Inizio con grande giubilo la recensione di questa settimana con una buona, anzi ottima, notizia: la CW ha ufficialmente rinnovato The 100 per una seconda stagione. Non ci sarà bisogno, come avevo già proposto settimana scorsa, di organizzare picchetti e manifestazioni di protesta davanti ai cancelli verde pisello della sidabbliu per riavere il nostro survival drama misto a Dawson’s Creek, non dovremo stamparci migliaia di magliette “Team Bellamy” per rivendicare il nostro diritto di sapere come finiranno i Bellarke, perché se tutto va bene la prossima stagione televisiva ci regalerà altre avventure dei nostri survivors preferiti, mi auguro, belle quanto quella andata in onda questo mercoledì.
Una puntata che ho apprezzato moltissimo, per svariate ragioni. Una puntata molto psicologica, introspettiva e oscura, che ha voluto scavare nei meandri degli animi dei nostri protagonisti, nelle loro paure, le loro debolezze, le loro speranze, nel loro inconscio insomma, lasciando emergere lati interessanti di ognuno e rivelando verità, a seconda dei casi, più o meno nascoste. Una puntata interessante, profonda, forse non ricchissima di colpi di scena (ma attenzione: ci stiamo avvicinando al finale di stagione e l’istinto mi dice che questa sia solo la quiete prima della tempesta) ma fondamentale per capire a fondo i nostri protagonisti, la loro vera natura. Con questo show la CW mi sta dando grandi soddisfazioni.
Clarke e Bellamy
Come posso non iniziare da loro due? Ormai l’avete capito, sono bastate una manciata di puntate perché io iniziassi a shipparli come se non ci fosse un domani, non ho ancora raggiunto livelli di bimbominkiaggine stile tempi d’oro del Delena, ma poco ci manca, e solo perché, ad ora, di materiale ne abbiamo ben poco. O meglio, ne avevamo. Fino a quest’episodio. Ma andiamo per ordine.
Prima cosa: tra tutti quelli che Clarke potrebbe scegliere per accompagnarla in una gita in cerca di risorse e viveri per mantenere in vita sé stessa e il resto dei non-più-the-hundred, la sua scelta casualmente ricade su Bellamy. Adoro le loro scene, adoro il fatto che entrambi si piacciano e si stimino ma non lo vogliano ammettere, adoro il loro punzecchiarsi e adoro quel rispetto e quella complicità nascosta di due persone apparentemente distanti ma più vicine di quel che sembra.
Quello che è successo dopo, mi ha lasciato come quando assaporo una Kinder Paradiso convinta che ce ne sia una seconda e quando poi apro il frigo scopro che era l’ultima rimasta: incompleta, speranzosa e devastata. Mi ha anche convinto definitivamente che gli autori di The 100 ci stiano coglionando tutti quanti, perché, avanti, è chiaro che qui la ship c’è eccome, e l’hanno voluta e creata loro.
Non penso di aver visto solo io la furia di entrambi nel vedere l’altro in pericolo di vita durante la lotta con Dax come non ho visto solo io Clarke che cerca di convincere Bellamy a rimanere nel gruppo con lei e affrontare i suoi demoni. Non ho sentito solo io quel “noi escogiteremo qualcosa” pronunciato da Clarke né quel “mi fido di lui”, vero?
Octavia e Lincoln
Un’altra puntata in cui Octavia mi è piaciuta. Quando dico che mi piace, non intendo che mi è simpatica. Octavia non è simpatica, è folle, è fastidiosa, provocatrice, è la tipica persona incazzata col mondo intero a volte anche senza motivo, è una di quelle persone che fa il contrario di quello che le viene detto solo per il piacere di farlo, è una che respinge l’unica persona che la ama davvero, suo fratello. Perché tutto ciò che riguarda Octavia viene inesorabilmente inghiottito dalla sua battaglia personale, interiore, quella di una ragazza che non potrà mai cancellare gli anni trascorsi nascosta sotto le assi del pavimento, con la paura di essere scoperta e uccisa.
Per quello che ho capito di Octavia, penso che la sua sbandata per il terrestre rappresenti più il divertimento del ribellarsi a un’autorità, in questo caso quella del fratello, e fare qualcosa di apparentemente sbagliato che farà incazzare tutti. E’ una meravigliosa rompipalle, una spina nel fianco. La adoro.
