Abbiamo dovuto aspettare ben due stagioni, ma finalmente questa 6×11 di “The 100” ci ha portato al confronto che tutti aspettavamo da troppo tempo.
Ma andiamo per ordine…
Feels Bellarke come se piovesse
Tra la puntata della scorsa settimana e questa 6×11 direi che noi shipper Bellarke possiamo ritenerci più che soddisfatti. JRoth ci ha regalato una marea di scene evocative, di testa e cuore – senza contare quella respirazione bocca a bocca che alimenterà i fanvid fino alla fine della serie.
Che li si ami come coppia o meno, una cosa è innegabile: Clarke e Bellamy danno il meglio di sé insieme. Una frase che, se avete seguito le mie recensioni nelle ultime stagioni, mi avrete probabilmente già sentito dire un migliaio di volte, ma che mi sento di ribadire ogni volta che vedo scene del genere. Sia quando sono in accordo, sia quando sono in contrasto, riescono sempre ad equilibrarsi a vicenda e ciò che emerge dal loro confronto arricchisce “The 100“.
Sto apprezzando particolarmente lo scambio di ruoli che la loro crescita personale ha portato alle dinamiche della leadership del gruppo. Bellamy ha mitigato la sua impulsività e Clarke, soprattutto ora, dopo l’esperienza con Josephine, si è a tratti ammorbidita. Per entrambi non ripetere gli errori del passato è diventato un mantra e questo è un ulteriore motivo di crescita. I sacrifici che sono disposti a compiere ora non sono più dettati dalla sola necessità di sopravvivere ma di fare veramente qualcosa di meglio.
La situazione a Sanctum ricalca, in parte, quella di Mount Weather, ma questa volta ci sono le premesse per una risoluzione meno estrema. Nella beata convinzione di servire delle divinità, la popolazione di Sanctum è a tutti gli effetti innocente e si potrebbe arrivare a spodestare i Prime senza effettivamente recare danno ai loro sottoposti.
Più si va avanti più quel sentimento di empatia nei confronti di Russell e della sua famiglia sparisce, lasciando posto alla convinzione che centinaia di anni insieme siano più di quello che un uomo comune possa mai desiderare e che gli esperimenti e le menzogne ai danni dei loro “sudditi” siano stati un mero atto egoistico, che anche in questo caso va ben oltre l’istinto di sopravvivenza e diventa arroganza, insensibilità verso ciò che si sta sacrificando pur di mantenere quello status.
I “personaggi secondari” che conquistano la scena
I nostri Delinquents invece si stanno facendo valere. Tutti, nessuno escluso. A cominciare da Miller, a cui ogni tanto viene concesso un po’ di spazio. Vedere quanto stia ancora soffrendo per le scelte del passato mi fa pensare ancora di più a quanto potenziale sprecato ci sia nel suo personaggio. Fa parte del gruppo sin dall’inizio eppure non è mai riuscito ad emergere veramente con una storia propria.
Il confronto che tutti aspettavano
Ultimo ma non ultimo, questa 6×11 ci ha regalato il confronto che tutti aspettavano con ansia da due stagioni. Le gioie e i dolori dei fratelli Blake: una storia infinita. Da spettatori sappiamo cosa è accaduto nella testa di Octavia, ma è comprensibile che Bell rimanga fermo nelle sue convinzioni, nonostante la commozione che il discorso della sorella ha suscitato in lui. Più del perdono, Octavia sta cercando redenzione, vuole disperatamente riavere il fratello nella sua vita e dimostrargli di essere cambiata, di poter essere anche lei parte di quel do better a cui tutti aspirano.
Chiudiamo allora con la TOP 3 dell’episodio:
- Ovviamente il confronto tra i fratelli Blake che tutti aspettavano. Valeva la pena attendere per quella scena.
- Il costante ricordo di Monty. Non posso fare a meno di sorridere ogni volta che viene nominato e commuovermi un po’ pensando che la sua memoria è uno stimolo costante per non ripetere gli errori del passato e guadagnarsi questa seconda possibilità.
- Un incoraggiamento a Miller: non facciamolo perdere di nuovo per strada e sfruttiamo a pieno il suo potenziale, please.
Vi lascio con il promo della 6×12 e vi ricordo di passare dalle pagine Facebook dedicate a “The 100”.