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Suits | Recensione 7×08 – 100

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Suits | Recensione 7×08 – 100

100 episodi. Sono passati 100 episodi da quel pilot che mi aveva stregato spingendomi ad intraprendere questo bellissimo viaggio fra i corridoi della Pearson Specter Litt e mi ritrovo oggi, 7 anni dopo, a recensirne il centesimo episodio.


Diretta da Patrick J. Adams, questa puntata è stata una come tutte le varie 08 che si sono alternate in questi anni: ha chiuso la storyline preponderante della prima parte della stagione, con i soliti colpi di coda e trovate degne dei migliori maghi che non importa quante volte tu li abbia già visti, riescono a stupirti ogni volta.

Per quanto io sia contenta che la storia si sia conclusa felicemente per tutti, ammetto di avere storto il naso per due dettagli non poi così secondari:

1-Esattamente cosa avrà mai fatto pensare ad Harvey e Mike che Robert Zane sarebbe stato manipolabile? Conoscono un Robert Zane diverso da quello che conosciamo noi? Nel momento in cui ho visto Harvey portare i fascicoli a Robert, mi sono detta: va bene cercarne uno onesto ma voi lo avete scelto fin troppo. A parte questo sono stata felice di rivedere il papà di Rachel, un personaggio che già in passato ho confessato di apprezzare molto ed il cui rapporto con la figlia, resta una delle migliori storyline scritte dalla serie tv.

2-Il conveniente escamotage del video del defunto Frank Gallo aka come prendere due piccioni con una fava. In un colpo solo hanno fatto uscire di scena Gallo e hanno fatto giustizia per le vittime del complotto carcerario. Un mezzuccio usato e riusato in molti serial dedicati a processi e tribunali che consente di risolvere in ridottissimo minutaggio e con poca fantasia i problemi incorsi lungo la strada dei buoni.

Ciò che ho grandemente apprezzato è stata la storia di Frank Gallo e come siano riusciti ad umanizzarlo, svincolandolo dal semplice ruolo di villain meschino e senza scrupoli e dandogli una nuova sfumatura: quella di padre alla ricerca del perdono della figlia. Mi piace che non si sia trattato di improvvisa redenzione (siamo sinceri, sarebbe stato troppo out of character) ma di calcolata manovra di persuasione spinta, comunque, dall’affetto sincero per la figlia. Ammetto che mi mancheranno le sue interazioni con Mike e confesso di reputarlo uno dei migliori villain della serie (anche se Hardman non lo batterà mai nessuno…).

Prima di passare alle altre due – parallele – storyline, vorrei fare una parentesi su Paula Agard, o meglio sulla sua interprete. Stamattina stavo guardando video su youtube relativi alle varie trasposizioni dei romanzi di Jane Austen (sull’onda del bicentenario di “Persuasione”, uno dei suoi libri) ed ho finalmente ricordato dove l’avessi già vista e soprattutto perché io l’abbia avuta in antipatia fin dal primo giorno. Nel caso ci fossero janeites fra voi lettori, sappiate che è stata l’odiosissima Mrs Elton nell’Emma del 2008, quello con Romola Garai per intenderci. Ah!Le soddisfazioni del telefilm addicted!

Ma passiamo a Donna e Louis.

Sempre stamattina – quando il diavolo tentatore che ti allontana dello studio ha ceduto le armi e si è ritirato – sono incappata studiando antropologia, nella definizione perfetta delle due storyline di Louis e Donna.
Heckausen ha definito «autorinforzo anticipatorio» quella mutazione della percezione di sé e dell’autostima che si innesca in seguito alla cronicizzazione della sconfitta personale.
Ecco, insomma, il mai una gioia porta ad avere una stima di sé talmente bassa da accontentarsi delle briciole, in questo caso.
Ho trovato molto bello che abbiano creato un parallelo fra le due storyline ed ho apprezzato molto il differente esito perché diversi sono i caratteri e le storie personali delle persone coinvolte. Mi ha fatto piacere che Donna non abbia ceduto perché, ancora una volta, ha dimostrato di amarsi e rispettarsi e che cedendo alla debolezza del momento, avrebbe commesso qualcosa per cui si sarebbe odiata dopo.
Allo stesso tempo mi è piaciuto ed ho compreso il percorso di Louis che, al contrario, aveva decisamente bisogno di sentirsi desiderato e apprezzato da qualcuno e Shelby (che, mi dispiace, proprio non riesco ad odiare e continuo a sperare che un giorno torni definitivamente nella vita di Louis) si è rivelata la persona perfetta per quel ruolo. Credo che nello scegliere di entrare in quella camera di hotel, paradossalmente, Louis stesse rispettando se stesso e i propri bisogni, senza alcun pericolo di rimorsi. Credo. Ma trattandosi di Louis potrei sempre sbagliarmi.

Su Mike e Rachel, in realtà, ho poco da dire se non che sto apprezzando molto le loro interazioni degli ultimi tempi: trovo stiano maturando molto come coppia parallelamente alla crescita di Rachel in sicurezza di sé. Mi piace che stiano diventando più equilibrati e che non manchino di confrontarsi apertamente su cose molto personali e molto importanti del loro rapporto. Soprattutto in vista del matrimonio, le attuali discussioni sono molto importanti.

Stiamo dunque giungendo al capolinea, la prossima settimana ci sarà l’ultimo episodio prima del summer finale e io vi lascio qui sotto il promo.

Cosa vi è parso di questo centesimo episodio? Anche voi avreste chiesto aiuto a Robert Zane? Cosa avreste fatto al posto di Donna o Louis? Vi aspetto nei commenti.

Prima di andare vi ricordo Suits Italia e Suits Italia.

That’s all folks!

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Ha un passato da ladra insieme alle sorelle Occhi di gatto, ha difeso la Terra nel team delle guerriere Sailor e fatto magie con Terry e Maggie. Ha fornito i sigari sottobanco ad Hannibal e il suo A-Team, indagato con gli Angeli di Charlie Townsend, ha riso con la tata Francesca ed è cresciuta con i 6 Friends di NY. Ha imparato ad amare San Francisco difendendo gli innocenti con le Streghe, è stata un pivello insieme a Jd-Turk-Elliott, ha risolto crimini efferati con praticamente il 90% di poliziotti e avvocati del piccolo schermo e amato la provincia americana con Lorelai e Rory Gilmore. Avrebbe voluto che il Fabbricatorte non chiudesse mai e non ha mai smesso di immaginare Chuck e Sarah che «sedano rivoluzioni con una forchetta». Lettrice appassionata, Janeites per fede, amante delle storie sotto ogni forma fin da piccola. Segue serie poliziesche, comedy e sit-com soprattutto, uniche allergie riconosciute sono quelle allo sci-fi e all'horror.

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