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Supernatural | Recensione 10×14 – The Executioner’s Song

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Supernatural | Recensione 10×14 – The Executioner’s Song

L’attesa per la resa dei conti è stata snervante, ma ne è valsa davvero la pena di aspettare così tanto per vedere ciò che abbiamo visto? Nulla da dire riguardo scene emozionanti e quant’altro e, di certo, non ho nulla da criticare al modo in cui si è svolta l’intera situazione nel corso dell’episodio, ma… Cosa ci ha portato e cosa ci porterà di nuovo tutto questo?

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Il Caino che abbiamo visto all’opera contro Dean, non ha niente a che vedere con l’uomo che avevamo conosciuto nella nona stagione, quando, pienamente consapevole di se stesso, acconsentì ad ‘aiutare’ Dean, replicandogli il Marchio così che potesse avere la forza necessaria a far fuori Abbadon; in quell’occasione, Caino non solo ebbe sulla coscienza l’obbligo di avvisare Dean del fatto che in seguito avrebbe potuto avere diversi problemi a controllare il Marchio, ma gli chiese anche di ucciderlo nel caso in cui se ne fosse presentata la necessità. Ai tempi, non potevamo sapere quale sarebbe potuta essere tale necessità o se mai si sarebbe presentata, ma nel corso degli eventi, osservando ciò che Dean ha passato, prima diventando demone e, in seguito, cercando un modo per tenere a freno gli impulsi omicidi del Marchio, è diventato via via più facile immaginare di cosa potesse essere capace di fare Caino nel suo peggio, eppure, a vedere il suo cimitero, sono rimasta sconvolta.

Non che da un uomo del genere mi aspettassi di meno, ma la conversazione tra lui e Castiel mi ha lasciato alquanto perplessa. Tutto ha inizio con la sparizione di un killer nel braccio della morte da un carcere di massima sicurezza e non che si possa dare tanto torto a Caino quando, per giustificare le sue azioni, specifica che non ucciderà proprio tutti i suoi discendenti, ma farà una proporzione, di uno su dieci, tra coloro che nel corso della loro vita si sono resi colpevoli di riprovevoli azioni, come il suddetto killer. Il fulcro del problema nasce nel momento in cui, parlando di lignaggio, a rimetterci la vita potrebbero esserci anche degli innocenti, come il figlio dell’omicida da lui catturato, grazie al quale possiamo rivedere non solo il Team Free Will in azione, ma anche Crowley.

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Ne ho dette davvero di ogni sull’atteggiamento assente e apparentemente menefreghista di Castiel – tesi che continuerò a sostenere ad oltranza, fin quando non vedrò da parte sua un miglioramento della sua caratterizzazione che, nonostante in questo episodio mi abbia dato l’impressione che ero solita avere con il vecchio e vero angelo Castiel, non mi ha del tutto soddisfatto, non a sufficienza almeno da farmi cambiare idea sulla sua inutilità, che spero ancora sia solo temporanea – ma per essere davvero critica, dovrei intraprendere il discorso su Crowley.

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Onestamente, non ricordo se nelle passate recensioni ho mai avuto la possibilità di esprimere il mio amore incondizionato nei confronti di questo demone, perché a causa degli ultimi avvenimenti, specificatamente dall’arrivo di Rowena, non ho fatto altro che criticarlo, e a ragion veduta. Ciò che, invece, sono sicura di aver detto anche in passato, è che trovo Crowley cambiato da quando gli venne effettuato il tentativo, da parte di Sam, di farlo tornare umano; infatti, il Crowley spietato a cui ci eravamo abituati nelle passate stagioni, ha fatto spazio ad un Crowley più sensibile, tanto che adesso si fida non solo della donna che, pur essendo sua madre, meriterebbe solo un sacco di sberle in faccia, ma anche di Sam e Dean, soprattutto di quest’ultimo. Il suo ruolo, soprattutto in questo episodio, ha girato intorno all’essere manipolato: prima da Dean, poi da Rowena, poi di nuovo da Dean e infine ancora una volta da Rowena. Non so davvero cosa aspettarmi da lui, ma dopo la presa in giro di Dean, dubito che torni presto a fidarsi di lui. D’altro canto, però, si fida ancora di Rowena e questo, sicuramente, non porterà a nulla di buono.

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Ma restando in tema ‘manipolazioni’, l’unico ad essere stato raggirato non è Crowley, perché… Chi ci assicura che Dean abbia davvero ucciso Caino? La cattura del demone è avvenuta tramite un incantesimo d’illusione e, forse penso un po’ troppo, ma non essendo stato inquadrato anche Caino mentre Dean lo infilzava, presumibilmente all’altezza del cuore – con la Prima Lama, ho iniziato a credere all’ipotesi che potesse aver sfruttato lo stesso trucco usato su di lui da Crowley, per confondere Dean. Innanzitutto, perché non posso credere che aver ucciso il padre degli assassini non gli abbia dato nessun effetto collaterale; secondo poi, perché, come ho appena spiegato, il non aver inquadrato Caino nel mentre dell’azione potrebbe significare proprio che ciò che d’istinto abbiamo creduto, non sia davvero successo.

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A parte tutto, speculazioni comprese, ciò che di più bello merita di essere considerato è il legame ancora più solido che si è venuto a creare tra Dean e Sam; quest’ultimo continua a dimostrare al fratello maggiore di fidarsi a pieno di lui e, dopo anni di sofferti tira e molla tra di loro, certi momenti di puro amore fraterno non possono che fare enormemente piacere, anche se, come sempre, con questo show non possiamo permetterci di abbassare la guardia. La sofferenza è dietro l’angolo, anzi… Considerando che per il prossimo episodio saremo costretti ad aspettare un mese, direi che è proprio ad un passo. Sono piuttosto sicura del fatto che l’hype generale sarà causato dalla curiosità di sapere cos’abbia inteso Sam con quel ‘Dean is in trouble’ nella battuta finale dell’episodio. Che Sam abbia avuto il mio stesso presentimento riguardo la finta morte di Caino? Anche perché, avendo assistito in passato all’effetto che la Lama fa su Dean, seriamente sarebbe plausibile credere che in questo caso non abbia sortito il solito effetto?

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Voi cosa ne pensate, invece? Quali sono le vostre teorie?

Vi lascio con il promo della 10×15, “The Things They Carried”, che vi ricordo andrà in onda il 18 marzo.

 

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Giulia, 23 anni, abruzzese, studentessa universitaria di "Beni Culturali: cinema, musica e teatro", presso l'Università degli studi di Siena. Appassionata di cinema fin da bambina, ad un certo punto della sua vita, esattamente quando scoprì Supernatural nel 2006, ha iniziato a diventare una drogata anche di serie tv. Adora passare ore ed ore davanti al suo pc a fare lunghe maratone telefile, occupando il suo tempo libero con un'altra forte passione, la scrittura (riducendosi a studiare la notte, ai limiti della sopportazione umana!). Il suo sogno nel cassetto è di diventare una sceneggiatrice, ma si accontenterebbe anche di diventare una 'semplice' scrittrice di romanzi fantasy. Ha una vera e propria ossessione per tutto ciò che riguarda gli angeli e, più in generale, per ogni sorta di creatura sovrannaturale. Sa che un giorno farà il giro degli Stati Uniti a bordo dell'Impala insieme a Sam e Dean ma, nel frattempo, si accontenta di vederli solo attraverso lo schermo.

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