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Supernatural | Recensione 11×21 – All in the family

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Supernatural | Recensione 11×21 – All in the family

Rispetto a come siamo stati abituati nel corso degli anni, credo che questa sia la prima volta in cui non abbiamo avuto flashback, intro o prefazioni di sorta ad aprirci le porte di un episodio che, con un titolo a sé stante, non presagiva la ripresa sin dalla primissima scena del punto esatto in cui avevamo lasciato i nostri eroi; invece, dopo un riassunto che sembrava non voler più finire (perché di carne al fuoco ce n’è davvero tanta!) ci ritroviamo subito con Sam e Dean in pompa magna al cospetto di Dio.

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La mitologia ci insegna che nemmeno tra le varie divinità i rapporti di parentela sono mai stati tutti rose e fiori e la teoria secondo la quale due fratelli prescelti si ritrovino ad essere le due facce di una stessa medaglia è stata constatata dalla storia, che sin dai secoli dei secoli ne ha portato vari esempi. Non è un caso, quindi, né che la controparte di Dio – luce per antonomasia – sia l’Oscurità, né che davanti al “sommo creatore” Sam e Dean abbiano avuto una reazione diversa l’uno dall’altro.

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Come massima manifestazione della sua divina essenza, Dio lascia che l’anima di Kevin (<3) vada oltre – a prescindere da quale e cosa sia questo ‘oltre’ visto che il Paradiso al momento non è proprio il luogo paradisiaco che ci si aspetterebbe – proprio davanti agli occhi dei due fratelli che, immediatamente, rispondono in maniera totalmente opposta nel realizzare che hanno a che fare con il vero e proprio, unico e onnipotente Dio!
Sam si rende conto di quanto immensamente importante sia questo preciso momento: l’avere finalmente la certezza che la sua fede, e le sue speranze riguardo la Sua esistenza, fossero concrete e giuste; è agitato, si lascia andare alla modalità fanboy e, senza nemmeno avere pensiero di nascondere le sue emozioni, mostra la curiosità e la gratitudine che chiunque abbia mai creduto in Lui mostrerebbe.
Dean, d’altro canto, dà voce a quella percentuale della popolazione umana che dinanzi a Dio non si lascerebbe sconvolgere dalla Sua immane presenza e che, deluso da tale consapevolezza, ne approfitterebbe non per chiedere il senso della vita, ma un semplice ‘perché’… Perché, se esiste un Dio che tutto sa e tutto può fare, per millenni e ancora oggi imperversano guerre, epidemie e carestie in tutto il mondo?
In perfetta coerenza con il carattere di entrambi, vengono esternati due pensieri che, per tanti versi, potrebbero essere considerati divergenti, ma che allo stesso tempo rappresentano – come ho già detto – le due facce di una stessa medaglia e se quello di Sam è un atteggiamento da credente/affascinato, quello di Dean da scettico/frustrato, quello di Dio è puro realismo… In coerenza con il libero arbitrio da lui stesso concesso, Chuck lascia che i fratelli esprimano le loro opinioni e solo allora si sente in dovere di replicare: così come qualsiasi altro genitore, Dio ad un certo punto ha smesso di intromettersi nelle questioni riguardanti i suoi figli, si è fatto da parte per permettere loro di crescere, commettere errori e imparare da essi. Se è vero che “siamo fatti della stessa sostanza del Padre”, come controbattere?
Secondo Dean, ciò non sarebbe altro che una giustificazione per aver abbandonato quelle creature che, evidentemente, avevano e continuano ad avere bisogno dell’assistenza del padre assente, ma secondo Dio è stato proprio grazie a questo ‘abbandono’ che, da sola, l’umanità si è trovata costretta a rimboccarsi le maniche per raggiungere un miglioramento che, volendo, si potrebbe identificare nell’evoluzione e nel progresso.
Fatto sta, però, che nessuno ha mai scelto di morire nel dolore causato da malattie terribili o di morire per una guerra perseguita in Suo nome, quindi, avrà anche avuto l’ultima parola nella conversazione con i fratelli – perché, se per averla vinta contro Amara gli tocca convincerlo a stare dalla loro parte, ingoiare il rospo e non ribattere credo sia il minimo da fare – ma io sto con Dean.

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Nel mentre: Crowley resta nascosto nell’ombra, Lucy è ancora “””vittima””” delle torture di Amara e la nebbia continua a mietere innocenti come se non ci fosse un domani.
Il plot twist, nonostante sia arrivato veloce e si sia svolto altrettanto rapidamente, è stato piuttosto esaustivo con la comparsa di un nuovo e adorabile profeta, nonché con la liberazione di Lucifero, il sacrificio di Metatron e la sconfitta morale di Amara, che non solo è stata raggirata da Dean, ma si ritrova ancora una volta ignorata da Dio.
Per essere pronti a combattere Amara, del piano di Sam e Dean resta ‘solo’ da trovare un altro vassallo per Lucifero, così da liberare Castiel, e convincere definitivamente Dio a schierarsi dalla loro parte per sconfiggere Amara una volta per tutte.
Se trovare un giusto tramite per Lucy potrebbe essere un problema, nella condizione in cui ci troviamo è decisamente quello minore (anche se l’arrivo di un altro attore ad interpretarlo mi mette ansia) dato che le ragioni per cui Dio non vuole contrastare la sorella sembrano piuttosto fondate; anche se, volendo rimanere coerenti a questo pensiero, avrebbe dovuto farsi da parte, invece, è intervenuto per salvare Sam, Donatello e Lucy dalle sue grinfie.

Non so cosa pensare di tutto ciò, se non che un simile scontro epocale non dovrebbe essere ridotto ad uno o due episodi e che, quindi, potrebbe essere protratto anche nella prossima stagione. Razionalmente, spero non riducano ad una conclusione stupida una storia così figa e dettagliata, ma non sono nemmeno tanto certa di poter sopportare ancora per molto la faccia di Amara e il modo in cui curva lascivamente le labbra quando vede Dean…
Fatto sta che siamo agli sgoccioli: rovinare quanto di bello è stato fatto in un’intera stagione sarebbe controproducente. Tra la speranza e la paura, non vedo l’ora di vedere come andrà a finire.

Come di consueto, vi lascio con il promo del prossimo episodio, dal titolo “We happy few”, e con il consiglio di seguire queste splendide pagine su Facebook: Jensen Ackles Italia – Supernatural Italia – NOI: supernaturaldipendenti – Supernatural fan club – I will always love Supernatural

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Giulia, 23 anni, abruzzese, studentessa universitaria di "Beni Culturali: cinema, musica e teatro", presso l'Università degli studi di Siena. Appassionata di cinema fin da bambina, ad un certo punto della sua vita, esattamente quando scoprì Supernatural nel 2006, ha iniziato a diventare una drogata anche di serie tv. Adora passare ore ed ore davanti al suo pc a fare lunghe maratone telefile, occupando il suo tempo libero con un'altra forte passione, la scrittura (riducendosi a studiare la notte, ai limiti della sopportazione umana!). Il suo sogno nel cassetto è di diventare una sceneggiatrice, ma si accontenterebbe anche di diventare una 'semplice' scrittrice di romanzi fantasy. Ha una vera e propria ossessione per tutto ciò che riguarda gli angeli e, più in generale, per ogni sorta di creatura sovrannaturale. Sa che un giorno farà il giro degli Stati Uniti a bordo dell'Impala insieme a Sam e Dean ma, nel frattempo, si accontenta di vederli solo attraverso lo schermo.

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