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Supernatural | Recensione 10×10 – The Hunter Games

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Supernatural | Recensione 10×10 – The Hunter Games

Udite, udite! Supernatural è tornato e ne siamo tutti lieti ma, eccezion fatta per il ‘The Road So Far’ che è sempre ben accetto e poche altre scene, considerate le alte aspettative per il modo in cui avevamo lasciato i nostri protagonisti nell’episodio precedente, questa mid-season premiere è stata una gran delusione.

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Innanzitutto, perché è stata incentrata troppo su Claire e nella maniera più inutile in cui la sua storyline si potesse rappresentare.

Credo che chiunque sia d’accordo nel constatare che la ragazza ha le sue buone ragioni per avercela con Castiel e anche con Dean, sebbene quel Randy non fosse proprio l’esempio dell’uomo meritevole di vivere, ma c’è modo e modo di esprimere certi turbamenti psicologici e farla avvicinare ai primi due delinquenti, sfruttando il fattore dell’adolescenza come ingenuità, non è tra questi, non per uno show come Supernatural, almeno. Mi auguro che i due si rivelino essere dei demoni, in futuro, altrimenti il loro interesse per Claire e la sua storia mi risulterebbe a dir poco ridicolo; sicuramente, si voleva rappresentare la sofferenza della parte più umana e debole causata dall’arrivo degli angeli, ma non è stato d’effetto. A parte questo, comunque, in generale non mi è piaciuto affatto il modo in cui hanno sfruttato il suo personaggio. Avrebbero potuto inserirla in contesti più interessanti, anche nel rapporto con Castiel che, invece, con l’avvicinamento a Claire non è diventato più umano e meno angelo, ma una specie di caricatura di se stesso.

Era divertente quando, all’inizio della sua missione sulla Terra, si rendeva buffo, pur mantenendo la sua solita compostezza, ma diciamo che questo atteggiamento mi ha un po’ stufato. Vive tra gli umani da anni, spesso si trova a stretto contatto con Sam e Dean, è quindi comprensibile che abbia imparato a conoscerli e ad apprezzarli, e se il fatto che si emozioni all’idea di mandare sms per poter usare le emojii mi fa sorridere, ormai il suo tentativo di risultare angelicamente professionale mi infastidisce; si è praticamente ribaltata la sua posizione. Chiamato Metatron, poi non è stato di alcun aiuto, sorvolando sul fatto che portare l’angelo nel bunker non è servito a nulla se non a mostrare di nuovo la difficoltà di Dean nel sopportare il Marchio e a farlo interagire nuovamente con Crowley, che è una delle poche cose per cui sono grata a questo episodio.

Dean incazzato

Ancora una volta, la Prima Lama sembra essere parte fondamentale della ‘nuova esistenza’ di Dean. Considerando, però, che non sappiamo ancora se Metatron sia stato sincero e abbia fatto in modo che venisse recuperata solo per aiutare Dean a liberarsi del Marchio, cosa di cui dubito fortemente, resta il fatto che non conoscendo gli altri passi da seguire, anche questa risulta essere un’azione inutile. Probabilmente, essendo partita con aspettative troppo alte riguardo questo episodio, mi sto ritrovando ad essere molto più critica del solito, ma è un dato di fatto che da questa puntata non sia uscito nulla di buono a parte l’interesse persistente per il rapporto Sam/Dean e quello crescente per il rapporto Crowley/Rowena.

