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Suits 8×15 – Colpi di Scena

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Suits 8×15 – Colpi di Scena

Bentornati alla recensione prima del season finale.

In che stato siete? Perché io ho fatto un salto sulla sedia che canguri e rane stanno prendendo appunti. Mi verrebbe voglia di promuovere l’episodio solo per gli ultimi cinque minuti. Sapevo che Daniel Hardman sarebbe tornato alla carica un giorno (quanto l’ho odiato!), ma vederlo ripiombare all’improvviso nella vita dello studio in questo momento – e in vista della prossima, ultima, stagione – assume tutto un altro peso.

In ogni caso, anche non avesse avuto quella conclusione, la puntata è stata veramente ben scritta e interpretata. Ma prima di dedicarmi alla storyline principale, devo tessere le lodi anche delle due storie secondarie, comunque importanti ai fini della narrazione.

  • Louis, Samantha e far fuori i bulli: sapevo che prima o poi la storia della rapina sarebbe riemersa e per un attimo ho temuto che le settimane di allenamento con Samantha potessero trasformare Louis Litt in Rocky Balboa. Invece, è stato interessante vedere come dei due la più spaventata (nonostante la baldanza mostrata) fosse la Wheeler: paradossalmente, nonostante invitasse Louis ad essere in contatto con le sue emozioni, era proprio Samantha a non essere in pieno dominio delle sue. Ha permesso agli incubi del passato di avere la meglio e ciò l’ha portata a convincere Louis a compiere scelte dalle ripercussioni importanti. La recitazione della complessa emotività di Louis, infine, rende Hoffmann un attore sottovalutato che dovrebbe ricevere maggior credito.
  • Katrina e Brian finalmente mettono un punto ad una situazione di stallo pericolosissima per entrambi (e per la mia stima nei confronti degli sceneggiatori). Malgrado non sia stata che un’occasione per porre fine ad una storyline giunta al capolinea poco dopo essere iniziata, è stata comunque scritta bene e ho trovato difficile non comprendere la sofferenza di entrambi i personaggi nell’accettare l’inevitabile e giusto epilogo.

A’ Famigghia aka La Storyline Principale

La cosa che ho più apprezzato della storia principale è l’aver reso il conflitto Harvey-Donna più frutto del passato – difficilissimo – con il padre della Paulsen che con il triangolo vero e proprio. La ragione è molto semplice: se lo avessero reso risultante del triangolo, io per prima avrei invocato l’out of character. Non tanto perché Donna non sia in grado di staccarsi da Harvey e dallo studio (abbiamo visto che è in grado di farlo), quanto perché è intercorso troppo poco tempo dall’inizio della frequentazione di Thomas e Donna è sempre molto cauta nelle relazioni interpersonali. Sarebbe stata una scelta facile degli sceneggiatori e non frutto di una conoscenza approfondita dei personaggi e delle ragioni più profonde che possono spingerli verso determinate direzioni.

I diversi flashback fra il passato e il presente sono serviti a farci comprendere che la decisione di Donna di violare il segreto professionale, non era legata all’aver scelto Thomas al posto di Harvey (come lei crede, erroneamente, Harvey pensi) quanto all’aver avuto paura di scommettere Thomas/Parigi confidando in Harvey/Mr. Paulsen. Donna è talmente contenta di aver trovato qualcuno che la faccia stare bene che l’idea di vederlo ferito da qualcosa l’ha spinta a proteggerlo, anche a costo di fare del male a qualcun altro a cui tiene.

Per questo il confronto fra i Darvey è ancora più doloroso e autentico: Harvey è ferito per le ragioni giuste, ha perso la fede che Donna ha sempre avuto in lui e che ha portato la donna a complicare una situazione disperata che esporrà Specter e lo studio ad una causa milionaria. Oltretutto seguita dall’equivalente di Scar del Re Leone (c’è qualcosa in Hardman che me lo ha sempre ricordato) che ha anche ragioni personali per attaccare lo studio.

Harvey, dal canto suo, si è comportato perfettamente: lontano dalle decisioni meschine che avrebbe potuto prendere, ha fatto il possibile per risolvere la cosa restando nei limiti della legalità e l’espressione ferita sul suo viso, quando Alex gli ha detto da chi Thomas avesse saputo dell’accordo saltato, mi ha spezzato il cuore.

Un po’ meno ho apprezzato la maniera in cui Thomas si è rivoltato contro Alex: business è business anche per lui e ha dimostrato che quando vuole sa mordere esattamente come chiunque altro, disinteressandosi pienamente di cosa le sue decisioni possano comportare per gli altri soggetti coinvolti, un atteggiamento da vero business man. Per quanto mi sia piaciuto poco, ha permesso di vedere un nuovo lato di Kessler che non avevamo ancora avuto modo di conoscere e che potrebbe renderlo interessante per il futuro.

Non ci resta che pazientemente attendere il finale della prossima settimana che il promo, come se il cliffhanger finale non sia stato sufficiente, ci dipinge come al cardiopalma.

Vi vorrei far notare, nel caso non lo aveste fatto già voi, che il finale si intitola “Harvey” in parallelo con l’episodio 7×10 “Donna” che si era rivelato il giro di boa per il personaggio della Paulsen.

Infine, devo ricredermi: questo season finale è stato escogitato dal nulla – apparentemente – a mi ha colto di sorpresa. Tuttavia, riflettendoci, era ormai chiaro da tempo che prima o poi i numerosi trucchetti usati da Harvey nelle ultime due stagioni, gli si sarebbero ritorti contro. Inoltre, ricollegandomi a quella scena che ha concluso la 8×13 – Harvey da solo a casa perché né Mike né Donna gli hanno risposto al telefono – l’uomo sta perdendo tutto ciò che ama e il lavoro – il pericolo di perdere il lavoro – è solo uno dei tasselli principali per demolirlo del tutto.

Con queste premesse, cosa vi aspettate dal futuro? Secondo voi, Donna ha fatto bene oppure no? Louis pagherà le conseguenze dell’aver dato ascolto a Samantha? Vi aspetto nei commenti.

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