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Spellbook 1×08 – A Nightmare in Twinswood

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Spellbook 1×08 – A Nightmare in Twinswood

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“Amo questo posto”

Benjamin parla con voce roca, impegnata a schiarirsi nella prima mattina; è un qualcosa che Rose adora, è una voce da uomo, profonda, sensuale. Lei è proprio accanto a lui, entrambi sdraiati sull’erbaccia, aspettando impazienti il sole che sorge, davanti a quel lago che conoscono così bene ormai.
Rose: perché?
Benjamin: è bellissimo!
Entrambi si guardano; Benjamin fa un sorriso, e come al solito, di riflesso, i suoi occhi prendono una forma deliziosa. I capelli si confondo nella sterpaglia, sono mossi, in disordine, ma è proprio questo che li rende perfetti agli occhi di Rose. La t-shirt permette alla ragazza di indagare sul suo corpo, le vene che elegantemente si fanno avanti sulle braccia, e il respiro mette in evidenza le sue forme nella maglia neanche troppo aderente.
Rose: pensi che potremmo mai toccarci?
L’espressione sul viso di Benjamin cambia, portando gli occhi ad assumere una forma diversa. I silenzi vengono aspramente intervallati dai rumori del lago.
Benjamin: penso che…
Il ragazzo abbassa lo sguardo, palesemente imbarazzato.
Benjamin: mi sta bene starti vicino. È abbastanza per me.
Rose: ma non vuoi toccarmi? Non vuoi…
Rose tentenna, nervosamente infastidita dalla situazione.
Benjamin: tutti i giorni. Ogni secondo. Sempre.
Il ragazzo porta una mano avanti, sfiorando la guancia di Rose, che freme per la poca distanza.
Benjamin: mi piacerebbe sentire… la tua pelle, se è liscia, se è a tratti ruvida, nel senso piacevole…
Rose sorride, stavolta è lei ad abbassare lo sguardo, ma poi ad alzarlo subito dopo.
Benjamin: mi piacerebbe toccare i tuoi capelli, io me lo immagino, immagino la sensazione che proverei, ma… voglio confermarla.
La ragazza sorride di nuovo.
Benjamin si fa avanti con la mano sulle labbra di Rose, non toccandole, come sempre.
Benjamin: mi piacerebbe assaggiare le tue labbra. Baciarti, fino a quando non ne ho abbastanza di te, se questo è possibile.
Rose: non potremmo mai farlo.
Benjamin: non dire così.
Rose: ma è la verità. Io non posso toccarti. Tu non puoi toccarmi. Io… Io non lo sopporto! Non è giusto.
Le parole di Rose sono pregne di disperazione, e Benjamin vorrebbe far qualcosa per rasserenarla.
Benjamin: io ti prometto che troveremo una soluzione. Forse la tua magia…
Rose: non lo so. Ho cercato nel libro, non c’è niente.
Benjamin: quella pagina. Quella pagina che Lisandra ha annerito. Forse la soluzione è lì.
Rose guarda Benjamin, sorpresa.
Rose: e tu come lo sai?
Dopo qualche breve secondo, Benjamin inizia improvvisamente a perdere sangue dalla bocca, tossendo prepotentemente, e spaventando Rose.
Rose: BENJAMIN!
La ragazza indietreggia, impaurita, ma poi si fa avanti per aiutarlo.
Rose: Benjamin!
Il ragazzo ha le convulsioni, e continua a perdere sangue dalla bocca.
Rose: no, ti prego… Benjamin!

“Rose”

Rose alza lo sguardo, distratta dalla voce ferma di Lisandra, che è proprio davanti a loro, seduta. Guarda la strega incattivita, come farebbe un genitore arrabbiato.
Rose: ti prego, aiutalo!
Lisandra: no. Lui non merita il tuo aiuto.
Rose: per favore!
Lisandra: Rose, uccidilo!
Rose sgrana gli occhi, impietrita
Rose: cosa?
Lisandra: finiscilo!
Rose scuote il capo, incredula.
Rose: ma di che parli?
Lisandra: lui è il male. Lui ti divorerà; ora non riesci a vederlo a causa della tua cecità, ma lui ti succhierà l’anima, ti mangerà da dentro, fino a quando non resterà più nulla del tuo cuore; il bene, la tua luce, lui ti porterà via tutto questo. Lui sarà la tua morte. Benjamin sarà la tua morte.
Rose guarda Benjamin, che continua a tremare in preda alle convulsioni.
Rose: Lisandra, ti prego!
Lisandra: tutto questo ti ucciderà.
Lisandra porta le mani in alto, palesando un pugnale, Rose la guarda, tentando di fermarla in qualche modo; proprio quando la donna sta per raggiungere il petto del ragazzo, Rose finalmente apre gli occhi; è nella sua stanza, al buio, a Twinswood, era solo un sogno.

 

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Rose si alza istintivamente, mettendosi contro la spalliera e accendendo la luce; il sogno l’ha scossa particolarmente. Si tocca il viso, cercando di comprendere se è del tutto sveglia. Prende l’iPhone sul comodino, andando nella sezione messaggi, “Benjamin,” è vuota, i due non si sono mai mandati niente, ma Rose ogni tanto guarda quella casella, giusto in caso.

È quel momento nella notte in cui i pensieri si affollano, pensi a quella persona, e ti fa male il petto, ti fa male tutto. È quel momento della notte in cui niente può calmare la tua anima.

 

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Colonna Sonora: The Game Begins

Lisa è una di quelle ragazze che amano restare sole in casa; quella immensa casa completamente vuota e tutta per lei, si sente Tom Cruise in Risky Business, si sente libera di fare ciò che vuole, senza il costante controllo dei genitori.
Ai fornelli, una crêpe gigante; ama fare colazione nel pieno della notte, tutto questo la fa sentire ancora più libera.

Lisa
Lisa

Dopo tutto questo, si farà un bagno caldo, vedrà un film e andrà a letto, è tutto programmato.

Il telefono di casa squilla, un cordless, facendo sbuffare la ragazza, che non vuole saperne di cambiare i suoi piani, neanche per un secondo.

