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Ship Addicted | “Always” Castle & Beckett

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Ship Addicted | “Always” Castle & Beckett

Incominciando questo Ship Addicted mi sono ritrovata a fissare il foglio bianco di Word, e per la prima volta non per la mancanza di parole ma per la sovrabbondanza di quello che c’è da dire.

Il bello di Castle è che per l’evoluzione dei personaggi e delle loro relazioni, se fai attenzione ai dettagli, ogni episodio ti sembra una pietra miliare. Ma nel voler dire tutto si finisce con il non concludere nulla. Così, credo che vi racconterò cosa amo di loro, ripercorrendo i momenti più toccanti, quelli che hanno segnato la loro storia e di quelli che semplicemente ho amato.

Io sono una ragazza  e siccome in tutte le ragazze vive un’amante del dramma, ho rivisto con piacere le prime stagioni, tutte basate sulla tensione sessuale tra i protagonisti, alla ricerca spasmodica di episodi da inserire in questo articolo.

E sinceramente, sfido chiunque a riguardare il pilot senza un sorriso ebete sulla faccia…

…pensando ai battibecchi così divertenti, all’idea che Castle ancora non sa di aver incontrato la donna della sua vita eppure già è determinato a seguirla fino in capo al mondo e Beckett, infastidita da una persona così diversa da lei che non prende mai le cose sul serio.

 

O a non emozionarsi quando la collaborazione tra Castle e Beckett comincia ad evolversi e Kate si rende conto di aver trovato un partner con cui è in grande sintonia,

a ridere delle volte in cui si finiscono le frasi a vicenda elaborando una teoria su un caso o quando esclamano insieme “so chi è l’assassino!”,

a ritrovarsi ancora una volta dalla parte di Castle nelle sue piccole gelosie nei confronti degli svariati fidanzati di Kate,

o a stupirsi di tutte le occasioni che la detective non riesce a sfruttare per dire a Rick ciò che prova…

…e di quelle in cui riescono a salvarsi la pelle.

Ma ciò che merita una menzione a parte se si parla della relazione tra i due, è il caso dell’omicidio della madre di Beckett. Sono in queste puntate che il loro rapporto si cementa e muta allo stesso tempo. Kate è costretta ad esporsi, a lasciargli vedere che è ancora quell’episodio a guidare ogni sua mossa, che tutto ciò che è e che in quel momento può essere è costruito intorno alla perdita, al dolore e al desiderio di giustizia.

Sucker Punch è il primo vero episodio in cui i due hanno una pista. Kate si apre con Castle sulla sua paura di deludere la madre non trovandone mai l’assassino. Rick non perde occasione per aiutare la detective e sborsa ben 100000 dollari (non proprio gli spiccioli che si trovano nel divano) per scoprire chi ha ucciso la madre di Beckett. Purtroppo il tutto si rivela inutile e Kate è costretta a uccidere la sua unica pista, il sicario Coonan, che aveva preso in ostaggio lo scrittore. Castle, a quel punto, si offre di lasciarla in pace, sentendosi responsabile. Lei gli risponde: “Se non fosse stato per te non avrei mai trovato l’assassino di mia madre. Prima o poi riuscirò a prendere quei bastardi che hanno ingaggiato Coonan per ucciderla e quando succederà ti vorrò accanto. E se dici a qualcuno quello che sto per dirti ci sarà un’altra sparatoria, ma ormai mi sono abituata ad averti tra i piedi. Il mio lavoro è difficile, Castle e averti intorno lo rende un po’ più divertente”.

Ecco cosa adoro di Kate: nelle prime stagioni è sempre molto chiusa ed esprime i suoi sentimenti solo quando deve, ma quando lo fa, lascia intravedere tutto quello che potrebbe donare ed essere se si persevera al suo fianco fin quando non si fida abbastanza da abbattere i suoi muri.

Per delle risposte sul caso, comunque, bisogna arrivare al season finale della terza stagione. Kate affronta Castle, che preoccupato vuole che lei lasci perdere. Per farlo, però, finisce per ferirla dicendole quello che tutti sappiano: che ha paura, che si nasconde nel caso e in relazione vuote con uomini che non ama.

Ma l’affronto diretto non è buona strategia con Kate, che è troppo orgogliosa e si ritira nel suo guscio, chiudendo con Castle. Alla fine della puntata Beckett viene sparata al funerale del capitano Montgomery e poco prima che svenga Castle le confessa di amarla.

D’altronde i suoi sentimenti per Kate sono sempre stati lì, in bella vista. Con Beckett, invece, bisogna notare le piccole cose:  il sorriso spontaneo che le affiora nello svegliarsi accanto a Castle in Cuffed, prima che la logica della veglia le dica che c’è qualcosa di sbagliato,

o le frecciatine e le domande indagatrici su Sophia Turner, agente della CIA ed ex musa di Castle.

