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Telefilm Addicted consiglia… Wayward Pines

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Telefilm Addicted consiglia… Wayward Pines

Wayward-Pines

Wayward Pines è una serie tv americana trasmessa dalla FOX e prodotta dal celebre sceneggiatore/regista/produttore M. Night Shyamalan (Il Sesto Senso, Signs, The Village) che, basandosi sulla trilogia di romanzi Wayward Pines scritta da Blake Crouch, ha dato vita insieme a Chad Hodge a un prodotto avvincente quanto basta per incuriosire lo spettatore facendolo andare ben oltre i riusciti primi misteriosi episodi: difatti, pur non essendo di certo un capolavoro, questo show ha il notevole pregio di intrattenere senza troppe pretese e trasportarci in una realtà terribile, in parte specchio e risultato wayward pines 1dei difetti e delle mancanze dell’umanità. La trama ruota attorno alla misteriosa e piccola cittadina che dà il nome alla serie, dentro la quale gli abitanti sono prigionieri per ragioni che verranno spiegate solo a prima stagione inoltrata: è in essa che si intrecciano le storie di residenti e nuovi arrivati, costantemente sotto il controllo di un governo spietato e impossibilitati a varcare l’alta recinzione che circonda il posto e che sembra fatta per scopi che vanno oltre il confinarli dentro.
Pur nascendo idealmente come serie auto conclusiva – e, parlandoci chiaro, la 1×10 sarebbe stata un ottimo series finaleWayward Pines è stata rinnovata a sorpresa per una seconda stagione che continua a narrarci le vicende interne della piccola comunità e che ci presenta nuovi volti. Per non spoilerare parti essenziali della trama, è sufficiente dire che entrambe le stagioni ruotano attorno all’arrivo in città di personaggi che si rendono presto conto di esserne prigionieri e che, a poco a poco, scoprono il terribile motivo della loro condizione: di più non si può aggiungere, se non che lo snodo centrale (il mistero attorno cui tutto ruota) è in un certo senso qualcosa di molto originale che, dopo l’iniziale stupore, può portare lo spettatore ad allontanarsi dallo show sbigottito da una simile rivelazione o, al contrario, appassionarsi ancor di più ad esso.
Il primo ciclo di episodi ruota attorno all’arrivo in città di Ethan Burke (Matt Dillon) che, presto raggiunto dalla moglie Theresa (Shannyn Sossamon) e dal figlio Ben (Charlie Tahan), combatte prima per tornare a casa e poi per mettere a parte della verità e salvare i cittadini oppressi da quella sorta di regime totalitario con a capo l’inquietante David Pilcher che impera su Wayward Pines. Il secondo, pur riallacciandosi al primo e facendoci rivedere gran parte dei suoi protagonisti, è incentrato invece sul dottor Theo Yedlin (Jason Patric), che si ritrova in compagnia di una moglie che nasconde molto più di quello che dice e che è costretto a lottare in uno scenario abbastanza diverso rispetto a quello visto nella prima stagione.
Siamo di fronte a un serial che incuriosisce già dalle premesse e che salta all’occhio per l’avere un cast composto in larga parte da nomi piuttosto noti provenienti dal cinema: Matt Dillon, Shannyn Sossamon, Juliette Lewis, Carla Gugino, Melissa Leo, Toby Jones, Terrence Howard, Jason Patric e Djimon Hounsou, si impegnano – con risultati differenti, non essendo tutti allo stesso livello di bravura – a raccontare una storia lineare e semplice, ma non banale.
Dovendo per forza di cose rimanere sul vago, non resta che ribadire che questo show FOX non è certo un’opera indimenticabile, ma nel suo piccolo è consigliabile grazie al suo narrare una vicenda piuttosto originale con toni maiwayward pines 2 pesanti e senza dilungarsi troppo grazie ad un intelligente formato da 10 episodi a stagione: l’ideale per un recupero estivo e per chiunque stia cercando una serie breve e poco impegnativa da seguire come semplice passatempo. Piccolo appunto per la sbrigatività con cui si è concluso il finale della seconda stagione: essendo molto probabilmente un finale di serie, sarebbe stato meglio spiegare con maggior cura ciò che è accaduto dopo gli eventi descritti negli ultimi minuti della 2×10, invece di lasciare il tutto all’interpretazione dello spettatore. Insomma, due minuti e qualche dettaglio in più sarebbero stati cosa gradita.

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