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Shadowhunters | Recensione 1×05 – Moo Shu To Go

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Shadowhunters | Recensione 1×05 – Moo Shu To Go

“Shadowhunters” si avvicina alla metà della stagione.
“Moo Shu To Go”, quinto episodio, il cui titolo si ispira al piatto preferito di uno dei suoi protagonisti e rimanda anche al quartier generale del branco di licantropi, è un episodio che si discosta dal romanzo di “Città di Ossa”, eppure è costituito da evidenti ispirazioni ad esso.

Probabilmente, da grande amante della saga letteraria, dovrei esordire condannando l’episodio in quanto quello che tecnicamente più si discosta dal libro, tra i cinque andati in onda sinora. Tuttavia non lo farò poiché, in verità, non mi è dispiaciuto affatto. Certo, la maggior parte degli eventi non è presente in “Città di Ossa”, eppure l’ispirazione al romanzo è più che evidente. Alcuni accadimenti sono parti che nel libro sono raccontate in una o due frasi da altri personaggi rispetto a Clary, altri ancora sono tra le righe in quanto accennati in esso o in “Città di Cenere”, il secondo dei sei romanzi di “The Mortal Instruments”. E soprattutto, i personaggi sono in ogni caso quelli che noi abbiamo amato in questi quasi dieci anni.
Alcuni di voi metteranno in dubbio le mie parole pensando a Clary, ma è un discorso che ho già affrontato e non ha senso ripetere. Inoltre, a volte la vera Clary emerge anche in questa versione, cosa che succede anche in questo episodio.
Diciamo che gli aspetti negativi sono sempre i soliti: Chernobyl, il problema dell’Istituto con i tecnici della Telecom sempre lì e sempre inutili… E l’assenza di una certa atmosfera gotica che invece pervade la storia, assenza favorita proprio dalla luminosità e appariscenza dell’Istituto (il quale peraltro nei corridoi sembra invece corrispondere alla descrizione del libro, quindi non capisco perché non l’abbiano realizzato tutto così). Tuttavia, per quest’ultimo aspetto, c’è anche da dire che il “dark side” di “The Mortal Instruments” emerge prepotentemente più avanti, quando gli eventi divengono davvero drammatici; al momento infatti, ci troviamo pur sempre in una parte introduttiva della storia.