Lisa: pronto?
Uomo: ciao.
Una voce bassa, macabra.
Lisa: chi è?
Uomo: sto cercando Lisa.
Lisa: sono io, chi la cerca?
Uomo: qualcuno che vuole giocare con lei.
Lisa, in un momento particolarmente irriverente, scoppia a ridere.
Lisa: oh mio Dio.
Uomo: che c’è?
Lisa: ti rendi conto… Ti rendi conto che stai provando ad inscenare l’opening di Scream?
Uomo: è proprio questo il gioco.
Lisa: uh, davvero?
Uomo: sì. Non è divertente?
Lisa: fa troppo anni ’90. Insomma, Scream è superato.
Uomo: dici?
Lisa: andiamo, il 4 era semplicemente una copia del primo, solo con una nuova generazione e quella cagna di Emma Roberts!
Uomo: non ti è piaciuto?
Lisa: no, ok?! Non aveva la magia del primo. Insomma, l’Opening con Drew Barrymore nello Scream Originale è semplicemente meraviglioso, da brividi.
Uomo: sono d’accordo. È una delle mie scene preferite di sempre.
Lisa: dove ti sei procurato questo aggeggio cambiavoce? È un app, come in Scream 4?
Uomo: no, è la mia voce.
Lisa: beh, allora dovresti davvero aprire un centralino hot.
La ragazza sta semplicemente al gioco, andando a girare la crêpe.
Uomo: che cos’è questo rumore?
Lisa: oh, questo è il momento in cui dovrei dirti che sto facendo i pop corn? Non sto facendo i pop corn.
Uomo: qual è il tuo film…
Lisa: oh, che palle, voi maniaci non siete più creativi. Qual è il tuo film horror preferito? Ora mi dirai che ci sono dentro?
Uomo: esattamente.
Lisa: uhm, no, il mio film horror preferito è… Halloween. Michael fa decisamente più paura di Ghost Face, senza offesa.
Uomo: vuoi Michael?
La ragazza, per la prima volta dall’inizio della chiamata, cambia espressione.
Lisa: uh, in che senso?
Uomo: posso darti Michael se vuoi.
Lisa: è sexy, vero? Con quella tutina da meccanico, quella faccia pallida. Comunque, ora devo attaccare, chiamare la polizia, far raggiungere il tuo numero, insomma…
Uomo: avrei tempo comunque di ucciderti.
Lisa: non credo, vedi… la polizia sarà qui in pochi secondi, anzi… sento già le sirene. Non credi che sia fantastica la nuova app che ti permette di raggiungere la centrale più vicina dall’iPhone?

Ed è così, sentiamo le sirene in lontananza.

Uomo: sei una ragazza furba.
Lisa: esatto. E tu ti sei messo nei guai per uno stupido scherzo.
Uomo: guarda su.
Lisa guarda su, sobbalzando e facendo cadere di conseguenza il cordless a terra, Ghost Face, con la maschera sporca di sangue, è proprio nel suo salotto.

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Lisa: che cazzo vuoi?
GhostFace resta fermo lì.
Lisa, d’istinto, si gira, cercando di raggiungere l’uscita della casa, e quindi le pattuglie. Ma proprio mentre lo fa, un coltellaccio da cucina le viene piantato nel ventre, da Michael Myers, che è proprio lì, davanti a lei.
La ragazza guarda quella terribile maschera inespressiva.

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Lisa: cosa…?

GhostFace si avvicina alla ragazza, che lentamente si accascia a terra, morente.
GhostFace: volevi Michael.
Prima di chiudere gli occhi, Lisa guarda le due figure, le due maschere.
Lisa: perché?
GhostFace: perché sei nel mio film!

È sempre difficile per Morrison, anche se fa questo lavoro da anni; un cadavere di prima mattina ormai sembra routine di questi tempi a Twinswood, l’uomo entra nella stanza di Lisa Kerr, la ragazza è sul letto; un corpo freddo, privo della vita che dovrebbe scorrere in lei a quella tenera età.

“Sceriffo”

Un coroner è proprio accanto al corpo, una donna di colore, sulla trentina.
Morrison: Mik, che cosa abbiamo?
Mik: non è un omicidio. È morte naturale, o almeno così sembra.
Morrison: morte naturale?
Mik: sì. Deve essere stato il cuore.
Morrison sgrana gli occhi, incredulo
Morrison: ha 16 anni. Aveva.
Morrison si corregge, ancora abbastanza scosso.
Mik: probabilmente aveva… dei problemi. Ma le assicuro che non si tratta di omicidio. È morta nel sonno.
Morrison: cosa dico a suo padre?
Mik: servirà un’autopsia, ma è abbastanza evidente.
Troppe vite si stanno spegnendo a Twinswood, troppe vite giovani. Morrison si guarda attorno, la stanza di Lisa non è diversa da quelle di altre adolescenti della sua età; leggermente disordinata, trucchi ovunque, vestiti a terra, portatile ancora acceso.

 

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Twinswood High, Evan è nei parcheggi della scuola, sta cercando di temporeggiare, mentre, nervoso, batte le mani sul cruscotto della sua macchina; anche guidare sembra impossibile con quel tipo di fame. Lo stesso sole, da cui è protetto, sembra più luminoso del solito. Il corpo assume un aspetto diverso, più pallido, più trascurato. È come avere la febbre alta, umanamente parlando.

“Salti la prima ora?”