Dobbiamo aspettare The Limey per una vera e propria ammissione, ovviamente, solo a Lanie e non  a Castle, che avendo scoperto che Kate ricorda perfettamente la sua dichiarazione un anno prima si allontana gradualmente e ricomincia con le sue abitudini da donnaiolo. Il rapporto tra Kate e Castle assomiglia a quando da bambini giocavamo a guardie e ladri e ci si alternava a chi doveva inseguire chi.

Beckett è, però, effettivamente arrabbiata per questo distacco, anche con se stessa. “Ho aspettato troppo” confessa al suo analista, che le dice con semplicità: “Tu non stavi aspettando, stavi guarendo”.

Tutto ciò porta al season finale della quarta stagione, Always. Castle fa una bellissima dichiarazione a Kate, che però cerca una via di fuga nella rabbia per le informazioni che Castle le ha nascosto sull’omicidio di sua madre e lui si tira fuori.

http://www.youtube.com/watch?v=lRPLw9AX_qE

Inseguendo la sua vendetta, non fidandosi di nessuno, cieca davanti alla logica, Kate rischia la vita e sa che tutto ciò che le rimane alla fine è una vita di avrebbe potuto essere.


https://www.youtube.com/watch?v=JC1NBeYd-TA

“Non dobbiamo morire per i morti” le aveva detto Montgomery. La detective che è in Kate vuole onorare sua madre consegnando il suo assassino alla giustizia, ma la figlia sa che c’è un altro modo per rendere omaggio ed è essere felice, correre il rischio di cadere dal gradino più alto e donarsi completamente. Vivere una vita piena di speranza, coraggio e senza rimpianti. E non c’è nulla di più dignitoso che si possa fare per ossequiare qualcuno che ci ha amato così profondamente.

Guardando Castle, è facile arrivare alla conclusione che Kate sia la più introversa tra i due e che Rick sia sempre stato lì per supportarla e spingerla ad aprirsi. Ma lo scrittore spesso nasconde i suoi sentimenti dietro il suo umorismo brillante e la sbruffoneria e non rivela nulla. Ecco, perché adoro 3XK, la puntata in cui compare per la prima volta il triplo omicida/Jerry Tyson, per una volta i ruoli sono invertiti: Castle è quello con un trauma e Kate è lì per lui e gli porta un caffè, perché di più non può fare. E restano lì, a stringersi la mano, il loro rapporto elevato a una profonda comprensione del dolore e della sconfitta.

Riguardando tutto ciò, mi è venuto in mente che avevo paura che la serie perdesse mordente perché l’attesa è un dolce supplizio e rende tutto più attraente, e invece con mia enorme sorpresa le cose che ricordo con più affetto e tenerezza dei Caskett sono i piccoli gesti, la loro realtà quotidiana di coppia. Un caffè con un cuore, le piccole insicurezze di entrambi, Kate che si lascia andare a momenti di semplice scherzo,

la scelta della loro canzone.

E ogni volta che li sento pronunciare “always”,

ogni volta che si guardano con infinito affetto,

mi ricordo cosa entrambi hanno vissuto fino a quel momento, cosa hanno dovuto affrontare per crearsi quel loro piccolo happy ending delle ultime due stagioni, mi ricordo dei problemi relazionali di Beckett e della sua troppa serietà, della sua inettitudine nel lasciare andare il passato e  rivedo il Castle immaturo, incapace di avere una relazione più che superficiale e vuoto delle prime stagioni. Rivivo tutto e mi convinco delle infinite possibilità di crescita che si hanno con la persona giusta affianco, se si trova il coraggio di girare le spalle al burrone e lasciarsi cadere.

Kate però, è ancora una donna ambiziosa e allo stresso tempo non è semplice perdere abitudini di anni e non interpella Castle quando parte per un colloquio a Washington, Rick capisce che è tempo di smettere di temporeggiare, Kate è sempre stata chiusa nonché la sua caparbietà e capacità di analisi sono doti che le permettono di puntare in alto e non gliene può fare una colpa, né mentire a stesso e dire che tutto ciò non fa parte del motivo per cui la ama. La conseguenza, è che mentre tutti noi ci aspettavamo una rottura, compresa Beckett, quella che arriva è una proposta di matrimonio, semplice, intima, come Beckett ha sempre detto di volerla e a differenza del solito Rick che è abituato a strafare. Ancora una volta dimostra che con Kate è diverso, che lui è diverso.