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Come sempre, ci sono buone idee seguite da particolari che rischiano di rovinare il tutto: ad esempio, il fatto che a Clary non venga tolto lo stilo. Va bene, quelli sono Licantropi e Alaric sa che Clary non è proprio una vera Shadowhunter pur essendolo geneticamente, ma insomma, possibile che a nessuno venga in mente di controllare? In fondo sanno bene di chi è figlia e chi le ha fatto da padre, e per di più Clary non ha lo stilo nascosto in uno stivale: è in una tasca, si vede pure. Certo, non è un’arma e contano sul fatto che lei non possa opporsi a loro, non essendo addestrata, ma esiste una cosa che si chiama Runa di Apertura, e se chiudi qualcuno che è uno Shadowhunter da qualche parte, per evitare anche il minimo rischio di fuga lo stilo glielo levi. Che dobbiamo dire… Esigenze di sceneggiatura. Resta il fatto che lo stilo nascosto in uno stivale avrebbe contribuito alla credibilità.
Luke poliziotto continua a non convincere, e purtroppo ancora non si sa perché abbia lui le carte di Dorothea, che sarebbero dovute restare alla proprietaria… più o meno. Forse nel prossimo episodio avremo qualche informazione.
Personalmente, mi dispiace non aver visto la vera reazione di Alec alla constatazione di Clary sul fatto che lui è gay, in quanto essa è un momento cruciale: in verità, Alec reagisce in modo violento a un’accusa verbale altrettanto violenta da parte di Clary (i due stanno litigando furiosamente, e inutile dire che a dare inizio al tutto è Alec). E’ un momento topico per Alec per vari motivi: la sua reazione è dovuta alla paura, poiché le sue emozioni sono un segreto e lui non si fida di Clary che ancora non conosce; soprattutto, è la pietra miliare del loro rapporto, perché proprio in seguito a tale evento Alec si renderà conto che Clary è una persona di cui si può fidare e alla quale si può affidare. E’ verissimo che al personaggio di Alexander e ai suoi tormenti stanno dando molto spazio, ma spero che usino quel litigio più avanti, proprio per la sua importanza nel rapporto tra i due. Non credo sia stato cambiato per via del tipo di canale, in fondo trasmettono da sei anni “Pretty Little Liars” in cui ci sono rapimenti, omicidi e quattro ragazze, in particolare, che dall’età di sedici anni (involontariamente o perché costrette) hanno all’attivo una lista di reati da far impallidire Neal Caffrey di “White Collar” (senza usare nemmeno un paio di guanti per non lasciare impronte digitali, aggiungerei).
E non è ancora ben sviluppato il personaggio di Jace. E’ davvero apprezzabile tutto il focus su Alec, ma dovrebbe esservi uno stesso focus su Jace, complicato quanto il suo parabatai (Dio li fa e poi li accoppia): Jace non è meno tormentato di Alec, lo è solo in modo diverso. Inoltre non è solo un guerriero, è un avido lettore, è colto (cita Dante e grandi classici della letteratura come se fossero bruscolini) e suona il pianoforte in modo meraviglioso.
Possiamo dire che il grande aspetto negativo dell’episodio è… Maryse Lightwood.
Ok, è una battuta, però, seriamente, nessuno al mondo può essere felice di vedere quella donna. Bisognerebbe essere affetti da Tafazzismo per esserlo (se non avete colto il significato, cercate su youtube Aldo, Giovanni e Giacomo-Tafazzi e vi sarà tutto chiaro).
Va bene, torno seria. E partiamo dalle parti neutre, per così dire.

Valentine come dicevo sfortunatamente è ancora nella parte sbagliata del globo, ma almeno è Valentine. Ed ecco una delle sue attività preferite: prendere povera gente e usarla per creare Dimenticati. Chi non ha letto i romanzi ricorderà che nei primi episodi Isabelle ha accennato a Simon cosa essi siano. Il fatto è che le Rune sono un linguaggio del Paradiso, degli Angeli, e come tali sono piene del potere del Paradiso. Gli esseri umani non sono in grado di sopportarle sul proprio corpo. Ciò che fa male, quando un Marchio viene tracciato, non è lo stilo, è l’apposizione stessa della Runa, proprio per il potere di cui è pregna. Gli Shadowhunter sono esseri umani, ma sono Nephilim, nelle loro vene scorre il sangue dell’Angelo Raziel e questo dà loro la possibilità e la forza per sopportare le Rune, sentendo solo un leggero bruciore alla loro apposizione. Se un Marchio del Paradiso viene apposto su un semplice essere umano però, questo prova un dolore molto intenso; uno solo può non causare danni, ma più di uno scatena un dolore insopportabile, che porta alla follia e alla deformazione del corpo del malcapitato il quale, in questo modo, diviene un Dimenticato. A quel punto, per la sfortunata persona, non esiste salvezza. Il dolore continuerà a persistere, il corpo a decadere in qualche modo, sino a portare la persona alla morte. Nel frattempo però, essa diverrà pericolosa proprio perché la sofferenza la renderà folle e violenta, dotata di una forza superiore a quella di un essere umano e quindi una minaccia anche per uno Shadowhunter (il Dimenticato inoltre ubbidisce a colui che lo ha creato, pertanto capite il problema se a crearli è Valentine).