Evan si gira, di scatto. Bright è proprio accanto a lui, con una busta in mano.
Evan: cosa ci fai qui?
Bright: ti cercavo.
Evan sbatte la gamba a terra, è un tic nervoso.
Bright: tu cosa ci fai qui?
Evan: sto cercando di non entrare a scuola e mangiare qualcuno.
Bright sorride, apprezzando la voglia del ragazzo di fare la cosa giusta.
Bright: beh, sarebbe un bel problema.
Evan: Luke ha un paletto tutto per me, lo sai?
Bright: non ti succederà niente.
Evan: sì, tu non lo conosci. È uno stronzo! Non vede l’ora di liberarsi di me!
Bright: beh, se non vuole un’altra cicatrice sulla faccia…
Evan lo guarda, sorridente, per quel che può, vista la condizione.
Evan: sembro una feminnuccia se mi devo far difendere da te.
Bright sbuffa; è il solito orgoglioso.
Bright: sai, se per una volta non sembri un macho di cui tutti hanno paura, non succede niente.
Evan: dopo non ti piacerei più.
Ad Evan sfugge e basta; lo dice semplicemente, senza rendersene quasi conto. Bright abbassa lo sguardo, chiaramente imbarazzato.
Bright: ehm, ti ho portato questa.
Il ragazzo avanza, dando la busta al vampiro
Evan: che roba è?
Bright: il mio sangue. Ce n’è qualche fiala, dovrebbe bastarti per un po’, se non fai l’ingordo.
Il vampiro lo guarda, sorpreso, allontanandosi dal veicolo.
Evan: ma… tutta la storia delle ali, tuo fratello…
Bright: beh, tecnicamente, non puoi mordermi, ma… è il mio sangue, e ne faccio ciò che voglio. E poi ricorda, ho una potente strega dalla mia parte!
Evan sorride.
Evan: wow, Peter ha abbassato le ali, eh?
Bright: diciamo solo che Rose si è fatta sentire. E anche tu; insomma, grazie per quello che hai fatto, non… non me lo sarei aspettato.
Evan: non può trattarti così.
I due si guardano per qualche istante; Bright non sa se sia il suo sangue, o se semplicemente Evan sia cambiato di suo, si chiede spesso se ci sia qualcosa dietro.
Bright: posso farti una domanda?
Evan annuisce
Bright: il mio sangue… Insomma, quando vi nutrite. Funziona come in… True Blood?
Evan: hai iniziato a vedere True Blood?
Bright: Rose me ne ha parlato.
Evan fa cenno di no con il capo
Evan: è solo cibo. Più buono, meno buono… Per quanto mi riguarda; il tuo è il migliore che abbia mai assaggiato, tutto qui!
Bright sorride, di nuovo imbarazzato; non pensava di poter arrossire per un complimento sul suo sangue, è molto strano.
Evan: un legame si crea solo quando un vampiro decide di… farlo. Non sono molto bravo in vampirologia, insomma, hai visto i miei voti?
Bright ridacchia, divertito
Evan: ma… insomma, si crea su decisione, non tramite sangue. Può essere d’amore, di famiglia, di amicizia. Luke e Leda, ad esempio, ne hanno uno di famiglia.
L’angelo lo guarda, incuriosito.
Bright: quindi… non entri?
Evan: bevo ed entro.
I due si guardano, di nuovo.
Evan: vuoi stare qui con me?
Evan si ritrae, suonava troppo intima come proposta, e lui non vuole che lo sembri, deve proteggersi.
Evan: ripensandoci, ci vediamo dentro!
Bright lo guarda, deluso
Bright: comunque, dovevo fare colazione con Walter, quindi…
Ma Bright stavolta non starà al suo gioco.
Evan: davvero?
Bright annuisce
Evan: beh… buona colazione, allora!

 

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Benjamin si avvicina lentamente all’armadietto di Lauren, la ragazza sta sistemando, come sempre in modo maniacale, i suoi libri, cercando di ignorarlo il più possibile, anche se le è particolarmente difficile.

Benjamin: devo parlarti.
Lauren ridacchia, divertita
Benjamin: per favore, è una cosa seria.
Lauren: vuoi scusarti, bla bla, sei dispiaciuto bla bla, una storia che non avrà mai fine.
Benjamin: no, non sono qui per questo.
Lauren si ferma, chiaramente colpita dalle parole del ragazzo. Lo guarda, finalmente.
Lauren: allora parla.
Benjamin: penso che sia giusto lasciarci.
Il ragazzo lo dice e basta, senza girarci attorno. È chiaro che Lauren ha il cuore spezzato, trattiene le lacrime, ci prova, ma è così chiaro.
Lauren: cosa?
Benjamin: io… Io non provo più quello che provavo prima.
Lauren: pezzo di merda.
Raramente Lauren pronuncia parole scurrili, ma non è il caso di andarci piano.
Benjamin: Lauren…
Lauren: no. Tu non hai mai provato niente per me.
Benjamin: non è vero. Ti voglio bene.
Lauren: oh, e che cosa sono? Sono tua sorella?
Benjamin: Lauren…
Lauren: non è come le altre volte, vero?
Il ragazzo la guarda, confuso
Lauren: non si tratta di banale voglia di sesso. Ti piace veramente, Rose ti piace veramente, e questo fa ancora più male.
La ragazza chiude l’armadietto, uscendo di scena in modo chiaramente drammatico, come è solita fare.

Benjamin guarda in avanti, il suo sguardo si incrocia con quello di Rose, che è appena entrata a scuola. La ragazza tenta di distrarsi, ma è più forte di lei, per qualche secondo lo guarda, lo fa e basta, per poi allontanarsi, nervosa, da quel corridoio.

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“La conoscevo, era simpatica!”

Leda guarda il suo cellulare, una foto di Lisa con la notizia della sua morte è in prima pagina sul quotidiano di Twinswood. La palestra della scuola è illuminata da fari che proiettano una luce particolarmente calda, fuori diluvia, sembra quasi notte, nonostante siano solo le prime ore del pomeriggio.

Bright: come è morta?
Leda: dicono che sia per cause naturali!
Gli alunni indossano una semplice t shirt con la scritta TWINSWOOD HIGH e un pantaloncino, anche Luke, che di solito odia quei tipi di outfit.
Leda: mi mancherà. Aveva un bel senso dell’umorismo!
Bright guarda l’immagine, genuinamente dispiaciuto.
Bright: è terribile.
Rose: 16 anni? Cause naturali? E se ci fosse qualcos’altro dietro?
Rose non può fare a meno di pensarlo, visto che a Twinswood nulla è come sembra.
Leda: è Halloween. Quale creatura oserebbe pianificare qualcosa di questi tempi?
Rose: è come in Buffy? Disprezzate Halloween?
Leda: oh no, a me piacciono i dolci. O meglio, piacevano.
Rose: i vampiri ingrassano?
Leda la guarda, nervosa
Leda: allora è vero che quel vestito mi faceva il culo grosso!
Rose fa cenno di no con il capo, divertita
Rose: no, era solo una curiosità!
Leda: no, noi non ingrassiamo, né dimagriamo.

“Hey”

Ania si avvicina al gruppo, sorridente. Più sorridente del solito.
Bright: Ania, ciao!
Ania: non è una giornata meravigliosa?
Leda: sta piovendo a catinelle!
Ania: è fantastico. È Acqua, è ovunque. Mi sento di buonumore.
Leda la guarda, perplessa.
Leda: wow, vorrei avere il tuo stesso umore quando piove.
Ania si gira, notando Gabriel in lontananza, facendogli un sorriso.
Ania: adoro questi cosi.
Ania si tocca i pantaloncini
Ania: mettono in risalto tutto. Avete visto Gabriel? È come se non indossasse nulla.
Leda: ok, la mia colazione.
Leda si finge disgustata, ma in realtà aveva notato la stessa e identica cosa. Rose sorride, l’ingenuità di Ania è così dolce.

Professor Marton: ok, ragazzi, squadre. Palla avvelenata!
Leda: oh mio Dio.
La vampira alza gli occhi, non ama particolarmente questo gioco.

Professor Marton: capitani Benjamin e Luke.

Dopo un sasso carta e forbice al vetriolo, tra sguardi di dissenso e incattiviti, Luke vince la prima mano, ha il diritto di scegliere per primo.

