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The Escape Artist | Recensione 1×01 – Episode One

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The Escape Artist | Recensione 1×01 – Episode One

Chi di voi segue la mia rubrica sulle serie britanniche sicuramente ha già letto qualcosa in merito a The Escape Artist e, seppure in ritardo per questo primo episodio, mi sembrava giusto rendervi partecipi delle mie impressioni e riflessioni su questa miniserie che francamente mi ha stupito. Non fraintendetemi, mi aspettavo comunque di vedere un gran bel prodotto targato BBC, ma lo credevo più sulla strada del “noioso” procedurale che dell’avvincente thriller. Questo primo episodio mantiene un bel ritmo che tiene lo spettatore in punta di poltrona, specialmente nella seconda metà.

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ATTENZIONE: la recensione contiene SPOILER, fermatevi qui se non avete visto l’episodio.

Will Burton (David Tennant) è un uomo molto legato alla sua famiglia ed un avvocato a cinque stelle: non perde mai una causa, legato alla sua professione, la esercita con passione e devozione, di conseguenza è al momento l’avvocato più richiesto (dai criminali per lo più) del suo studio, pur non essendo ancora tra i Queen’s Conselour. Ovviamente i suoi successi fanno storcere il naso ad altri suoi colleghi di studi rivali, tra cui Maggie Gardner (Sophie Okonedo), sua vecchia conoscenza e a lui seconda in un recente sondaggio.



Abbiamo un assaggio della dedizione lavorativa di Will già dalle prime scene, quando toglie l’audio all’autista del taxi perchè impegnato in una conversazione telefonica riguardante un caso (anche abbastanza ambigua per chi non conosce i fatti a dirla tutta) e quando stringe la mano al suo cliente, dopo aver vinto il processo. Questa è una scena alquanto significativa, anche per quello che accadrà dopo, si vede sin da subito che Will è inizialmente restio a stringere la mano dell’uomo che lo ringrazia, ma alla fine lo fa, quasi a dimostrare che qualsiasi cosa abbia fatto l’uomo non fosse grave a tal punto da non meritare nemmeno una stretta di mano.





Vediamo poi chi è dell’avvocato fuori dall’aula di tribunale: lo troviamo alle prese con la classe di suo figlio, a spiegare quale fosse precisamente il suo lavoro e nelle normali giornate casalinghe con le persone che ama, insomma i Burton sono la famiglia del Mulino Bianco, e sin da subito ho capito che questa ventata di positivismo non sarebbe durata a lungo, specialmente quando poi  la signora Burton scopre di essere dolce attesa. Infatti arriva subito lo psicopatico di turno, che solo a vederlo in quella stanza, da solo, a nutrire gli uccellini cantando canzoncine inquietanti, lascia ad intendere che il peggio deve ancora arrivare. Liam Foyle (Toby Kebbell) è sospettato per il brutale omicidio di una giovane donna e ha richiesto proprio Will come suo avvocato, che ovviamente non può tirarsi indietro. Quest’ultimo già incredulo dopo aver letto il fascicolo riguardante l’omicidio, per discutere della difesa si troverà faccia a faccia con Foyle, il quale da mostra sin da subito di essere estremamente furbo, manipolatore, di avere una personalità sociopatica e che, in modo nemmeno troppo velato, fa capire a noi ed al suo avvocato di essere colpevole. E’ curioso anche il paragone che fa Foyle, dice infatti a Will di notare una certa somiglianza caratteriale con lui man mano che gli parla, sicuramente lo fa in modo provocatorio, ma non posso fare a meno di fare qualche altra teoria, ancora troppo acerba al momento per condividerla con voi.


Will per la prima volta da anni che fa questo lavoro si sente in difficoltà, questo caso gli pesa troppo sulle spalle ma non può tirarsi indietro, perchè le persone che difende non devono piacergli, perchè per fare il suo lavoro non deve giudicare i suoi clienti ma solo difenderli, perchè tutti meritano di essere difesi…Ma nonostatnte tutto ciò, questo caso è diverso, sente di non riuscire a passare sopra l’orribile crimine commesso da Foyle ed al fatto che sarà lui a concedergli di farla franca, per la prima volta nella sua carriera si sente in colpa, ma da bravo professionista qual è non da a vederlo nessuno, nemmeno a Maggie, quando questa gli chiede come mai abbia accettato un caso simile. In Corte Will chiede un rivio del caso che non gli viene concesso, lasciando così perplesso Foyle sulle sue reali intenzioni di difenderlo, ma nonostante tutto quest’ultimo riesce ad uscire dal tribunale come uomo libero grazie al suo avvocato che commette il grande errore di non stringergli la mano quando questo lo ringrazia. Si torna qui alla scena di cui vi parlavo prima con un parallelismo: in questo caso tanto grande è la colpa che Will sente addosso per aver difeso Foyle, artefice di un crimine a dir poco atroce, che non riesce a passarci su, vuole prendere da subito le distanze da quell’uomo, non concedendogli nemmeno l’atto di formale cortesia che è una innocua stretta di mano. Nel caso di qualsiasi altra persona magari questo gesto sarebbe passato in secondo piano, ma non con Foyle, Burton ha decisamente sottovalutato l’uomo che ha di fronte, infatti qui le carte in tavola iniziano a mescolarsi. Foyle inizia a comparire di notte sotto casa sua, salutando suo figlio dalla strada, arriva addirittura alla casa in campagna dell’avvocato, dove dalle finestre spia sua moglie, nuda nella vasca da bagnoe, non contento interferisce anche nella carriera professionale di Will, sporgendo un reclamo contro il suo avvocato, con l’accusa di condotta poco professionale per aver discusso la validità e l’onestà della sua difesa. Quindi nonostante la causa vinta, nonostante la professionalità con la quale ha difeso un uomo che ripudia, il provero Will viene fuori da questa situazione cornuto e mazziato, come si dice dalle mie parti.
C’è una scena che riassume in toto i sentimenti di Will,  una volta capito che razza di uomo sta difendendo e che come lui, fuori ce ne sono tanti altri, sono sempre di più e sono sempre più giovani.