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Passiamo a Luke e al branco, parte che finalmente raggiunge una qualche definizione. Scopriamo così che Luke, in sostanza, era un “solitario” (come nel romanzo), sorvegliato dal branco mediante Alaric ma, soprattutto, che grazie a lui emerge il piano di Valentine (e non credo sia un caso che avvenga per sua voce… il perché, per coloro che non hanno letto i romanzi, è probabile che lo si scopra a breve). Dunque, parliamone. Ebbene sì, Valentine vuole la Coppa Mortale per “epurare” (secondo lui) il mondo dai Nascosti, che egli considera al pari dei demoni (e anche in questo caso c’è un motivo ben preciso, che immagino verrà mostrato nel flashback sul Circolo).
Pertanto, arriva la conferma che gli omicidi in città sono legati a Valentine, causati in qualche modo da lui (come avevo ipotizzato nella recensione del pilot), cosa che rimanda e anticipa gli eventi di “Città di Cenere”. E’ chiaro l’intento degli autori di creare un quadro generale e profondi collegamenti, il che non è una cosa negativa visto che in effetti è tutto collegato ed è tutto un unico grande evento, per così dire, che nei libri viene rivelato un pezzo alla volta.
Nel confronto Luke – Clary, vediamo un Luke come in effetti lui è nei libri, ovvero molto paterno con lei (“Tu hai bisogno di addestrarti!”, per non parlare del modo in cui se la carica sulle spalle e del fatto che Clary non lo trovi strano… emblematico del rapporto che intercorre tra loro). Nonostante io non riesca a identificare Isaiah con Luke, sono felice di vedere questo aspetto, che è una caratteristica molto importante del personaggio e si riflette sull’importanza che ha il rapporto tra lui e Clary (fondamentale per la storia).
Con il rapimento di Clary e Simon (inesistente nel libro), giungiamo al ristorante cinese “Lupo di Giada”, che noi lettori ben conosciamo, in quanto effettivamente quartier generale del branco di New York, ex stazione di polizia che appare ai mondani come ristorante (ecco da cosa è stata presa l’idea per rendere Luke un poliziotto, forse). La mancata conoscenza del capobranco, in “Città di Ossa”, è palesemente sfruttata per creare l’ulteriore accenno alla situazione politica del Mondo delle Ombre: il discorso che si sente infatti, è tristemente realistico, e la figura stessa dell’odioso e violento capobranco è ispirata a una figura che appare nei romanzi.
Soprattutto, vediamo (anche se non nelle parti più cruente) la sfida di Luke per proteggere Clary. Nel libro non va esattemente così, ma il principio è proprio che le sue azioni sono motivate dalla necessità di proteggere Clary e ritrovare Jocelyn, e divenire capo del branco è l’unico mezzo utile per Luke.

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Ancora una volta, è apprezzabile l’attenzione che viene posta su ciò che sta accadendo a Simon: la nuova forza, l’agilità, la Vista… e l’essere attirato al Dumort. Tutte conseguenze dell’aver bevuto sangue di vampiro, come anche chi non ha letto la saga avrà ben capito. Nei romanzi, come ho già detto, tutta questa parte viene solo accennata in “Città di Cenere”, il secondo romanzo, ma l’ampliamento del punto di vista permette di avere una panoramica più ampia su tutti i personaggi, cosa non certo negativa. Inoltre, la scena con Raphael rimanda a quella che effettivamente si svolge fuori dal Dumort, quando Simon vi è prigioniero. (Per chi non ha letto i libri: in realtà a salvare Simon vanno solo Clary e Jace e, cercando un’entrata laterale che non sia in vista, incappano in Raphael senza sapere che lui è un vampiro; infatti egli si spaccia per un ragazzo ispanico che vive nelle vicinanze, ed entra con loro… poi Jace, da vari indizi, capisce chi lui sia in realtà).
E sia Raphael che Simon sono, ancora una volta, in character (Simon simpaticissimo, anche).