Luke: Rose.
Benjamin guarda il vampiro, gli fa un sorrisetto, non si lascerà intimidire. Rose avanza verso Luke, ponendosi lentamente dietro di lui, avvertendo la tensione.
Benjamin: Evan.
Luke: Leda.
Benjamin: Tatia.

Tatia alza la mano, annoiata, mentre gioca con il suo smartphone.
Tatia: mi spiace, io sono impossibilitata nel giocare.
Professor Marton: e perché mai, Tatia?
Tatia: cose da donne.
Professor Marton: di nuovo? Sbaglio o capita solo una volta al mese?
Tatia: quindi, mi sta discriminando solo perché il mio corpo si comporta in modo diverso?
Benjamin alza gli occhi, non vuole perdere tempo.
Benjamin: Ania.
Luke: Walter.

Le squadre si vanno a formare mano a mano, fino a completarsi. La partita inizia, le prime persone vengono eliminate facilmente, quelli che non sono particolarmente bravi negli sport, ed altri che non hanno semplicemente voglia di giocare.

Luke e Benjamin stanno facendo più punti di tutti, il loro obiettivo è vincere, ed è chiaro. Leda vuole semplicemente uscire, ma non prima di aver fatto una cosa. Quando la palla arriva a lei, non esita un secondo nel colpire Ania, che delusa, si allontana dal campo. Gabriel guarda la vampira, perplesso.

Leda: che c’è?!
Leda si difende, dopo uno sguardo particolarmente incattivito di Bright.

E per quanto riguarda l’angelo, Bright e Walter si sorridono in continuazione, complici, hanno voglia di vincere insieme. Una volta che la palla arriva ad Evan, tuttavia, che non ha fatto altro che guardarli, quella voglia va a farsi benedire, visto che il vampiro colpisce Walter con una forza disumana, atterrandolo.

Bright guarda Evan, tentando di capirne il perché. Evan stesso tenta di caprine il perché. Benjamin guarda il vampiro, sorpreso.

Benjamin: bel colpo!

Dopo qualche minuto, in campo sono rimasti Rose, Luke e Bright da una parte, Benjamin, Gabriel ed Evan dall’altra.

Gabriel riesce ad eliminare Bright, che Evan e Benjamin non hanno toccato, mentre Luke riesce ad eliminare Gabriel.

Quando la situazione arriva a due contro due, le cose iniziano a farsi più tese, Benjamin vuole eliminare Luke, Luke vuole eliminare Benjamin. I due iniziano uno scontro incredibile, che dura parecchi minuti, ma riescono sempre a schivare la palla, non concludendo.

Rose: tutto questo è ridicolo!
Evan guarda Rose, si chiede cosa stia succedendo.
Rose, infastidita, non controlla il suo potere, scaraventando la palla dall’altro lato della palestra. I compagni non ci fanno troppo caso, pensano che sia stata una semplice mossa di Benjamin o di Luke, ormai le cose andavano in modo troppo veloce.

Benjamin: qual è il tuo problema?
Benjamin urla, avvicinandosi prepotentemente verso Luke.
Luke: di cosa parli, Benjamin?
Luke mantiene la calma, per qualche secondo.
Benjamin: cosa ti dà fastidio, eh? Che lei guarda me e non te?
Rose guarda i due, impietrita. Non riesce a credere di ritrovarsi in una situazione del genere, e non riesce a credere che Benjamin abbia detto una cosa del genere, davanti a tutti, e su Luke.
Il vampiro stavolta perde la calma, avanzando verso Benjamin, incattivito, spingendolo. La forza di Luke è tanta, infatti Benjamin cade quasi a terra, ma non esita un attimo, correndo verso di lui fa lo stesso, spingendolo dalla parte opposta.
Leda: oh mio Dio!
I compagni guardano la scena, curiosi. Tatia è l’unica che mantiene la calma, particolarmente divertita.
Rose, stufa, decide di mettersi in mezzo, fermandoli.
Rose: BASTA!
La strega pone le mani avanti, tentando di non usare il suo nuovo potere. Luke, deluso da se stesso, per essere caduto nella provocazione di Benjamin, decide di allontanarsi dalla palestra, lasciando Rose e Benjamin lì, sotto gli occhi di tutti.

Più tardi, in classe, la situazione sembra quasi tornata alla normalità, nonostante Rose sia incredibilmente imbarazzata per tutto ciò che è successo, non riesce ancora a spiegarselo in realtà. Si dice che Luke sia semplicemente arrabbiato con Benjamin perché ne sa di più, e come Lisandra, non si fida di lui. Ma non può negare che mille domande la tormentino, non permettendole di concentrarsi sulla lezione; si parla di cinema, e si parla di horror.

La ragazza si gira spesso, incrociando in continuazione lo sguardo di Benjamin, che è seduto accanto alla finestra, Luke è dall’altra parte della stanza, poco interessato alla lezione. Bright non smette di guardare Evan, nonostante il ragazzo sia mezzo addormentato; non riesce a negare che quel gesto, seppur pieno di rabbia, gli sia piaciuto da una parte, ed odia tutto questo.

Il professor Laneson è un appassionato di cinema, e Rose ama particolarmente le sue lezioni, essendo una cultrice del settore.

Professor Laneson
Professor Laneson

Professor Laneson: vedete, Halloween è un fenomeno che nel cinema horror è stato esplorato ampiamente; di questi tempi è un bene riesplorare i classici, andare in videoteca e affittare Halloween.

Clark
Clark

Clark: oh, per favore, Halloween è superato.
Clark è un ragazzo nerd, appassionato di pop culture e horror, sulla sua cartella c’è un adesivo di Ghost Face, e il portachiavi che pende ha la forma del macete di Jason.

Laneson: spiegati meglio, Clark!
Clark: Halloween di John Carpenter ha iniziato un trend, è un fenomeno del genere, ma trovo che ci siano horror più introspettivi. Insomma, qui si tratta di una babysitter che viene rincorsa su e giù per essere uccisa dal fratello con un coltello da cucina! Non c’è introspezione.
Laneson ridacchia, divertito
Rose: beh, ma… senza Halloween non avremmo avuto molti dei film che sono venuti dopo!
Benjamin e Luke guardano la strega, finalmente ha parlato. Rose se ne pente quasi.
Clark: oh, ok, sei una che rispetta il passato, e io ti rispetto per questo. Carpenter va osannato. Ma che mi dici Williamson? Geniale, Scream è geniale.
Rose: amo Scream, ma non per questo getto fango su Halloween, insomma, nel terzo atto di Scream c’è una scena che omaggia Halloween, la stessa Tatum, Rose McGowan, cita Carpenter mentre parla con Sidney!
Clark sbuffa, scuotendo il capo, il professor Laneson è divertito. Ama parlare di tutto questo.
Tatia: a me piacciono gli slasher. Adoro quando la gente viene fatta a pezzi!
Peter, che è nelle prime file, guarda Tatia, deluso dalla sua risposta, la ragazza se ne accorge troppo tardi, tuttavia.
Rose: mi stai dicendo che non ami Venerdì 13, dunque, San Valentino di Sangue, Nightmare.
Clark: oh, io amo Freedy Kruger. Lì c’è introspezione, i dialoghi sono geniali.
Rose: vuoi dirmi che la sceneggiatura di Halloween non è geniale?
Clark: Michael Myers non parla!
Rose sorride, è davvero entrata nella discussione, e tutto questo è incredibilmente piacevole, un attimo di apparente normalità.

