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Shadowhunters – Beati Bellicosi… Ma magari!

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Shadowhunters – Beati Bellicosi… Ma magari!

Dopo l’apertura di questa parte di stagione, che segnerà la fine della serie, ci ritroviamo per un commento generale su quanto si è visto sinora.

Come anticipato nell’articolo sull’episodio che ha dato inizio a quest’ultima run di “Shadowhunters”, eccoci qui ad analizzare ciò a cui abbiamo assistito in queste tre puntate, prima del commento di metà stagione (post episodio sei).

L’episodio dodici, come spesso è avvenuto, ha avuto come vero aspetto positivo le scene che hanno visto protagonisti Magnus e Alec. Si può dire che i momenti dedicati a loro siano stati molto piacevoli da vedere, caratterizzati da tenerezza ma anche da un notevole umorismo… e che l’allenamento sia stato fantastico, la coreografia del combattimento molto bella; tuttavia, il punto è che non c’era bisogno di privare Magnus dei suoi poteri per mettere in scena una tale situazione. Magnus, infatti, è un essere pluricentenario, è nato in Oriente, per cui di per sé è del tutto plausibile che nella sua lunghissima vita abbia appreso le arti marziali e gli autori avrebbero in ogni caso potuto inserire una scena del genere senza perdere nulla della sua bellezza.

Ora che siamo alla quattordicesima puntata, per di più, abbiamo appurato che gli autori si sono ricordati di aver inserito il personaggio di Lorenzo Rey e di averlo reso il nuovo Sommo Stregone di New York e dunque, dopo aver usato Magnus come mera fonte di informazioni per un paio di episodi, hanno deciso di riportare Lorenzo per complicare proprio la vita di Magnus; inoltre, visto che, come detto in passato, il fatto di usare il vero materiale per far crescere Alec e Magnus come personaggi singoli e come coppia è escluso perché sono sempre stati ciò che davvero teneva a galla lo show, sicuramente Magnus sarà ridotto in fin di vita o quasi a causa di questo “trasferimento di magia” (su cui stenderemo un velo pietoso), per dare un po’ di pepe alla storyline di questi due personaggi.
Una domanda: Lorenzo Rey può essere un villain? Speriamo, almeno questo conferirebbe un po’ di interesse alla sua figura.

Altro aspetto positivo visto nella seconda puntata di questa parte della terza stagione è stato Parigi. Intendendo con tale affermazione proprio PARIGI, il fatto che abbiano girato nella Ville Lumière; la storyline di Clary e Jonathan-Sebastian, invece… dimenticabile. In “Città delle Anime Perdute” Jonathan-Sebastian sposta l’appartamento da un luogo all’altro dell’Europa (Parigi, Venezia…) per un motivo ben preciso e ciò che Clary e Jace vivono in quei giorni è qualcosa di ben più profondo e complicato di una mattinata finita malissimo. Ora, è chiaro che per girare per mezza Europa bisogna avere i fondi della HBO, ma bastava sfruttare di più la permanenza a Parigi invece di usarla per mezzo episodio, concentrando lì i vari movimenti di Jonathan-Sebastian per mettere in atto il suo piano.

Si conferma piuttosto piatta questa versione di Jonathan-Sebastian, almeno per ora. Da una parte Luke Baines non sembra sufficientemente carismatico, seducente (e Jonathan-Sebastian è molto seducente) e inquietante, non ha e non dimostra quella sicurezza estrema che il personaggio invece ha, dall’altra non gli è stato nemmeno fornito del materiale in grado di creare qualcosa di interessante e intrigante e al momento mancano anche pezzi fondamentali.


Speriamo che l’intenzione sia stata quella di introdurli gradualmente e che un elemento mostrato nel quattordicesimo episodio sia un indizio di tutto ciò. E tuttavia c’è un particolare che complica le cose e potrebbe significare che uno di tali pezzi non è stato inserito. Il riferimento è al supposto piano di Jonathan-Sebastian, scoperto da Magnus e Alec con il ritrovamento della (falsa) spada dei Morgenstern… perché usare quello che era il vero piano di Valentine in “Città di Vetro”, terzo romanzo dell’esalogia, e che non ha niente a che fare con uno degli elementi ancora mancanti nella caratterizzazione di Jonathan-Sebastian in questa parte della storia, invece di usare il vero piano del fratello di Clary, persino più atroce di quello del padre?!