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Allo stesso modo, ancora una volta è apprezzabile la presenza di Meliorn (certo, dovrebbe essere fisicamente il doppio di quello che è, ma pazienza). L’ambientazione è sempre tipica delle Fate, anche se un po’ orientaleggiante; il particolare delle farfalle sulla tenda, che Jace qualifica come “simbolo di lutto”, in realtà è dovuto al fatto che le Fate, essendo metà Angeli e metà Demoni, hanno la bellezza e il gusto per essa dei primi e, a volte, la crudeltà dei secondi (spesso infatti, per creare “elementi d’arredamento” quali tendaggi che rispecchino la loro profonda connessione con la natura, torturano i poveri animali, ad esempio proprio “cucendo” magicamente insieme delle farfalle vive – al fine di dare ondeggiamento naturale – le quali muoiono una dopo l’altra tentando di liberarsi. E non succede solo con le farfalle). L’aspetto interessante è che, ancora una volta, emerge la questione politica, e con essa un accenno al come si muove il Popolo Fatato: avrete tutti notato la frase di Meliorn che porta Jace ad asserire che il significato è “Le Fate si alleano con chi ritengono sarà il vincitore”. Una questione molto importante, presa proprio dai romanzi.
Inoltre, Meliorn come personaggio sembra reso correttamente, da quanto visto: il non rispondere mai direttamente alle domande (le Fate non possono mentire a domanda diretta, come detto da Isabelle, ma possono rispondere indirettamente o con ciò che noi definiamo giri di parole, dai quali è difficile trarre un significato certo), il modo di parlare… e tale scena permette anche di evidenziare che, del gruppo, chi sa parlare con loro e rapportarsi al Popolo Fatato sono Jace e Isabelle, altro particolare da tenere a mente.
(Taccio sui pantaloni che gli hanno fatto indossare, però. E’ meglio.)

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Sfortunatamente, Maryse Lighthwood ha fatto il suo ingresso nella storia. Non mi dispiace quest’introduzione anticipata (nei romanzi entra in scena all’inizio di “Città di Cenere”, una volta tornata da Idris) poiché, come vediamo, serve anch’essa a contestualizzare la situazione di Alec, di Isabelle e anche quella di Jace. E non si può certo dire che non raggiunga il suo scopo. Tuttavia, se venisse risucchiata in un buco nero per mai più tornare il mondo sarebbe un posto migliore. Come posso descriverla… ecco, si può essere grati di vedere questa donna quanto lo si può essere avendo una trave di legno, di dieci metri per cinque, con le schegge in fuori, piantata in un occhio. Non ha solo lati negativi, questo è vero, è una combattente eccezionale e ama infinitamente i suoi figli, su questo non si devono avere dubbi, ma è una delle peggiori madri che si possano avere. Ogni volta che appare la reazione è una sola: desiderare di trasformarsi in Gandalf che ingigantisce dinanzi a Bilbo e farla sentire un vermicello, oppure assumere la maestosità di Albus Silente che esce dal portone di Hogwarts (spalancatosi per lui), avvolto da un’aura dorata di giustizia divina, e ricordarle di tacere, poiché lei è una delle persone peggiori che si possano incontrare e dovrebbe passare la vita vergognandosi di se stessa, invece di andare in giro dispensando la boriosità dei Lightwood. L’unica cosa positiva dei Lightwood sono Alec, Isabelle, Jace e Max (il fratellino minore, un adorabile bambino di circa nove anni che adora i fratelli maggiori e i fumetti e si addormenta ovunque).
In ogni caso, l’attrice corrisponde alla descrizione fisica del personaggio e l’atteggiamento non potrebbe essere più corrispondente di così (come il suo arrivo all’Istituto, visto che è in tal modo che viaggiano tra esso e Idris quando sono di fretta).
La sua introduzione inoltre ha permesso di porre l’accento sulla differenza fondamentale tra Maryse Lightwood e Jocelyn Fairchild: nel dialogo tra Isabelle e Clary essa emerge completamente, così come nel successivo dialogo tra Clary e Alec.

