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Telefilm Addicted consiglia… The Tudors

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Telefilm Addicted consiglia… The Tudors

the-tudors Ci sono serie tv che trovano la loro forza nell’aderenza storica, nella ricostruzione meticolosa della vita di corte e degli usi e costumi dei secoli passati. Poi ci sono “I Tudors”. La serie tv prodotta dalla Showtime che racconta la vita e gli amori di Re Enrico VIII non si è preoccupata troppo di prendersi licenze poetiche e storiche, tanto meno di nascondere piccole falle tecniche (come centraline elettriche che ogni tanto compaiono sulle scene quando meno te lo aspetti). Quello che premeva ai produttori era creare una storia intrigante, che facesse leva sulla curiosità morbosa nei confronti della vita di uno dei monarchi più conosciuti del mondo e che ha influito immancabilmente sulla storia dell’Inghilterra nel momento in cui, non ottenendo il divorzio dalla prima moglie, ha sancito lo scisma della chiesa anglicana da quella di Roma.
Attraverso quattro stagioni scopriamo il temperamento passionale e sanguigno di un Enrico che vuole vivere la vita pienamente: Filosofo, credente convinto eppure anche amante delle donne e dei piaceri, bellicoso e sempre alla ricerca s3-it-s-good-to-be-the-king_FULLdi qualcuno contro cui far guerra per assicurare la posizione politica di un’Inghilterra che non doveva appartenere a lui, ma al fratello maggiore, morto prima di salire al trono.

Da Arturo eredita anche la moglie, Caterina d’Aragona. La storia ci dice che i due si amarono molto e tuttavia la prima stagione della serie inizia quando già il loro matrimonio è inevitabilmente incrinato; a dare il colpo di grazia ci pensa Anna Bolena, dama di corte e pedina nelle mani dello zio (il duca di Norfolk) e del padre, ansioso di acquistare potere e ricchezza. Tuttavia la storyline non si ferma qui, ci sono almeno una mezza dozzina di sottotrame e tantissimi personaggi (forse troppi a volte?). E’ volutamente enfatizzata la componente sessuale, con frequenti scene più o meno esplicite di rapporti etero o omosessuali. Pur lodando il fatto che queste scene spezzino il ritmo dei complotti (se la serie fosse fatta solo di quelli sarebbe molto noiosa da seguire) certe volte risultano fin troppo sforzate e a volta smorzano addirittura il ritmo o l’importanza di certi dialoghi. E quindi parliamo della scrittura: le scene sono spesso estremamente drammatiche e pur con una discreta attenzione a quello che doveva essere l’inglese del ‘500 ogni tanto sfuggono termini non filologicamente esatti o addirittura errori più banali come l’uso un po’ a casaccio del termine “lord”. Ovviamente per cogliere queste sfumature è necessario seguire la serie in inglese, perchè l’adattamento italiano dove possibile ha messo una pezza (compiendo comunque altri errori, come quello di assimilare i ranghi di nobiltà inglesi a quelli italiani e quindi sbagliando in certi casi il corretto modo di appellarsi a questo o a quel personaggio.

