Per quanto non mi sia mai tirata indietro dal criticare questa serie tv nei difetti, speravo di non dover mai iniziare una recensione dicendo “non avremo un’altra stagione”. Purtroppo, però, è così e, nonostante avrei visto con piacere un’eventuale seconda stagione, non sono riuscita a fare a meno di elaborare un mio pensiero riguardo i motivi che hanno portato alla cancellazione di questo show, oltre a quelli puramente mediatici, come sono ascolti e rating.
Sin dai primi episodi non ho fatto altro che criticare la tendenza all’autoconclusione degli episodi, ognuno di esso ha avuto un inizio e una fine entro quei quaranta minuti di puntata, portando in quelle seguenti solo il minimo indispensabile per far mandare avanti la storia. Se ci si riflette bene, in dodici episodi è successo di tutto e, si sa, il troppo stroppia. Tante cose che avrebbero potuto elaborare in maniera più fluente, sono state accelerate di netto, senza creare quei momenti ‘omg’ nei quali si resta a bocca aperta per ore, e in tutto ciò ci sono sempre state solo situazioni interessanti, ma poco rilevanti. Il concept iniziale era ben esposto, intrigante, affascinante, avrebbero potuto fare grandi cose, ma gli autori hanno voluto strafare e, alla fine, non sono stati premiati.
Mi dispiace che non proseguirà questa storia perché ci sono molti personaggi validi che, se solo avessero avuto più spazio e la possibilità di esprimersi a dovere, avrebbero colpito qualsiasi spettatore, ma anche per quanto riguardo loro non è stato svolto un lavoro eccelso, anzi. Basti pensare a Teri, di cui ho sempre parlato parecchio nelle passate recensioni, assumendo che avesse un grandissimo potenziale e, infatti, in questo episodio ci è stata data la perfetta dimostrazione. Nonostante abbia intuito il suo gioco non appena Castor le ha mostrato la chiave dell’Iksen, ricordandomi -assurdamente, visto che ho una memoria pessima- che Vega ne aveva bisogno per attivare la Suvek, bisogna ammettere quanto sia stata scaltra nel rigirarsi Castor. Bella, astuta, intelligente, caparbia, ostinata, ambiziosa e capace. Le qualità per essere un meraviglioso personaggio, che meritava di essere valorizzato di più, le aveva tutte.
Così come Teri, anche altri personaggi che ci sono stati presentati in un modo e che, in seguito, hanno subito uno sviluppo sensato, ma comunque troppo celere, come Grayson ed Eric avrebbero potuto fare grandi cose. Per quanto riguarda quest’ultimo, essendo sempre stato solo un personaggio di contorno, purtroppo era scontato fin dall’inizio che non sarebbe stato proprio un regular, ma per quanto riguarda Grayson, c’è molto da dire. Lo abbiamo conosciuto come un grande supporter degli Atrians e dell’integrazione, per poi scoprire che, invece, faceva parte dei Red Hawks, ma non faceva davvero parte di quel gruppo di terroristi, era solo il figlio dei loro leader e faceva quindi il doppio gioco per non andare contro se stesso e per non deludere i suoi genitori contemporaneamente; ma poi sua madre viene arrestata, il vero gruppo dei Red Hawks scompare nel nulla e lui lo reinventa per andare ad attaccare i Trag, e appena ne ha l’occasione ci va da solo, con gli Atrians. Intanto, che l’ha fatto a fare questo gruppo se voleva lavorare da solo e restare a dar retta a Roman? E poi, l’assurdità della situazione è palese. Hanno compresso in dodici episodi lo sviluppo di un personaggio che sarebbe stato meglio approfondire con la giusta calma e cognizione di causa. Motivo per cui, vedendo del potenziale in lui, ho sperato fino alla fine che dichiarasse una guerra senza pari tra umani e atrians. Invece, credo proprio che finirà tutto a feste e coriandoli.
A proposito di gruppi, i Trag e i loro complotti sono stati al centro di diversi episodi sin dall’inizio della serie, ma solo dai tre/quattro precedenti si può effettivamente constatare l’importanza del loro ruolo. Come ho già detto in passato, non condivido il loro pensiero, ma lo capisco, motivo per cui mi hanno sempre entusiasmato sia le idee di rivolta, che quelle di vendetta, o anche il semplice fatto che si sentissero così attaccati alla loro natura. Eppure, in pochissime e rare occasioni abbiamo potuto assistere a intere conversazioni nella lingua d’origine; considerando lo studio che c’è stato dietro lo sviluppo di questa lingua, lo ritengo un vero peccato che non sia stata sfruttata a dovere, così come l’immensa questione riguardante le piante atriane, ad esempio la cyper. Storia della black cyper, interessantissima ed intrigante, finita in due episodi. Eh no..non va mica bene.
Infine, Roman ed Emery. Loro, gli ‘Star-Crossed’, nati per soffrire per l’amore che provano l’uno nei confronti per l’altro e che si sono messi insieme e lasciati così, a convenienza. Una volta scoperta la loro relazione, avevano la scusa giusta per stare insieme, ma si è tentato di creare dell’angst, inesistente, per rendere più interessante la storia e, invece, si è finito col renderla noiosa. Per non parlare della simpatia che infonde Emery ogni volta che si mette in mezzo a qualcosa, qualsiasi cosa, anche se non le riguarda. Ad ogni modo, non posso non elogiare il parallelismo tra la scena di lei insieme a Roman da bambini e quella avvenuta alla fine di questo episodio, probabilmente la prima vera scena toccante ed emozionante con loro due insieme. Ci voleva Roman ferito gravemente per far suscitare un po’ di emozioni?
Comunque, di faglie narrative, storie abbandonate praticamente al loro sorgere, e di incoerenza nei personaggi ce n’è parecchia, ma non ci resta che sperare almeno in un finale che chiuda in modo ‘degno’ questa serie tv.
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