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Come ho detto, l’introduzione di Maryse serve a dare l’idea di cosa Alec e Isabelle affrontino ogni giorno con i propri genitori, e aiuta a inquadrare meglio la pressione che Alec sente gravare su se stesso: il senso di responsabilità, di dover essere all’altezza delle aspettative, di dover proteggere Jace, Izzy e anche il piccolo Max, la volontà di voler fare la cosa giusta che Alec identifica con il rispetto delle regole, poiché questo gli è stato inculcato dai genitori (Robert è il padre e se chi non ha letto i romanzi si chiede come sia… ricordate che Dio li fa e poi li accoppia) attraverso il motto degli Shadowhunter, “Dura lex, sed lex”, “La legge è dura, ma è legge”.

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Proprio per questo la scena che vede il confronto tra Alexander e Clary, durante l’addestramento, è bella, perché per quanto dimostri ancora una volta l’impulsività di Clary (non che Jace abbia qualcosa da invidiarle, in tal senso), essa pone l’accento sulla differenza tra loro: Alec è rigido e si comporta secondo schemi che gli sono stati imposti, pensando che sia giusto così. Clary è libera, ragiona con la sua testa, non si fa imporre niente da nessuno. E questo è positivo, anche se indubbiamente lei dovrebbe ascoltarli di più; infatti ciò che vediamo affermare da parte di Clary sui leader è vero. Tale affermazione è emblematica, poiché noi lettori siamo ben consapevoli che sarà proprio grazie a Clary che Alec, Isabelle e Jace si prenderanno la loro libertà e diverranno leader. La verità è che il suo arrivo, lei stessa, ha un’influenza positiva su tutti e tre loro in quanto, direttamente o indirettamente, darà loro la spinta per essere chi davvero sono, prendere in mano la situazione e risolverla. E’ come se Clary, seppur inconsapevolmente, fosse il fuoco nel quale tutte le loro qualità positive si forgiano, divenendo predominanti e a loro volta un fuoco perpetuo destinato a cambiare il loro mondo.
Inoltre, in tale scena, così come precedentemente in quella in cui è presente anche Maryse e, successivamente, in quella per strada prima dell’incontro con Simon, emerge la tumblr_o2bdnqvl8b1r6vy8ho6_250profonda empatia che caratterizza Clary. Anche se Alec la contrasta, la tratta in modo ingiusto e irrispettoso, Clary lo capisce e prova dispiacere per lui ed è disposta a difenderlo se qualcuno lo attacca ingiustamente. Lo stesso cambiamento della scena per strada, da litigio in dialogo, serve a porre l’accento sul fatto che Clary dimostra comprensione nei confronti di Alec e, con il suo atteggiamento, trasmette il messaggio che in lui, nelle sue preferenze, nei suoi sentimenti, non c’è niente di sbagliato o di cui vergognarsi. Anzi, che è tutto molto normale.
(Nelle scene all’Istituto peraltro, Clary ha un look da Clary, ed è anche bello vedere lei e Alec uno di fronte all’altro proprio da un punto di vista estetico, perché sembra un’immagine emersa dai libri, in quanto Alec la definisce uno scricciolo e afferma di essere il doppio di lei. La loro dinamica inoltre è divertente.)

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Il momento con Isabelle nel corridoio dell’Istituto invece, oltre a porre l’attenzione sulla differenza tra le due madri, delinea ulteriormente anche i personaggi delle due ragazze: Izzy è abituata a ragionare in team, perché lei è la secondogenita e dunque ha sempre avuto un fratello maggiore, al quale poi si sono aggiunti Jace e Max; Clary invece è stata sola, ha sempre avuto solo Simon e, quando lui non c’è, le viene spontaneo agire da sola, perché non ha nessun altro. Questo, in ogni caso, non durerà a lungo, poiché non ci vorrà molto tempo prima che i ragazzi inizino a ragionare e muoversi in gruppo.

