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Shadowhunters | Recensione 2×06 – The Iron Sisters

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Shadowhunters | Recensione 2×06 –  The Iron Sisters

Con “The Iron Sisters” siamo entrati nella seconda parte di questa prima metà della seconda stagione di “Shadowhunters”. L’episodio ha avuto dei momenti interessanti, così come altri che suscitano dubbi.

Arrivo un po’ in ritardo questa settimana, ma l’influenza mi affligge e martedì e mercoledì stavo piuttosto male.

Iniziamo subito con ciò che risulta essere molto discutibile.
Innanzi tutto, parliamo di Isabelle. Senza mezzi termini, dirò che ciò che stanno facendo per lei a livello di linea narrativa è scandaloso e manca di rispetto al personaggio e all’incredibile giovane donna che Isabelle è.
Prima lo Yin Fen, poi, nonostante le abbiano fatto scoprire che è una droga letale, lei ha continuato a volerlo, le hanno fatto spiare Clary (anche se per fortuna non ha rivelato dei suoi poteri, ma è sembrato quasi di vedere una punta di gelosia) e l’hanno resa quasi una marionetta nelle mani di Aldertree, che sembra tessere una vera e propria tela di ragno in cui intrappolare Isabelle per poterle far fare ciò che lui vuole.
Isabelle non è controllabile da nessuno, non è plagiabile, è ferocemente leale e mai diventerebbe dipendente da qualcosa. E’ troppo forte per questo.

Le telecamere nella Città di Ossa? Ora non esageriamo. Anche no.

E ora passiamo alle Sorelle di Ferro, che non convincevano già dal promo. E l’episodio ha solo confermato tutto ciò. Ci sono stati comunque dei fattori positivi, di cui parlerò più avanti, ma il problema è che le Sorelle di Ferro non sono state rese bene (tralasciando il fatto che siano state introdotte troppo presto, visto che nella saga entrano in scena solo nel quinto romanzo, “Città delle Anime Perdute”, e Isabelle non va alla Città di Diamante con Clary, è Jocelyn che la conduce lì… il che dà un’ulteriore misura di quanto sia problematica la scelta di uccidere Jocelyn).
Sono mancate del tutto le loro caratteristiche estetiche, che le rendono uniche e una tipologia particolare di Shadowhunter, così come lo sono i Fratelli Silenti. Fisicamente sono state spogliate di tutte le loro peculiarità e sono state rese troppo umane, davvero troppo. In pratica, interamente umane. Visto che le caratteristiche fisiche sono state mantenute e ben realizzate e rese per i Fratelli Silenti, non ha senso che la stessa cosa non sia stata fatta per le Sorelle di Ferro, che sono sembrate “la versione povera” di quanto descritto nei romanzi. Quel camminare in stile “battaglione” e il volo stile “Matrix”, poi…
E Isabelle è stata un po’ troppo entusiasta di loro. Non è una scelta facile da prendere, quella di entrare tra le Sorelle di Ferro, poiché significa rinunciare a tutto, famiglia compresa, distaccarsi dalla propria umanità, così come accade a chi entra tra i Fratelli Silenti. Il tutto avviene perché sia gli uni che le altre usano Rune particolarmente potenti, che i normali Shadowhunter non utilizzano.
Il motto delle Sorelle di Ferro è “Ignis aurum probat”, ovvero “Il fuoco tempra l’oro”.
Le Sorelle di Ferro sono descritte come bellissime e terribili. Per chi non ha letto i libri, questa è la descrizione che viene data in “Città delle Anime Perdute”: “… e uscì una donna. Indossava un abito bianco lungo e ampio, ben stretto ai polsi, e sotto il seno da una corda color bianco argenteo, una corda demoniaca. Il viso era liscio e antico al tempo stesso. Avrebbe potuto avere qualsiasi età. I capelli erano lunghi e scuri, raccolti in una spessa treccia che scendeva lungo la schiena. Sopra gli occhi e le tempie era tatuata una maschera dal disegno intricato, che circondava uno sguardo arancione come fiamme crepitanti. … Isabelle fu sorpresa di notare che Cleophas aveva le dita della mano molto lunghe, ma non erano eleganti quanto piuttosto grottesche, come se le ossa fossero state allungate fino a renderle la mano simile a un ragno albino. Le unghie erano appuntite e ognuna terminava con dell’elettro.
E le parole che Isabelle rivolge a Sorella Cleophas e a Sorella Dolores: “E’ questo il problema, con voi. Con tutti voi, Sorelle di Ferro e Fratelli Silenti. Qualsiasi cosa abbiano fatto per trasformarvi da Shadowhunter in quello che siete, be’, vi ha strappato via ogni sentimento. … Siete dure come la pietra demoniaca.”