Finn e Raven
Che dire, non li trovo particolarmente interessanti. Mi sembrano la tipica coppietta appiccicosa come la morte che si schiaccia i punti neri in spiaggia. Insomma, liberatecene ve prego.
Lui è cotto di Clarke, e la dice lunga il fatto che non volesse che lei andasse in missione con Bellamy, così come la scenata di gelosia quando si rende conto che Clarke, in effetti, si fida ed è d’accordo con l’altro. Finn, proprio perché tiene particolarmente a lei, ha notato qualcosa di cui nessuno degli altri ragazzi si è ancora accorto.
Finn è un maschio, di quelli particolarmente elementari e molto diffusi. Non capisco, però, Raven. Non mi spiegherò mai cosa spinga una donna bella, intelligente e in gamba a elemosinare le attenzioni di un uomo che palesemente ama un’altra, essendone tra l’altro pienamente consapevole. Raven usa il sesso, in modo maldestro e anche un po’ tenero, per tenere legata a sé una persona che ha già perso da tempo.
Le noccioline magiche
Questa è stata una delle sequenze più divertenti dell’episodio, per un attimo mi è parso di trovarmi in un episodio di Skins tra boschi e funghetti allucinogeni, invece si trattava di un particolare tipo di nocciolina, non so ancora se avvelenata dai Terrestri oppure una delle tante insidie di un Pianeta geneticamente modificato.
Le allucinazioni di Bellamy riguardano tutte le persone che ha ucciso, o della quale morte si sente responsabile: le 300 anime sacrificate dall’Arca, il Consigliere Jaha a cui ha sparato. Questo rappresenta l’animo del ragazzo tormentato dai sensi di colpa, costretto a convivere con i propri demoni, col peso dei suoi errori, segno che nel profondo è molto diverso dal leader freddo e calcolatore che si è dimostrato finora. Bellamy è un animo buono costretto a compiere determinate azioni dalle circostanze in cui si è trovato, azioni sbagliate, a volte ingiustificabili, ma che continuano a tormentarlo, proprio perché non fanno parte di lui.
Clarke, invece, ha una visione riguardante suo padre, probabilmente la persona a cui era più legata, forse, una morte di cui in parte la ragazza si sente responsabile. Il punto è che Clarke è una perfettina, non è una finta buonista, ma ha veramente un senso del dovere molto forte, è lacerata al pensiero di fare quel che è più giusto.
Sa che dovrebbe perdonare sua madre, sa che una brava persona sarebbe capace di farlo, ma non ci riesce. Non sa se la strada che ha preso è quella giusta, se armare i ragazzi contro i Terrestri o far torturare uno dei suoi nemici sia veramente qualcosa che suo padre avrebbe voluto. Mentre il fardello di Bellamy sono gli errori passati, quello di Clarke sono gli errori non ancora commessi, la paura di deludere le aspettative, di non essere all’altezza del ruolo di leader che tutti le hanno tacitamente riconosciuto.
Alla fine dell’episodio abbiamo inoltre scoperto che è stata Diana, la Big Bitch di stagione, ad architettare il tentato omicidio di Jaha per cui Bellamy è stata una semplice marionetta. Non che mi abbia stupito particolarmente, non mi è mai piaciuta e sapevo che nascondeva qualcosa, ora sappiamo cosa. Crazy bitch alert.
Vi lascio col promo del prossimo episodio, ricordandovi sempre che, se volete tenervi aggiornati costantemente su tutto ciò che riguarda la serie basta mettere mi piace alla pagina Facebook The 100 serie tv, un piccolo angolo sul web che vi offrirà tutto ciò che riguarda la serie, con interviste, foto, news, video e molto altro sullo show e i suoi protagonisti. Vi segnalo anche la pagina Facebook The Cw Italia, un altro fantastico angolino in cui poter avere news e foto su tutti gli show della nostra amata sidabbliu, aggiornato ogni giorno e ricchissimo di informazioni.
Alla prossima!
http://www.youtube.com/watch?v=yqaUzKMrFf0
Bellissima recensione, hai centrato in pieno tutti i punti più importanti e mi trovi perfettamente d’accordo con te. Complimenti davvero!