Tornando ad Alexander, è davvero bello tutto l’accento che stanno ponendo su di lui (anche se, tecnicamente, quando i Lightwood non ci sono a dirigere l’Istituto è Hodge, non Alec): l’inizio, con l’attenzione posta sulle sue capacità di guerriero e sulla sua intelligenza, perché Alec è dannatamente bravo e intelligente, solo che di solito si pone (volontariamente) all’ombra di Jace (il quale è senza dubbio il migliore della sua generazione – e forse non solo – ma c’è un motivo preciso per questo).
I due momenti topici, con Jace, sono il dialogo all’inizio e il litigio. Durante il primo è possibile sentire il cuore di Alec incrinarsi alle parole di Jace… e tuttavia, lui crede di provare quei sentimenti perché Jace è l’unico ragazzo della sua età (circa) con il quale sia mai entrato in confidenza. La maggiore tristezza si pone sulle parole con le quali Alec esordisce: “Hai tutto il diritto di essere arrabbiato con me.”
E’ così che Alec si sente, è questo che teme: ha paura di perdere chi ama rivelando la sua natura, come se ciò che prova fosse in qualche modo indegno di chiunque, od oltraggioso, perché nessuno gli ha mai detto che nell’amore non può esserci nulla di sbagliato. Eppure, per quanto ingiuste, quelle parole sono in qualche modo realistiche e “profetiche”, non tanto per il futuro quanto per eventi accaduti in passato, anche se lui non ne è a conoscenza. Il tutto ovviamente non riguarda Jace, il quale ha ragione: lui e Alec sono fratelli e Alec se ne renderà conto.

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Nonostante il litigio intercorso tra i due (non presente nei libri ma non sbagliato, poiché in “Città di Ossa” in un momento d’ira e d’esasperazione Jace dice una frase che ferisce Alec e che riassume in se stessa il litigio che noi vediamo sullo schermo), non bisogna mai dimenticare che l’amore di Alec (in senso lato) non è unidirezionale: Jace ama profondamente Alec, in modo infinito, senza limiti, e non c’è niente che non farebbe per lui, non c’è niente che potrebbe mai fargli cambiare idea. Jace farebbe qualunque cosa per Alec e la sua felicità, al pari di Isabelle, e in lui e nelle sue capacità Jace ha una fiducia incrollabile, reputandolo anche migliore di se stesso.

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Proprio per questa situazione così delicata del bellissimo (in ogni senso) Alexander, è apprezzabile che abbiano anticipato l’inizio dello sviluppo del rapporto tra lui e Magnus (nei libri si pone tra “Città di Ossa” e “Città di Cenere”, in un racconto rilasciato da Cassandra Clare qualche anno fa). Nella scena è da notare il tono di Alec, apparentemente freddo e distaccato, necessario per lui a non far trapelare nulla visto che c’è gente che potrebbe sentire (Clary in primis… e peraltro, divertentissima la faccia di Alec quando si gira e si accorge che lei non c’è. Si vedono il panico e tutte le imprecazioni che gli si scatenano nella mente, ed Alexander Gideon Lightwood non impreca mai… almeno fino a quando la situazione non entra in caduta libera…. e ci vuole tempo, per questo) e soprattutto le parole scelte da Magnus, il suo “sympathetic”, che corrisponde alla perfezione con l’atteggiamento che il Sommo Stregone di Brooklyn ha con Alec nel romanzo: Magnus sa che per Alec è tutto nuovo e tutt’altro che facile, quindi procede con cautela, senza mai forzarlo a fare nulla.
(E personalmente mi piacciono i quadri con i simboli magici nell’appartamento di Magnus, così come il cellulare glitteroso…. perché il Sommo ama molto i glitter.)
Come ho detto, vorrei che nei prossimi episodi si vedesse lo stesso approfondimento su Jace.

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Infine, per quanto riguarda gli effetti speciali con i quali vengono rese la loro forza e la loro velocità… sono forse un po’ strani da vedere (ad esempio, nel film non c’erano), tuttavia rispecchiano ciò che viene detto nei romanzi: gli Shadowhunter sono più forti e veloci degli esseri umani e di molto. Ovvero: hanno in effetti una velocità e una forza soprannaturali. Ne “Le Cronache di Magnus Bane” si dice espressamente che Alec si muove a una velocità maggiore persino rispetto a quella di un vampiro.