 

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Rose tenta di finire il panino, mente cerca di concentrarsi su cosa leggere sull’iPhone, la strada verso casa è meno noiosa con Leda e Bright al proprio fianco. L’autunno di Twinswood fa da contorno al tutto, regalando ai tre una bella passeggiata.
Leda: è incredibile, abbiamo perso il bus.
Bright: tu hai la macchina super lussuosa di tuo fratello.
Leda: Luke è sparito non appena è terminata la lezione.
Rose fa finta di non ascoltare, ma in realtà ha sentito tutto
Leda: credo che sia un po’ infastidito da ciò che è successo in palestra.
Bright: già, è stato… strano!
Leda: è stato…
Rose: non ne parlerò, ok?
Rose non alza gli occhi dal telefono, è l’ultima cosa di cui vuole parlare in questo momento.
Leda: non sapevo che mio fratello avesse una cotta per te. Lui… lui non ha mai cotte.
Rose guarda finalmente Leda, facendo cenno di no con il capo
Rose: ma di cosa parli? Non è così, a lui non piace Benjamin e basta.
Bright: non gli piace Benjamin da un bel po’, eppure è sbottato solo dopo quella frase.
Rose: stasera devo fare delle ricerche su questo demone che uccide nel sonno.
Rose tenta di cambiare discorso
Leda: cosa?!
Bright: Rose, quella ragazza è morte per cause naturali, non indagare e non cercare guai dove non ci sono.
Rose: non ci credo e basta, ok?! A sedici anni non si muore nel sonno, non così.
Leda: non tutto deve avere una spiegazione sovrannaturale.
Rose: ascoltate, l’ho Googlato, esistono demoni che attaccano nel sonno.
Bright guarda il cellulare, curioso.

“Originariamente, secondo il folclore romano, un incubo (dal latino incubare, “giacere sopra”) era un demone di aspetto maschile che giace sui dormienti, solitamente donne, per trasmettere sogni cattivi e talvolta per avere rapporti sessuali con esse. Veniva anche associato, come nome secondario, a Fauno, insieme ad altri come Fatuus, Fatuclus e Inuus. Questi demoni erano raffigurati aventi in testa un berretto conico, che talvolta perdevano mentre folleggiavano. Colui che trovava uno di questi acquistava il potere di scoprire tesori nascosti.”

Bright: quindi, è un demone che procura incubi, e che ha rapporti con la sua vittima?
Rose: beh, facendo ricerche, da quello che ho capito, lo fa per porre il seme del male nelle sue vittime.
Leda: quindi non si tratta di un Incubus, perché la povera ragazza è morta. E non credo che abbia fatto del sesso prima.
Rose: non possiamo saperlo!
Bright guarda le due, cercando di pensare a varie nozioni di cui è a conoscenza.
Bright: non conosco bene le varie tipologie dei demoni, ma… potrei chiedere a Peter.
Rose lo guarda, facendo cenno di no con il capo.
Rose: no, darò un’occhiata al libro. Lasciamo gli altri fuori da tutto questo!
Leda: può darsi che sia solo un fuoco di paglia poi, questa sera, niente ricerche. C’è la festa di Halloween di Lauren.
Rose: possibile che qui a Twinswood ci sia una festa ogni settimana?
Leda: è Halloween!

Rose, improvvisamente, avverte una strana sensazione; una sensazione di freddo, brividi che le percorrono la schiena. Si gira, dietro di lei il lungo viale ancora è segnato dalla pioggia, che ha smesso di battere solo un’ora prima.

Bright: va tutto bene?
Rose: solo… solo una strana sensazione.
La sensazione che Rose prova è di qualcuno che la sta guardando, occhi fissi su di lei; è una sensazione che è facile descrivere, e che tutti abbiamo avvertito almeno una volta, mentre eravamo per strada.

 

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Più tardi, Luke è nel salone del castello DeLuc, un salone molto lussuoso, nello stile della mansion, decorazioni antiche, quadri, un camino in marmo, dei splendidi finestroni che illuminano la scena; il vampiro ha un bicchiere di sangue tra le mani, lo gira, perdendosi nei suoi innumerevoli pensieri.

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“Hey”

Luke viene distratto dalla voce di Leda, vestita da strega per Halloween.

Holland Roden, Bello Magazine, July 1, 2011
Luke: seriamente?
Leda: non ti piace? Pensavo di sì!
Luke alza gli occhi
Leda: andiamo, ti sto prendendo in giro. Non fare il soluto musone!
Luke: rivedi il tuo vocabolario, Leda!
Leda: non vieni alla festa?
Luke ridacchia, divertito.
Luke: certo, ho quasi 400 anni!
Leda: beh, scommetto che ci sarà gente più vecchia di te da qualche parte!
Luke: torna presto.
Leda lo guarda, delusa
Leda: Luke, andiamo!
Luke: buona serata, Leda.
Luke si gira verso il camino, preparandosi ad una serata di solitudine.
Leda: credo che Rose voglia mettersi nei guai.
Il vampiro si gira, di nuovo.
Luke: cosa?
Leda: ha una teoria tutta sua sulla ragazza morta nel sonno, dice che potrebbe essere stato un demone Incacus.
Luke: Incubus?
Leda: sì, quello!
Luke: e perché me lo dici?
Leda: devi proteggerla. Vieni alla festa, dai!
Luke: credi davvero che mi importi qualcosa di lei?
Leda guarda il fratello, sa già la risposta che darebbe, perché è così chiaro per lei ormai, ma decide di limitarsi ad andare verso l’uscita di casa, non è decisamente aria.

 

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“Non riesco a credere che tu mi abbia convinto a venire qui.”