Come si può evincere, l’essere bellissime ma distanti, dure e con lo sguardo di fuoco (“Fu come se il fuoco che aveva negli occhi divampasse e poi si attenuasse”) è stato completamente eliminato e questo ha snaturato le Sorelle di Ferro.
Cleophas, inoltre, non è la sorella di Luke, che ha solo Amatis Greymark come sorella, ma è la madre. E non è certo una traditrice e un membro del Circolo, anzi.
Infine, la Città di Diamante non è per niente come apparsa nell’episodio, simile a un castello e in pietra. Immaginate, piuttosto, il Palazzo dell’Imperatrice Bambina de “La Storia Infinita” e avrete un’immagine molto più simile a quella che è la Città di Diamante.
Sempre da “Città delle Anime Perdute”: “… Davanti ai loro occhi era spuntata dal suolo una fortezza, come un fiore dischiusosi all’improvviso. Era interamente ricavata da adamas bianco argenteo, che rifletteva il cielo striato di nuvole. Torri con la cima ricoperta di elettro si levavano verso l’alto, e il tutto era circondato da un’alta muraglia, anch’essa di adamas, nella quale si apriva un unico cancello formato da due enormi lame infilzate obliquamente nel terreno, come a formare un mostruoso paio di forbici.”

Infine, il piano di Valentine non è quello enunciato da Cleophas… ma qui, tuttavia, sorge una domanda, ovvero, visto che lei si è rivelata membro del Circolo, se la sua non sia stata una bugia atta a sviare Clary e, quindi, il Conclave.

Passiamo alle cose positive e partiamo sempre dalle Sorelle di Ferro. La loro introduzione anticipata è stata, almeno in parte, una sorta di “dietro le quinte” per mostrare che i vari elementi della società Shadowhunter e della sua organizzazione sono ben informati e consapevoli di quanto accade. Almeno questo.
La posizione della Città di Diamante era perfetta: si trova in vallata vulcanica e il fuoco con cui vengono forgiate le armi è, per l’appunto, tratto dal vulcano. Per arrivarvi si deve salire, il cancello andava bene (anche se è stato eliminato il tributo di sangue che Isabelle dà per farlo aprire, facendosi un taglio sulla mano proprio con il fermacapelli-pugnale che si vede nell’episodio!), hanno mostrato la forgiatura delle armi e la colonna sonora era bella.
Il rituale dell’acqua è del tutto inventato (non esiste acqua celeste nella saga, solo il Fuoco Celeste) e basato sul fatto che risaputamente l’acqua è (come il fuoco) un elemento purificatore, ma è stato bello l’effetto che si è sprigionato da Clary. C’è da chiedersi se serva a porre l’accento su quanto lei sia particolare.
(Speravo che servisse per purificare Isabelle e liberarla dallo Yin Fen, invece niente.)


Clary e i suoi poteri. E’ una buona cosa che siano stati mostrati lei e Jace che cercano di capirne di più ed è giusto che Jace voglia mantenere il segreto. La frase di lui, ovvero “Il Conclave persegue tutto ciò che non capisce” è stata perfetta.
Chiaramente, l’atteggiamento di Aldertree che sospetta ci sia un segreto è servito a portare Jace là dove lui doveva già essere, ovvero a casa di Magnus. Preciso per chi non ha letto i libri: portato via dalla Città Silente (dai membri del Conclave, tra cui l’Inquisitrice Imogen Herondale, Maryse Lightwood e altri), Jace va a vivere da Magnus, il quale si offre di tenerlo in custodia, avendo già espletato questo compito per il Consiglio più volte in passato (e si sospetta che Maryse ne sappia qualcosa) anche perché, come dice lui stesso, il suo contratto è il migliore. Un contratto magico che prevede che Jace non possa uscire da solo e debba essere sempre dove è Magnus. Stiamo per vedere Jace alle prese con “Project Runway” e con i pantaloni cachi?
Speriamo di sì!




Simon, Raphael, Maia e Luke. Per Simon, le cose con la madre sono tornate normali, grazie all’intervento di Raphael, il che non è stato un male, anzi. Sono state molto belle le sue scene con Maia e con Luke, in quanto con quest’ultimo hanno dato la misura di quanto Luke sia sempre stato padre per Clary e, altresì, una figura paterna per Simon, che non ha più il padre da tempo. Le scene con Maia, invece, per quanto inventate hanno creato un legame tra i due, cosa che nei libri non si vede, in quanto essi sono prevalentemente dal punto di vista di Clary, che poi si allarga a Jace, Alec, Magnus, Isabelle e Simon, ma senza mostrare come si costruisce il rapporto con Maia. Spiace solo non aver visto la prima vera reazione di Maia a Simon, che non è proprio pacifica.

Allo stesso modo, è stato molto bello il flashback di Maia e Luke, non solo perché ha creato un bellissimo legame tra i due (altra cosa che nei libri non si vede, sempre per lo stesso motivo), ma ha, altresì, posto le basi per la storia di Maia, che si spera vivamente venga inserita.