Infine, sulla famosa scatola con le iniziali “J. C.” (che arriva dal set del film!), dirò solo “Uhm”, invitando chi non ha letto i libri a ricordare ciò che dice Clary ad Alec in merito e osservando la foto del contenuto: una ciocca di capelli, un sonaglino e una scarpetta da bimbo piccolo.

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Bene, vi lascio con il promo della prossima settimana, “Of Men And angels”.

https://www.youtube.com/watch?v=GMJaMMjUTkI

 

Alla prossima!

Ricordatevi di passare in queste meravigliose pagine per news, aggiornamenti e spoiler settimanali sugli episodi, news sui nostri personaggi preferiti e tanto altro!

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Sam
Simona, che da bambina voleva diventare una principessa, una ballerina, una cantante, una scrittrice e un Cavaliere Jedi e della quale il padre diceva sempre: “E dove volete che sia? In mezzo ai libri, ovviamente. O al massimo ai cd.” Questo amore incondizionato per la lettura e la musica l'ha portata all'amore per le più diverse culture (forse aiutato dalle origini miste), le lingue (in particolare francese e inglese) e a quello per i viaggi. Vorrebbe tornare a vivere definitivamente a Parigi (per poter anche raggiungere Londra in poco più di due ore di treno). Ora è una giovane legale con, tralasciando la politica, una passione sfrenata per tutto ciò che all'ambito legale non appartiene, in particolare cucina, libri e, ovviamente, telefilm. Quando, di recente, si è chiesta in che momento, di preciso, sia divenuta addicted, si è resa conto, cominciando a elencare i telefilm seguiti durante l'infanzia (i preferiti: Fame e La Famiglia Addams... sì, nel fantasy ci sguazza più che felicemente), di esserci quasi nata. I gusti telefilmici sono i più vari, dal “classico”, allo spionaggio, all'ambito legale, al “glamour”, al comedy, al fantastico in senso lato, al fantascientifico, al “giallo” e via dicendo. Uno dei tanti sogni? Una libreria. Un problema: riuscirebbe a vendere i libri o vorrebbe tenerli per sé?

8 COMMENTS

  1. Ok, stavolta sono riuscita a vedere l’episodio abbastanza in fretta (merito dei Malec).
    Da dove partire? Dalle ciglia di Clary? Roba che se ci buttano un altro po’ di mascara o piombano al suolo o assurgono al rango di oggetto contundente! Alla faccia della ragazza acqua, sapone e scarpe da tennis XD
    Jace sensibile e intuitivo come un lombrico australiano nella stagione della siccità, non capisce proprio, non c’è verso, abbiamo visto il cuore di Alec spezzarsi in pratica sotto i nostri occhi… povero!
    Sono felice che sia stato finalmente introdotto il branco e speravo che con loro arrivasse anche un personaggio che vedremo solo molto più avanti nei libri… ma non è ancora detta l’ultima parola.
    Pollici decisamente alzati per la scelta di mostrare gli effetti della permanenza fra i vampiri di Simon. Il fatto di anticipare alcuni eventi, dando così spazio a personaggi che ogni tanto nel libro venivano lasciati un po’ in ombra, mi è piaciuta molto.
    Per quanto riguarda i pantaloni di Meliorn… mi aspettavo da un momento all’altro che si mettesse a strillare “Cocco bello!”. Non avevo parole! -.-‘

    • Sul trucco sono perfettamente d’accordo!!! Katherine è tanto bellina, ma perché non farle un trucco nude look?!
      Come quando, nello scorso episodio, si è svegliata dall’incubo ed era truccata. E questo è un problema di OGNI TELEFILM. Le donne si svegliano con un trucco perfetto. Elena in The Vampire Diaries aveva persino le ciglia chiaramente finte.
      Dico, ma perché?! Nude look! Almeno le rendete credibili. Vi fa schifo, autori, essere credibili?!

      Jace: va bé, pure nel libro è così, fino a un certo punto. POI capisce ed è ADORABILE.

      Un personaggio del branco… capelli ricci?