Tudors12Dopo aver un po’ parlato di quello che va male, andiamo alle lodi: Il cast. Certo molti hanno storto il naso all’inizio nel vedere il giovane e bellissimo Jonathan Rhys Meyers nei panni di Enrico VIII, tutti ce lo abbiamo presente (dai libri di storia) nell’impietoso ritratto di Thomas Hollbein, eppure è noto da fonti storiche che Enrico fosse davvero molto bello in gioventù, uno dei principi più affascinanti e atletici d’Europa, quindi tenuto conto di questo e della performance eccezionale fornita da Rhys Meyers (che va in crescendo stagione dopo stagione per concludersi nella meravigliosa interpretazione del Series finale) diciamo che possiamo anche chiudere un occhio. Bellissime ed tragicamente intense sono Maria Doyle Kennedy e Sarah Bolger nei ruoli rispettivamente di Caterina d’Aragona e sua figlia, la principessa Maria. Entrambe forti e caparbie non hanno mai accettato di essere state messe da parte per colpa di Anna Bolena. E andiamo a lei, la donna che causò lo scisma: Natalie Dormer è perfetta. Ha una bellezza delicata, imperfetta eppure pericolosa; è la tentazione perfetta nella prima stagione e diventa la regina tradita e vittima del suo stesso amore nella rotator5seconda stagione. C’è chi dice che la sua interpretazione dell’esecuzione non regga il confronto con quella di Natalie Portmann (che ha interpretato lo stesso ruolo nel film “L’altra donna del Re”); secondo il nostro modesto giudizio la Dormer ha dato al personaggio invece qualcosa in più, la disperazione della gelosia e il senso di tradimento che Anna ha provato nel vedere l’uomo di cui, suo malgrado, si era innamorata lasciarlo per un’altra e condannarla addirittura a morire, pur di sbarazzarsi di lei.
Un altro dei protagonisti principali di tutte e quattro le stagioni è stato Henry Cavill, nei panni di Charles Brandon, amico e consigliere di Enrico che comincia come superficiale puttaniere ed arriva a diventare un uomo serio, coraggioso, capace di amare. Seppur meno emblematica di quelle dei suoi colleghi, la prova d’attore di Cavill è stata sufficiente da farlo notare ed aprirgli una carriera che ad oggi è decisamente in ascesa.
Jane Seymour è uno di quei personaggi da trattare con i guanti dato che l’attrice che la interpretò nella seconda stagione non prese parte alla terza e venne rimpiazzata da Annabelle Wallis, brava ma non incisiva come altre sue colleghe.
tudors-season4-1024x576Tra le altre regine non possiamo non citare Joss Stone, una meravigliosa Anna di Cleves, che ha addirittura impresso un accento tedesco alla sua interpretazione calandosi come meglio ha potuto nel ruolo della sgraziata e tutt’altro che desiderata regina (anche se, dire che era brutta era un po’ una presa in giro). Tasmin Merchand è senza infamia e senza lode, ma la colpa è del suo personaggio: La scialbissima Catherine Howard che non è altro che un sollazzo per il re e per il primo paggio che passava di lì. Arriviamo così ad una donna che ha esperienza nei panni della regina: ha interpretato Maria Antonietta (nel film L’intrigo della collana), la regina Elisabetta I ( in Anonymous) e nei Tudors veste i panni dell’ultima moglie di Enrico, Catherine Parr; stiamo parlando di Joely Richardson. Severa eppure ancora vittima dei capricci di Enrico la Richardson è una veterana delle serie tv e porta sul piccolo schermo tutta la sua esperienza e la sua classe per chiudere in bellezza il sestetto delle donne del Re.0000047417_20080318122620
Ci sarebbero ancora da sottolineare le performance di Jeremy Northam nei panni di Thomas Moore o Sam Niell, un magnifico cardinale Wolsey, ma non ci dilunghiamo, speriamo che sia chiaro che dal nostro punto di vista la recitazione è stata decisamente di buon livello e che il cast era quasi sempre ineccepibile.
Un altro punto di forza della serie sono stati certamente i costumi. Non sempre storicamente accurati, tuttavia sono originali e piacevolissimi da guardare. Soprattutto mettevano pienamente il luce le caratteristiche dei personaggi: Come non notare l’austerità degli abiti di Caterina d’Aragona rispetto allo sfarzo e all’originalità di quelli di Anna Bolena? I colori vivi e i damascati preziosi sono stati una componente fondamentale per dare l’idea della ricchezza dello show.
Ad enfatizzare quell’esplosione cromatica una fotografia assolutamente impeccabile. Non c’è una scena in cui la luce sia sbagliata. Le penombre dei complotti e delle scene d’amore si contrappongono alla luminosità delle udienze e dei banchetti, oltre a dare lustro alle scene di guerra.
Senza tirarla ulteriormente per le lunghe: se vi piacciono gli intrighi, le serie in costume e siete alla ricerca di un cast tutto in lizza per Mister e Miss universo non dovete fare altro che andare a recuperare “I Tudors – Scandali a corte” (meglio se in inglese con i sottotitoli, ndr).

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