Infine, Alec e Magnus. Innanzi tutto bisogna dire che, come sempre, è stata bellissima la saggezza di Magnus. Nei romanzi è un poco più distaccato e misterioso, ma la verità è che ciò che si svolge tra Alec e Magnus all’inizio è solo accennato e, sempre perché il primo e secondo libro sono dal punto di vista di Clarissa, non si vede ciò che accade tra loro.
E’ necessaria una premessa: gli autori dello show non hanno potuto usare il vero primo appuntamento dei due, perché è contenuto in un racconto che fa parte de “Le Cronache di Magnus Bane”, volume di cui la Constantin (casa produttrice del film e del telefilm, che detiene i diritti di “The Mortal Instruments” e di “The Infernal Devices” – la trilogia ambientata nella Londra della fine del XIX secolo -) non detiene i diritti e, dunque, non ha diritto a usarne il materiale (anche se, nella scorsa stagione, qualche particolare è stato preso in modo abusivo). Per questo motivo, gli autori hanno dovuto creare una versione alternativa di tale primo appuntamento e, per quanto si possa sentire la mancanza di Erik il cameriere che urla “Diritti Licantropi!” per le favolose risate che ha fatto fare a tutti i lettori, bisogna dire che lo hanno realizzato in modo praticamente perfetto, in quanto hanno mantenuto lo spirito, quel “feeling awkward” che i due sentono per parte di esso, così come la componente romantica.




E’ stata molto carina la domanda di Alec a Magnus, sul fatto che avesse compiuto una qualche magia per giocare bene a biliardo; è stato perfetto il discorso di Alec sul suo modo di sentirsi. Alec è sembrato così impacciato e fragile, come nei libri. Il bacio è stato molto simile a quello del racconto, “Il Corso di Un Amor Cortese e dei Primi Appuntamenti”, in cui è Alec che prende l’iniziativa e bacia Magnus (il giorno che decidono di uscire insieme) e che è in effetti il loro primo bacio.





Come ho detto in precedenza il fattore passato di Magnus è un po’ troppo anticipato, ma ormai è un argomento che è stato tirato fuori e non lo si può ignorare. Tutto sommato è stato ben gestito e la faccia di Alec all’ Hunter’s Moon, dopo il “Diciassette… centosettanta?! Mille e settecento?!”, è stata favolosa, impagabile, da piegarsi dalle risate, in modo del tutto positivo, in quanto ha ribadito un’altra volta la dolce e tenera inesperienza di Alec e, indirettamente, il suo rendersi conto dell’enormità dell’avere una relazione con un essere immortale.



Bene, per questa puntata mi fermo qui e vi lascio con il promo del prossimo episodio, “How Are Thou Fallen”.

 

Alla prossima settimana!

Ricordatevi di passare in queste meravigliose pagine per news, aggiornamenti e spoiler settimanali sugli episodi, news sui nostri personaggi preferiti e tanto altro!

 

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Sam
Simona, che da bambina voleva diventare una principessa, una ballerina, una cantante, una scrittrice e un Cavaliere Jedi e della quale il padre diceva sempre: “E dove volete che sia? In mezzo ai libri, ovviamente. O al massimo ai cd.” Questo amore incondizionato per la lettura e la musica l'ha portata all'amore per le più diverse culture (forse aiutato dalle origini miste), le lingue (in particolare francese e inglese) e a quello per i viaggi. Vorrebbe tornare a vivere definitivamente a Parigi (per poter anche raggiungere Londra in poco più di due ore di treno). Ora è una giovane legale con, tralasciando la politica, una passione sfrenata per tutto ciò che all'ambito legale non appartiene, in particolare cucina, libri e, ovviamente, telefilm. Quando, di recente, si è chiesta in che momento, di preciso, sia divenuta addicted, si è resa conto, cominciando a elencare i telefilm seguiti durante l'infanzia (i preferiti: Fame e La Famiglia Addams... sì, nel fantasy ci sguazza più che felicemente), di esserci quasi nata. I gusti telefilmici sono i più vari, dal “classico”, allo spionaggio, all'ambito legale, al “glamour”, al comedy, al fantastico in senso lato, al fantascientifico, al “giallo” e via dicendo. Uno dei tanti sogni? Una libreria. Un problema: riuscirebbe a vendere i libri o vorrebbe tenerli per sé?

1 COMMENT

  1. Non avevo capito che Cloaphas fosse del circolo…cosa mi sono persa? Poco convincente la nuova rivelazione secondo cui grazie alla spada mortale si possa uccidere tutti i nascosti, perchè Valentine non l’ha sotratta prima, perchè perdere tempo con i suoi esperimenti? è una soluzione fin troppo facile per non utilizzarla. E sopratutto perchè valentine ora che ha la spada non l’attiva? L’idea del depistaggio mi piace, ma non ne capisco il senso, rimane una cosa buttata lì per rendere le cose più drammatiche?
    Concordo su Isabelle: immaginavo che questa aggiunta non avrebbe portato nulla di buono.
    Anche a me mi sono piaciute tantissimo le scene tra Maia e Simon, tra gli attori c’è un ottima chimica! Bellissimo anche l’appuntamento malec, è stato molto divertente e il bacio finale lascia senza fiato; su di loro ho avuto l’impressione che li utilizzino un po’ come jolly salva puntata,per far salire l’audience, le cose tra loro vanno anche troppo bene (non che me ne lamenti)!
    alla prossima

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