Nemmeno il tentativo di sdrammatizzare la situazione da parte di sua moglie riesce a far sorridere Will, quello che a Kate può ricordare il plot di un film dell’orrore è ciò con cui ha a che fare suo marito tutti i giorni e pian piano lo sta logorando.
Foyle non ha ancora finito di giocare con la vita di Will, infatti l’avvocato e la sua famiglia avevano in programma di passare un altro tranquillo week-end nel loro cottage; nonostante le preoccupazioni di Will, Kate decide di partire da sola insieme a suo figlio e di aspettarlo lì per cena. Ora vorrei aprire una breve parentesi su questa volpe che è la signora Burton, ma io dico, già hai vissuto un’esperienza traumatica in quella casa, lontana dal mondo e senza tuo marito, non t’è bastata? Hai proprio bisogno di tornarci, pergiunta accompagnata solo da tuo figlio? Ti costava tanto aspettare o non andarci proprio?
In risposta a tutte queste più che rilevanti domande che OGNI spettatore si è posto, accade quello che nessuno di noi avrebbe voluto: Will una volta arrivato al cottage vede troppe cose fuori posto per poi trovare il corpo, ormai senza vita, di sua moglie. Per fortuna almeno suo figlio è riuscito a mettersi in salvo.



Il principale indagato per l’omicidio di Kate Burton è ovviamente Liam Foyle e dopo quanto accaduto, dopo il funerale, Will si trova nuovamente deluso e colpito quando scopre chi ha scelto come suo avvocato questa volta lo psicopatico: Maggie Gardner. A questo punto tra i due c’è un interessante scambio di battute che ruota sempre intorno alla tematica principale ed abbiamo un altro parallelismo.



Per me quello la grande differenza tra Will e Maggie nell’accettare il caso sta nel fatto che quest’ultima sa già per certo che Foyle è colpevole, in più è coinvolta anche una persona che, per quanto lavorativamente la metta sempre in ombra, conosce da anni quindi aveva tutte le carte in regola per poter decidere di lasciare il caso a qualcun altro. Inoltre la prospettiva di Maggie è quella di farsi pubblicità col suo lavoro, lo ha fatto già precedentemente e l’ironia vuole che abbia anche fatto notare a Will, quando ha saputo che questo aveva preso il caso Foyle, quanto negativa fosse come pubblicità e quanto fosse una causa da non tenere proprio in considerazione. Complimenti per la coerenza eh!
Il tema centrale trattato da questa serie lo trovo molto interessante perchè più volte mi sono domandata come qualcuno riesca a difendere una persona colpevole di certe atrocità. Razionalmente è vero che tutti meritano di essere difesi, è giusto, ma io personalmente credo che non ne sarei in grado, sapendo quasi per certo di una colpevolezza da parte del cliente. E sì, sarei sicuramente poco professionale perchè non riuscirei a mettere gli interessi del mio cliente avanti al mio modo di vedere le cose, quindi menomale che non ho deciso di fare l’avvocato (LOL).
Detto ciò sarà interessante vedere l’evoluzione dei fatti: come farà Will, che non è capace nemmeno a fare la lavastoviglie, a mandare avanti la casa, a seguire suo figlio e a smascherare in qualche modo Foyle per lo psicopatico assassino che è.
A voi è piaciuto questo primo episodio? Cosa ne pensate?
Vi aspetto nei commenti e vi ricordo che il nostro team di >NoWaySubs< fa anche le ore piccole per farvi trovare pronti i sottotitoli il mercoledì in mattinata, quindi tenetevi pronti!
Spero che la recensione sia stata di vostro gradimento e di ritrovarvi qui tra qualche giorno per parlare insieme del secondo episodio. Buona serata!

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