Bright guarda Rose, abbastanza spaventato, mentre la segue, addentrandosi nel corridoio principale dell’obitorio di Twinswood. Il posto è tranquillo, ma molto isolato.
Rose: parla a bassa voce!
Bright: ho paura dei cadaveri, lo sai?
Rose: Bright, sei un angelo, fai l’angelo e stai tranquillo!
Rose non è meno spaventata da quel posto, ma ormai la sua indole la porta a voler scoprire la verità, e a farlo a qualsiasi costo.
Bright: perché vuoi immischiarti in tutto questo?
Rose cammina in modo lento, tentando di non fare troppo rumore, nonostante l’edificio sia evidentemente vuoto.
Rose: cosa vuoi dire?
Bright: insomma, come dice Leda, potresti fregartene.
Rose guarda l’angelo, facendo cenno di no con il capo
Rose: non posso, sento come se… fosse compito mio e basta.
L’angelo la guarda, piacevolmente colpito dalla risposta, è bello avere un motivo per il quale vivere o combattere.
Bright: e…quella scenata tra Benjamin e Luke?
Rose sospira, per qualche minuto era riuscita a non pensarci.
Rose: non so cosa dire a riguardo, sinceramente.
Bright: beh… da una parte è bello avere due ragazzi che…
Rose: ascolta. Benjamin è fidanzato…
Bright: non hai sentito?
Rose lo guarda, perplessa
Rose: sentito cosa?
Bright: Benjamin e Lauren si sono lasciati. L’ho sentito da Stacy Wings stamani a lezione di geometria. E… poi da Clarissa a lezione di biologia, e Mary e Liam ne parlavano in caffetteria!
Rose: Bright, per essere un angelo, stai diventando davvero pettegolo!
La strega tuttavia, non riesce a nascondere un’espressione di chiara gioia sul suo viso.

Bright sobbalza, distraendola.
Rose: cosa?!
Bright: guarda lì!
Bright indica una vetrata, il corpo della povera Lisa è su una di quelle gelide barelle.
Bright: Oh mio Dio, mi sento male.
Rose: Bright, tira fuori le…
Rose tentenna
Rose: le ali!
Bright: davvero, qui?!
Rose alza gli occhi, facendosi velocemente spazio, andando verso la porta della sala in cui c’è Lisa. Bright la raggiunge, nonostante per lui sia molto difficile.

Rose ha già visto un cadavere in passato, anzi, ne ha visti due, è stato tanto tempo fa, ma le immagini di quella scena sono ancora vivide nelle sua mente.
Bright: possiamo fare in fretta?
La strega avanza verso il corpo senza vita di Lisa.
Rose: ok… devo concentrarmi.
Bright: cosa vuoi fare esattamente?
Rose: vedrò le ultime immagini che ha visto prima di morire.
Bright: inquietante.
Rose: beh, almeno confermerò o meno la morte naturale.
Rose guarda il corpo, l’espressione della ragazza sembra spaventata, nonostante ormai abbia gli occhi chiusi. Rose sente che sia successo qualcosa, lo sente e basta, è come un sesto senso per lei, ma è una legge scritta.

“Per conoscere ciò che ormai è storia, che il mio sguardo e il suo condividano la stessa memoria”

Flash improvvisi passano davanti agli occhi di Rose. Ghost Face, Michael Myers, la telefonata, tutto ciò che ha vissuto Lisa poco prima di morire, è come guardare una sorta di film.

Poco dopo, la strega torna alla realtà. Bright sta leggendo una cartella.
Rose: non ha senso.
Bright: hey, qui dice che… qui dice che ha avuto un rapporto sessuale.
Rose lo guarda, improvvisamente, ciò che credeva inizia a diventare una realtà.
Rose: bingo. Ma… in ciò che ho appena visto, c’erano Ghost Face, Michael Myers.
Bright: chi?
Rose: sono assassini di film horror. Non ha senso. E lei era in cucina… non era nel suo letto.
Bright: beh, gli incubus possono creare delle distorsioni della realtà, possono entrare nei sogni attraverso il rapporto sessuale.
Rose, improvvisamente, comprende.
Rose: oh mio Dio, aspetta. Gli Incubus sono demoni che creano incubi, che uccidono nel sonno anche.
Bright: già.
I due si guardano, tentando di venirne a capo.
Rose: deve essere qualcuno ossessionato dai film horror.

“Clark”

I due pronunciano la parola assieme.

 

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Leda è sul portico della casa di Lauren; dentro la festa è iniziata da un bel po’, e tutti sembrano divertirsi particolarmente. Tutti tranne lei, non può fare a meno di pensare che Robin non sia lì, non può fare a meno di pensare che tutti sono venuti con qualcuno, tranne lei.

“Non stai gelando?”

La ragazza sobbalza, voltandosi. Gabriel, vestito da pirata, è proprio dietro di lei, con un bicchiere rosso in mano.
Leda: i vampiri non provano freddo.
Gabriel: questo spiega il tutto.
Leda guarda avanti, non si gira.
Gabriel: perché non vieni dentro?
Leda finalmente si gira, guardandolo negli occhi
Leda: no, sto bene qui.
Gabriel: andiamo, c’è la musica, c’è l’alcol.
Leda: Gabriel, non sono in vena, ok? Niente battute, niente giochetti. Non stasera.
Gabriel la guarda, deluso dalla sua risposta.
Gabriel: scusa, stavo solo cercando di essere gentile.
Il lupo si gira, infastidito.
Leda: aspetta! Mi dispiace, sono solo…
Gabriel si gira di nuovo, ma stavolta si avvicina alla vampira.
Gabriel: ti manca.
Leda annuisce
Leda: mi manca… il rapporto che avevamo. Venire alle feste insieme, anche se di nascosto da Luke, uscire, parlarci.
Gabriel: mi parla sempre di te. Devi averlo davvero colpito.
Leda sorride, finalmente.
Leda: e tu hai colpito Ania. Sembra pazza di te.
Gabriel: hai colpito anche tu Ania, se sai cosa voglio dire.
La vampira guarda Gabriel, nervosa, tentando di far finta di nulla.
Gabriel: ascolta. Io ti aiuterò, ok?
Leda lo guarda, di nuovo.
Gabriel: ti aiuterò a liberare Robin. Lo faremo insieme.
Il ragazzo si avvicina ancora di più, pericolosamente di più. I due restano fermi a guardarsi per pochi, ma interminabili secondi, si guardano in viso, si guardano le labbra.

“Leda!”