E mentre ci facciamo venire i lacrimoni quando Kate accetta,

in realtà nuove sfide si prospettano per i Caskett come la lontananza, che in ogni caso non dura a lungo,

decisioni sul matrimonio,

ma più di tutto la conclusione. Mi riferisco a quell’episodio che per quanto era intenso, perfettamente interpretato e diretto rappresenta per me l’apice di tutta la serie. Veritas.

Questa puntata è dedicata alla giustizia che Kate con tanta perseveranza aveva donato agli altri, ma che è il momento di avere per se stessa. E nell’istante in cui arresta il responsabile della morte di sua madre, il senatore Bracken…

…riesci a vederli tutti i fantasmi del suo passato evaporare, il sollievo per la pace che questo le dà, il dolore per la perdita della persona più importante della sua vita che è ancora una parte di lei, ma non è più lei…

…e la consapevolezza della sua forza che risiede non solo nella sua determinazione ma che scaturisce anche dal coraggio di essersi appoggiata senza ritegni e senza vergogna a qualcuno che non l’ha mai delusa,

che le ha donato una vita più spensierata,

che ha visto dell’ironia nella sfortuna, che si è preso cura di lei,

che è sceso a compromessi per lei,

che ha perdonato i suoi sbagli…

… e che è stato disposto a cambiare per starle affianco.

Kate ha trovato quello che in fondo tutti noi cerchiamo. Qualcosa di nostro, di reale, di concreto, qualcosa a cui aggrapparci nei momenti bui, quando tutto il resto crolla.

Bonus Quotes:

Castle: Lei si diverte mai? Si lascia mai andare? Si toglie la camicetta tipo poliziotte scatenate?

Beckett: Lo sa che porto la pistola?

 

Castle: Ti sembro un assassino?

Beckett: Sì, uccidi la mia pazienza.

 

Beckett: Odio questo caso.

Castle: Lo so! Non è fantastico?!

 

Castle: Sei in forma.

Beckett: Ti vedo bene anche io.

Castle: Si?

Beckett: Si, in prigione.

 

Castle: Forse sono agenti della CIA che dovevano essere eliminati.

Beckett: Questa teoria ti piace molto.

Castle: Per la teoria delle probabilità prima o poi indovinerò.

 

Beckett: Sesso?

Castle: Sì, dopo ti spiego che cos’è.

 

Capitano Montgomery: Il sospettato è un uomo bianco tra i 25 e i 40 anni…

Castle: Potrei essere io.

Capitano Montgomery: …ha un rapporto disfunzionale con la madre…

Castle: Come me.

Capitano Montgomery: Fa un lavoro insulso e di poco conto…

Beckett: Sei decisamente tu.

Castle: Mi ispirerò a Esposito per il mio prossimo libro.

 

Beckett: Ok, alzami la maglia.

Castle: Io credo che tu sia ancora un po’ confusa, ma va bene, se me lo chiedi.

Beckett: Voglio solo che tu mi controlli la schiena, sento un leggero dolore.

Castle: Sì, c’è un segno di puntura.

Beckett: Ci hanno drogati.

Castle: Forse ti ha colpito una nano con una cerbottana.

 

Beckett: Ora siamo Brangelina?

Castle: No, siamo Rickate… anzi, siamo Katick.

Beckett: Ummh…

Castle: Caskett! Si mi piace, che te ne pare di Caskett?

 

Perla finale:

Ricordate questo discorso nella 3×04?

Questo è un estratto dai ringraziamenti di Heat Rises, terzo capitolo della saga dedicata a Nikki Heat:

E se siete fan di Castle, ricordatevi di seguire questa fantastica pagina:

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Nasce a Napoli, ma sogna New York. Incomincia fin da piccola a interessarsi alle serie TV, iniziando con Una Mamma per Amica, Supernatural, the O.C. e Friends per poi appassionarsi a tante, troppe altre tra cui How I Met Your Mother, Game of Thrones, Sherlock, Arrow, Lost, Teen Wolf, White Collar, The Vampire Diaries... Comincia sempre nuove serie quando ne ha una lista infinita da recuperare: non riesce proprio a resistere a quella sensazione che si prova quando si entra in un nuovo mondo di cui scoprire segreti e abitanti. Tutto ciò la porta alle sue altre due passioni: il cinema e i libri. La sua speranza più recondita, a parte quella di essere portata via da Ten alla scoperta dell'universo, è quella di pubblicare un giorno un suo romanzo. Ha il brutto vizio di modellare il suo tipo ideale sui fictional characters, se vi chiedete chi, di grazia, diciamo un certo Killian Jones, ma le andrebbe bene anche qualcuno come Richard Castle, insomma non dite che non è una che si accontenta.

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