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Ship Addicted | Jaime e Brienne – Game Of Thrones

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Ship Addicted | Jaime e Brienne – Game Of Thrones

Sebbene personalmente io non investa troppi pensieri da shipper in Game Of Thrones (sarà che sono troppo impegnata a piangere per l’ennesima morte, o a perdere la testa dietro a una qualche teoria o complotto), ci sono comunque quelle due/tre coppie che passano ben oltre la fase «massì dai sono carini» a «setTE DEI COME FATE A NON VEDERE CHE SIETE SOULMATES C O M E», e su cui mi posso strappare per bene tutti i capelli, considerando che il shipper pain di GoT è quasi peggio di quello della BBC: i Gendrya (quanto dolore), Loras e Renly (quanto dolore 2), e i protagonisti di questo articolo, aka Jaime e Brienne (QUANTO DOLORE 3).

Ebbene sì. Jaime e Brienne, lasciati molto ambigui nei libri ma (a mio parere) un po’ più espliciti nella serie, hanno una storia che è talmente bella, profonda e toccante che quando sono insieme sullo schermo mi dimentico di come si respira.


(loro sono belli però io resto comunque una persona poco seria, cosa volete farci)

Metto subito in chiaro che non ho la minima intenzione di montare su un confronto tra Brienne e Cersei (che restano comunque le due grandi e influenti figure femminili nella vita di Jaime, se si esclude Joanna Lannister, la madre), perché sono due donne totalmente differenti, da due background completamente agli opposti, e proprio non ce ne sarebbe motivo. E poi, non voglio parlare di Jaime e Brienne in confronto ad altre persone. No, voglio parlare di chi sono in rapporto l’uno all’altra, a cosa hanno fatto e continuano a fare, a che impronta si sono lasciati addosso.
E quindi parto da qui:

«I called for a knight, but you’re a bear,
all black and brown and covered with hair […]
My bear! she sang, my bear so fair!
And off they went, from here to there,
the bear, the bear and the maiden fair.»

 
 
 
 

The Bear and the Maiden Fair è una canzone popolare dei Sette Regni che abbiamo già sentito nella serie (un pezzettino qui e in chiusura di episodio qui, senza contare che ha dato il nome alla puntata 3×07, tra l’altro very relevant to Jaime e Brienne), e che ha una fortissima simbologia che ritorna nelle vicende di tre coppie diverse: Jorah e Daenerys (considerando anche il simbolo di Casa Mormont, l’orso), Sandor e Sansa (per la frase «I called for a knight», che esemplifica tutte le fantasie che Sansa aveva sul perfetto cavaliere delle poesie) e Jaime e Brienne (che affrontano un orso insieme, appunto nella 3×07).

Il nucleo di questa metafora è un personaggio brutto (di corpo o di anima), o non nobile, o comunque improbabile, che salva o aiuta o si avvicina a un personaggio nobile, bello o puro. Il che sì, fa di Brienne the bear e di Jaime the maiden fair, ma rende benissimo l’idea di cosa sia il loro rapporto.

Jaime e Brienne sono la definizione da manuale di improbabile, sono un’antitesi continua, e si incontrano esattamente a metà dei loro opposti, sconvolgendosi completamente e rivelando all’altro lati di sé che probabilmente non avrebbero mai condiviso se non avessero incontrato sulla loro strada questa particolare persona. Non mi credete? Allora facciamo un riassuntino.

Da un lato abbiamo Jaime Lannister di Casterly Rock, che avrebbe potuto ereditare tutte le terre e i titoli di una delle Sette Grandi Case se non si fosse trovato in mezzo alla faida tra Aerys il Folle e Tywin Lannister (faida che lui era troppo giovane per capire, dal momento che è stato ordinato Cavaliere della Kingsguard da adolescente, prestissimo rispetto a tutti gli altri confratelli). Fratello di regine, figlio di Lord, Guardia Reale, alto biondo bello ricco, Jaime sembra avere tutto, e curarsi poco del nome che gli viene sputato dietro, Kingslayer. Si faceva odiare senza problemi all’inizio della serie (alzi la mano chi voleva prenderlo a sprangate sui denti nella prima stagione), e poi pian piano abbiamo visto emergere l’uomo spezzato e distrutto da guerre e giuramenti, come se con la mano avesse perso anche la maschera che indossava (che ormai sappiamo essere necessaria per sopravvivere nella Fortezza Rossa). Jaime ha l’aspetto del nobile cavaliere, ma gli manca tutta la parte interiore che farebbe di lui un paladino modello.