I due si allontano improvvisamente, distratti dall’arrivo di Rose e Bright.
Leda: Rose, cosa ci fai qui? E… vestita così!
Effettivamente Rose e Bright non hanno vestiti da Halloween, ma sicuramente non avevano intenzione di venire.
Rose: dov’è Clark?
Leda: Clark? Cosa vuoi da Clark?
Rose: penso che sia… penso che sia il demone Incubus.
Gabriel guarda i tre, perplesso.
Bright: praticamente, Rose mi ha spiegato che questa festa è come il terzo atto di Scream, che è il pezzo in cui c’è la festa a casa di…
Rose: Bright, non abbiamo tempo! Dov’è Clark?
Gabriel: mi spiegate una cosa?
I tre lo guardano
Gabriel: come mai dove ci siete voi ci sono guai?
Leda alza gli occhi, non ha tutti i torti.
Gabriel: comunque ho visto Clark al secondo piano!

Rose avanza velocemente verso la casa, intenta a salire al secondo piano e fermare Clark. Ma Lauren, le impedisce di farlo subito.

Lauren: guarda chi c’è!
Rose la guarda, nervosa.
Lauren: wow, hai il coraggio di presentarti alla mia festa.
Rose: mi dispiace, non…
Lauren: tranquilla, non sono arrabbiata con te in fondo. Non sembri una che darebbe corda a Benjamin. In effetti sei la prima.
Lauren sembra un tantino brilla, sicuramente Rose non si sarebbe mai aspettata di vederla in quello stato, così come tutti coloro che la conoscono.
Rose: Lauren io… Io devo usare il bagno. Ti prometto, ti prometto che parleremo di tutto ciò che vuoi, ma devo andare in bagno.
Lauren ridacchia, divertita.
Lauren: è al piano di sopra!

Rose sale velocemente le scale, facendosi spazio tra la folla che fa da ostacolo al passaggio. Arrivata faticosamente al secondo piano, che è decisamente più vuoto rispetto al primo. Guardando tra le varie persone che stanno pomiciando, non riesce a trovare il viso di Clark.

La ragazza nota una stanza mezza aperta in fondo al corridoio.
Rose: Clark?!
Velocemente, Rose avanza verso quella porta, aprendola, trovandoci Clark con un bicchiere tra le mani.
Clark: Rose, che c’è?
Rose: dobbiamo parlare.
Clark: di cosa?
Inaspettatamente, Clark viene colpito fortemente da un enorme mazza da baseball, dietro il portone dell’armadio della stanza; è il Professor Laneson.

Rose guarda la scena, sconvolta.
Rose: oh mio Dio!
Laneson pone a terra la mazza, e si avvicina verso Rose, che cerca di indietreggiare.
Rose: è lei…
Laneson: già!
Rose: cosa… perché?
Laneson: ora che sei arrivata a Twinswood, Rose, posso finalmente giocare un pochino. Aspettavo una scream queen degna di questo nome. E tu… tu sei la scream queen perfetta! Lisa era Cece, ma tu sei Sidney.
Rose pone le mani avanti, cercando di usare i suoi poteri. Ma niente, non funzionano.
Laneson: oh, non puoi usare i tuoi poteri nei sogni, Rose.
La strega lo guarda, impietrita
Rose: cosa?
Laneson: ti sei addormentata, non te ne sei semplicemente accorta. Il tuo corpo è in questa camera veramente, ma stai dormendo. È merito della mia polverina speciale. Dopo aver colpito Clark te l’ho soffiata in faccia.
Rose: no… Io non…
Laneson: allora, Rose, qual è il tuo film horror preferito?!
La voce di Laneson diventa quella di GhostFace.

Bright è al primo piano, cerca di confondersi un po’ con la folla anche se sembra difficile, in lontananza, nota Evan, vestito da Inglese Aristocratico, in atteggiamenti intimi con una ragazza, pronto ad andare al piano di sopra e a passare al livello successivo.

Il vampiro nota Bright solo mentre questo si dirige verso l’uscita, in cerca di un po’ d’aria.

“Bright”

Evan corre verso di lui, che ormai è arrivato alla fine delle scale del portico. Bright si gira, tentando di non palesare il suo cuore, per l’ennesima volta, in pezzi.
Bright: hey…
Evan: sei venuto. Non pensavo che venissi.
Bright annuisce, tentando tuttavia di non guardarlo negli occhi.
Evan: perché te ne vai già, non ti stai divertendo?
Bright: io no. Ma sicuramente tu sì…
L’angelo si gira, stanco di fingersi indifferente. Evan non gli permette di allontanarsi tuttavia, gli prende la mano, velocemente. Bright si ferma, impietrito. I due si guardano, per qualche secondo, restano mano nella mano, ed Evan ci sta. Muove la sua mano in quella di Bright, stringendola; è un momento potente, per entrambi.
Ma qualche secondo dopo, si torna alla realtà, anche se è difficile. Evan lascia la presa, palesando un evidente nervosismo.
Evan: devo andare.
Bright lo guarda, non si spiega cosa sia appena successo. Si limita ad annuire.

 

Colonna Sonora: We All Go A Little Mad

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Rose corre velocemente per il corridoio, dietro di lei, Jason la rincorre con il suo famoso e iconico macete; è vero ciò che dicono degli incubi, o forse è un qualcosa che sta facendo Laneson, le gambe si muovono a fatica, è complicato correre. Jason fa a pezzi tutto ciò che trova davanti a sé, e presto, la strega sente che sarà il suo turno.

La ragazza, probabilmente, non ha mai avuto così tanta paura in vita sua, il cuore sembra uscirle dal petto.

“1, 2, 3, Freddy viene per te.”

Rose frena, proprio davanti a lei ci sono delle bambine che saltano la corda. Conosce benissimo di cosa si tratta.

“Rose…”

Dietro di lei non c’è più Jason, bensì Freddy Krueger, lentamente avanza, affilando le lame del suo guanto per tutto il corridoio.

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Freddy: indovina, indovinello, chi mette la strega sul fornello?!

Rose corre, inizia a correre di nuovo, fino alla porta più vicina. La apre, ritrovandosi in un posto totalmente diverso.

È la cucina della scena finale di Scream, è la casa di Stu, e davanti a lei c’è GhostFace.

“Non trovi che sia poetico, Rose?”

Rose guarda alla sua sinistra, Laneson è proprio accanto a lei.
Laneson: chi c’è dietro la maschera, voglio dire.
Rose lo guarda, impaurita, ma anche curiosa.
Laneson: togliti la maschera!