      Esatto, quell’aspetto di porre il focus su tutti e dare un quadro generale ampio e particolareggiato piace anche a me, è una buona idea.

      I pantaloni di Meliorn. Ancora non mi capacito. Perché? Potevano mettergliene un paio di quelli eleganti tipo indiani, bianchi, larghi, morbidi… avrebbero creato un’impressione di creatura eterea.

        • Chissà, magari fanno vedere anche quel personaggio!
          Non mi dispiacerebbe.
          Voglio dire, mi ritrovo Maryse-La-Donna-Più-Insopportabile-Del-Mondo-Trave-In-Un-Occhio-Lightwood, si potrebbe introdurre anche quel personaggio, per far conoscere il branco.

          Io invece ho la brama di vedere Alicante. Sogni di gloria, lo so.

  2. In questo episodio Jace non mi è piaciuto per niente. mi sembra accecato dal suo interesse per Clary.
    Alec non sarà mister simpatia ma non farebbe mai niente per metterla volontariamente in pericolo, sia per il forte senso di giustizia che gli appartiene e forse ancora più importante perché se le succedesse qualcosa Jace non glielo perdonerebbe mai.
    Ed è proprio qui che il suo atteggiamento mi infastidisce molto, va bene l’attrazione immediata provata per lei ma i due parabatai si conosco da sempre, sono una famiglia, come si permette di aggredire Alexander in quella materia. Incommentabile la frase: “Forse tua madre aveva ragione, forse il tuo meglio non è abbastanza”, da tirargli una testata e lascialo li per terra, mi è piaciuto però il tono e la faccia di Izzy quando lo ha zittito gridando “Jace”.
    E sul fatto che nessuno abbia notato i nuovi “poteri” di Simon? Alec ogni tanto ha fatto delle faccette perplesse ma forse non ha ritenuto necessario commentare la questione a voce alta.

    • Buongiorno.
      Ecco, sul “Alec non farebbe mai nulla per metterla in pericolo”…. Ehm… Non è proprio così. Hai presente dove ho detto che, invece del dialogo tra lui e Clary sui sentimenti per Jace, nel libro c’è uno scontro violento? Ecco, Clary è verbalmente violenta (perché reagisce a parole di Alec davvero brutte), Alec è fisicamente violento, oltre che verbalmente (e verbalmente lo è molto più di Clary, la minaccia, anche). È una reazione dettata dalla paura, che lo fa esplodere di furia, ma resta il fatto che, come dice lui, Alec è il doppio di Clary ed è un guerriero addestrato e quella reazione su una ragazza che è minuta e senza la possibilità di reagire, difendersi in qualche modo, è oltre ogni limite.

      Il fatto è, comunque, che per ragioni che non spiego, sperando che lo facciano prossimamente nella storia, non solo Alec in questo momento deve trovare un nuovo equilibrio, bensì anche Jace. Come ho detto, quest’ultimo non è meno tormentato di Alec, lo è in modo diverso. In realtà, Jace è sofferenza ambulante, fondamentalmente. Tra i due, Alec è quello più saldo. So che non sembra, ma è cosi e la parola chiave è proprio SEMBRA.
      Comunque, sono certa che si riscatterà. Come ho detto, l’amore Alec-Jace non è unidirezionale, è anche Jace-Alec. Jace farebbe qualunque cosa per Alec, e lo intendo letteralmente. QUALUNQUE COSA.
      Anche a me è piaciuta Izzy! È assolutamente la Isabelle che conosco da anni.

      Sui poteri di Simon… Il fatto è che loro non sanno cosa sia accaduto al Dumort e no, non vengono nemmeno sfiorati dal dubbio che Simon abbia bevuto sangue di vampiro, perché lui non dice nulla a nessuno. Inoltre, un mondano introdotto al Mondo delle Ombre può capire come vedere attraverso gli incantesimi che lo celano. Alec nota, ma non se ne fa un cruccio perché non sa e tutti cominciano a credere che frequentando loro Simon inizi a vedere.

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