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The 100 | Recensione 2×16 – Blood Must Have Blood Pt. 2

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The 100 | Recensione 2×16 – Blood Must Have Blood Pt. 2

Un finale sicuramente più zen (per quanto “zen” possa definirsi uno show come The 100) e meno movimentato rispetto alla prima parte della season finale andata in onda settimana scorsa, ma non per questo meno coinvolgente, anzi.

Se dovessi trovare una pecca in questo show, direi che è talmente frenetico da lasciare poco spazio all’introspezione. Di solito il problema degli show è la mancanza di colpi di scena e svolte, in The 100, paradossalmente, è il contrario: i plot twist sono talmente tanti e variegati nel corso di una sola stagione da non lasciare nemmeno il tempo di soffermarsi sulla psicologia dei personaggi, le interazioni tra di loro. Al massimo, possiamo ricostruire la loro evoluzione raccogliendo a mo’ di indizi le decisioni e le azioni che compiono nel caos delle loro peripezie.

Questa puntata finalmente ha chiuso il cerchio, ha fatto il punto di una stagione in cui l’azione ha fatto da padrona, ricca di scenari che mutavano in modo incredibilmente veloce. Ha dato un senso al percorso di alcuni personaggi e all’intera stagione, e, anche se gli interrogativi e i misteri non sono mancati neanche stavolta, in un certo senso è stata più “riflessiva”. Lasciatemi dire che c’era davvero bisogno di una puntata del genere.

Abbiamo una Octavia guerriera a tutti gli effetti, ancora kudos agli autori per aver trasformato la belloccia di turno in un’Amazzone senza farla sembrare una trasformazione forzata ma del tutto credibile;

Abbiamo finalmente l’abbraccio tra i due fratelli Blake: questi due sono stati lontano a lungo, fin troppo, ognuno di loro è cresciuto ed ha sviluppato una sua individualità ma mi auguro che avremo più Blake Family Moments nella terza stagione perché sono curiosa di vedere interagire la Nuova Octavia e il Nuovo Bellamy. Meritano del tempo insieme, e poi voglio vedere come reagirà Bellamy alla trasformazione della sua sorellina in una donna badass senza precedenti.

Monty è a tutti gli effetti uno degli eroi della puntata, e ci tengo a nominarlo perché l’ho fatto molto poco nelle mie recensioni, il suo personaggio è sempre messo in ombra da qualcuno più figo e più eroico, ma questa volta realmente, il suo aiuto è stato fondamentale. Bellamy e Clarke non sarebbero riusciti a portare in salvo la loro gente senza di lui.

Jasper, invece, stava recuperando qualche punto in più ai miei occhi ma durante la season finale mi è scaduto nuovamente come personaggio. Capisco perfettamente il dolore e la delusione per aver perso Maya, ma cavolo, la conoscevi da un mese e a un metro da te c’è la tua gente che ha appena rischiato di morire tra atroci sofferenze, e non parlo tanto degli adulti dell’Arca ma dei suoi compagni di avventura sulla Terra. Essersela presa con Monty e Clarke poi non lo accetto: non credo che a loro abbia fatto piacere fare una strage su Monte Weather e il fatto che Jasper non lo capisca mi delude abbastanza. Insomma questa stagione è stata un po’ per lui, spero si riprenda la prossima.

Anche perché ho amato questa scena, mi ha fatto ricordare com’era il gruppo prima che arrivassero i Mountain Men e, dal suo sguardo, anche Jasper sembrava abbastanza colpito. Ma devo dire che ho adorato un po’ tutto della scena finale, dalla canzone di sottofondo fino agli sguardi da “Finalmente a casa” dei protagonisti, perciò forse sono di parte.

Ah, continuo a credere che gli autori odino la povera Lindsey Morgan (Raven) perché chissà come mai, quando c’è qualcuno a cui sparare, far esplodere, amputare una gamba o torturare quella è sempre lei.

Finalmente un bravo anche per Lincoln, che oltre a combattere i suoi istinti da reaper ha fatto quello che avremmo voluto fare tutti noi quando abbiamo visto Cage ancora vivo aggirarsi per i boschi: darci un taglio.

Bellamy e Clarke, dopo 16 episodi pieni di azione e baci lesbo, si sono rivisti. In un certo senso apprezzo il coraggio di Rothenberg nel tenere lontana la coppia di punta dello show, soprattutto quando potrebbe puntare sul “ti piace vincere facile” per dare una botta di vita agli ascolti che rimangono sempre un po’ così così, né alti né bassi. Tutti ci aspettavamo un abbraccio, un bacio, una stretta di mano, un qualsivoglia contatto fisico tra i due, ma ovviamente dato che ce l’aspettavamo tutti loro non l’hanno fatto. Hanno fatto, però, una cosa ancora più importante a mio avviso: Bellamy guarda negli occhi Clarke e appare preoccupato, il suo sguardo sembra chiederle cosa c’è che non va. In una frazione di secondo riesce a capire quello che nessuno ha capito davvero in tutta la stagione, ovvero che in Clarke qualcosa si è spezzato, che non è più quella di prima.