GhostFace, lentamente, alza la maschera, rivelando sotto di essa il volto di Benjamin.
Laneson: ha perfettamente senso, no? Tu sei Sidney, l’eroina, e lui è il traditore che finge di amarti, Billy.
Rose guarda Benjamin
Benjamin: cosa ci faccio qui?
Il ragazzo sembra confuso.
Rose: stai dormendo. Ti devi svegliare, devi venire a casa di Lauren, devi svegliarmi.
Laneson: oh, come sei noiosa. Dovete scontrarvi, dovete… uccidervi a vicenda. Sarà incredibilmente divertente.
Rose guarda Laneson, facendo cenno di no con il capo
Rose: no.
Laneson: cosa vuol dire no? Tu sei Sidney, lui è Billy.
Rose: io non lo ucciderò.
Laneson: e allora lui ucciderà te.

Il coltello nella mano di Benjamin trema, il ragazzo è chiaramente sotto il controllo di qualcosa.
Rose: Benjamin, cosa succede?
Benjamin: non lo so. Il mio corpo… vuole ucciderti.
Benjamin si avvicina, lentamente.
Rose: Benjamin, no. Tu sei più forte di questo.

Laneson: no, non lo è, è un demonio!
Benjamin: Rose, SCAPPA!
Benjamin urla, feroce.
Rose: svegliati. SVEGLIATI BENJAMIN, svegliati e viene da me. SVEGLIATI.
Rose urla a sua volta, con la stessa ferocia.

Rose apre gli occhi, si trova in una stanza, in una stanza che conosce bene; è la sua casa d’infanzia, quando era piccola soleva sempre giocare in quel salone.
Rose: no…

La ragazza guarda in avanti, accanto al divano, le bambole sono ancora lì, così come i corpi senza vita dei suoi genitori, così come il freddo che distingueva quel gelido e macabro pomeriggio di Dicembre.

Rose: no…
Rose, disperata, pone le mani davanti agli occhi. Non vuole più vedere.

Laneson: è così… ingiusto, Rose. Hai perso tutto. I tuoi genitori, l’amore. Perderai tua zia, perderai i tutto… e perderai Benjamin!

Rose fa cenno di no con il capo.

Laneson: è questo il tuo destino, perdere tutto.

Una lacrima riga il viso della ragazza, che tuttavia non si lascia abbattere da quelle parole piene di veleno.
Rose: non ha considerato una cosa, Professore.
Laneson la guarda, curioso
Laneson: e cosa?
Rose: i miei amici non li ho persi.
Laneson la guarda, preoccupato da questa affermazione.

Rose apre gli occhi, e stavolta è sveglia, è nella realtà. Leda e Bright sono proprio accanto a lei, l’hanno appena riportata alla realtà.

Leda: ti ho detto che dovevamo schiaffeggiarla.

Rose si alza, velocemente, prendendo la mazza da Baseball che Laneson ha usato su Clark, inizia a colpire violentemente il corpo addormentato di Laneson, proprio accanto al suo, fino a quando il demone cessa di respirare.

Benjamin entra velocemente nella stanza.

Benjamin: oh mio Dio…
Rose guarda il ragazzo, ha ancora la mazza in mano.
Benjamin: stai bene?
Rose annuisce, buttando la mazza a terra.
Bright: un’altra tipica serata a Twinswood!
Rose: svegliate il povero Clark!

 

Colonna Sonora: Take Your Time

Benjamin e Rose non si sono detti una parola nel tragitto di ritorno a casa; Benjamin ha deciso di accompagnarla, di riportarla addirittura fino all’entrata di casa, non permetterà che le accada qualcosa di male, non più, non a causa sua.

I due si fermano alla riva del lago, Rose ripensa al sogno che ha fatto la sera prima.
Rose: grazie per esserti occupato del corpo.
Benjamin: figurati. Non lo troverà nessuno.
Rose guarda il lago, cercando di non perdersi negli occhi chiari del ragazzo
Benjamin: eri davvero arrabbiata, eh?
Rose: diciamo che… non devono giocare con determinate cose.
Benjamin: mi vedi davvero così?
Rose lo guarda, finalmente
Rose: cosa vuoi dire?
Benjamin: come… come Sidney ha visto Billy.
Rose, nonostante tutto, non vuole ferirlo, ed è assurdo. Forse i sentimenti portano davvero una persona ad essere masochista.
Rose: io non mi fido di te, Benjamin. E non è solo perché sei mio nemico mortale o sei un mezzo demone. Tu menti, tradisci la tua ragazza…
Benjamin: ex.
Rose lo sapeva, ma voleva farglielo dire in qualche modo.
Rose: siamo nemici. La natura stessa mi dice che io dovrei starti alla larga.
Benjamin: quindi è così? Vuoi starmi alla larga?
Alla ragazza si spezza la voce, è l’ultima cosa che vorrebbe.
Rose: sì.
Benjamin non riesce a crederci.
Benjamin: dimmi che non provi niente per me. Guardami e…
Rose: Benjamin, ti prego, vattene!
Rose si gira, non riuscirebbe a guardarlo, non ora.
Benjamin: quindi stanno così le cose? Tu sei una strega, io sono il demone, e tu dovrai uccidermi?
Rose: non ho mai detto di volerti uccidere. Sei tu che vuoi morire.
Benjamin: beh, forse non più.
Rose lo guarda, finalmente, è inevitabile vista la frase.
Rose: cosa è cambiato?
Il ragazzo la guarda, per qualche istante, lascia che lei lo legga dentro, ma solo per qualche secondo.
Benjamin: devo andare.
Benjamin si gira di spalle, si è esposto troppo, e non è abituato. Si allontana lentamente da Rose, che resta lì, mentre lo vede andare via.

 

Luke è ancora lì, non si è mosso. È ancora davanti a quel camino, con un altro bicchiere di sangue, ma con i stessi pensieri che non si scrollano dalla testa. Ciò che è successo con Benjamin, ciò che sa di Lisandra, ciò che sa di quella pagina, Rose in pericolo. Vorrebbe che tutto smettesse, vorrebbe non pensare più, solo per qualche secondo. È un tipo calmo, tranquillo, pacato, non si lascia sottomettere dai cattivi pensieri, ma questa volta sembra la cosa più difficile del mondo.

Qualcuno bussa al portone principale. Lo fa più di una volta. Il vampiro posa il bicchiere.

Luke: Leda. Quante volte ti ho detto di ricordarti le chiavi?

Luke avanza verso il portone, aprendolo con rabbia; ma davanti a lui non c’è Leda, ma Megania, colei che l’ha trasformato in vampiro. Luke la guarda, ed è come se avesse visto un fantasma.

Megania: Buonasera, Luc.

La vampira avanza, spingendo Luke all’indietro e scaraventandolo a molti metri di distanza.

Megania: ti sono mancata?

Fine Episodio.

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