avvenimenti.
Durante in processo a Burton capiamo un po’ di cose, come la causa del decesso Foyle, avvenuta per il suo contatto con un particolare mollusco a cui era allergico , a questo punto è sempre più chiaro il piano di Will che vediamo calmo e lucido, cosciente delle sue abilità, quasi come se fosse già preparato a tutto ciò… Il discorso che fa alla giuria è un qualcosa di sublime sia dal punto di vista della scrittura che da quello dell’interpretazione.




“I’m a lawyer. I have lived and believed in the law all my life, but until the law happens to you—believe me—you don’t know which way you’re going to go.
The man I faced in that cabin is the man I know, beyond all doubt, murdered my wife. I could’ve done a lot of things to him. Instead, I saw him suffer and I called an ambulance. I removed him from danger. I did what any decent human being should do. But make no mistake, I did those things out of nothing more than a sincere duty to a common decency. I did so, because that’s what’s expected when you’re a person in the world. I risked my life to save the man who took away my heart. My compass. My anchor. My best friend. I faced him down with a knife in my hand, I could’ve let him burn. In the circumstances, I believe I exerted an extraordinary amount of restraint. Liam Foyle is dead. I rejoice in his passing. But you should not convict me of his murder.”

Con parole come queste quale giuria riuscirebbe a decretare la colpevolezza di un uomo come Will Burton?
Prima del verdetto Maggie, arrivata ad Edimburgo, confronta in modo molto ipotetico Will riguardo la morte di Foyle, allo stesso modo, ipoteticamente Will spiega tutti gli step del suo piano e le precauzioni prese… Non c’è una sola falla, è praticamente l’omicidio perfetto e a fine episodio scopriremo anche che sua madre è stata sua complice nell’esecuzione dell’omicidio di Foyle.



Ovviamente la giuria emette un verdetto di non colpevolezza nei confronti di Burton che può tornare a casa con la sua famiglia, senza dover più vivere con la paura di quello psicopatico a piede libero e potendo finalmente rendere omaggio serenamente alla sua defunta moglie.

Come dicevo già nella recensione del primo episodio non è sempre facile essere giudici o avvocati di qualcuno perché non in tutti i casi è tutto bianco o nero, c’è del grigio e ce n’è tanto. Molti vedranno Foyle e Burton come persone uguali come due assassini e nulla più, per questo aspetto è stato lo stesso Foyle nel primo episodio a paragonarsi al suo avvocato, dicendo quanto simili fossero.  Altri troveranno qualche differenza tra i due, vedranno in Will un uomo costretto a fare ciò che ha fatto perchè la legge che tanto ama ed esercita ha fallito, per il benestare della sua famiglia, già in parte morta o perseguitata, per aver tolto l’ennesimo assassino dalle strade (alla Dexter con qualche fronzolo in più nell’esecuzione) e che quindi agli occhi di alcuni non è un assassino ma una brava persona costretta a fare cose cattive. Foyle è stato un espediente, Will ha dimostrato di poter battere la legge al suo stesso gioco ma anche a spese della sua ferma moralità.
Salutiamo quindi così un’altra splendida serie britannica, sperando quanto prima di vederne altre così e vorrei ringraziare il team di >NoWaySubs< per essere sempre stato velocissimo nel rilasciare i sottotitoli deli episodi.
Per concludere salutiamo anche David Tennant con tutta la sua bravura, sperando di rivederlo presto sui nostri schermi che non fa mai male, soprattutto quando gli fanno mettere i jeans attillati (fatemi fare quella superficiale una volta ogni tanto xD).



Spero di ritrovarvi alle prossime recensioni delle serie british, buona serata!

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