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The 100 6×05 – Cosa non si fa per sopravvivere

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The 100 6×05 – Cosa non si fa per sopravvivere

Nemmeno quelle scenografie agghiaccianti alla “Once Upon A Time” (e non è un complimento) potrebbero ormai farci credere che Sanctum sia un posto da favola. Questa  puntata ci è servita per capire meglio cosa si nasconde dietro la gerarchia dei Prime e la storia dei Figli di Gabriel ed ha portato di nuovo alla luce il grande interrogativo di “The 100“: cosa siamo disposti a fare per sopravvivere?

La verità su Gabriel e i Prime

Possiamo ricostruire parte della storia che ci è stata mostrata attraverso i flashback della prima puntata.

Prima dell’apocalisse che ha costretto i primi membri dell’Arca a cercare rifugio nello  spazio, prima che Becca desse inizio alla tradizione dei Commanders, l’equipaggio dell’Eligius aveva lasciato la Terra in cerca di nuovi lidi da colonizzare, approdando sul Planet (pardon, satellite) Alpha. La prima eclissi ha però aperto loro gli occhi su quello che credevano essere un paradiso terrestre. La disperazione di Russell e Gabriel per la morte di Josephine e la tecnologia ereditata da Becca hanno fatto il resto.

Ci sono voluti anni prima che le ricerche di Gabriel dessero i loro frutti, ma alla fine il ragazzo è riuscito a riportare in vita la fidanzata, o per lo meno la sua coscienza, sconfiggendo la morte e dando inizio all’ideologia dei Prime.

Cosa non si fa per sopravvivere?

Per l’ennesima volta “The 100” ci mette di fronte all’interrogativo che ormai è diventato il fil rouge di tutta la serie: cosa siamo disposti a fare pur di sopravvivere? Cosa siamo disposti a fare pur di salvare le persone che amiamo? Il confine tra buoni e cattivi è sempre estremamente labile. Una riflessione che torna anche nelle parole di Abby a Jackson.

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Russell non era in sé quando ha ucciso la figlia, Gabriel aveva perso l’amore della sua vita, nessuno aveva ancora capito come gestire gli effetti del sole rosso: come dare loro torto per aver desiderato con tutte le loro forze di porre rimedio agli errori?

Il problema è che poi si sono spinti troppo oltre, che hanno ceduto al fascino dell’immortalità, tanto da dare alla vita davvero poco peso – basti pensare alla leggerezza con cui Josie uccide Kaylee. Alcuni evidentemente più di altri. Non ci è ancora stato mostrato tutto, ma, conoscendo l’esito, è chiaro che a un certo punto, mentre Josephine ha seguito una corrente più “estremista”, Gabriel si è staccato dal gruppo, cercando di sottrarre al rito del Battesimo quanti più sanguenero possibili e dando vita alla sua comunità.

Le parole di Murphy, però, vanno dritte a segno. In quel contesto loro sono degli estranei e non hanno certo la coscienza immacolata – che diritto hanno di intromettersi? Sebbene la loro fede si basi su una bugia, la popolazione di Sanctum è consapevole del sacrificio che compie. Allo stesso modo i Grounders hanno mandato al macello dei ragazzini solo per eleggere il nuovo Commander, in nome di una tradizione basata su una bugia, che non aveva nulla di divino, ma era basata su pura tecnologia. L’errore di fondo è il medesimo.

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Non sono convinta sul coinvolgimento di Murphy nell’intera faccenda. Il suo incidente nella prima puntata, il fatto che abbia sfiorato la morte e ne sia rimasto così sconvolto, sembra vogliano puntare a un avvicinamento a Josephine e ai Prime. Murphy è un sopravvissuto, è uno che ha sempre messo la sua vita al primo posto, ma in queste sei stagioni ha fatto un grande percorso di crescita. Ha imparato cosa vuol dire appartenere a un gruppo e lavorare insieme per uno scopo comune. Non voglio credere che butterà tutto alle ortiche solo per assicurarsi di vivere per sempre.

Il dynamic duo Octavia-Diyoza

Un’altra che deve affrontare i suoi demoni è Octavia.

Come previsto già nella scorsa recensione la sua interazione con Diyoza promette bene. Octavia non è ancora riuscita ad accettare quella parte di se stessa che invece Diyoza riesce a vedere benissimo. Ha compiuto atti terribili, si è lasciata trascinare in una cosa più grande di sé, ma una parte di lei si è lasciata conquistare da quel potere. E Diyoza conosce bene quella sensazione, ha capito che non può chiedere scusa per quello che è, che per lei non può esserci una redenzione completa. Lo stesso vale per Octavia: lasciarsi morire non può essere una soluzione, deve imparare a convivere con ciò che ha fatto e accettare anche quel lato oscuro che ormai fa parte di lei.

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Anche questa puntata è promossa con una TOP3:

  • La relazione tra Octavia e Diyoza. È ufficialmente nata una bromance.
  • L’interpretazione di Eliza Taylor. Dopo sei anni di lotte e crisi da risolvere fa quasi strano vedere “Clarke” così rilassata.
  • John Murphy si conferma l’outsider che conquista. Sebbene non sia d’accordo su un suo eventuale cambio di fronte, mi piace sempre vedere come si usi il suo personaggio per dare voce a delle verità scomode, che tanti forse pensano ma che nessuno a mai il coraggio di dire.

Vi lascio con il promo della 6×06 e vi ricordo di passare dalle pagine Facebook dedicate a “The 100”. L’appuntamento è tra due settimane.

https://www.youtube.com/watch?v=9bWPHVNj16s

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DeCento

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