 

Dall’altro c’è Brienne Tarth di Evenfall Hall, unica figlia del Lord di una Casa minore, nata (lei sì) con l’anima di un cavaliere in un mondo dove per una donna ci sono solo vestiti e matrimoni. Sgraziata, troppo alta, strana, zimbello di un po’ tutti i giovani nobili, con una sola grande luce ― Renly Baratheon e la sua gentilezza, come spiega lei stessa a Pod nella quinta stagione. Esattamente al contrario di Jaime, Brienne è una paladina fin nel profondo, ma non ne ha esattamente l’aspetto.

 

Vedete dove sto andando con questi parallelismi? Jaime e Brienne si completano, ed è qui che sta uno dei grandi punti a favore della loro relazione. Sono due lati della stessa medaglia, e insieme possono mettere in luce i loro lati migliori, nascondendo quelli rovinati e oscuri.
Perché Jaime e Brienne questo fanno ― portano fuori il lato migliore l’uno dell’altra. Certo, si nota di più con Jaime, perché noi del pubblico guardiamo dallo stesso punto di vista di Brienne la rivelazione che sotto allo Sterminatore di Re c’è Jaime, straziato dai giuramenti e dai doveri, l’uomo che ha preso su di sé una colpa orribile per salvare centinaia e centinaia di persone (se non avesse ucciso Aerys, chissà cosa avrebbe fatto il Re Folle per fermare il sacco di King’s Landing. Con tutto quell’altofuoco nascosto sotto le strade della capitale…). La scena della vasca, ad Harrenhal, è la somma di tutto questo, il turning point in cui anche noi, come Brienne, cominciamo a vederlo sotto una luce diversa.

 
 
 

Il cambiamento non è così evidente in Brienne perché già ci viene presentata come un’eroina, e non abbiamo bisogno di cambiare opinione su di lei (può restarci indifferente o risultare noiosa, ma è comunque una dei «buoni»), ma lo vediamo comunque, nei piccoli gesti: come arrivi in poco tempo a fidarsi di Jaime, a preoccuparsi per lui, a sentire la sua mancanza. Perché fondamentalmente Brienne ha sempre cercato qualcuno da amare, e se Renly era questo amore idealizzato, Jaime è quello reale, duro, forse un po’ ammaccato, ma vero. Jaime l’ha capita, accettata, salvata ― insomma, è saltato senza una mano in una buca con un orso, senza spada né protezione (perché «I dreamed of you», come le dice nei libri). E Brienne aveva bisogno di questa comprensione che ha ricevuto da pochissime altre persone nella sua vita.

Il loro non è un amore passionale o epico, ma non è meno sconvolgente: è un rapporto basato sulla fiducia, su una forza reciproca che nessuno dei due riesce a scrollarsi di dosso. L’ha sommato perfettamente Gwendoline Christie in persona, nei commenti alla terza stagione: «Non penso che sia mai stato così vicino a qualcuno che non volesse niente da lui in tutta la sua vita. Penso che quando gli esseri umani si trovano a contatto con qualcuno così sia impossibile non innamorarsi. Oggettivamente, non penso che qualcuno sappia il momento preciso in cui si sono innamorati. Non sono nemmeno sicura che lo sappiano davvero Jaime e Brienne stessi. Lei non sa perché lui torni a salvarla da Locke. Ma dopo la sua confessione, lei lo capisce.»
Basta guardare come si comportano quando sono lontani, nella s5: Brienne che non molla Oathbreaker per un secondo e Jaime che guarda Tarth con degli occhi a cuore che ho visto solo negli anime.

 
 

Ad essere completamente onesta, non credo finiranno mai canon (anche perché io ho questa teoria per la quale nessuno dei due arriva vivo alla fine, ma sette dei spero di sbagliarmi), perché la loro storia non potrebbe mai funzionare senza stravolgere tutte le regole ― crudeli e terribili ― che fanno muovere il mondo di Game Of Thrones. Però questo non vuol dire che la loro storia non sia lì, sotto gli occhi di tutti (perché dai, se ne sono accorti tutti), e che non sia meravigliosa da vedere.

Spero che questo Ship Addicted vi sia piaciuto! Magari lasciatemi un commento con le vostre opinioni su Jaime e Brienne, o sulla vostra OTP in Game Of Thrones ― insomma, TWOW ancora non è uscito e dovremo pure impiegare in qualche modo il tempo da qui ad aprile, no? Alla prossima settimana!

  
  
  

6 COMMENTS

  1. bellissimo articolo, bellissimi loro! *.*
    si rincontreranno prima o poi, da vivi s’intende? 😛 spero davvero di sì.

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