Il tredicesimo e quattordicesimo episodio sono stati complessivamente piuttosto noiosi, senza nessun evento rilevante a parte i pochi già evidenziati (e quasi mai positivi).
Per quanto riguarda Clary e Jace, certo, li abbiamo visti insieme, anche in modo romanticoe incredibile ma vero gli autori si sono ricordati per due minuti di orologio che Jace in verità è un ragazzo estremamente colto (e così hanno tirato fuori il “Paradiso Perduto” di Milton) e che nei libri Jace è in grado di dire cose molto romantiche e poetiche. Tuttavia, sarebbe stato bello averle nel momento giusto, ogni tanto, visto che tali momenti sono molto più drammatici e intensi di quelli messi in scena sullo schermo (questo in particolare viene da “Città di Vetro” e Jace pronuncia la frase quando, disperato perché lui e Clary ancora non sanno di non essere fratello e sorella, chiede a Clary di restare insieme quella notte – senza far nulla se non dormire -, poiché all’insaputa di Clary è deciso ad andare a cercare Valentine e tale frase è l’addio di Jace, il quale è convinto che per fermare Valentine dovrà sacrificarsi).

Totalmente inutile l’introduzione di Caino (si direbbe che qualcuno abbia visto “Supernatural”) per far rimuovere il Marchio a Simon (cosa che peraltro indica che per Simon il finale sarà diverso da quello vero); priva di pathos la ricerca di Clary (con quel portale che ha fatto viaggiare Jace e Luke da New York alla Siberia… portale creato da chi, visto che Magnus non aveva più i poteri e Clary ufficialmente era ricercata/morta? Uno può pensare a Catarina, ma queste cose bisogna spiegarle, anche in modo indiretto); piuttosto preoccupante la faccenda del “Fuoco Celeste” per come è stata posta; incomprensibile, almeno per ora, il motivo della rinnovata guerra Vampiri-Licantropi e ridicolo il momento romantico tra Luke e Maryse. In merito a quest’ultimo aspetto, ricordiamo che nella 3a hanno specificato che dal pilot al punto in cui siamo ora sono passati due mesi o poco più, ovvero in quei due mesi è successo tutto quello che abbiamo visto, compresa la morte di Jocelyn, che dunque è stata uccisa al massimo da poco più di un mese; pertanto in poco più di un mese Luke avrebbe elaborato la morte dell’amore della sua vita e si starebbe innamorando di un’altra.
Molto probabilmente si profila entro la fine della stagione un matrimonio che non è quello che dovrebbe essere.

Si potrebbe dire che almeno abbiamo avuto più momenti tra Isabelle e Simon. Sarebbe bello se i due fossero sfruttati meglio, così come le loro interazioni. E per l’amor del cielo, che non si riporti la faccenda della dipendenza di Isabelle.

I momenti top:

  • Alec e Magnus nel dodicesimo episodio.

  • Parigi.
  • Nicola Correia Damude è bellissima.

Flop 3:

  • Caino e la rimozione del Marchio.

  • Isabelle di nuovo sull’orlo della crisi d’astinenza. Vogliamo rispetto per Isabelle Badass Lightwood.
  • Luke e Maryse.

Bene, anche per questa volta ci fermiamo qui, vi lascio con il promo del prossimo episodio, “To The Night Children”, e vi do appuntamento a tra due settimane per la recensione di metà stagione.

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Sam
Simona, che da bambina voleva diventare una principessa, una ballerina, una cantante, una scrittrice e un Cavaliere Jedi e della quale il padre diceva sempre: “E dove volete che sia? In mezzo ai libri, ovviamente. O al massimo ai cd.” Questo amore incondizionato per la lettura e la musica l'ha portata all'amore per le più diverse culture (forse aiutato dalle origini miste), le lingue (in particolare francese e inglese) e a quello per i viaggi. Vorrebbe tornare a vivere definitivamente a Parigi (per poter anche raggiungere Londra in poco più di due ore di treno). Ora è una giovane legale con, tralasciando la politica, una passione sfrenata per tutto ciò che all'ambito legale non appartiene, in particolare cucina, libri e, ovviamente, telefilm. Quando, di recente, si è chiesta in che momento, di preciso, sia divenuta addicted, si è resa conto, cominciando a elencare i telefilm seguiti durante l'infanzia (i preferiti: Fame e La Famiglia Addams... sì, nel fantasy ci sguazza più che felicemente), di esserci quasi nata. I gusti telefilmici sono i più vari, dal “classico”, allo spionaggio, all'ambito legale, al “glamour”, al comedy, al fantastico in senso lato, al fantascientifico, al “giallo” e via dicendo. Uno dei tanti sogni? Una libreria. Un problema: riuscirebbe a vendere i libri o vorrebbe tenerli per sé?

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