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Affrontando il discorso di questi ultimi due, lasciatemi dire che il personaggio di Rowena è snervante, quanto attraente, a partire dal suo essere un perfetto genio del male. Conoscendo le debolezze di suo figlio, è riuscita a infondergli dubbi che, con molta probabilità, porteranno Crowley ad una sorta di esaurimento nervoso dovuto alla paranoia. Sappiamo bene anche noi quanto Crowley sia suscettibile riguardo il suo ruolo, soprattutto dopo l’affronto subito da Abadon e l’affievolimento della sua crudeltà a seguito del tentativo di Sam di farlo tornare umano, ma è pur sempre il Re dell’Inferno e se ciò, fino all’arrivo di Rowena, lo metteva nelle perfette condizioni di essere diffidente per proseguire per la sua strada nel migliore dei modi, adesso, paranoia a parte, sembra quasi che il suo sia un peso insopportabile da tenere; tanto che, non appena Dean lo chiama, sembra rinvigorirsi. Immagino che vivere all’Inferno non sia proprio divertente, soprattutto avendo intorno una madre come Rowena, ma addirittura agognare le attenzioni del suo vecchio amico da omicidi seriali, mi sembra un po’ esagerato. Non che non abbia apprezzato l’incontro, anzi; oltretutto, con ciò abbiamo avuto l’ennesima conferma delle intenzioni malefiche di Rowena e la possibilità di assistere a quanto imponenti siano le sue capacità. Ho adorato le sue scene, soprattutto quella, per l’appunto, in cui tramite incantesimo spia Crowley e i fratelli Winchester, ma l’interpretazione della vittima quando l’assistente di Crowley torna con la Prima Lama e lei lo uccide per poterla prendere, colta in flagrante dallo stesso Crowley, è stata a dir poco epica. Per non parlare delle sue battute che mi hanno fatto piangere dalle risate…
Comunque, facendo leva sulle paranoie di Crowley, è stata molto furba e previdente a infondergli degli incubi riguardanti la fedeltà dei suoi sudditi e sono sicura che questo comporterà in futuro diversi problemi, se non anche un ulteriore avvicinamento ai fratelli Winchester per liberarsi di lei.

Sam 1 Sam 2

Per quanto riguarda, invece, Sam e Dean, non mi è piaciuto molto il modo in cui abbiamo visto reagire il più grande dei fratelli Winchester nel realizzare di aver compiuto una strage; ci sono rimasta male per come, nella sua solita maniera sarcastica e di finta nonchalance, ha affrontato la cosa,  perché così come mi aspetto di vedere da parte di Castiel un’evoluzione migliore, visto che al momento, per me, si trova in bilico tra l’essere più umano che angelo e spero possa tornare in se, ma con una mentalità diversa, magari più aperta, mi aspetto che anche Dean cresca a causa di questa faccenda del Marchio. Almeno per il momento, l’unica cosa resa chiara in questo episodio è che non ha altra scelta se non quella di imparare a controllarsi, così come per secoli era stato costretto a fare Caino, quindi… E a tal riguardo, ho adorato Sam e il modo in cui sta aiutando Dean; non è più lo stesso ragazzino di un tempo, pronto a giudicare Dean ad ogni azione, sbagliata o giusta che sia dal suo personale punto di vista o obiettivamente parlando. Ormai, Sam è un uomo con la testa sulle spalle, in grado di prendersi le sue responsabilità e anche quelle del fratello maggiore pur di provare a convivere con lui nel migliore dei modi, cercando di far stare bene entrambi, e dire che in questo episodio è stato adorabile è un eufemismo.

Sam 3 Sam 4

Tirando le somme, direi che se non avessimo visto questo episodio, avremmo potuto continuare a seguire il resto della stagione senza perderci nulla. Spero che Sam, andando avanti, continui a renderci orgogliosi del suo atteggiamento nei confronti di Dean e mi auguro di rivedere presto il Team Free Will all’opera, perché al momento Castiel sembra vivere una storyline a se stante, come ho spesso spiegato nelle precedenti recensioni, e la cosa non mi piace affatto.

Con la speranza di assistere ad episodi migliori, vi lascio il promo della 10×11 – “There’s no place like home”, anche se non sembra promettere nulla di buono… Almeno, rivedremo Charlie.

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Giulia, 23 anni, abruzzese, studentessa universitaria di "Beni Culturali: cinema, musica e teatro", presso l'Università degli studi di Siena. Appassionata di cinema fin da bambina, ad un certo punto della sua vita, esattamente quando scoprì Supernatural nel 2006, ha iniziato a diventare una drogata anche di serie tv. Adora passare ore ed ore davanti al suo pc a fare lunghe maratone telefile, occupando il suo tempo libero con un'altra forte passione, la scrittura (riducendosi a studiare la notte, ai limiti della sopportazione umana!). Il suo sogno nel cassetto è di diventare una sceneggiatrice, ma si accontenterebbe anche di diventare una 'semplice' scrittrice di romanzi fantasy. Ha una vera e propria ossessione per tutto ciò che riguarda gli angeli e, più in generale, per ogni sorta di creatura sovrannaturale. Sa che un giorno farà il giro degli Stati Uniti a bordo dell'Impala insieme a Sam e Dean ma, nel frattempo, si accontenta di vederli solo attraverso lo schermo.

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