Nel momento in cui entrambi tirano la leva che provocherà la morte di decine di abitanti della montagna, Bellamy fa un gesto generoso, molto più profondo di qualsiasi bacio: decide di dividere con lei quel peso, si fa carico di una parte del suo fardello perché si rende conto, anche se non può sapere cos’è successo, che Clarke ne è quasi schiacciata. A mio parere il motivo non è solo Octavia, anzi, sono fermamente convinta che l’avrebbe fatto anche se non ci fosse stata sua sorella là dentro.

La connessione tra questi due personaggi a mio parere è tangibile: è l’unico ad avvicinarsi a Clarke quando non la vede rientrare nell’accampamento, ha capito che quello di cui ha bisogno è il perdono, l’ha pregata di rimanere (e sinceramente non so come Clarke abbia fatto a girare i tacchi e andarsene) ma, alla fine, l’ha lasciata andare perché ha capito che non accetterà il perdono di nessuno (sua madre compresa) finchè lei non perdonerà se stessa.

Clarke in quest’episodio ha raggiunto quello che si dice punto di rottura. Non dovrei dirlo perché sono una di quelli che ha esclamato “Noooo” nel vedere lei e Bellamy uniti e poi separati di nuovo, ma penso che andarsene sia stata la scelta giusta. Non credo che fare una cosa per se stessa voglia dire fuggire dalle proprie responsabilità, ma anche se fosse non mi sentirei di biasimarla: è una ragazzina che ha guidato un popolo in guerra e si è fatta carico di azioni che l’hanno profondamente cambiata. Come dice lei a Octavia nell’unico vero sfogo che si è concessa, Clarke ha fatto tutto quello che poteva.

Forse ha sbagliato, forse avrebbe potuto agire diversamente, forse ha perso di vista i suoi ideali, ma alla fine della fiera ha riportato tutti a casa sani e salvi e il prezzo della loro salvezza è tutto sulle sue spalle. Senza contare che in questo momento non credo che Clarke sia abbastanza lucida ed equilibrata per ritornare ad essere la leader che era un tempo. Non ora.

Che stia andando a fare il culo a Lexa? Magari.

Il “May we meet again” detto a Bellamy prima di andarsene mi ha colpito e l’ho trovata una scelta interessante da parte degli autori, è come se avessero voluto creare un parallelismo tra l’addio di Lexa a Clarke e quello di quest’ultima a Bellamy. Sarà un caso?

E infine, la storyline secondaria, quella che mi ha rotto le scatole per tutta la stagione mentre io volevo solo sapere cosa sarebbe successo a Clarke, Bellamy e compagnia bella (viva la sincerità) è quella che più mi ha intrigato durante la season finale e non vedo l’ora di scoprire cosa hanno in mente gli autori.

Trovo che la piega che ha preso la ricerca della Città della Luce sia una novità assoluta, una scelta del tutto originale, dall’atmosfera decisamente contrastante con le ambientazioni “wild” a cui ci ha abituati la serie.

Chiaramente il video trovato da Murphy e la donna-ologramma incontrata da Jaha a fine puntata sono collegati e lei potrebbe essere una sua creazione. Ma chi è? Cosa deve fare? E cosa può essere accaduto da spingere l’uomo del video a suicidarsi?

Una stagione che si chiude con interrogativi, con una nuova minaccia (o così sembra) apparentemente molto più grande e misteriosa di quelle affrontate finora, esattamente come aveva anticipato Rothenberg in un’intervista. Mi piace la voglia di sperimentare, di osare e di non limitarsi ad andare sul sicuro e proseguire sempre sulla stessa linea delle stagioni precedenti. Un season finale interessante che chiude in bellezza una stagione in cui gli autori ci hanno dimostrato ampiamente di voler fare qualcosa “di più” di un semplice teen Lost con triangolo amoroso annesso.

Dal momento che non posso lasciarvi al promo del prossimo episodio come d’abitudine, vi lascio con il nostro Murphy (che ho amato in questa puntata, ovviamente) e ne approfitto per ringraziare tutti coloro che hanno letto e commentato le mie recensioni anche quest’anno, chi una sola volta, chi ogni settimana. Se avete già le mani nei capelli e non sapete come affrontare l’astinenza da The 100 di cui già soffrite, vi consiglio anche di fare un salto sulla pagina Facebook The 100 Italia e mettere un mi piace!

Ciao a tutti, alla prossima stagione!

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